• BISOGNA RIFORMARE L'ONU. COSÌ NON HA ALCUN SENSO!
    Netanyahu parla all'Onu in un'aula semi-vuota. Nega genocidio e la fame a Gaza: 'Riconoscere Palestina incoraggia Hamas' - Il Fatto Quotidiano
    Quando il premier israeliano fa il suo ingresso, escono decine di delegazioni tra fischi per lui e applausi per loro. Altoparlanti nella Striscia e l'Idf si infiltra nei telefoni dei gazawi...
    https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/09/26/netanyahu-discorso-onu-gaza-oggi-diretta/8139935/
    BISOGNA RIFORMARE L'ONU. COSÌ NON HA ALCUN SENSO! Netanyahu parla all'Onu in un'aula semi-vuota. Nega genocidio e la fame a Gaza: 'Riconoscere Palestina incoraggia Hamas' - Il Fatto Quotidiano Quando il premier israeliano fa il suo ingresso, escono decine di delegazioni tra fischi per lui e applausi per loro. Altoparlanti nella Striscia e l'Idf si infiltra nei telefoni dei gazawi... https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/09/26/netanyahu-discorso-onu-gaza-oggi-diretta/8139935/
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    Netanyahu parla all'Onu in un'aula semi-vuota. Nega genocidio e la fame a Gaza: 'Riconoscere Palestina incoraggia Hamas' - Il Fatto Quotidiano
    Quando il premier israeliano fa il suo ingresso, escono decine di delegazioni tra fischi per lui e applausi per loro. Altoparlanti nella Striscia e l'Idf si infiltra nei telefoni dei gazawi
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  • LA RUSSIA NON È MIA NEMICA!
    EUROPA. COSÌ È SE VI PARE!
    A marzo scorso la commissaria europea Hadja Lahbib, che ricopre l' incarico di predisporre adeguate misure in caso di emergenze, dava per la sua prima volta notizia di sé al vasto pubblico europeo, notoriamente anelante di conoscere e apprendere quanta premura mostrano le signore della commissione europea, al contrario dei loro omologhi maschili, nei confronti dei loro concittadini d' Europa. Una notizia affidata ad un video per rassicurare il popolo europeo che quand'anche fosse intervenuta una qualche spiacevole e grave emergenza, tipo un conflitto bellico, essa può essere affrontata servendosi di un kit di sopravvivenza pensato dal proprio ufficio... Qualche accenno di ilarità non pochi lo hanno avuto in prima battuta. Purtuttavia penso che già allora con quel video si voleva iniziare a diffondere, anzi ad imbastire una narrazione calamitosa funzionale a rendere oggettiva nella società civile l' immagine di un pericolo incombente, di cui non si possa sapere quando potrebbe concretizzarsi, proveniente da oriente e perciò stesso occorre stare all' erta.
    Nelle settimane scorse i media cartacei e televisivi, le principali agenzie di stampa hanno eloquentemente segnalato le continue violazioni russe degli spazi aerei di Paesi NATO, l' azione di interferenza del sistema gps del velivolo sul quale viaggiava la presidente della commissione europea, il sabotaggio dei sistemi informatici di alcuni aereoporti europei....Sempre e comunque immediatamente dopo quei fatti le autorità competenti non hanno mai dubbi su chi possa essere l' autore: la Russia..Le prove ? Non c'è né mai bisogno ....Tutti loro ( i governi e i loro prezzolati portavoce, ossia le redazioni dei mezzi di informazione) gridano allo scandalo, rimproverano la Russia di fare strame del diritto internazionale ( se ne fa frequente menzione ma chissà se sanno cosa sia, anche perché spesso lo si invoca a seconda delle circostanze e degli interessi in gioco ), di provocare danni a Paesi europei.
    Ma le ff aa ucraine non vengono forse sostenute, supportate, finanziate, alimentate anche dai Paesi europei? ..Quindi è come se avessero ufficialmente dichiarato guerra alla Russia, la quale perché non dovrebbe muovere un qualche attacco anche solo di tipo cybernetico?
    Sempreché quei droni penetrati nei cieli polacchi, estoni e tutti gli altri eventi verificatisi recentemente siano attribuibili alla Russia... Del resto le guerre, quelle che si vuole che si accendano , necessitano del casus belli... occorre, ovviamente, che sia tale che si possa giustificare ad un popolo riluttante la necessità di dichiarare finalmente guerra.
    Due giorni fa il quotidiano Il Gazzettino, giornale tra i più diffusi ( secondo Wikipedia) nel Triveneto, ha pubblicato un articolo di Laura Pace dal titolo " Attacco nucleare, cosa fare nei primi dieci minuti".
    Ebbene, dopo il suggerimento di un kit di sopravvivenza consigliato da una signora commissaria europea, un giornale italiano, il Gazzettino, riassume per i propri lettori le raccomandazioni predisposte da degli esperti ( chi siano, a quale ente appartengano non è dato di sapere) su come affrontare i primi dieci minuti successivi alla deflagrazione di una bomba nucleare. Io presumo che poi al termine dei dieci minuti si proseguirà ricorrendo al già noto kit di sopravvivenza per trascorrere incolumi le fatidiche 72 ore .
    Secondo quanto riferisce il Gazzettino non appena si scorge il lampo susseguente all' esplosione dell' ordigno atomico occorre
    immediatamente trovare un riparo sottoterra, tipo un fossato, un seminterrato, una metropolitana. Al lampo seguirà la dispersione di polvere radioattiva, quindi bisognerà sigillare, se ci si trovi in casa o in un altro ambiente similare, porte, finestre e fessure. Se si proviene dall' esterno togliersi senza indugio tutti gli abiti, farsi una doccia onde rimuovere almeno il 90 % delle polveri radioattive. Ohibò, l' articolo però non menziona  di alcun  dispositivo deputato alla rilevazione delle polveri radioattive...Come si potrà sapere quanta percentuale di polveri radioattive sono residuate?
    Il lavaggio è da farsi anche agli animali da compagnia.
    È importante non soccombere alla paura, quindi se ci trova in un ambiente chiuso rimanervi per almeno ininterrottamente ventiquattro ore, in attesa di disposizioni provenienti dalle autorità.
    L' articolo si conclude come segue :
    " Non è fantascienza, né catastrofismo da bar. È scienza !"
    Come se non bastasse pochi giorni orsono La Repubblica, Il Messaggiero, La 7....ed altre pregiate e pregevoli fonti di informazione hanno ripreso delle dichiarazioni di un ex vicecomandante della NATO, il britannico Richard Shirref, originariamente pubblicate dal Daily Mail.
    A giudizio del suddetto vice comandante se la Russia ( ancora tu, ma non dovevamo vederci più ) decidesse di sferrare un attacco la NATO, stante l' attuale sua capacità di reazione, durerebbe non più di cinque giorni e l' ordine mondiale verrebbe scardinato.
    L' attacco verrebbe da Kaliningrad, seguirebbero anche degli attacchi informatici ( delle avvisaglie, ma guarda un po', se ne sono avute nei giorni scorsi ai danni di alcuni aeroporti) contro l' Estonia (Ohibò ! Il paese natale della bella Kaja Kallas ..) e la Lituania...Numerosi blackout si avrebbero anche nel Regno Unito, in Francia e in Germania..Il giorno successivo, dichiara ancora l' ex vice comandante, la Cina ( poteva mancare l' altro Paese che
    " minaccia " gli interessi statunitensi?) annuncerebbe ( urbi et orbi ) di sostenere la Russia e poche ore dopo l' annuncio invaderebbe Taiwan.
    La fine della NATO.
    Quale potrebbe essere il messaggio subliminale che si accompagna alla narrazione bellicista che si va costituendo giorno dopo giorno...Forse la seguente?
    "Cittadini e cittadine europee se volete che l' ordine mondiale non venga scardinato occorre rafforzare la NATO... già l' UE ha individuato una soluzione: sostenere l' industria del complesso militare industriale incrementando la spesa che necessita accettando di veder decrescere quella fino ad ora riservata all' istruzione, sanità, previdenza, edilizia pubblica..
    LA RUSSIA NON È MIA NEMICA! EUROPA. COSÌ È SE VI PARE! A marzo scorso la commissaria europea Hadja Lahbib, che ricopre l' incarico di predisporre adeguate misure in caso di emergenze, dava per la sua prima volta notizia di sé al vasto pubblico europeo, notoriamente anelante di conoscere e apprendere quanta premura mostrano le signore della commissione europea, al contrario dei loro omologhi maschili, nei confronti dei loro concittadini d' Europa. Una notizia affidata ad un video per rassicurare il popolo europeo che quand'anche fosse intervenuta una qualche spiacevole e grave emergenza, tipo un conflitto bellico, essa può essere affrontata servendosi di un kit di sopravvivenza pensato dal proprio ufficio... Qualche accenno di ilarità non pochi lo hanno avuto in prima battuta. Purtuttavia penso che già allora con quel video si voleva iniziare a diffondere, anzi ad imbastire una narrazione calamitosa funzionale a rendere oggettiva nella società civile l' immagine di un pericolo incombente, di cui non si possa sapere quando potrebbe concretizzarsi, proveniente da oriente e perciò stesso occorre stare all' erta. Nelle settimane scorse i media cartacei e televisivi, le principali agenzie di stampa hanno eloquentemente segnalato le continue violazioni russe degli spazi aerei di Paesi NATO, l' azione di interferenza del sistema gps del velivolo sul quale viaggiava la presidente della commissione europea, il sabotaggio dei sistemi informatici di alcuni aereoporti europei....Sempre e comunque immediatamente dopo quei fatti le autorità competenti non hanno mai dubbi su chi possa essere l' autore: la Russia..Le prove ? Non c'è né mai bisogno ....Tutti loro ( i governi e i loro prezzolati portavoce, ossia le redazioni dei mezzi di informazione) gridano allo scandalo, rimproverano la Russia di fare strame del diritto internazionale ( se ne fa frequente menzione ma chissà se sanno cosa sia, anche perché spesso lo si invoca a seconda delle circostanze e degli interessi in gioco ), di provocare danni a Paesi europei. Ma le ff aa ucraine non vengono forse sostenute, supportate, finanziate, alimentate anche dai Paesi europei? ..Quindi è come se avessero ufficialmente dichiarato guerra alla Russia, la quale perché non dovrebbe muovere un qualche attacco anche solo di tipo cybernetico? Sempreché quei droni penetrati nei cieli polacchi, estoni e tutti gli altri eventi verificatisi recentemente siano attribuibili alla Russia... Del resto le guerre, quelle che si vuole che si accendano , necessitano del casus belli... occorre, ovviamente, che sia tale che si possa giustificare ad un popolo riluttante la necessità di dichiarare finalmente guerra. Due giorni fa il quotidiano Il Gazzettino, giornale tra i più diffusi ( secondo Wikipedia) nel Triveneto, ha pubblicato un articolo di Laura Pace dal titolo " Attacco nucleare, cosa fare nei primi dieci minuti". Ebbene, dopo il suggerimento di un kit di sopravvivenza consigliato da una signora commissaria europea, un giornale italiano, il Gazzettino, riassume per i propri lettori le raccomandazioni predisposte da degli esperti ( chi siano, a quale ente appartengano non è dato di sapere) su come affrontare i primi dieci minuti successivi alla deflagrazione di una bomba nucleare. Io presumo che poi al termine dei dieci minuti si proseguirà ricorrendo al già noto kit di sopravvivenza per trascorrere incolumi le fatidiche 72 ore . Secondo quanto riferisce il Gazzettino non appena si scorge il lampo susseguente all' esplosione dell' ordigno atomico occorre immediatamente trovare un riparo sottoterra, tipo un fossato, un seminterrato, una metropolitana. Al lampo seguirà la dispersione di polvere radioattiva, quindi bisognerà sigillare, se ci si trovi in casa o in un altro ambiente similare, porte, finestre e fessure. Se si proviene dall' esterno togliersi senza indugio tutti gli abiti, farsi una doccia onde rimuovere almeno il 90 % delle polveri radioattive. Ohibò, l' articolo però non menziona  di alcun  dispositivo deputato alla rilevazione delle polveri radioattive...Come si potrà sapere quanta percentuale di polveri radioattive sono residuate? Il lavaggio è da farsi anche agli animali da compagnia. È importante non soccombere alla paura, quindi se ci trova in un ambiente chiuso rimanervi per almeno ininterrottamente ventiquattro ore, in attesa di disposizioni provenienti dalle autorità. L' articolo si conclude come segue : " Non è fantascienza, né catastrofismo da bar. È scienza !" Come se non bastasse pochi giorni orsono La Repubblica, Il Messaggiero, La 7....ed altre pregiate e pregevoli fonti di informazione hanno ripreso delle dichiarazioni di un ex vicecomandante della NATO, il britannico Richard Shirref, originariamente pubblicate dal Daily Mail. A giudizio del suddetto vice comandante se la Russia ( ancora tu, ma non dovevamo vederci più ) decidesse di sferrare un attacco la NATO, stante l' attuale sua capacità di reazione, durerebbe non più di cinque giorni e l' ordine mondiale verrebbe scardinato. L' attacco verrebbe da Kaliningrad, seguirebbero anche degli attacchi informatici ( delle avvisaglie, ma guarda un po', se ne sono avute nei giorni scorsi ai danni di alcuni aeroporti) contro l' Estonia (Ohibò ! Il paese natale della bella Kaja Kallas ..) e la Lituania...Numerosi blackout si avrebbero anche nel Regno Unito, in Francia e in Germania..Il giorno successivo, dichiara ancora l' ex vice comandante, la Cina ( poteva mancare l' altro Paese che " minaccia " gli interessi statunitensi?) annuncerebbe ( urbi et orbi ) di sostenere la Russia e poche ore dopo l' annuncio invaderebbe Taiwan. La fine della NATO. Quale potrebbe essere il messaggio subliminale che si accompagna alla narrazione bellicista che si va costituendo giorno dopo giorno...Forse la seguente? "Cittadini e cittadine europee se volete che l' ordine mondiale non venga scardinato occorre rafforzare la NATO... già l' UE ha individuato una soluzione: sostenere l' industria del complesso militare industriale incrementando la spesa che necessita accettando di veder decrescere quella fino ad ora riservata all' istruzione, sanità, previdenza, edilizia pubblica..
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  • L'ultima intervista a Claudia Cardinale: «Sono stata felice solo una volta, per amore. E ho un rimpianto, ma preferisco non pensarci»
    Claudia Cardinale con Alain Delon nella scena del ballo di Angelica e Tancredi deI Il gattopardo , (1963) di Luchino Visconti tratto dal romanzo omonimo di Tomasi di Lampedusa (TITANUS / Album)

    Ripubblichiamo l'ultima intervista a Claudia Cardinale pubblicata su 7, il magazine del Corriere, lo scorso gennaio: la diva parlava dell'unica volta in cui era stata felice e della sua nostalgia: «Ho un rimpianto, preferisco non pensarci»

    Claudia Cardinale è morta il 23 settembre 2025. Ripubblichiamo l'ultima intervista concessa a 7, il magazine del Corriere della Sera, nel gennaio di quest'anno.

    Con quel meraviglioso sorriso di donna irresistibile senza volerlo, Claudia Cardinale venne eletta nel 1957 “la più bella italiana di Tunisia” in un concorso al quale neppure sapeva di avere partecipato, primo passo per venire considerata rapidamente tra le più belle e affascinanti donne del mondo. Sex symbol involontario, soprattutto straordinaria attrice che ha fatto la storia del cinema, Claudia Cardinale è stata la diva che non si prendeva sul serio, così brava e forte da prestarsi a scherzare in televisione, ai tempi del bianco e nero, nello sketch in cui fingeva di saper suonare tutti gli strumenti dell’orchestra, o da accettare la proposta di Alberto Moravia che volle intervistarla «come se fosse un oggetto» per la rivista Esquire.

    «Quando ride, i suoi occhi diventano due fessure nere, scintillanti con qualche cosa di monellesco, di scatenato, di intenso, di meridionale», disse di lei lo scrittore prima di interrogarla passando in rassegna ogni parte del corpo. Ma lei usava il corpo «come una maschera, come rappresentazione di me stessa», disse poi, e si prestò al gioco.

    Marcello Mastroianni si innamorò follemente di lei ne Il Bell’Antonio di Mauro Bolognini: nel film, tanto da essere ridotto all’impotenza come nel romanzo di Vitaliano Brancati, e anche nella realtà. Lei lo respinse perché pensava che ci provasse con tutte le attrici, e lo trattò da amico. Di quella storia mancata, sul set e nella vita, resta l’indimenticabile scena sull’altalena.
    «Claudina», la chiamavano sia Luchino Visconti che Federico Fellini, i grandi maestri del cinema italiano che la scelsero per i due capolavori del 1963, Il Gattopardo con Alain Delon e Burt Lancaster e 8½ di nuovo con Mastroianni.

    Ma tra i 150 film di Claudia Cardinale ci sono anche quelli girati a Hollywood, o Le pistolere in cui le presunte rivali BB (Brigitte Bardot) e CC (Claudia Cardinale) recitano assieme, e il western di Sergio Leone C’era una volta il West, o Fitzcarraldo di Herzog con Klaus Kinski. Una carriera eccezionale, piena di ruoli diversi e imprevedibili, affrontata con l’impegno e la leggerezza dimostrati nell’intervista esclusiva realizzata in questo inizio del 2025 per 7.

    Quando si è accorta di essere diventata una diva senza volerlo?
    «Me ne sono accorta lentamente. Un momento cardine è stato l’anno 1963 quando in sala sono usciti Il Gattopardo e 8 1/2. Ecco, in quel momento ho capito che non ero più una giovane promessa ma che il mondo mi accoglieva come una sua “diva”…»

    Qual è il suo primo ricordo nel mondo del cinema?
    «In Tunisia. Davanti alla mia scuola quando René Vautier (un famoso regista e sceneggiatore francese; ndr) si è avvicinato e mi ha chiesto se poteva parlare a mio padre. Poco dopo avrei fatto la mia prima apparizione in un piccolo film, Les anneaux d’or. Ma in quel momento non pensavo assolutamente che sarebbe stato il mio destino».

    E l’ultimo set al quale ha partecipato?
    «Con la Fondazione Claudia Cardinale che ho fondato con mia figlia Claudia Squitieri. Abbiamo girato il cortometraggio Un Cardinale Donna di Manuel Maria Perrone. Era un ritratto poetico che mia figlia ha voluto fare di me. L’abbiamo girato nella nostra nuova casa a Nemours nel 2023. Il corto è stato presentato al MoMa di New York durante la retrospettiva di Cinecittà».

    Può descriverci la casa dove vive adesso? Come l’ha scelta?
    «È stata una scelta comune con mia figlia Claudia e mio figlio Patrick. Volevo restare in Francia ma ritrovare una vita più vicina alla natura, meno metropolitana. Quindi abbiamo deciso di trasferirci insieme a Nemours. La casa dove viviamo era un’ antica conceria sulla riva del fiume. In questo luogo oggi abbiamo creato un ristorante e dato spazio alla sede della Fondazione».

    Quali sono i suoi progetti artistici?
    «Attraverso la Fondazione Claudia Cardinale sosteniamo il percorso di artisti contemporanei nel mondo audio visivo ma non solo. Accogliamo artisti in residenza, facciamo delle mostre, collaboriamo con altre strutture. Oggi è mia figlia, insieme con la sua collaboratrice Perrine Gamot, che dirige la Fondazione, io assisto con gioia al movimento che si crea intorno a me e al quale collaboro volentieri. Abbiamo fatto delle foto con l’artista Marie Losier, ho prestato la mia voce per i progetti di giovani talenti come Friedreih Andreoni e Benedetta Fioravanti…»

    Ci racconterebbe una sua giornata tipo? C’è un hobby che le piace coltivare?
    «C’è sempre qualcosa da fare qui in casa. Con il ristorante, la Fondazione… Mi piace andare in giro, ascoltare musica…»

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    L'attrice Claudia Cardinale è morta a 87 anni: viveva vicino a Parigi, i figli accanto a lei
    di Maurizio Porro

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    di Aldo Cazzullo e Stefano Montefiori

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    di Paolo Mereghetti

    Le ultime ore di Claudia Cardinale a Nemours. La figlia: «Qui aveva ricreato la grande casa italiana in cui ha vissuto tutta la vita»
    di Stefano Montefiori

    Claudia Cardinale e Milano: addio alla «Ginetta», era l'ultima grande interprete di «Rocco e i suoi fratelli»
    di Maurizio Porro

    Perché tanto tempo fa ha scelto di vivere in Francia e non in Italia?
    «Chi lo sa… In fondo la mia prima lingua, e la mia prima cultura sono state quella francese, seppur attraverso la Tunisia. In Italia vivevo un po’ rinchiusa. Era difficile avere una vita normale. Fare la spesa, andare a passeggio. In Francia ho trovato un Paese amico in cui il rapporto con le persone pubbliche è un po’ più vivibile che in Italia. Almeno per me in quegli anni era così».

    Quale Paese ama di più?
    «La Tunisia. Lo ammetto. Amo la Francia, amo l’Italia ma la Tunisia resta per me il Paese del cuore».

    Che ricordo ne ha?
    «Tanti. Tutta la mia infanzia. Mi ricorda mia madre, mio padre, un tempo sospeso prima che la mia vita diventasse una corsa!»

    Lo sa che all’estero, quando si parla di Italia, accanto ai luoghi comuni sulla pizza c’è sempre qualcuno che cita il fascino delle donne, e quindi Claudia Cardinale? Come ha vissuto il ruolo di simbolo di un Paese?
    «Con piacere immenso. Sono molto onorata di fare parte della cultura (immensa) italiana».

    Vede spesso i suoi vecchi film?
    «Quando capita, magari in televisione, con piacere. Ancora meglio se capita al cinema».

    È vero che è stato Luchino Visconti a spingerla a cominciare a fumare?
    «Sì. Ma ora ho smesso! Ho fumato molto ma a 85 anni ho smesso. Meglio tardi che mai».

    Perché all’inizio della carriera la doppiavano?
    «Sicuramente non avevo una voce standard. Avevo una voce poco femminile per i modelli di quegli anni. In più non parlavo benissimo italiano all’inizio! In Tunisia si parlava un siciliano di casa… Ci ho messo un po’ a parlare bene. Non bisogna dimenticare poi che in quegli anni il doppiaggio in Italia era un’istituzione».

    Che ricordo ha di Marcello Mastroianni, che girò con lei Il bell’Antonio?
    «Che mi faceva la corte!»

    E del grande Alain Delon, da poco scomparso? Che rapporto avevate mentre giravate Il Gattopardo?
    «All’inizio un po’ scontroso. Poi quando ha capito che non sarei caduta tra le sue braccia siamo diventati amici e lo siamo rimasti fino alla fine. Ero stata invitata al suo funerale. Purtroppo, il dolore e la mia età non mi hanno dato la forza di andare».

    E Jean Paul Belmondo?
    «Con Belmondo ci divertivamo come bambini. Ci nascondevamo sotto ai tavoli alle cene noiose e ci buttavamo pezzi di pane».

    Saprebbe dire qual è stato il momento più felice della sua vita?
    «Per fortuna in una vita ce ne sono un paio! Ma sicuramente il momento in cui ho lasciato tutto e raggiunto Pasquale (Squitieri, ndr) a New York è stato un momento importante della mia vita».

    C’è un rimpianto, qualcosa che cambierebbe?
    «Sicuramente, ma preferisco non pensarci».

    Il suo più grande desiderio adesso?
    «Vivere serena in compagnia. E che la Fondazione Claudia Cardinale possa aiutare a realizzare opere che ci aiutino ad affrontare le sfide del nostro tempo».

    CHI È
    LA VITA
    Nata a Tunisi il 15 aprile 1938, quando la Tunisia era protettorato francese, da genitori lì natì ma di famiglie siciliane emigrate, Claudia Cardinale, primogenita di casa, ha una sorella e due fratelli. Madre a 20 anni di Patrick, nato dopo uno stupro, è stata moglie del produttore Franco Cristaldi fino al 1975 e poi sino al 1999 compagna del regista Pasquale Squitieri, con cui ha avuto una figlia, Claudia. Ha due nipoti, uno da ciascun figlio.

    LA CARRIERA
    Nella sua carriera lunga quasi 60 anni e cominciata nel 1958 con I soliti ignoti di Mario Monicelli, ha interpretato oltre 120 film.

    I PREMI
    Alla Mostra di Venezia ha vinto un Leone d’Oro alla carriera nel 1993 e un Premio Pasinetti come migliore attrice per Claretta nel 1984. Si è poi aggiudicata tre David di Donatello più uno alla carriera e quattro Nastri d’argento.

    Source: https://www.corriere.it/sette/25_settembre_24/ultima-intervista-claudia-cardinale-e4d64eac-acbc-4ea7-bb0f-a8b7d33e1xlk_amp.shtml
    L'ultima intervista a Claudia Cardinale: «Sono stata felice solo una volta, per amore. E ho un rimpianto, ma preferisco non pensarci» Claudia Cardinale con Alain Delon nella scena del ballo di Angelica e Tancredi deI Il gattopardo , (1963) di Luchino Visconti tratto dal romanzo omonimo di Tomasi di Lampedusa (TITANUS / Album) Ripubblichiamo l'ultima intervista a Claudia Cardinale pubblicata su 7, il magazine del Corriere, lo scorso gennaio: la diva parlava dell'unica volta in cui era stata felice e della sua nostalgia: «Ho un rimpianto, preferisco non pensarci» Claudia Cardinale è morta il 23 settembre 2025. Ripubblichiamo l'ultima intervista concessa a 7, il magazine del Corriere della Sera, nel gennaio di quest'anno. Con quel meraviglioso sorriso di donna irresistibile senza volerlo, Claudia Cardinale venne eletta nel 1957 “la più bella italiana di Tunisia” in un concorso al quale neppure sapeva di avere partecipato, primo passo per venire considerata rapidamente tra le più belle e affascinanti donne del mondo. Sex symbol involontario, soprattutto straordinaria attrice che ha fatto la storia del cinema, Claudia Cardinale è stata la diva che non si prendeva sul serio, così brava e forte da prestarsi a scherzare in televisione, ai tempi del bianco e nero, nello sketch in cui fingeva di saper suonare tutti gli strumenti dell’orchestra, o da accettare la proposta di Alberto Moravia che volle intervistarla «come se fosse un oggetto» per la rivista Esquire. «Quando ride, i suoi occhi diventano due fessure nere, scintillanti con qualche cosa di monellesco, di scatenato, di intenso, di meridionale», disse di lei lo scrittore prima di interrogarla passando in rassegna ogni parte del corpo. Ma lei usava il corpo «come una maschera, come rappresentazione di me stessa», disse poi, e si prestò al gioco. Marcello Mastroianni si innamorò follemente di lei ne Il Bell’Antonio di Mauro Bolognini: nel film, tanto da essere ridotto all’impotenza come nel romanzo di Vitaliano Brancati, e anche nella realtà. Lei lo respinse perché pensava che ci provasse con tutte le attrici, e lo trattò da amico. Di quella storia mancata, sul set e nella vita, resta l’indimenticabile scena sull’altalena. «Claudina», la chiamavano sia Luchino Visconti che Federico Fellini, i grandi maestri del cinema italiano che la scelsero per i due capolavori del 1963, Il Gattopardo con Alain Delon e Burt Lancaster e 8½ di nuovo con Mastroianni. Ma tra i 150 film di Claudia Cardinale ci sono anche quelli girati a Hollywood, o Le pistolere in cui le presunte rivali BB (Brigitte Bardot) e CC (Claudia Cardinale) recitano assieme, e il western di Sergio Leone C’era una volta il West, o Fitzcarraldo di Herzog con Klaus Kinski. Una carriera eccezionale, piena di ruoli diversi e imprevedibili, affrontata con l’impegno e la leggerezza dimostrati nell’intervista esclusiva realizzata in questo inizio del 2025 per 7. Quando si è accorta di essere diventata una diva senza volerlo? «Me ne sono accorta lentamente. Un momento cardine è stato l’anno 1963 quando in sala sono usciti Il Gattopardo e 8 1/2. Ecco, in quel momento ho capito che non ero più una giovane promessa ma che il mondo mi accoglieva come una sua “diva”…» Qual è il suo primo ricordo nel mondo del cinema? «In Tunisia. Davanti alla mia scuola quando René Vautier (un famoso regista e sceneggiatore francese; ndr) si è avvicinato e mi ha chiesto se poteva parlare a mio padre. Poco dopo avrei fatto la mia prima apparizione in un piccolo film, Les anneaux d’or. Ma in quel momento non pensavo assolutamente che sarebbe stato il mio destino». E l’ultimo set al quale ha partecipato? «Con la Fondazione Claudia Cardinale che ho fondato con mia figlia Claudia Squitieri. Abbiamo girato il cortometraggio Un Cardinale Donna di Manuel Maria Perrone. Era un ritratto poetico che mia figlia ha voluto fare di me. L’abbiamo girato nella nostra nuova casa a Nemours nel 2023. Il corto è stato presentato al MoMa di New York durante la retrospettiva di Cinecittà». Può descriverci la casa dove vive adesso? Come l’ha scelta? «È stata una scelta comune con mia figlia Claudia e mio figlio Patrick. Volevo restare in Francia ma ritrovare una vita più vicina alla natura, meno metropolitana. Quindi abbiamo deciso di trasferirci insieme a Nemours. La casa dove viviamo era un’ antica conceria sulla riva del fiume. In questo luogo oggi abbiamo creato un ristorante e dato spazio alla sede della Fondazione». Quali sono i suoi progetti artistici? «Attraverso la Fondazione Claudia Cardinale sosteniamo il percorso di artisti contemporanei nel mondo audio visivo ma non solo. Accogliamo artisti in residenza, facciamo delle mostre, collaboriamo con altre strutture. Oggi è mia figlia, insieme con la sua collaboratrice Perrine Gamot, che dirige la Fondazione, io assisto con gioia al movimento che si crea intorno a me e al quale collaboro volentieri. Abbiamo fatto delle foto con l’artista Marie Losier, ho prestato la mia voce per i progetti di giovani talenti come Friedreih Andreoni e Benedetta Fioravanti…» Ci racconterebbe una sua giornata tipo? C’è un hobby che le piace coltivare? «C’è sempre qualcosa da fare qui in casa. Con il ristorante, la Fondazione… Mi piace andare in giro, ascoltare musica…» LEGGI ANCHE L'attrice Claudia Cardinale è morta a 87 anni: viveva vicino a Parigi, i figli accanto a lei di Maurizio Porro Claudia Cardinale, la sua vita in un'intervista: «Dissi no a Brando e Delon. Su me e Chirac voci false. A Patrick avrei dovuto dire prima che era mio figlio, non mio fratello» di Aldo Cazzullo e Stefano Montefiori Claudia Cardinale, bellissima e inafferabile, non fu mai schiava di un solo personaggio di Paolo Mereghetti Le ultime ore di Claudia Cardinale a Nemours. La figlia: «Qui aveva ricreato la grande casa italiana in cui ha vissuto tutta la vita» di Stefano Montefiori Claudia Cardinale e Milano: addio alla «Ginetta», era l'ultima grande interprete di «Rocco e i suoi fratelli» di Maurizio Porro Perché tanto tempo fa ha scelto di vivere in Francia e non in Italia? «Chi lo sa… In fondo la mia prima lingua, e la mia prima cultura sono state quella francese, seppur attraverso la Tunisia. In Italia vivevo un po’ rinchiusa. Era difficile avere una vita normale. Fare la spesa, andare a passeggio. In Francia ho trovato un Paese amico in cui il rapporto con le persone pubbliche è un po’ più vivibile che in Italia. Almeno per me in quegli anni era così». Quale Paese ama di più? «La Tunisia. Lo ammetto. Amo la Francia, amo l’Italia ma la Tunisia resta per me il Paese del cuore». Che ricordo ne ha? «Tanti. Tutta la mia infanzia. Mi ricorda mia madre, mio padre, un tempo sospeso prima che la mia vita diventasse una corsa!» Lo sa che all’estero, quando si parla di Italia, accanto ai luoghi comuni sulla pizza c’è sempre qualcuno che cita il fascino delle donne, e quindi Claudia Cardinale? Come ha vissuto il ruolo di simbolo di un Paese? «Con piacere immenso. Sono molto onorata di fare parte della cultura (immensa) italiana». Vede spesso i suoi vecchi film? «Quando capita, magari in televisione, con piacere. Ancora meglio se capita al cinema». È vero che è stato Luchino Visconti a spingerla a cominciare a fumare? «Sì. Ma ora ho smesso! Ho fumato molto ma a 85 anni ho smesso. Meglio tardi che mai». Perché all’inizio della carriera la doppiavano? «Sicuramente non avevo una voce standard. Avevo una voce poco femminile per i modelli di quegli anni. In più non parlavo benissimo italiano all’inizio! In Tunisia si parlava un siciliano di casa… Ci ho messo un po’ a parlare bene. Non bisogna dimenticare poi che in quegli anni il doppiaggio in Italia era un’istituzione». Che ricordo ha di Marcello Mastroianni, che girò con lei Il bell’Antonio? «Che mi faceva la corte!» E del grande Alain Delon, da poco scomparso? Che rapporto avevate mentre giravate Il Gattopardo? «All’inizio un po’ scontroso. Poi quando ha capito che non sarei caduta tra le sue braccia siamo diventati amici e lo siamo rimasti fino alla fine. Ero stata invitata al suo funerale. Purtroppo, il dolore e la mia età non mi hanno dato la forza di andare». E Jean Paul Belmondo? «Con Belmondo ci divertivamo come bambini. Ci nascondevamo sotto ai tavoli alle cene noiose e ci buttavamo pezzi di pane». Saprebbe dire qual è stato il momento più felice della sua vita? «Per fortuna in una vita ce ne sono un paio! Ma sicuramente il momento in cui ho lasciato tutto e raggiunto Pasquale (Squitieri, ndr) a New York è stato un momento importante della mia vita». C’è un rimpianto, qualcosa che cambierebbe? «Sicuramente, ma preferisco non pensarci». Il suo più grande desiderio adesso? «Vivere serena in compagnia. E che la Fondazione Claudia Cardinale possa aiutare a realizzare opere che ci aiutino ad affrontare le sfide del nostro tempo». CHI È LA VITA Nata a Tunisi il 15 aprile 1938, quando la Tunisia era protettorato francese, da genitori lì natì ma di famiglie siciliane emigrate, Claudia Cardinale, primogenita di casa, ha una sorella e due fratelli. Madre a 20 anni di Patrick, nato dopo uno stupro, è stata moglie del produttore Franco Cristaldi fino al 1975 e poi sino al 1999 compagna del regista Pasquale Squitieri, con cui ha avuto una figlia, Claudia. Ha due nipoti, uno da ciascun figlio. LA CARRIERA Nella sua carriera lunga quasi 60 anni e cominciata nel 1958 con I soliti ignoti di Mario Monicelli, ha interpretato oltre 120 film. I PREMI Alla Mostra di Venezia ha vinto un Leone d’Oro alla carriera nel 1993 e un Premio Pasinetti come migliore attrice per Claretta nel 1984. Si è poi aggiudicata tre David di Donatello più uno alla carriera e quattro Nastri d’argento. Source: https://www.corriere.it/sette/25_settembre_24/ultima-intervista-claudia-cardinale-e4d64eac-acbc-4ea7-bb0f-a8b7d33e1xlk_amp.shtml
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  • Intervista a #OliverStone
    Abbiamo parlato di recente con alcuni consiglieri di Putin, e bisogna riconoscere che Putin è molto moderato. Se la Russia stesse facendo all'Ucraina ciò che Israele ha fatto a Gaza, penso che ci sarebbe un enorme, enorme cambiamento di prospettiva, giusto? Voglio dire, la verità è che Israele l'ha fatta franca distruggendo Gaza. La Russia non sta trattando Kiev in quel modo per una ragione molto importante. Kiev è storicamente considerata parte della Russia. In un certo senso, storicamente, ancestralmente sono collegate. Quindi Putin è stato molto moderato in tutti i nostri dibattiti, come abbiamo capito. Avrebbe potuto spingere... Ci sono molte persone che dicono (consiglieri di destra, più di destra di lui) che ci sono armi provenienti dalla Romania e dalla Polonia che hanno bombardato i depositi di armi, giusto? Penso che Putin sia stato molto moderato nella sua guerra. E penso che se si confronta ciò che è successo il numero di civili uccisi in Ucraina rispetto a Gaza, le statistiche parlano da sole.

    grazie @KasperReloaded per la traduzione

    Source: https://x.com/OrtigiaP/status/1970257394795196678?t=_6GlcT849ti14jyUr3Tnrg&s=19
    Intervista a #OliverStone Abbiamo parlato di recente con alcuni consiglieri di Putin, e bisogna riconoscere che Putin è molto moderato. Se la Russia stesse facendo all'Ucraina ciò che Israele ha fatto a Gaza, penso che ci sarebbe un enorme, enorme cambiamento di prospettiva, giusto? Voglio dire, la verità è che Israele l'ha fatta franca distruggendo Gaza. La Russia non sta trattando Kiev in quel modo per una ragione molto importante. Kiev è storicamente considerata parte della Russia. In un certo senso, storicamente, ancestralmente sono collegate. Quindi Putin è stato molto moderato in tutti i nostri dibattiti, come abbiamo capito. Avrebbe potuto spingere... Ci sono molte persone che dicono (consiglieri di destra, più di destra di lui) che ci sono armi provenienti dalla Romania e dalla Polonia che hanno bombardato i depositi di armi, giusto? Penso che Putin sia stato molto moderato nella sua guerra. E penso che se si confronta ciò che è successo il numero di civili uccisi in Ucraina rispetto a Gaza, le statistiche parlano da sole. grazie @KasperReloaded per la traduzione Source: https://x.com/OrtigiaP/status/1970257394795196678?t=_6GlcT849ti14jyUr3Tnrg&s=19
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  • La promessa dei colliri per risolvere la presbiopia, diremo davvero addio agli occhiali da lettura?
    Le sperimentazioni stanno dando buoni risultati. In futuro ci potrebbe essere una valida alternativa anche alla chirurgia, ma ci vorrà ancora tempo.

    I colliri per la presbiopia potrebbero servire a tutti noi. No, non importa se vostro nonno a 90 anni non portava gli occhiali nemmeno per leggere. Le statistiche ci dicono che dopo i 65 anni tutti, o quasi, saremo “affetti” da presbiopia e faremo fatica a mettere a fuoco gli oggetti da vicino. Le soluzioni sono diverse, dai classici occhiali da lettura alla chirurgia laser, e da qualche tempo si parla anche di colliri. Da applicare tutti i giorni, anche più volte al giorno, promettono di dire addio al fastidio degli occhiali e di evitare i disagi di un intervento chirurgico, dando anche un’opportunità a chi non può operarsi. Ma di cosa si tratta esattamente? Sono davvero efficaci? Ci sono effetti collaterali?
    Che cos’è la presbiopia

    Avete presente quando le persone, in genere dopo i 40 anni, cominciano a tenere i libri o lo smartphone sempre più lontani dal volto? Ecco, quello è il segnale che non si è più tanto giovani, quando leggere alla solita distanza diventa impossibile perché non si riescono a mettere a fuoco le lettere. Questa condizione si chiama presbiopia: non è una malattia ma un fenomeno fisiologico, naturale, legato all’invecchiamento. In sostanza è un difetto visivo che insorge dalla mezza età e che impedisce di mettere a fuoco gli oggetti da vicino. La causa è da far risalire alla perdita di elasticità e flessibilità del cristallino, la lente che si trova nell’occhio. Il suo irrigidimento progredisce nel tempo (fino a stabilizzarsi attorno ai 65 anni) e inficia l’accomodazione, cioè il meccanismo con cui il cristallino adatta la propria morfologia alle esigenze di visione.

    Curiosità: l’insorgere della presbiopia può in un primo momento portare a un miglioramento della vista nelle persone miopi compensando il loro difetto di rifrazione, mentre è l’opposto per le persone ipermetropi, a cui in genere viene riscontrata la presbiopia più precocemente.
    Le soluzioni ottiche

    Al di là del disagio - e magari un po’ di affaticamento e bruciore agli occhi o qualche mal di testa (la visione doppia è un sintomo raro) - la presbiopia non è dunque niente di preoccupante, ma correggerla significa rendere più semplici le attività quotidiane mantenendo la propria qualità di vita.

    Lo strumento di correzione più classico sono gli occhiali da lettura, quelli che si usano solo per vedere “da vicino” al bisogno. Altri rimedi ottici sono le lenti (anche a contatto) progressive o multifocali, che ben si adattano a chi necessita di correggere anche altri difetti di vista, come miopia e ipermetropia, perché permettono una transizione graduale tra la visione da vicino e quella da lontano. Esistono anche lenti a contatto per la monovisione, ossia si può correggere un occhio per la visione da lontano e l’altro per quella da vicino.
    Le soluzioni chirurgiche

    A differenza degli strumenti ottici, la chirurgia offre una soluzione più radicale. Tuttavia non è indicata per tutti: ci sono alcune condizioni, come il glaucoma o malattie della retina e della cornea, che la precludono. Inoltre il decorso post-operatorio (tempi di recupero della vista, dolore) varia in base al tipo di intervento e da persona a persona. Ci sono diversi tipi di interventi di chirurgia refrattiva laser che mirano a rimodellare la cornea per compensare la perdita di flessibilità del cristallino, o interventi intraoculari per la sostituzione del cristallino con una lente artificiale (di solito si propone questa soluzione quando il cristallino naturale presenta già dell’opacità, o comunque dopo i 60 anni). Alcuni di questi interventi possono risolvere anche difetti di vista preesistenti alla presbiopia.
    Le soluzioni farmacologiche e i colliri per la presbiopia

    Negli ultimi tempi la ricerca sta avanzando anche strumenti farmacologici per risolvere la presbiopia. Si tratta di colliri che, con diverse modalità a seconda del principio attivo impiegato, migliorano la messa a fuoco da vicino. Due di questi sono anche già stati approvati dalla Food and drug administration statunitense, uno a base di aceclidina 1,44%, l’altro di pilocarpina 1,25%.

    La pilocarpina, in particolare, è la molecola protagonista anche di altre formule ancora in sperimentazione. Si tratta di un alcaloide naturale che interagisce con i recettori periferici dell’acetilcolina stimolando le attività del sistema nervoso parasimpatico. A livello oculare questo si traduce con la capacità di indurre miosi, ossia restringimento del diametro della pupilla (come se stesse reagendo a uno stimolo luminoso) e contrazione del muscolo ciliare. I due effetti combinati migliorano la capacità di mettere a fuoco gli oggetti vicini, il meccanismo dell'accomodazione e l’elasticità del cristallino.

    Per quanto riguarda i risultati che si possono raggiungere, proprio in questi giorni ha fatto parlare di sé una sperimentazione condotta in Argentina dal team di Giovanna Benozzi, che sta testando un collirio a base di pilocarpina a diverse concentrazioni (1%, 2%, 3%) e di diclofenac, un antinfiammatorio non steroideo che lenisce gli effetti avversi della pilocarpina come irritazione e fastidio.

    In uno studio retrospettivo su 766 persone (età media 55 anni) durato due anni, i ricercatori hanno constatato che, somministrato due/tre volte al giorno, il collirio permette alla maggioranza dei pazienti di migliorare la propria visione. "Il nostro risultato più significativo ha mostrato miglioramenti rapidi e duraturi nella visione da vicino per tutte e tre le concentrazioni - ha detto Benozzi presentando la ricerca al 43° Congresso della Società Europea di Chirurgia della Cataratta e Refrattiva - Un'ora dopo la somministrazione delle prime gocce, i pazienti hanno avuto un miglioramento medio di 3,45 linee di Jaeger (la tavola optometrica di Jaeger o tabella di Jaeger è uno strumento per valutare l’acuità visiva da vicino, composta da piccoli blocchi di testo stampati con caratteri di varie dimensioni, nda). Il trattamento ha anche migliorato la messa a fuoco a tutte le distanze”. In particolare il 99% dei 148 pazienti del gruppo trattato con pilocarpina all’1% ha raggiunto una visione da vicino ottimale ed è stato in grado di leggere due o più linee aggiuntive; nel gruppo di 248 pazienti trattati con pilocarpina al 2%, il 69% è stato in grado di leggere tre o più linee aggiuntive sulla tabella di Jaeger, mentre nel gruppo trattato con pilocarpina al 3%, l'84% dei 370 pazienti è stato in grado di leggere tre o più linee aggiuntive. Il miglioramento della vista dei pazienti si è mantenuto fino a due anni, con una durata mediana di 434 giorni.

    Source: https://www.wired.it/article/colliri-per-presbiopia-alternativa-occhiali-chirurgia-sperimentazioni-effetti-collaterali/?utm_source=firefox-newtab-it-it
    La promessa dei colliri per risolvere la presbiopia, diremo davvero addio agli occhiali da lettura? Le sperimentazioni stanno dando buoni risultati. In futuro ci potrebbe essere una valida alternativa anche alla chirurgia, ma ci vorrà ancora tempo. I colliri per la presbiopia potrebbero servire a tutti noi. No, non importa se vostro nonno a 90 anni non portava gli occhiali nemmeno per leggere. Le statistiche ci dicono che dopo i 65 anni tutti, o quasi, saremo “affetti” da presbiopia e faremo fatica a mettere a fuoco gli oggetti da vicino. Le soluzioni sono diverse, dai classici occhiali da lettura alla chirurgia laser, e da qualche tempo si parla anche di colliri. Da applicare tutti i giorni, anche più volte al giorno, promettono di dire addio al fastidio degli occhiali e di evitare i disagi di un intervento chirurgico, dando anche un’opportunità a chi non può operarsi. Ma di cosa si tratta esattamente? Sono davvero efficaci? Ci sono effetti collaterali? Che cos’è la presbiopia Avete presente quando le persone, in genere dopo i 40 anni, cominciano a tenere i libri o lo smartphone sempre più lontani dal volto? Ecco, quello è il segnale che non si è più tanto giovani, quando leggere alla solita distanza diventa impossibile perché non si riescono a mettere a fuoco le lettere. Questa condizione si chiama presbiopia: non è una malattia ma un fenomeno fisiologico, naturale, legato all’invecchiamento. In sostanza è un difetto visivo che insorge dalla mezza età e che impedisce di mettere a fuoco gli oggetti da vicino. La causa è da far risalire alla perdita di elasticità e flessibilità del cristallino, la lente che si trova nell’occhio. Il suo irrigidimento progredisce nel tempo (fino a stabilizzarsi attorno ai 65 anni) e inficia l’accomodazione, cioè il meccanismo con cui il cristallino adatta la propria morfologia alle esigenze di visione. Curiosità: l’insorgere della presbiopia può in un primo momento portare a un miglioramento della vista nelle persone miopi compensando il loro difetto di rifrazione, mentre è l’opposto per le persone ipermetropi, a cui in genere viene riscontrata la presbiopia più precocemente. Le soluzioni ottiche Al di là del disagio - e magari un po’ di affaticamento e bruciore agli occhi o qualche mal di testa (la visione doppia è un sintomo raro) - la presbiopia non è dunque niente di preoccupante, ma correggerla significa rendere più semplici le attività quotidiane mantenendo la propria qualità di vita. Lo strumento di correzione più classico sono gli occhiali da lettura, quelli che si usano solo per vedere “da vicino” al bisogno. Altri rimedi ottici sono le lenti (anche a contatto) progressive o multifocali, che ben si adattano a chi necessita di correggere anche altri difetti di vista, come miopia e ipermetropia, perché permettono una transizione graduale tra la visione da vicino e quella da lontano. Esistono anche lenti a contatto per la monovisione, ossia si può correggere un occhio per la visione da lontano e l’altro per quella da vicino. Le soluzioni chirurgiche A differenza degli strumenti ottici, la chirurgia offre una soluzione più radicale. Tuttavia non è indicata per tutti: ci sono alcune condizioni, come il glaucoma o malattie della retina e della cornea, che la precludono. Inoltre il decorso post-operatorio (tempi di recupero della vista, dolore) varia in base al tipo di intervento e da persona a persona. Ci sono diversi tipi di interventi di chirurgia refrattiva laser che mirano a rimodellare la cornea per compensare la perdita di flessibilità del cristallino, o interventi intraoculari per la sostituzione del cristallino con una lente artificiale (di solito si propone questa soluzione quando il cristallino naturale presenta già dell’opacità, o comunque dopo i 60 anni). Alcuni di questi interventi possono risolvere anche difetti di vista preesistenti alla presbiopia. Le soluzioni farmacologiche e i colliri per la presbiopia Negli ultimi tempi la ricerca sta avanzando anche strumenti farmacologici per risolvere la presbiopia. Si tratta di colliri che, con diverse modalità a seconda del principio attivo impiegato, migliorano la messa a fuoco da vicino. Due di questi sono anche già stati approvati dalla Food and drug administration statunitense, uno a base di aceclidina 1,44%, l’altro di pilocarpina 1,25%. La pilocarpina, in particolare, è la molecola protagonista anche di altre formule ancora in sperimentazione. Si tratta di un alcaloide naturale che interagisce con i recettori periferici dell’acetilcolina stimolando le attività del sistema nervoso parasimpatico. A livello oculare questo si traduce con la capacità di indurre miosi, ossia restringimento del diametro della pupilla (come se stesse reagendo a uno stimolo luminoso) e contrazione del muscolo ciliare. I due effetti combinati migliorano la capacità di mettere a fuoco gli oggetti vicini, il meccanismo dell'accomodazione e l’elasticità del cristallino. Per quanto riguarda i risultati che si possono raggiungere, proprio in questi giorni ha fatto parlare di sé una sperimentazione condotta in Argentina dal team di Giovanna Benozzi, che sta testando un collirio a base di pilocarpina a diverse concentrazioni (1%, 2%, 3%) e di diclofenac, un antinfiammatorio non steroideo che lenisce gli effetti avversi della pilocarpina come irritazione e fastidio. In uno studio retrospettivo su 766 persone (età media 55 anni) durato due anni, i ricercatori hanno constatato che, somministrato due/tre volte al giorno, il collirio permette alla maggioranza dei pazienti di migliorare la propria visione. "Il nostro risultato più significativo ha mostrato miglioramenti rapidi e duraturi nella visione da vicino per tutte e tre le concentrazioni - ha detto Benozzi presentando la ricerca al 43° Congresso della Società Europea di Chirurgia della Cataratta e Refrattiva - Un'ora dopo la somministrazione delle prime gocce, i pazienti hanno avuto un miglioramento medio di 3,45 linee di Jaeger (la tavola optometrica di Jaeger o tabella di Jaeger è uno strumento per valutare l’acuità visiva da vicino, composta da piccoli blocchi di testo stampati con caratteri di varie dimensioni, nda). Il trattamento ha anche migliorato la messa a fuoco a tutte le distanze”. In particolare il 99% dei 148 pazienti del gruppo trattato con pilocarpina all’1% ha raggiunto una visione da vicino ottimale ed è stato in grado di leggere due o più linee aggiuntive; nel gruppo di 248 pazienti trattati con pilocarpina al 2%, il 69% è stato in grado di leggere tre o più linee aggiuntive sulla tabella di Jaeger, mentre nel gruppo trattato con pilocarpina al 3%, l'84% dei 370 pazienti è stato in grado di leggere tre o più linee aggiuntive. Il miglioramento della vista dei pazienti si è mantenuto fino a due anni, con una durata mediana di 434 giorni. Source: https://www.wired.it/article/colliri-per-presbiopia-alternativa-occhiali-chirurgia-sperimentazioni-effetti-collaterali/?utm_source=firefox-newtab-it-it
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    Le sperimentazioni stanno dando buoni risultati. In futuro ci potrebbe essere una valida alternativa anche alla chirurgia, ma ci vorrà ancora tempo
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  • “Lascia che quel miracolo della sua vita sia anche la tua svolta”

    Il discorso integrale di Erika Kirk

    Dio vi benedica tutti per essere venuti qui da tutto il mondo, per onorare e celebrare il mio Charlie. A pochi chilometri da qui, due anni fa, all'America Fest 2023, Charlie ha tenuto un discorso sul palco per il nostro evento TP USA Faith. Charlie ama parlare a braccio. È molto bravo in questo, senza un copione. Quindi personalmente non sapevo cosa avrebbe detto. E ciò di cui ha scelto di parlare quel giorno è stata la sua sottomissione alla volontà di Dio. Ha citato uno dei suoi versetti biblici preferiti, Isaia 6:8. "Eccomi, Signore. Manda me".

    Dopo che Charlie ebbe finito, l'ho incontrato nel backstage e gli ho parlato, non lo dimenticherò mai. Gli ho detto: "Charlie, tesoro, per favore parlami la prossima volta prima di dire quella frase. Perché quando dici una cosa del genere, c'è così tanta potenza, quando dici: ‘Eccomi, Signore, usami’, che Dio ti prenderà in parola”. E lo ha fatto con Charlie.

    Undici giorni fa Dio ha accettato quella totale resa di mio marito e lo ha chiamato al suo fianco. Più di ogni altra cosa, Charlie voleva fare non la sua volontà, ma quella di Dio. E in questi ultimi 11 giorni, nonostante tutto il dolore, mai prima d'ora ho trovato tanto conforto come ora nelle parole del Padre Nostro: "Sia fatta la tua volontà". L'amore di Dio mi è stato rivelato proprio il giorno in cui mio marito è stato assassinato.

    Nel pomeriggio del 10 settembre sono arrivata in un ospedale dello Utah per fare l'impensabile: vedere il corpo assassinato di mio marito. Ho visto la ferita che gli ha tolto la vita, ho provato tutto quello che ci si aspetterebbe di provare: h o provato shock, ho provato orrore e un dolore al cuore che non sapevo nemmeno esistesse, ma c'era anche qualcos'altro. Anche nella morte, potevo vedere l'uomo che amo. Ho visto l'unico capello grigio su un lato della sua testa, di cui non gli avevo mai parlato. Ora lo sa. Scusa, tesoro, te lo dico ora. Ma non gliel'ho mai detto. Non volevo. Ho visto anche questo. Ho visto anche sulle sue labbra un flebile sorriso. E questo mi ha detto qualcosa di importante. Mi ha rivelato una grande misericordia di Dio in questa tragedia. Quando l'ho visto, ho capito che Charlie non aveva sofferto. Persino il medico mi ha detto che la sua morte era stata qualcosa di così istantanea che, anche se Charlie fosse stato colpito dentro sala operatoria stessa, non si sarebbe potuto fare nulla. Non c'era dolore. Non c'è paura, non c'è agonia. Un attimo prima Charlie stava facendo ciò che amava: discuteva e dibatteva nel campus, lottava per il Vangelo e la verità di fronte a una grande folla e poi ha chiuso i suoi occhi e si è trovato di fronte al suo salvatore in Paradiso. E tutti i misteri celesti gli sono stati rivelati.

    L'amore di Dio ha continuato a rivelarsarsi su di me nei giorni successivi. Il giorno dopo, sulla pista dell'Air Force Two, mi sono confrontata con Usha Vance, una donna preziosa. Le tebevo la mano e le ho detto onestamente: "Non so come posso affrontare tutto questo". Mi ha risposto così: "Sai, quando sei su un aereo con i tuoi figli e sono gli ultimi 15 minuti di volo e la situazione è caotica. I bambini non collaborano, i giocattoli volano ovunque e tutti urlano. E pensi: "Non vedo l'ora che questo volo atterri. E mancano 15 minuti al tuo arrivo". E mi disse: "Supererai questi 15 minuti e anche i successivi 15 minuti". Usha, non credo che tu te ne sia resa conto allora, ma quelle parole erano esattamente ciò che avevo bisogno di sentire. Ma soprattutto, la misericordia e l'amore di Dio mi sono stati rivelati in questi ultimi dieci giorni.

    Dopo l'assassinio di Charlie, non abbiamo visto violenza. Non abbiamo visto rivolte. Non abbiamo visto la rivoluzione, invece, abbiamo visto ciò che mio marito ha sempre pregato di vedere in questo Paese: abbiamo visto un risveglio. La scorsa settimana, abbiamo visto persone aprire una Bibbia per la prima volta in un decennio, abbiamo visto persone pregare per la prima volta da quando erano bambini, abbiamo visto persone andare a una funzione religiosa per la prima volta in tutta la loro vita.

    A Charlie piaceva tenere un diario, e lo dico perché lo faceva per ricordare momenti importanti e frasi che lo avevano segnato. E una delle cose che scrisse nel suo diario era questa: Ogni volta che prendi una decisione, questa lascia un segno nella tua anima. A quelli di voi là fuori che hanno appena preso quella decisione e hanno fatto il primo passo verso una vita spirituale, dico “grazie e benvenuti”. Un giorno, spero che guardiate indietro e vi rendiate conto che è stata la decisione più importante della vostra vita. Perché lo è. Per tutti voi. Lo è. Per tutti voi che siete già credenti. È vostro compito guidare queste persone. Non prendetelo alla leggera. Annaffiate il seme della loro fede. Proteggetelo e aiutatelo a crescere.

    Ogni giorno, mentre Charlie entrava in ufficio, scorreva la sua lista dei contatti – e so che molti di voi erano tra questi – scorreva la sua lista dei contatti e inviava i versetti della Bibbia del giorno. Sapeva che la fede è un'abitudine, più la vivi, più cresce, ma sappi anche questo: il seme è stato appena piantato, il nemico ti tenterà di più in un momento come questo, Dio sarà sempre lì per te, ma tu devi scegliere di orientare la tua anima ogni giorno, ancora e ancora nella direzione di Cristo. Prega ancora, leggi di nuovo la Bibbia, vai in chiesa domenica, e la domenica successiva, e quella dopo ancoraE liberati dalle tentazioni e dalle catene di questo mondo. Essere un seguace di Cristo non è facile. Non è previsto che lo fosse.

    Gesù ha detto: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua". Ha detto che sarebbe stato perseguitato, ha detto che saremmo stati perseguitati. Charlie lo sapeva, e ha portato con letizia la sua croce fino alla fine. Voglio che tutti voi lo sappiate, certo Charlie è morto troppo presto, ma era anche pronto a morire. Non c'era niente, niente che stesse rimandando, che fosse troppo difficile o troppo faticoso o niente che semplicemente non volesse fare, ha lasciato questo mondo senza rimpianti. Ha fatto il 100% di quello che poteva ogni giorno. E vi dico un’altra cosa. Charlie è morto con un lavoro incompiuto, ma non con una missione in sospeso.

    Mi mancherà. Mi mancherà tantissimo. Perché il nostro matrimonio e la nostra famiglia erano bellissimi. Lo sono ancora. La causa più importante nella vita di Charlie era cercare di far rivivere la famiglia americana. Quando parlava ai giovani, era sempre desideroso di raccontare loro la visione di Dio sul matrimonio e di come, se avessero avuto il coraggio di viverla, avrebbe arricchito ogni aspetto della loro vita, proprio come aveva arricchito la nostra. Una volta qualcuno mi è stato chiesto come facessimo io e Charlie a mantenere così forte il nostro matrimonio quando lui era impegnato in viaggio. Era il nostro piccolo segreto, lettere d'amore. Ogni sabato, Charlie me ne scriveva uno. Non ha mai saltato un sabato. E in ognuno di quei bigliettini, mi raccontava qual era stato il momento clou della settimana, quanto fosse grato per me e per i nostri bambini. E alla fine, concludeva sempre con la domanda più bella, concludeva sempre chiedendo: "Per favore, fammi sapere come posso servirti meglio come marito, dimmi come posso essere un marito migliore".

    Charlie aveva perfettamente compreso il ruolo di Dio per un marito cristiano: un uomo che guida per poter essere a servizio. A tutti gli uomini che guardano da tutto il mondo, accettate la sfida di Charlie e abbracciate la vera virilità: siate forti e coraggiosi per le vostre famiglie, amate le vostre mogli e guidatele, amate i vostri figli e proteggeteli, siate la guida della vostra casa anche nella fede. Ma per favore, siate una guida degna di essere seguita da vostra moglie. Vostra moglie non è la vostra serva, vostra moglie non è la vostra dipendente, non è la vostra schiava. È la vostra alleata, non siete rivali. Siete una sola carne. Lavorate insieme per la gloria di Dio.

    Ero la confidente di Charlie. Ero la sua fortezza, la sua consigliera più vicina e fidata, la sua migliore amica. Mi sono riversata su di lui e l'ho amato profondamente. Gli ho dato forza perché il suo amore per me mi spingeva a essere una moglie migliore. Ogni giorno mi onorava. E pregavo di poter essere la moglie che Dio voleva che fossi per mio marito.

    Donne, ho una sfida anche per voi: siate virtuose. La nostra forza risiede nel disegno di Dio per il nostro ruolo, siamo le custodi, siamo quelle che incoraggiano, siamo quelle che preservano. Custodite il vostro cuore. Tutto ciò che fate scaturisce da esso. E se siete madri, vi prego di riconoscere che questo è il compito più importante che avete. Noi cercavamo di accompagnarlo quando potevamo, ma mi assicuravo che, quando Charlie tornava dal lavoro, quello fosse il suo luogo sacro, lontano dalle preoccupazioni del mondo. Non lo facevo sentire in colpa per essere stato via troppo a lungo o troppo a lungo, o per essere tornato a casa troppo tardi, gli dicevo sempre che la casa era qui per lui, pronta ad accoglierlo. E l'ho trasformata nel posto in cui voleva tornare il prima possibile quando era in viaggio.

    Non si tenevano i conti fra noi, eravamo una squadra che lavorava insieme per la stessa missione. Non ho mai voluto essere quella che si frapponeva tra Charlie e il compito che Dio aveva preparato per lui e gli aveva assegnato, e sapevo che Charlie avrebbe sempre fatto del suo meglio per esser mio alleato. Il mio matrimonio con Charlie è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata, e so che è stata la cosa migliore che sia mai capitata anche a lui. Voleva che tutti provassero quella gioia.

    Ed è questo che rende così bello il progetto di Dio per il matrimonio: che tutti possono. Potrei parlarne all'infinito. Negli anni a venire, lo farò. Ma la missione di Charlie, soprattutto, era rivolta direttamente a coloro che non sono sposati. Aveva scelto un nome appropriato per la sua organizzazione, sapeva che le cose non andavano bene in America, e soprattutto tra i giovani, e che avevano bisogno di una nuova direzione. Charlie desiderava ardentemente raggiungere e salvare i Ragazzi Perduti del West, i giovani che si sentono senza direzione, senza scopo, senza fede e senza motivo di vivere, uomini che sprecano la loro vita in distrazioni, consumati dal risentimento, dalla rabbia e dall'odio. Charlie voleva aiutarli. Voleva che trovassero una casa con Turning Point USA, e quando andava al campus, voleva mostrare loro un percorso migliore e una vita migliore, che era a portata di tutti, lui volava mostrarglielo.

    Mio marito, Charlie. Voleva salvare giovani uomini, proprio come quello che gli ha tolto la vita, oh. quel giovane. Sulla croce il nostro Salvatore disse: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno". Quell'uomo, quel giovane, io lo perdono. Lo perdono perché è ciò che Cristo ha fatto nella sua vita. Ciò che Charlie avrebbe fatto. La risposta all'odio non è l'odio. La risposta che conosciamo dal Vangelo è l'amore, e sempre amore.

    Amore per i nostri nemici e amore per coloro che ci perseguitano.

    Il mondo ha bisogno di Turning Point USA. Ha bisogno di un gruppo che allontani i giovani dal sentiero della miseria e del peccato. Ha bisogno di qualcosa che allontani le persone dall'inferno in questo mondo e nell'altro. Ha bisogno di giovani indirizzati verso la verità e la bellezza. E quindi vi prometto, oggi, che ogni aspetto del nostro lavoro diventerà più grande.

    Sono immensamente onorato di essere il nuovo CEO di Turning Point USA, non lo prendo alla leggera, Charlie ed io eravamo uniti nello stesso obiettivo, la sua passione era la mia passione. E ora la sua missione è la mia missione. Tutto ciò che Turning Point USA ha costruito grazie alla visione e al duro lavoro di Charlie, lo renderò dieci volte più grande grazie al potere della sua memoria. USA Faith aggiungerà migliaia di nuovi pastori e decine di membri della congregazione. E sì, gli eventi del campus continueranno e continueremo a tenere dibattiti e confronti.

    Il Primo Emendamento della nostra Costituzione è l'emendamento più umano. Siamo esseri naturalmente parlanti, naturalmente credenti, e il Primo Emendamento protegge il nostro diritto a fare entrambe le cose. Nessun assassino ci impedirà mai di difendere questi diritti. Mai. Perché quando si mina il confronto, quando si spezza il dialogo, questo è ciò che accade. Quando perdiamo la capacità e la volontà di comunicare otteniamo violenza.

    E mentre sono qui ora e guardo questa bellissima foto di mio marito davanti a me, appesa allo stadio, penso a mio marito 13 anni fa. Non l'avevo ancora incontrato. Aveva 18 anni. Un uomo. Appena uscito dal liceo, che correva per i corridoi della Camera dei Rappresentanti senza un dollaro in tasca e un solo contatto sul telefono. Chi lo vedeva diceva che non sapeva cosa stava facendo, ma lui lo sapeva. Sapeva cosa stava facendo. Sapeva esattamente cosa stava facendo. Avrebbe cambiato il mondo. E lo ha fatto.

    La vita di Charlie è stata una svolta per questo Paese. È stato un miracolo. Lascia che quel miracolo della sua vita sia anche la tua svolta: scegli la preghiera, scegli il coraggio, scegli la bellezza, scegli l'avventura, scegli la famiglia, scegli una vita di fede, soprattutto, scegli Cristo. Ti amo, Charlie, tesoro. E ti renderò orgoglioso.

    Dio vi benedica tutti. E Dio benedica l'America.
    “Lascia che quel miracolo della sua vita sia anche la tua svolta” Il discorso integrale di Erika Kirk Dio vi benedica tutti per essere venuti qui da tutto il mondo, per onorare e celebrare il mio Charlie. A pochi chilometri da qui, due anni fa, all'America Fest 2023, Charlie ha tenuto un discorso sul palco per il nostro evento TP USA Faith. Charlie ama parlare a braccio. È molto bravo in questo, senza un copione. Quindi personalmente non sapevo cosa avrebbe detto. E ciò di cui ha scelto di parlare quel giorno è stata la sua sottomissione alla volontà di Dio. Ha citato uno dei suoi versetti biblici preferiti, Isaia 6:8. "Eccomi, Signore. Manda me". Dopo che Charlie ebbe finito, l'ho incontrato nel backstage e gli ho parlato, non lo dimenticherò mai. Gli ho detto: "Charlie, tesoro, per favore parlami la prossima volta prima di dire quella frase. Perché quando dici una cosa del genere, c'è così tanta potenza, quando dici: ‘Eccomi, Signore, usami’, che Dio ti prenderà in parola”. E lo ha fatto con Charlie. Undici giorni fa Dio ha accettato quella totale resa di mio marito e lo ha chiamato al suo fianco. Più di ogni altra cosa, Charlie voleva fare non la sua volontà, ma quella di Dio. E in questi ultimi 11 giorni, nonostante tutto il dolore, mai prima d'ora ho trovato tanto conforto come ora nelle parole del Padre Nostro: "Sia fatta la tua volontà". L'amore di Dio mi è stato rivelato proprio il giorno in cui mio marito è stato assassinato. Nel pomeriggio del 10 settembre sono arrivata in un ospedale dello Utah per fare l'impensabile: vedere il corpo assassinato di mio marito. Ho visto la ferita che gli ha tolto la vita, ho provato tutto quello che ci si aspetterebbe di provare: h o provato shock, ho provato orrore e un dolore al cuore che non sapevo nemmeno esistesse, ma c'era anche qualcos'altro. Anche nella morte, potevo vedere l'uomo che amo. Ho visto l'unico capello grigio su un lato della sua testa, di cui non gli avevo mai parlato. Ora lo sa. Scusa, tesoro, te lo dico ora. Ma non gliel'ho mai detto. Non volevo. Ho visto anche questo. Ho visto anche sulle sue labbra un flebile sorriso. E questo mi ha detto qualcosa di importante. Mi ha rivelato una grande misericordia di Dio in questa tragedia. Quando l'ho visto, ho capito che Charlie non aveva sofferto. Persino il medico mi ha detto che la sua morte era stata qualcosa di così istantanea che, anche se Charlie fosse stato colpito dentro sala operatoria stessa, non si sarebbe potuto fare nulla. Non c'era dolore. Non c'è paura, non c'è agonia. Un attimo prima Charlie stava facendo ciò che amava: discuteva e dibatteva nel campus, lottava per il Vangelo e la verità di fronte a una grande folla e poi ha chiuso i suoi occhi e si è trovato di fronte al suo salvatore in Paradiso. E tutti i misteri celesti gli sono stati rivelati. L'amore di Dio ha continuato a rivelarsarsi su di me nei giorni successivi. Il giorno dopo, sulla pista dell'Air Force Two, mi sono confrontata con Usha Vance, una donna preziosa. Le tebevo la mano e le ho detto onestamente: "Non so come posso affrontare tutto questo". Mi ha risposto così: "Sai, quando sei su un aereo con i tuoi figli e sono gli ultimi 15 minuti di volo e la situazione è caotica. I bambini non collaborano, i giocattoli volano ovunque e tutti urlano. E pensi: "Non vedo l'ora che questo volo atterri. E mancano 15 minuti al tuo arrivo". E mi disse: "Supererai questi 15 minuti e anche i successivi 15 minuti". Usha, non credo che tu te ne sia resa conto allora, ma quelle parole erano esattamente ciò che avevo bisogno di sentire. Ma soprattutto, la misericordia e l'amore di Dio mi sono stati rivelati in questi ultimi dieci giorni. Dopo l'assassinio di Charlie, non abbiamo visto violenza. Non abbiamo visto rivolte. Non abbiamo visto la rivoluzione, invece, abbiamo visto ciò che mio marito ha sempre pregato di vedere in questo Paese: abbiamo visto un risveglio. La scorsa settimana, abbiamo visto persone aprire una Bibbia per la prima volta in un decennio, abbiamo visto persone pregare per la prima volta da quando erano bambini, abbiamo visto persone andare a una funzione religiosa per la prima volta in tutta la loro vita. A Charlie piaceva tenere un diario, e lo dico perché lo faceva per ricordare momenti importanti e frasi che lo avevano segnato. E una delle cose che scrisse nel suo diario era questa: Ogni volta che prendi una decisione, questa lascia un segno nella tua anima. A quelli di voi là fuori che hanno appena preso quella decisione e hanno fatto il primo passo verso una vita spirituale, dico “grazie e benvenuti”. Un giorno, spero che guardiate indietro e vi rendiate conto che è stata la decisione più importante della vostra vita. Perché lo è. Per tutti voi. Lo è. Per tutti voi che siete già credenti. È vostro compito guidare queste persone. Non prendetelo alla leggera. Annaffiate il seme della loro fede. Proteggetelo e aiutatelo a crescere. Ogni giorno, mentre Charlie entrava in ufficio, scorreva la sua lista dei contatti – e so che molti di voi erano tra questi – scorreva la sua lista dei contatti e inviava i versetti della Bibbia del giorno. Sapeva che la fede è un'abitudine, più la vivi, più cresce, ma sappi anche questo: il seme è stato appena piantato, il nemico ti tenterà di più in un momento come questo, Dio sarà sempre lì per te, ma tu devi scegliere di orientare la tua anima ogni giorno, ancora e ancora nella direzione di Cristo. Prega ancora, leggi di nuovo la Bibbia, vai in chiesa domenica, e la domenica successiva, e quella dopo ancoraE liberati dalle tentazioni e dalle catene di questo mondo. Essere un seguace di Cristo non è facile. Non è previsto che lo fosse. Gesù ha detto: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua". Ha detto che sarebbe stato perseguitato, ha detto che saremmo stati perseguitati. Charlie lo sapeva, e ha portato con letizia la sua croce fino alla fine. Voglio che tutti voi lo sappiate, certo Charlie è morto troppo presto, ma era anche pronto a morire. Non c'era niente, niente che stesse rimandando, che fosse troppo difficile o troppo faticoso o niente che semplicemente non volesse fare, ha lasciato questo mondo senza rimpianti. Ha fatto il 100% di quello che poteva ogni giorno. E vi dico un’altra cosa. Charlie è morto con un lavoro incompiuto, ma non con una missione in sospeso. Mi mancherà. Mi mancherà tantissimo. Perché il nostro matrimonio e la nostra famiglia erano bellissimi. Lo sono ancora. La causa più importante nella vita di Charlie era cercare di far rivivere la famiglia americana. Quando parlava ai giovani, era sempre desideroso di raccontare loro la visione di Dio sul matrimonio e di come, se avessero avuto il coraggio di viverla, avrebbe arricchito ogni aspetto della loro vita, proprio come aveva arricchito la nostra. Una volta qualcuno mi è stato chiesto come facessimo io e Charlie a mantenere così forte il nostro matrimonio quando lui era impegnato in viaggio. Era il nostro piccolo segreto, lettere d'amore. Ogni sabato, Charlie me ne scriveva uno. Non ha mai saltato un sabato. E in ognuno di quei bigliettini, mi raccontava qual era stato il momento clou della settimana, quanto fosse grato per me e per i nostri bambini. E alla fine, concludeva sempre con la domanda più bella, concludeva sempre chiedendo: "Per favore, fammi sapere come posso servirti meglio come marito, dimmi come posso essere un marito migliore". Charlie aveva perfettamente compreso il ruolo di Dio per un marito cristiano: un uomo che guida per poter essere a servizio. A tutti gli uomini che guardano da tutto il mondo, accettate la sfida di Charlie e abbracciate la vera virilità: siate forti e coraggiosi per le vostre famiglie, amate le vostre mogli e guidatele, amate i vostri figli e proteggeteli, siate la guida della vostra casa anche nella fede. Ma per favore, siate una guida degna di essere seguita da vostra moglie. Vostra moglie non è la vostra serva, vostra moglie non è la vostra dipendente, non è la vostra schiava. È la vostra alleata, non siete rivali. Siete una sola carne. Lavorate insieme per la gloria di Dio. Ero la confidente di Charlie. Ero la sua fortezza, la sua consigliera più vicina e fidata, la sua migliore amica. Mi sono riversata su di lui e l'ho amato profondamente. Gli ho dato forza perché il suo amore per me mi spingeva a essere una moglie migliore. Ogni giorno mi onorava. E pregavo di poter essere la moglie che Dio voleva che fossi per mio marito. Donne, ho una sfida anche per voi: siate virtuose. La nostra forza risiede nel disegno di Dio per il nostro ruolo, siamo le custodi, siamo quelle che incoraggiano, siamo quelle che preservano. Custodite il vostro cuore. Tutto ciò che fate scaturisce da esso. E se siete madri, vi prego di riconoscere che questo è il compito più importante che avete. Noi cercavamo di accompagnarlo quando potevamo, ma mi assicuravo che, quando Charlie tornava dal lavoro, quello fosse il suo luogo sacro, lontano dalle preoccupazioni del mondo. Non lo facevo sentire in colpa per essere stato via troppo a lungo o troppo a lungo, o per essere tornato a casa troppo tardi, gli dicevo sempre che la casa era qui per lui, pronta ad accoglierlo. E l'ho trasformata nel posto in cui voleva tornare il prima possibile quando era in viaggio. Non si tenevano i conti fra noi, eravamo una squadra che lavorava insieme per la stessa missione. Non ho mai voluto essere quella che si frapponeva tra Charlie e il compito che Dio aveva preparato per lui e gli aveva assegnato, e sapevo che Charlie avrebbe sempre fatto del suo meglio per esser mio alleato. Il mio matrimonio con Charlie è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata, e so che è stata la cosa migliore che sia mai capitata anche a lui. Voleva che tutti provassero quella gioia. Ed è questo che rende così bello il progetto di Dio per il matrimonio: che tutti possono. Potrei parlarne all'infinito. Negli anni a venire, lo farò. Ma la missione di Charlie, soprattutto, era rivolta direttamente a coloro che non sono sposati. Aveva scelto un nome appropriato per la sua organizzazione, sapeva che le cose non andavano bene in America, e soprattutto tra i giovani, e che avevano bisogno di una nuova direzione. Charlie desiderava ardentemente raggiungere e salvare i Ragazzi Perduti del West, i giovani che si sentono senza direzione, senza scopo, senza fede e senza motivo di vivere, uomini che sprecano la loro vita in distrazioni, consumati dal risentimento, dalla rabbia e dall'odio. Charlie voleva aiutarli. Voleva che trovassero una casa con Turning Point USA, e quando andava al campus, voleva mostrare loro un percorso migliore e una vita migliore, che era a portata di tutti, lui volava mostrarglielo. Mio marito, Charlie. Voleva salvare giovani uomini, proprio come quello che gli ha tolto la vita, oh. quel giovane. Sulla croce il nostro Salvatore disse: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno". Quell'uomo, quel giovane, io lo perdono. Lo perdono perché è ciò che Cristo ha fatto nella sua vita. Ciò che Charlie avrebbe fatto. La risposta all'odio non è l'odio. La risposta che conosciamo dal Vangelo è l'amore, e sempre amore. Amore per i nostri nemici e amore per coloro che ci perseguitano. Il mondo ha bisogno di Turning Point USA. Ha bisogno di un gruppo che allontani i giovani dal sentiero della miseria e del peccato. Ha bisogno di qualcosa che allontani le persone dall'inferno in questo mondo e nell'altro. Ha bisogno di giovani indirizzati verso la verità e la bellezza. E quindi vi prometto, oggi, che ogni aspetto del nostro lavoro diventerà più grande. Sono immensamente onorato di essere il nuovo CEO di Turning Point USA, non lo prendo alla leggera, Charlie ed io eravamo uniti nello stesso obiettivo, la sua passione era la mia passione. E ora la sua missione è la mia missione. Tutto ciò che Turning Point USA ha costruito grazie alla visione e al duro lavoro di Charlie, lo renderò dieci volte più grande grazie al potere della sua memoria. USA Faith aggiungerà migliaia di nuovi pastori e decine di membri della congregazione. E sì, gli eventi del campus continueranno e continueremo a tenere dibattiti e confronti. Il Primo Emendamento della nostra Costituzione è l'emendamento più umano. Siamo esseri naturalmente parlanti, naturalmente credenti, e il Primo Emendamento protegge il nostro diritto a fare entrambe le cose. Nessun assassino ci impedirà mai di difendere questi diritti. Mai. Perché quando si mina il confronto, quando si spezza il dialogo, questo è ciò che accade. Quando perdiamo la capacità e la volontà di comunicare otteniamo violenza. E mentre sono qui ora e guardo questa bellissima foto di mio marito davanti a me, appesa allo stadio, penso a mio marito 13 anni fa. Non l'avevo ancora incontrato. Aveva 18 anni. Un uomo. Appena uscito dal liceo, che correva per i corridoi della Camera dei Rappresentanti senza un dollaro in tasca e un solo contatto sul telefono. Chi lo vedeva diceva che non sapeva cosa stava facendo, ma lui lo sapeva. Sapeva cosa stava facendo. Sapeva esattamente cosa stava facendo. Avrebbe cambiato il mondo. E lo ha fatto. La vita di Charlie è stata una svolta per questo Paese. È stato un miracolo. Lascia che quel miracolo della sua vita sia anche la tua svolta: scegli la preghiera, scegli il coraggio, scegli la bellezza, scegli l'avventura, scegli la famiglia, scegli una vita di fede, soprattutto, scegli Cristo. Ti amo, Charlie, tesoro. E ti renderò orgoglioso. Dio vi benedica tutti. E Dio benedica l'America.
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  • Ieri sera a Londra si sono svolti i 'National Diversity Awards'. Il premio "Modello di ruolo positivo" è stato assegnato a Katie Neeves, un uomo che raccoglie fondi tramite crowdfunding per far la CASTRAZIONE CHIMICA. Preciamente., per farsì che i bambini maschi ricevano farmaci bloccanti la pubertà e dice loro che "non hanno bisogno del permesso dei genitori".
    Amazon HSBC_ la mega banca in UK, OVO Energy e British Telecom hanno pagato per l'evento, sponsorizzandolo. Questi soggetti e movimenti esistono perchè sono finanziati dalle multinazionali

    G.Zibordi

    Source: https://x.com/pbecchi/status/1969688334239773137?t=-rE2HQP5tf33bpb7J2WeXQ&s=19
    Ieri sera a Londra si sono svolti i 'National Diversity Awards'. Il premio "Modello di ruolo positivo" è stato assegnato a Katie Neeves, un uomo che raccoglie fondi tramite crowdfunding per far la CASTRAZIONE CHIMICA. Preciamente., per farsì che i bambini maschi ricevano farmaci bloccanti la pubertà e dice loro che "non hanno bisogno del permesso dei genitori". Amazon HSBC_ la mega banca in UK, OVO Energy e British Telecom hanno pagato per l'evento, sponsorizzandolo. Questi soggetti e movimenti esistono perchè sono finanziati dalle multinazionali G.Zibordi Source: https://x.com/pbecchi/status/1969688334239773137?t=-rE2HQP5tf33bpb7J2WeXQ&s=19
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