MILANO – Fattore 3C
Contaminata. Costosa. Cattiva.
Se sono rimasto ancora a Milano, credo che ci sia un interesse, una passione di fondo, un legame ancora forte con le mie origini. Non si può semplificare tutto riducendolo a scadenze, obblighi, lavoro. La mobilità c’è e in futuro non la escludo, ma intanto sono qui. E voglio battermi per salvaguardare il rapporto con questa città.
Come si fa con un legame affettivo, anche quando si logora.
E nel nostro caso, fra noi e Milano, il rapporto si è logorato. Non è tutto perduto, ma è tempo di fare il punto, senza drammi e senza illusioni.
Capire da dove ripartire.
Le 3 C che oggi raccontano il declino di Milano:
CONTAMINATA
Milano è una città che respira male. Non solo per l’aria, ma per ciò che ha scelto di diventare: un terreno di conquista per la speculazione, dove ogni albero abbattuto è una riga in più sul conto della collettività. Si costruisce in verticale, si consuma in orizzontale. Si celebra la grandeur nei mesi dell’evento, ma si dimenticano i quartieri quando finisce la passerella. È una città che si è contaminata culturalmente, arrendendosi all’estetica del profitto.
COSTOSA
Milano è diventata inaccessibile. Troppo cara per viverci, troppo competitiva per restarci, troppo indifferente per sentirsi accolti. La forbice sociale si allarga, e la città premia chi ha già. Le opportunità esistono, ma sempre più ristrette. I giovani partono, chi resta spesso si adatta, e chi prova a resistere lo fa a caro prezzo.
Milano non è più inclusiva: è un supermercato a più corsie, dove la dignità si misura con l’IBAN.
CATTIVA
C’è una cattiveria diffusa, strisciante, che nasce non solo dal disagio ma dalla rassegnazione. È l’indifferenza sui mezzi pubblici, la tensione per strada, la freddezza nei condomìni. Milano ha smarrito il senso della prossimità. Ci si difende più che riconoscersi.
Non è solo insicurezza, è mancanza di legami. Una città dove tutto scorre veloce, ma niente si lega più.
❗️Se pensate che il mio sia il solito pianto greco o una lamentela populista, liberissimi di farlo.
Ma se anche solo in parte vi riconoscete in queste parole, se riuscite a guardare oltre la retorica e il vaneggiamento, allora forse potete concordare con me:
quella che una volta era una realtà luccicante e piena di opportunità è oggi una terra arida, fatta di contraddizioni e disuguaglianze sempre più evidenti.
Abbiamo identificato i problemi. Ora tocca a noi lavorare per cambiare le cose.
❗️Per questo rivolgo un appello a tutti i comitati, i gruppi, le realtà esistenti: superiamo le differenze, le sensibilità, le gelosie. Facciamo il salto. Ricominciamo a cooperare e torniamo nei luoghi decisionali, nelle istituzioni, dove si può ancora incidere.
Ma dobbiamo volerlo davvero. Non per una leadership, ma per una maturità collettiva.
Se vogliamo farlo, troviamoci. Parliamo di lavoro politico.
Se non vogliamo, allora tanti auguri a ognuno di noi.
Nell’accettazione della duplice fatica: la miseria… e l’assuefazione a una realtà che non si vuole cambiare.
"If Winter comes, can Spring be far behind?"
(Cit. Percy Bysshe Shelley – Ode al vento d’Occidente)
#Milano #Fattore3C #Cambiamento #Attivismo #CittàDaRifare #GiustiziaSociale #TreC #Speculazione #Carovita #SolitudineUrbana #RomanticismoPolitico #Partecipa #RivoltaCivile
Contaminata. Costosa. Cattiva.
Se sono rimasto ancora a Milano, credo che ci sia un interesse, una passione di fondo, un legame ancora forte con le mie origini. Non si può semplificare tutto riducendolo a scadenze, obblighi, lavoro. La mobilità c’è e in futuro non la escludo, ma intanto sono qui. E voglio battermi per salvaguardare il rapporto con questa città.
Come si fa con un legame affettivo, anche quando si logora.
E nel nostro caso, fra noi e Milano, il rapporto si è logorato. Non è tutto perduto, ma è tempo di fare il punto, senza drammi e senza illusioni.
Capire da dove ripartire.
Le 3 C che oggi raccontano il declino di Milano:
CONTAMINATA
Milano è una città che respira male. Non solo per l’aria, ma per ciò che ha scelto di diventare: un terreno di conquista per la speculazione, dove ogni albero abbattuto è una riga in più sul conto della collettività. Si costruisce in verticale, si consuma in orizzontale. Si celebra la grandeur nei mesi dell’evento, ma si dimenticano i quartieri quando finisce la passerella. È una città che si è contaminata culturalmente, arrendendosi all’estetica del profitto.
COSTOSA
Milano è diventata inaccessibile. Troppo cara per viverci, troppo competitiva per restarci, troppo indifferente per sentirsi accolti. La forbice sociale si allarga, e la città premia chi ha già. Le opportunità esistono, ma sempre più ristrette. I giovani partono, chi resta spesso si adatta, e chi prova a resistere lo fa a caro prezzo.
Milano non è più inclusiva: è un supermercato a più corsie, dove la dignità si misura con l’IBAN.
CATTIVA
C’è una cattiveria diffusa, strisciante, che nasce non solo dal disagio ma dalla rassegnazione. È l’indifferenza sui mezzi pubblici, la tensione per strada, la freddezza nei condomìni. Milano ha smarrito il senso della prossimità. Ci si difende più che riconoscersi.
Non è solo insicurezza, è mancanza di legami. Una città dove tutto scorre veloce, ma niente si lega più.
❗️Se pensate che il mio sia il solito pianto greco o una lamentela populista, liberissimi di farlo.
Ma se anche solo in parte vi riconoscete in queste parole, se riuscite a guardare oltre la retorica e il vaneggiamento, allora forse potete concordare con me:
quella che una volta era una realtà luccicante e piena di opportunità è oggi una terra arida, fatta di contraddizioni e disuguaglianze sempre più evidenti.
Abbiamo identificato i problemi. Ora tocca a noi lavorare per cambiare le cose.
❗️Per questo rivolgo un appello a tutti i comitati, i gruppi, le realtà esistenti: superiamo le differenze, le sensibilità, le gelosie. Facciamo il salto. Ricominciamo a cooperare e torniamo nei luoghi decisionali, nelle istituzioni, dove si può ancora incidere.
Ma dobbiamo volerlo davvero. Non per una leadership, ma per una maturità collettiva.
Se vogliamo farlo, troviamoci. Parliamo di lavoro politico.
Se non vogliamo, allora tanti auguri a ognuno di noi.
Nell’accettazione della duplice fatica: la miseria… e l’assuefazione a una realtà che non si vuole cambiare.
"If Winter comes, can Spring be far behind?"
(Cit. Percy Bysshe Shelley – Ode al vento d’Occidente)
#Milano #Fattore3C #Cambiamento #Attivismo #CittàDaRifare #GiustiziaSociale #TreC #Speculazione #Carovita #SolitudineUrbana #RomanticismoPolitico #Partecipa #RivoltaCivile
MILANO – Fattore 3C
Contaminata. Costosa. Cattiva.
⚠️🏙️💔
Se sono rimasto ancora a Milano, credo che ci sia un interesse, una passione di fondo, un legame ancora forte con le mie origini. Non si può semplificare tutto riducendolo a scadenze, obblighi, lavoro. La mobilità c’è e in futuro non la escludo, ma intanto sono qui. E voglio battermi per salvaguardare il rapporto con questa città.
Come si fa con un legame affettivo, anche quando si logora.
E nel nostro caso, fra noi e Milano, il rapporto si è logorato. Non è tutto perduto, ma è tempo di fare il punto, senza drammi e senza illusioni.
Capire da dove ripartire.
Le 3 C che oggi raccontano il declino di Milano:
CONTAMINATA
Milano è una città che respira male. Non solo per l’aria, ma per ciò che ha scelto di diventare: un terreno di conquista per la speculazione, dove ogni albero abbattuto è una riga in più sul conto della collettività. Si costruisce in verticale, si consuma in orizzontale. Si celebra la grandeur nei mesi dell’evento, ma si dimenticano i quartieri quando finisce la passerella. È una città che si è contaminata culturalmente, arrendendosi all’estetica del profitto.
COSTOSA
Milano è diventata inaccessibile. Troppo cara per viverci, troppo competitiva per restarci, troppo indifferente per sentirsi accolti. La forbice sociale si allarga, e la città premia chi ha già. Le opportunità esistono, ma sempre più ristrette. I giovani partono, chi resta spesso si adatta, e chi prova a resistere lo fa a caro prezzo.
Milano non è più inclusiva: è un supermercato a più corsie, dove la dignità si misura con l’IBAN.
CATTIVA
C’è una cattiveria diffusa, strisciante, che nasce non solo dal disagio ma dalla rassegnazione. È l’indifferenza sui mezzi pubblici, la tensione per strada, la freddezza nei condomìni. Milano ha smarrito il senso della prossimità. Ci si difende più che riconoscersi.
Non è solo insicurezza, è mancanza di legami. Una città dove tutto scorre veloce, ma niente si lega più.
❗️Se pensate che il mio sia il solito pianto greco o una lamentela populista, liberissimi di farlo.
Ma se anche solo in parte vi riconoscete in queste parole, se riuscite a guardare oltre la retorica e il vaneggiamento, allora forse potete concordare con me:
quella che una volta era una realtà luccicante e piena di opportunità è oggi una terra arida, fatta di contraddizioni e disuguaglianze sempre più evidenti.
Abbiamo identificato i problemi. Ora tocca a noi lavorare per cambiare le cose.
❗️👉🙏Per questo rivolgo un appello a tutti i comitati, i gruppi, le realtà esistenti: superiamo le differenze, le sensibilità, le gelosie. Facciamo il salto. Ricominciamo a cooperare e torniamo nei luoghi decisionali, nelle istituzioni, dove si può ancora incidere.
Ma dobbiamo volerlo davvero. Non per una leadership, ma per una maturità collettiva.
Se vogliamo farlo, troviamoci. Parliamo di lavoro politico.
Se non vogliamo, allora tanti auguri a ognuno di noi.
Nell’accettazione della duplice fatica: la miseria… e l’assuefazione a una realtà che non si vuole cambiare.
"If Winter comes, can Spring be far behind?"
(Cit. Percy Bysshe Shelley – Ode al vento d’Occidente)
#Milano #Fattore3C #Cambiamento #Attivismo #CittàDaRifare #GiustiziaSociale #TreC #Speculazione #Carovita #SolitudineUrbana #RomanticismoPolitico #Partecipa #RivoltaCivile
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