• L'EPIDEMIA DI BIG PHARMA RFK JR: "Perché non vediamo settantenni con autismo?"
    “Non ho mai visto un caso di autismo conclamato, e intendo autismo profondo. Voglio stare molto attento, sbattere la testa, stimolare, camminare sulle dita dei piedi, non verbale, non allenato in bagno. Non ho mai visto in vita mia un uomo di 70 anni così. Lo vedi solo nei bambini. È un'epidemia.” - RFK JR: "Why Don't We See 70 year olds with Autism?"
    “I've never seen a case of full-blown autism, and I mean profound autism. I wanna be very careful, head-banging, stimming, toe-walking, non-verbal, non-toilet trained. I've never in my life seen a 70-year-old man who looks like that. You're only seeing it in kids. It's an epidemic.”
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    L'EPIDEMIA DI BIG PHARMA RFK JR: "Perché non vediamo settantenni con autismo?" “Non ho mai visto un caso di autismo conclamato, e intendo autismo profondo. Voglio stare molto attento, sbattere la testa, stimolare, camminare sulle dita dei piedi, non verbale, non allenato in bagno. Non ho mai visto in vita mia un uomo di 70 anni così. Lo vedi solo nei bambini. È un'epidemia.” - RFK JR: "Why Don't We See 70 year olds with Autism?" “I've never seen a case of full-blown autism, and I mean profound autism. I wanna be very careful, head-banging, stimming, toe-walking, non-verbal, non-toilet trained. I've never in my life seen a 70-year-old man who looks like that. You're only seeing it in kids. It's an epidemic.” Telegram
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  • QUESTI ASSASSINI SIONISTI VANNO AVANTI INCURANTI di TUTTI e di TUTTO!
    Gaza, attacchi israeliani anche sul campo profughi di Nuseirat: 24 uccisi dall’alba. Un neonato morto per malnutrizione...

    Cristiani in Terra Santa: “Noi danneggiati da occupazione israeliana, non dall’Anp. Falsità da Netanyahu”
    “L’occupazione, non l’Autorità Nazionale Palestinese, danneggia i cristiani in Palestina”. Una rappresentanza di leader delle Chiese cristiane in Terra Santa – tra cui il patriarca latino emerito di Gerusalemme Michel Sabbah, l’arcivescovo greco-ortodosso Attallah Hanna e il vescovo luterano emerito di Terra Santa Munib Younan – contesta le affermazioni del premier israeliano Netanyahu all’Onu.
    “La ragione per cui i cristiani e molti altri stanno lasciando Betlemme è l’occupazione israeliana e le sue politiche di chiusure, permessi, diritti di residenza esclusivi, ecc., e non le politiche dell’Autorità Palestinese”, affermano con forza i leader cristiani, smentendo le parole di Netanyahu.
    Nel loro documento essi puntano il dito contro “una falsità” che riguarda in particolare i cristiani in Palestina, laddove Netanyahu ha affermato: “quando Betlemme, il luogo di nascita di Gesù, era sotto il controllo israeliano, l’80% dei suoi residenti era cristiano. Ma da quando l’Anp ha preso il controllo, tale numero è sceso a meno del 20%”.
    Netanyahu, proseguono i leader ecumenici, “non parla a nome dei cristiani palestinesi e non gli si può permettere di distorcere la verità. Betlemme è stata una città a maggioranza cristiana fino al 1948: allora più dell’80% della popolazione era cristiana. Con l’espulsione di circa 750.000 rifugiati palestinesi dalla loro patria nella Palestina storica durante la Nakba del 1948, tre campi profughi furono stabiliti a Betlemme, cambiando così la composizione demografica della città. Quando Israele ha occupato la Cisgiordania nel 1967, Betlemme aveva una popolazione composta da una maggioranza di musulmani”.
    Per i firmatari del documento, “decenni di occupazione israeliana, causando dure condizioni di vita, hanno provocato l’emigrazione di molti cristiani e musulmani, e questa realtà continua ancora oggi. Betlemme, una città dipendente dal turismo, ha sofferto in particolare negli ultimi due anni della guerra di Israele a Gaza con l’arresto quasi completo del turismo e dei pellegrinaggi. Centinaia di persone hanno lasciato Betlemme negli ultimi mesi a causa delle continue devastazioni dell’occupazione israeliana e della violenza militare”.

    1h fa
    10:03
    Almeno 24 morti dall’alba negli attacchi sulla Striscia. Un neonato morto per malnutrizione
    E’ di almeno 24 morti palestinesi il bilancio degli attacchi odierni delle forze israeliane nella Striscia. Lo riferisce al Jazeera citando fonti mediche, secondo le quali un raid contro due case nel campo profughi di Nuseirat ha causato almeno 10 vittime, “tra le quali donne e bambini”. Intanto, un neonato è morto per malnutrizione a Khan Younis, sono quasi 450 le vittime della fame nella Striscia secondo il ministero della Salute gestito da Hamas.

    1h fa
    10:02
    Attacchi israeliani al campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza: almeno 8 morti
    Almeno otto palestinesi sono stati uccisi durante la notte negli attacchi israeliani nel campo profughi di Nuseirat nel centro di Gaza. Lo riferiscono fonti mediche ad Al Jazeera. Muhammad Abu Salmiya, direttore dell’ospedale al-Shifa di Gaza City, il più grande complesso medico della Striscia di Gaza, ha spiegato che le équipe mediche sono preoccupate per i carri armati israeliani che si avvicinano alle vicinanze dell’ospedale e non consentono l’accesso ad esso. Si stima che 159 pazienti siano in trattamento.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/09/28/gaza-attacchi-israeliani-anche-sul-campo-profughi-di-nuseirat-24-uccisi-dallalba-un-neonato-morto-per-malnutrizione/8141878/
    QUESTI ASSASSINI SIONISTI VANNO AVANTI INCURANTI di TUTTI e di TUTTO! Gaza, attacchi israeliani anche sul campo profughi di Nuseirat: 24 uccisi dall’alba. Un neonato morto per malnutrizione... Cristiani in Terra Santa: “Noi danneggiati da occupazione israeliana, non dall’Anp. Falsità da Netanyahu” “L’occupazione, non l’Autorità Nazionale Palestinese, danneggia i cristiani in Palestina”. Una rappresentanza di leader delle Chiese cristiane in Terra Santa – tra cui il patriarca latino emerito di Gerusalemme Michel Sabbah, l’arcivescovo greco-ortodosso Attallah Hanna e il vescovo luterano emerito di Terra Santa Munib Younan – contesta le affermazioni del premier israeliano Netanyahu all’Onu. “La ragione per cui i cristiani e molti altri stanno lasciando Betlemme è l’occupazione israeliana e le sue politiche di chiusure, permessi, diritti di residenza esclusivi, ecc., e non le politiche dell’Autorità Palestinese”, affermano con forza i leader cristiani, smentendo le parole di Netanyahu. Nel loro documento essi puntano il dito contro “una falsità” che riguarda in particolare i cristiani in Palestina, laddove Netanyahu ha affermato: “quando Betlemme, il luogo di nascita di Gesù, era sotto il controllo israeliano, l’80% dei suoi residenti era cristiano. Ma da quando l’Anp ha preso il controllo, tale numero è sceso a meno del 20%”. Netanyahu, proseguono i leader ecumenici, “non parla a nome dei cristiani palestinesi e non gli si può permettere di distorcere la verità. Betlemme è stata una città a maggioranza cristiana fino al 1948: allora più dell’80% della popolazione era cristiana. Con l’espulsione di circa 750.000 rifugiati palestinesi dalla loro patria nella Palestina storica durante la Nakba del 1948, tre campi profughi furono stabiliti a Betlemme, cambiando così la composizione demografica della città. Quando Israele ha occupato la Cisgiordania nel 1967, Betlemme aveva una popolazione composta da una maggioranza di musulmani”. Per i firmatari del documento, “decenni di occupazione israeliana, causando dure condizioni di vita, hanno provocato l’emigrazione di molti cristiani e musulmani, e questa realtà continua ancora oggi. Betlemme, una città dipendente dal turismo, ha sofferto in particolare negli ultimi due anni della guerra di Israele a Gaza con l’arresto quasi completo del turismo e dei pellegrinaggi. Centinaia di persone hanno lasciato Betlemme negli ultimi mesi a causa delle continue devastazioni dell’occupazione israeliana e della violenza militare”. 1h fa 10:03 Almeno 24 morti dall’alba negli attacchi sulla Striscia. Un neonato morto per malnutrizione E’ di almeno 24 morti palestinesi il bilancio degli attacchi odierni delle forze israeliane nella Striscia. Lo riferisce al Jazeera citando fonti mediche, secondo le quali un raid contro due case nel campo profughi di Nuseirat ha causato almeno 10 vittime, “tra le quali donne e bambini”. Intanto, un neonato è morto per malnutrizione a Khan Younis, sono quasi 450 le vittime della fame nella Striscia secondo il ministero della Salute gestito da Hamas. 1h fa 10:02 Attacchi israeliani al campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza: almeno 8 morti Almeno otto palestinesi sono stati uccisi durante la notte negli attacchi israeliani nel campo profughi di Nuseirat nel centro di Gaza. Lo riferiscono fonti mediche ad Al Jazeera. Muhammad Abu Salmiya, direttore dell’ospedale al-Shifa di Gaza City, il più grande complesso medico della Striscia di Gaza, ha spiegato che le équipe mediche sono preoccupate per i carri armati israeliani che si avvicinano alle vicinanze dell’ospedale e non consentono l’accesso ad esso. Si stima che 159 pazienti siano in trattamento. https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/09/28/gaza-attacchi-israeliani-anche-sul-campo-profughi-di-nuseirat-24-uccisi-dallalba-un-neonato-morto-per-malnutrizione/8141878/
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  • Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza

    Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia.
    Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi".
    Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva.
    Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento.
    Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento.
    Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra.
    Persino il dolore è stato proibito.
    Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci.
    Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui".
    I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa.
    Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti.
    Qui si muore, e nessuno lo sa.
    Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita.
    Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità.
    Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze.
    Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo.
    Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza.
    Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo.
    Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere.
    E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere.

    Dott. Ezzideen, Gaza
    -----------------------------
    Silenzio per Gaza

    A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese.
    30 minuti di silenzio digitale
    "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente.
    Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese.
    Durante questa pausa:
    Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti.
    Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.)
    L'idea:
    Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta.
    Silenzio digitale completo. Spegni il telefono.
    È un atto di resistenza, una protesta digitale globale.
    La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa.
    Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace.
    Ricordate il silenzio digitale delle 21:00.
    (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.)

    Spiegazione tecnica:
    1. Impatto algoritmico
    Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può:
    (a) interrompere gli algoritmi di visibilità.
    (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale.
    (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti.
    Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico
    In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente.
    Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza.
    È un momento di riflessione collettiva.
    3. Impatto sociale
    Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza –
    E solo allora si muoveranno.

    Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo .
    Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale!
    Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni!


    Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo:
    SMETTETE di usare:
    * Telefoni
    * Computer
    * Laptop

    SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
    Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia. Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi". Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva. Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento. Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento. Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra. Persino il dolore è stato proibito. Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci. Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui". I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa. Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti. Qui si muore, e nessuno lo sa. Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita. Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità. Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze. Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo. Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza. Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo. Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere. E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere. Dott. Ezzideen, Gaza ----------------------------- Silenzio per Gaza A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese. 30 minuti di silenzio digitale "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente. Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese. Durante questa pausa: Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti. Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.) L'idea: Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta. Silenzio digitale completo. Spegni il telefono. È un atto di resistenza, una protesta digitale globale. La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa. Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace. Ricordate il silenzio digitale delle 21:00. (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.) Spiegazione tecnica: 1. Impatto algoritmico Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può: (a) interrompere gli algoritmi di visibilità. (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale. (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti. Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente. Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza. È un momento di riflessione collettiva. 3. Impatto sociale Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza – E solo allora si muoveranno. Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo 🌎. Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale! Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni! đŸ“ŖđŸ“ŖđŸ“Ŗ Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo: SMETTETE di usare: * Telefoni * Computer * Laptop SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
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  • MA VI RENDETE CONTO??? QUESTA è LA RISPOSTA del Prof. VIllani ex membro del CTS!
    DILETTANTI ALLO SBARAGLIO! ASCOLTATE BENE.
    "Noi l'avevamo proposta dai tre anni..."
    "Ne sono state fatte di molto carine...?"
    "Ci sono bambini che vogliono avere l'apparecchio ai denti..." FOLLIA PURA!
    MASSIMA CONDIVISIONE!
    Il sen. @LucioMalan
    ha giustamente rinfacciato al prof. Villani che i bambini erano obbligati a tenere la mascherina anche quando gli adulti non lo erano più. Emblematica la foto di #Draghi a volto scoperto insieme a un centinaio di bambini tutti mascherati. Villani muto.

    Source: https://x.com/RRomani1973/status/1970809616620458400
    MA VI RENDETE CONTO??? QUESTA è LA RISPOSTA del Prof. VIllani ex membro del CTS! DILETTANTI ALLO SBARAGLIO! ASCOLTATE BENE. "Noi l'avevamo proposta dai tre anni..." "Ne sono state fatte di molto carine...?" "Ci sono bambini che vogliono avere l'apparecchio ai denti..." FOLLIA PURA! MASSIMA CONDIVISIONE! Il sen. @LucioMalan ha giustamente rinfacciato al prof. Villani che i bambini erano obbligati a tenere la mascherina anche quando gli adulti non lo erano più. Emblematica la foto di #Draghi a volto scoperto insieme a un centinaio di bambini tutti mascherati. Villani muto. Source: https://x.com/RRomani1973/status/1970809616620458400
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  • MATTEO GRACIS sullo SCIOPERA di LUNEDI' 22 Settembre!
    “Vergogna, avete messo a ferro e fuoco l’Italia, pagate i danni, a cosa è servito scioperare?”

    5 cose di numero, sugli scioperi di ieri.

    La prima: continuate a farvi fare puntualmente il lavaggio del cervello da politica e mass media. Vi mostrano quattro idioti di numero che spaccano una vetrina o lanciano un sasso ed ecco che non vedete altro. Ieri in Italia hanno manifestato pacificamente centinaia di migliaia di persone, i violenti saranno stati lo 0 virgola qualcosa per cento ma tanto basta per delegittimare le proteste. Senza considerare l’ipotesi di infiltrati, perché non sarebbe la prima volta.

    Seconda considerazione: e avanti di nuovo e sempre con il gioco delle fazioni, le tifoserie da stadio, le guerre tra poveri, anche sto giro dritti dentro la trappola del divide et impera, con la quale vi si inculano da 2mila anni. Destra sinistra fascisti comunisti e sto giro, chi ha manifestato e chi no, dunque continuiamo a dividerci evitando di unirci contro gli unici veri nemici, le élite dominanti.

    Terza riflessione: "A cosa è servito scioperare? Così non si risolve nulla!"
    Ora, molti di voi sono troppo giovani o troppo ignoranti per sapere che… tutte le più grandi conquiste a livello di diritti sociali e civili dell’epoca contemporanea, in Italia e nel mondo, sono state ottenute attraverso scioperi e azioni di disobbedienza. Se oggi molti di voi hanno determinati diritti e privilegi nel lavoro, nella scuola, nella sanità pubblica e in generale nella vostra quotidianità, è solo grazie a persone che prima di voi hanno scioperato, disobbedito e si sono ribellate.

    Quarto pensiero: molti là fuori sono affascinati dall’idea di rivoluzione, di cambiamento, perché... "questo sistema fa schifo, questa società è tutta sballata, dobbiamo mandare a casa i politici e sistemare le cose", poi però, di fronte al primo rigurgito di ribellione del popolo, ecco che non va più bene "perché così non si fa, non sono questi i modi, ok manifestare ma con educazione"… signori, la rivoluzione non si fa chiedendo il permesso. Smettetela di fare i guardiani della Matrix.

    E infine a tutti coloro che si sono lamentati per i disagi che hanno dovuto subire ieri a causa degli scioperi, vorrei ricordare che è in corso un fottuto genocidio, un massacro di esseri umani, a partire da donne e bambini inermi e innocenti. I vostri disagi sono nulla rispetto a quello che sta succedendo a un intero popolo la cui unica colpa è stata nascere in un angolo di mondo sfigato. Se non lo capite evidentemente non vi rendete conto di cosa siano le priorità e il senso della vita.

    Di fronte a una delle pagine più nere della storia dell’umanità, protestare, scioperare, disobbedire… è il minimo che possiamo fare.

    Dunque oggi e sempre… Lunga vita ai ribelli.
    MATTEO GRACIS sullo SCIOPERA di LUNEDI' 22 Settembre! “Vergogna, avete messo a ferro e fuoco l’Italia, pagate i danni, a cosa è servito scioperare?” 5 cose di numero, sugli scioperi di ieri. đŸ‡ĩ🇸 La prima: continuate a farvi fare puntualmente il lavaggio del cervello da politica e mass media. Vi mostrano quattro idioti di numero che spaccano una vetrina o lanciano un sasso ed ecco che non vedete altro. Ieri in Italia hanno manifestato pacificamente centinaia di migliaia di persone, i violenti saranno stati lo 0 virgola qualcosa per cento ma tanto basta per delegittimare le proteste. Senza considerare l’ipotesi di infiltrati, perché non sarebbe la prima volta. Seconda considerazione: e avanti di nuovo e sempre con il gioco delle fazioni, le tifoserie da stadio, le guerre tra poveri, anche sto giro dritti dentro la trappola del divide et impera, con la quale vi si inculano da 2mila anni. Destra sinistra fascisti comunisti e sto giro, chi ha manifestato e chi no, dunque continuiamo a dividerci evitando di unirci contro gli unici veri nemici, le élite dominanti. Terza riflessione: "A cosa è servito scioperare? Così non si risolve nulla!" Ora, molti di voi sono troppo giovani o troppo ignoranti per sapere che… tutte le più grandi conquiste a livello di diritti sociali e civili dell’epoca contemporanea, in Italia e nel mondo, sono state ottenute attraverso scioperi e azioni di disobbedienza. Se oggi molti di voi hanno determinati diritti e privilegi nel lavoro, nella scuola, nella sanità pubblica e in generale nella vostra quotidianità, è solo grazie a persone che prima di voi hanno scioperato, disobbedito e si sono ribellate. Quarto pensiero: molti là fuori sono affascinati dall’idea di rivoluzione, di cambiamento, perché... "questo sistema fa schifo, questa società è tutta sballata, dobbiamo mandare a casa i politici e sistemare le cose", poi però, di fronte al primo rigurgito di ribellione del popolo, ecco che non va più bene "perché così non si fa, non sono questi i modi, ok manifestare ma con educazione"… signori, la rivoluzione non si fa chiedendo il permesso. Smettetela di fare i guardiani della Matrix. E infine a tutti coloro che si sono lamentati per i disagi che hanno dovuto subire ieri a causa degli scioperi, vorrei ricordare che è in corso un fottuto genocidio, un massacro di esseri umani, a partire da donne e bambini inermi e innocenti. I vostri disagi sono nulla rispetto a quello che sta succedendo a un intero popolo la cui unica colpa è stata nascere in un angolo di mondo sfigato. Se non lo capite evidentemente non vi rendete conto di cosa siano le priorità e il senso della vita. Di fronte a una delle pagine più nere della storia dell’umanità, protestare, scioperare, disobbedire… è il minimo che possiamo fare. Dunque oggi e sempre… Lunga vita ai ribelli.
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  • L'ultima intervista a Claudia Cardinale: «Sono stata felice solo una volta, per amore. E ho un rimpianto, ma preferisco non pensarci»
    Claudia Cardinale con Alain Delon nella scena del ballo di Angelica e Tancredi deI Il gattopardo , (1963) di Luchino Visconti tratto dal romanzo omonimo di Tomasi di Lampedusa (TITANUS / Album)

    Ripubblichiamo l'ultima intervista a Claudia Cardinale pubblicata su 7, il magazine del Corriere, lo scorso gennaio: la diva parlava dell'unica volta in cui era stata felice e della sua nostalgia: «Ho un rimpianto, preferisco non pensarci»

    Claudia Cardinale è morta il 23 settembre 2025. Ripubblichiamo l'ultima intervista concessa a 7, il magazine del Corriere della Sera, nel gennaio di quest'anno.

    Con quel meraviglioso sorriso di donna irresistibile senza volerlo, Claudia Cardinale venne eletta nel 1957 “la più bella italiana di Tunisia” in un concorso al quale neppure sapeva di avere partecipato, primo passo per venire considerata rapidamente tra le più belle e affascinanti donne del mondo. Sex symbol involontario, soprattutto straordinaria attrice che ha fatto la storia del cinema, Claudia Cardinale è stata la diva che non si prendeva sul serio, così brava e forte da prestarsi a scherzare in televisione, ai tempi del bianco e nero, nello sketch in cui fingeva di saper suonare tutti gli strumenti dell’orchestra, o da accettare la proposta di Alberto Moravia che volle intervistarla «come se fosse un oggetto» per la rivista Esquire.

    «Quando ride, i suoi occhi diventano due fessure nere, scintillanti con qualche cosa di monellesco, di scatenato, di intenso, di meridionale», disse di lei lo scrittore prima di interrogarla passando in rassegna ogni parte del corpo. Ma lei usava il corpo «come una maschera, come rappresentazione di me stessa», disse poi, e si prestò al gioco.

    Marcello Mastroianni si innamorò follemente di lei ne Il Bell’Antonio di Mauro Bolognini: nel film, tanto da essere ridotto all’impotenza come nel romanzo di Vitaliano Brancati, e anche nella realtà. Lei lo respinse perché pensava che ci provasse con tutte le attrici, e lo trattò da amico. Di quella storia mancata, sul set e nella vita, resta l’indimenticabile scena sull’altalena.
    «Claudina», la chiamavano sia Luchino Visconti che Federico Fellini, i grandi maestri del cinema italiano che la scelsero per i due capolavori del 1963, Il Gattopardo con Alain Delon e Burt Lancaster e 8½ di nuovo con Mastroianni.

    Ma tra i 150 film di Claudia Cardinale ci sono anche quelli girati a Hollywood, o Le pistolere in cui le presunte rivali BB (Brigitte Bardot) e CC (Claudia Cardinale) recitano assieme, e il western di Sergio Leone C’era una volta il West, o Fitzcarraldo di Herzog con Klaus Kinski. Una carriera eccezionale, piena di ruoli diversi e imprevedibili, affrontata con l’impegno e la leggerezza dimostrati nell’intervista esclusiva realizzata in questo inizio del 2025 per 7.

    Quando si è accorta di essere diventata una diva senza volerlo?
    «Me ne sono accorta lentamente. Un momento cardine è stato l’anno 1963 quando in sala sono usciti Il Gattopardo e 8 1/2. Ecco, in quel momento ho capito che non ero più una giovane promessa ma che il mondo mi accoglieva come una sua “diva”…»

    Qual è il suo primo ricordo nel mondo del cinema?
    «In Tunisia. Davanti alla mia scuola quando René Vautier (un famoso regista e sceneggiatore francese; ndr) si è avvicinato e mi ha chiesto se poteva parlare a mio padre. Poco dopo avrei fatto la mia prima apparizione in un piccolo film, Les anneaux d’or. Ma in quel momento non pensavo assolutamente che sarebbe stato il mio destino».

    E l’ultimo set al quale ha partecipato?
    «Con la Fondazione Claudia Cardinale che ho fondato con mia figlia Claudia Squitieri. Abbiamo girato il cortometraggio Un Cardinale Donna di Manuel Maria Perrone. Era un ritratto poetico che mia figlia ha voluto fare di me. L’abbiamo girato nella nostra nuova casa a Nemours nel 2023. Il corto è stato presentato al MoMa di New York durante la retrospettiva di Cinecittà».

    Può descriverci la casa dove vive adesso? Come l’ha scelta?
    «È stata una scelta comune con mia figlia Claudia e mio figlio Patrick. Volevo restare in Francia ma ritrovare una vita più vicina alla natura, meno metropolitana. Quindi abbiamo deciso di trasferirci insieme a Nemours. La casa dove viviamo era un’ antica conceria sulla riva del fiume. In questo luogo oggi abbiamo creato un ristorante e dato spazio alla sede della Fondazione».

    Quali sono i suoi progetti artistici?
    «Attraverso la Fondazione Claudia Cardinale sosteniamo il percorso di artisti contemporanei nel mondo audio visivo ma non solo. Accogliamo artisti in residenza, facciamo delle mostre, collaboriamo con altre strutture. Oggi è mia figlia, insieme con la sua collaboratrice Perrine Gamot, che dirige la Fondazione, io assisto con gioia al movimento che si crea intorno a me e al quale collaboro volentieri. Abbiamo fatto delle foto con l’artista Marie Losier, ho prestato la mia voce per i progetti di giovani talenti come Friedreih Andreoni e Benedetta Fioravanti…»

    Ci racconterebbe una sua giornata tipo? C’è un hobby che le piace coltivare?
    «C’è sempre qualcosa da fare qui in casa. Con il ristorante, la Fondazione… Mi piace andare in giro, ascoltare musica…»

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    Perché tanto tempo fa ha scelto di vivere in Francia e non in Italia?
    «Chi lo sa… In fondo la mia prima lingua, e la mia prima cultura sono state quella francese, seppur attraverso la Tunisia. In Italia vivevo un po’ rinchiusa. Era difficile avere una vita normale. Fare la spesa, andare a passeggio. In Francia ho trovato un Paese amico in cui il rapporto con le persone pubbliche è un po’ più vivibile che in Italia. Almeno per me in quegli anni era così».

    Quale Paese ama di più?
    «La Tunisia. Lo ammetto. Amo la Francia, amo l’Italia ma la Tunisia resta per me il Paese del cuore».

    Che ricordo ne ha?
    «Tanti. Tutta la mia infanzia. Mi ricorda mia madre, mio padre, un tempo sospeso prima che la mia vita diventasse una corsa!»

    Lo sa che all’estero, quando si parla di Italia, accanto ai luoghi comuni sulla pizza c’è sempre qualcuno che cita il fascino delle donne, e quindi Claudia Cardinale? Come ha vissuto il ruolo di simbolo di un Paese?
    «Con piacere immenso. Sono molto onorata di fare parte della cultura (immensa) italiana».

    Vede spesso i suoi vecchi film?
    «Quando capita, magari in televisione, con piacere. Ancora meglio se capita al cinema».

    È vero che è stato Luchino Visconti a spingerla a cominciare a fumare?
    «Sì. Ma ora ho smesso! Ho fumato molto ma a 85 anni ho smesso. Meglio tardi che mai».

    Perché all’inizio della carriera la doppiavano?
    «Sicuramente non avevo una voce standard. Avevo una voce poco femminile per i modelli di quegli anni. In più non parlavo benissimo italiano all’inizio! In Tunisia si parlava un siciliano di casa… Ci ho messo un po’ a parlare bene. Non bisogna dimenticare poi che in quegli anni il doppiaggio in Italia era un’istituzione».

    Che ricordo ha di Marcello Mastroianni, che girò con lei Il bell’Antonio?
    «Che mi faceva la corte!»

    E del grande Alain Delon, da poco scomparso? Che rapporto avevate mentre giravate Il Gattopardo?
    «All’inizio un po’ scontroso. Poi quando ha capito che non sarei caduta tra le sue braccia siamo diventati amici e lo siamo rimasti fino alla fine. Ero stata invitata al suo funerale. Purtroppo, il dolore e la mia età non mi hanno dato la forza di andare».

    E Jean Paul Belmondo?
    «Con Belmondo ci divertivamo come bambini. Ci nascondevamo sotto ai tavoli alle cene noiose e ci buttavamo pezzi di pane».

    Saprebbe dire qual è stato il momento più felice della sua vita?
    «Per fortuna in una vita ce ne sono un paio! Ma sicuramente il momento in cui ho lasciato tutto e raggiunto Pasquale (Squitieri, ndr) a New York è stato un momento importante della mia vita».

    C’è un rimpianto, qualcosa che cambierebbe?
    «Sicuramente, ma preferisco non pensarci».

    Il suo più grande desiderio adesso?
    «Vivere serena in compagnia. E che la Fondazione Claudia Cardinale possa aiutare a realizzare opere che ci aiutino ad affrontare le sfide del nostro tempo».

    CHI È
    LA VITA
    Nata a Tunisi il 15 aprile 1938, quando la Tunisia era protettorato francese, da genitori lì natì ma di famiglie siciliane emigrate, Claudia Cardinale, primogenita di casa, ha una sorella e due fratelli. Madre a 20 anni di Patrick, nato dopo uno stupro, è stata moglie del produttore Franco Cristaldi fino al 1975 e poi sino al 1999 compagna del regista Pasquale Squitieri, con cui ha avuto una figlia, Claudia. Ha due nipoti, uno da ciascun figlio.

    LA CARRIERA
    Nella sua carriera lunga quasi 60 anni e cominciata nel 1958 con I soliti ignoti di Mario Monicelli, ha interpretato oltre 120 film.

    I PREMI
    Alla Mostra di Venezia ha vinto un Leone d’Oro alla carriera nel 1993 e un Premio Pasinetti come migliore attrice per Claretta nel 1984. Si è poi aggiudicata tre David di Donatello più uno alla carriera e quattro Nastri d’argento.

    Source: https://www.corriere.it/sette/25_settembre_24/ultima-intervista-claudia-cardinale-e4d64eac-acbc-4ea7-bb0f-a8b7d33e1xlk_amp.shtml
    L'ultima intervista a Claudia Cardinale: «Sono stata felice solo una volta, per amore. E ho un rimpianto, ma preferisco non pensarci» Claudia Cardinale con Alain Delon nella scena del ballo di Angelica e Tancredi deI Il gattopardo , (1963) di Luchino Visconti tratto dal romanzo omonimo di Tomasi di Lampedusa (TITANUS / Album) Ripubblichiamo l'ultima intervista a Claudia Cardinale pubblicata su 7, il magazine del Corriere, lo scorso gennaio: la diva parlava dell'unica volta in cui era stata felice e della sua nostalgia: «Ho un rimpianto, preferisco non pensarci» Claudia Cardinale è morta il 23 settembre 2025. Ripubblichiamo l'ultima intervista concessa a 7, il magazine del Corriere della Sera, nel gennaio di quest'anno. Con quel meraviglioso sorriso di donna irresistibile senza volerlo, Claudia Cardinale venne eletta nel 1957 “la più bella italiana di Tunisia” in un concorso al quale neppure sapeva di avere partecipato, primo passo per venire considerata rapidamente tra le più belle e affascinanti donne del mondo. Sex symbol involontario, soprattutto straordinaria attrice che ha fatto la storia del cinema, Claudia Cardinale è stata la diva che non si prendeva sul serio, così brava e forte da prestarsi a scherzare in televisione, ai tempi del bianco e nero, nello sketch in cui fingeva di saper suonare tutti gli strumenti dell’orchestra, o da accettare la proposta di Alberto Moravia che volle intervistarla «come se fosse un oggetto» per la rivista Esquire. «Quando ride, i suoi occhi diventano due fessure nere, scintillanti con qualche cosa di monellesco, di scatenato, di intenso, di meridionale», disse di lei lo scrittore prima di interrogarla passando in rassegna ogni parte del corpo. Ma lei usava il corpo «come una maschera, come rappresentazione di me stessa», disse poi, e si prestò al gioco. Marcello Mastroianni si innamorò follemente di lei ne Il Bell’Antonio di Mauro Bolognini: nel film, tanto da essere ridotto all’impotenza come nel romanzo di Vitaliano Brancati, e anche nella realtà. Lei lo respinse perché pensava che ci provasse con tutte le attrici, e lo trattò da amico. Di quella storia mancata, sul set e nella vita, resta l’indimenticabile scena sull’altalena. «Claudina», la chiamavano sia Luchino Visconti che Federico Fellini, i grandi maestri del cinema italiano che la scelsero per i due capolavori del 1963, Il Gattopardo con Alain Delon e Burt Lancaster e 8½ di nuovo con Mastroianni. Ma tra i 150 film di Claudia Cardinale ci sono anche quelli girati a Hollywood, o Le pistolere in cui le presunte rivali BB (Brigitte Bardot) e CC (Claudia Cardinale) recitano assieme, e il western di Sergio Leone C’era una volta il West, o Fitzcarraldo di Herzog con Klaus Kinski. Una carriera eccezionale, piena di ruoli diversi e imprevedibili, affrontata con l’impegno e la leggerezza dimostrati nell’intervista esclusiva realizzata in questo inizio del 2025 per 7. Quando si è accorta di essere diventata una diva senza volerlo? «Me ne sono accorta lentamente. Un momento cardine è stato l’anno 1963 quando in sala sono usciti Il Gattopardo e 8 1/2. Ecco, in quel momento ho capito che non ero più una giovane promessa ma che il mondo mi accoglieva come una sua “diva”…» Qual è il suo primo ricordo nel mondo del cinema? «In Tunisia. Davanti alla mia scuola quando René Vautier (un famoso regista e sceneggiatore francese; ndr) si è avvicinato e mi ha chiesto se poteva parlare a mio padre. Poco dopo avrei fatto la mia prima apparizione in un piccolo film, Les anneaux d’or. Ma in quel momento non pensavo assolutamente che sarebbe stato il mio destino». E l’ultimo set al quale ha partecipato? «Con la Fondazione Claudia Cardinale che ho fondato con mia figlia Claudia Squitieri. Abbiamo girato il cortometraggio Un Cardinale Donna di Manuel Maria Perrone. Era un ritratto poetico che mia figlia ha voluto fare di me. L’abbiamo girato nella nostra nuova casa a Nemours nel 2023. Il corto è stato presentato al MoMa di New York durante la retrospettiva di Cinecittà». Può descriverci la casa dove vive adesso? Come l’ha scelta? «È stata una scelta comune con mia figlia Claudia e mio figlio Patrick. Volevo restare in Francia ma ritrovare una vita più vicina alla natura, meno metropolitana. Quindi abbiamo deciso di trasferirci insieme a Nemours. La casa dove viviamo era un’ antica conceria sulla riva del fiume. In questo luogo oggi abbiamo creato un ristorante e dato spazio alla sede della Fondazione». Quali sono i suoi progetti artistici? «Attraverso la Fondazione Claudia Cardinale sosteniamo il percorso di artisti contemporanei nel mondo audio visivo ma non solo. Accogliamo artisti in residenza, facciamo delle mostre, collaboriamo con altre strutture. Oggi è mia figlia, insieme con la sua collaboratrice Perrine Gamot, che dirige la Fondazione, io assisto con gioia al movimento che si crea intorno a me e al quale collaboro volentieri. Abbiamo fatto delle foto con l’artista Marie Losier, ho prestato la mia voce per i progetti di giovani talenti come Friedreih Andreoni e Benedetta Fioravanti…» Ci racconterebbe una sua giornata tipo? C’è un hobby che le piace coltivare? «C’è sempre qualcosa da fare qui in casa. Con il ristorante, la Fondazione… Mi piace andare in giro, ascoltare musica…» LEGGI ANCHE L'attrice Claudia Cardinale è morta a 87 anni: viveva vicino a Parigi, i figli accanto a lei di Maurizio Porro Claudia Cardinale, la sua vita in un'intervista: «Dissi no a Brando e Delon. Su me e Chirac voci false. A Patrick avrei dovuto dire prima che era mio figlio, non mio fratello» di Aldo Cazzullo e Stefano Montefiori Claudia Cardinale, bellissima e inafferabile, non fu mai schiava di un solo personaggio di Paolo Mereghetti Le ultime ore di Claudia Cardinale a Nemours. La figlia: «Qui aveva ricreato la grande casa italiana in cui ha vissuto tutta la vita» di Stefano Montefiori Claudia Cardinale e Milano: addio alla «Ginetta», era l'ultima grande interprete di «Rocco e i suoi fratelli» di Maurizio Porro Perché tanto tempo fa ha scelto di vivere in Francia e non in Italia? «Chi lo sa… In fondo la mia prima lingua, e la mia prima cultura sono state quella francese, seppur attraverso la Tunisia. In Italia vivevo un po’ rinchiusa. Era difficile avere una vita normale. Fare la spesa, andare a passeggio. In Francia ho trovato un Paese amico in cui il rapporto con le persone pubbliche è un po’ più vivibile che in Italia. Almeno per me in quegli anni era così». Quale Paese ama di più? «La Tunisia. Lo ammetto. Amo la Francia, amo l’Italia ma la Tunisia resta per me il Paese del cuore». Che ricordo ne ha? «Tanti. Tutta la mia infanzia. Mi ricorda mia madre, mio padre, un tempo sospeso prima che la mia vita diventasse una corsa!» Lo sa che all’estero, quando si parla di Italia, accanto ai luoghi comuni sulla pizza c’è sempre qualcuno che cita il fascino delle donne, e quindi Claudia Cardinale? Come ha vissuto il ruolo di simbolo di un Paese? «Con piacere immenso. Sono molto onorata di fare parte della cultura (immensa) italiana». Vede spesso i suoi vecchi film? «Quando capita, magari in televisione, con piacere. Ancora meglio se capita al cinema». È vero che è stato Luchino Visconti a spingerla a cominciare a fumare? «Sì. Ma ora ho smesso! Ho fumato molto ma a 85 anni ho smesso. Meglio tardi che mai». Perché all’inizio della carriera la doppiavano? «Sicuramente non avevo una voce standard. Avevo una voce poco femminile per i modelli di quegli anni. In più non parlavo benissimo italiano all’inizio! In Tunisia si parlava un siciliano di casa… Ci ho messo un po’ a parlare bene. Non bisogna dimenticare poi che in quegli anni il doppiaggio in Italia era un’istituzione». Che ricordo ha di Marcello Mastroianni, che girò con lei Il bell’Antonio? «Che mi faceva la corte!» E del grande Alain Delon, da poco scomparso? Che rapporto avevate mentre giravate Il Gattopardo? «All’inizio un po’ scontroso. Poi quando ha capito che non sarei caduta tra le sue braccia siamo diventati amici e lo siamo rimasti fino alla fine. Ero stata invitata al suo funerale. Purtroppo, il dolore e la mia età non mi hanno dato la forza di andare». E Jean Paul Belmondo? «Con Belmondo ci divertivamo come bambini. Ci nascondevamo sotto ai tavoli alle cene noiose e ci buttavamo pezzi di pane». Saprebbe dire qual è stato il momento più felice della sua vita? «Per fortuna in una vita ce ne sono un paio! Ma sicuramente il momento in cui ho lasciato tutto e raggiunto Pasquale (Squitieri, ndr) a New York è stato un momento importante della mia vita». C’è un rimpianto, qualcosa che cambierebbe? «Sicuramente, ma preferisco non pensarci». Il suo più grande desiderio adesso? «Vivere serena in compagnia. E che la Fondazione Claudia Cardinale possa aiutare a realizzare opere che ci aiutino ad affrontare le sfide del nostro tempo». CHI È LA VITA Nata a Tunisi il 15 aprile 1938, quando la Tunisia era protettorato francese, da genitori lì natì ma di famiglie siciliane emigrate, Claudia Cardinale, primogenita di casa, ha una sorella e due fratelli. Madre a 20 anni di Patrick, nato dopo uno stupro, è stata moglie del produttore Franco Cristaldi fino al 1975 e poi sino al 1999 compagna del regista Pasquale Squitieri, con cui ha avuto una figlia, Claudia. Ha due nipoti, uno da ciascun figlio. LA CARRIERA Nella sua carriera lunga quasi 60 anni e cominciata nel 1958 con I soliti ignoti di Mario Monicelli, ha interpretato oltre 120 film. I PREMI Alla Mostra di Venezia ha vinto un Leone d’Oro alla carriera nel 1993 e un Premio Pasinetti come migliore attrice per Claretta nel 1984. Si è poi aggiudicata tre David di Donatello più uno alla carriera e quattro Nastri d’argento. Source: https://www.corriere.it/sette/25_settembre_24/ultima-intervista-claudia-cardinale-e4d64eac-acbc-4ea7-bb0f-a8b7d33e1xlk_amp.shtml
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  • TUTTI A ROMA
    Manifestazione nazionale
    Sabato 18 ottobre 2025
    ore 15:00 – 19:00
    Piazza Santi Apostoli

    Il sindacato Di.Co.Si. ContiamoCi! chiama a raccolta tutti per chiedere VERITÀ e GIUSTIZIA

    Il momento è ORA: chiediamo trasparenza, verità e giustizia per chi ha subito sospensioni e discriminazioni, per le persone danneggiate da vaccino e per i bambini penalizzati dalla legge Lorenzin.

    Scarica e condividi il comunicato ufficiale:
    https://www.dicosicontiamoci.it/post/il-momento-è-ora-manifestazione-nazionale-a-roma

    Invitiamo cittadini, associazioni e realtà sociali a unirsi per difendere lavoro, salute, libertà e diritti fondamentali.
    Nessuno deve sentirsi solo.

    #IlMomentoÈOra #VeritàeGiustizia #ContiamoCi #18OttobreRoma
    â€ŧī¸TUTTI A ROMAâ€ŧī¸ Manifestazione nazionale Sabato 18 ottobre 2025 ore 15:00 – 19:00 Piazza Santi Apostoli Il sindacato Di.Co.Si. ContiamoCi! chiama a raccolta tutti per chiedere VERITÀ e GIUSTIZIA Il momento è ORA: chiediamo trasparenza, verità e giustizia per chi ha subito sospensioni e discriminazioni, per le persone danneggiate da vaccino e per i bambini penalizzati dalla legge Lorenzin. 👉 Scarica e condividi il comunicato ufficiale: https://www.dicosicontiamoci.it/post/il-momento-è-ora-manifestazione-nazionale-a-roma Invitiamo cittadini, associazioni e realtà sociali a unirsi per difendere lavoro, salute, libertà e diritti fondamentali. Nessuno deve sentirsi solo. #IlMomentoÈOra #VeritàeGiustizia #ContiamoCi #18OttobreRoma
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  • “Lascia che quel miracolo della sua vita sia anche la tua svolta”

    Il discorso integrale di Erika Kirk

    Dio vi benedica tutti per essere venuti qui da tutto il mondo, per onorare e celebrare il mio Charlie. A pochi chilometri da qui, due anni fa, all'America Fest 2023, Charlie ha tenuto un discorso sul palco per il nostro evento TP USA Faith. Charlie ama parlare a braccio. È molto bravo in questo, senza un copione. Quindi personalmente non sapevo cosa avrebbe detto. E ciò di cui ha scelto di parlare quel giorno è stata la sua sottomissione alla volontà di Dio. Ha citato uno dei suoi versetti biblici preferiti, Isaia 6:8. "Eccomi, Signore. Manda me".

    Dopo che Charlie ebbe finito, l'ho incontrato nel backstage e gli ho parlato, non lo dimenticherò mai. Gli ho detto: "Charlie, tesoro, per favore parlami la prossima volta prima di dire quella frase. Perché quando dici una cosa del genere, c'è così tanta potenza, quando dici: ‘Eccomi, Signore, usami’, che Dio ti prenderà in parola”. E lo ha fatto con Charlie.

    Undici giorni fa Dio ha accettato quella totale resa di mio marito e lo ha chiamato al suo fianco. Più di ogni altra cosa, Charlie voleva fare non la sua volontà, ma quella di Dio. E in questi ultimi 11 giorni, nonostante tutto il dolore, mai prima d'ora ho trovato tanto conforto come ora nelle parole del Padre Nostro: "Sia fatta la tua volontà". L'amore di Dio mi è stato rivelato proprio il giorno in cui mio marito è stato assassinato.

    Nel pomeriggio del 10 settembre sono arrivata in un ospedale dello Utah per fare l'impensabile: vedere il corpo assassinato di mio marito. Ho visto la ferita che gli ha tolto la vita, ho provato tutto quello che ci si aspetterebbe di provare: h o provato shock, ho provato orrore e un dolore al cuore che non sapevo nemmeno esistesse, ma c'era anche qualcos'altro. Anche nella morte, potevo vedere l'uomo che amo. Ho visto l'unico capello grigio su un lato della sua testa, di cui non gli avevo mai parlato. Ora lo sa. Scusa, tesoro, te lo dico ora. Ma non gliel'ho mai detto. Non volevo. Ho visto anche questo. Ho visto anche sulle sue labbra un flebile sorriso. E questo mi ha detto qualcosa di importante. Mi ha rivelato una grande misericordia di Dio in questa tragedia. Quando l'ho visto, ho capito che Charlie non aveva sofferto. Persino il medico mi ha detto che la sua morte era stata qualcosa di così istantanea che, anche se Charlie fosse stato colpito dentro sala operatoria stessa, non si sarebbe potuto fare nulla. Non c'era dolore. Non c'è paura, non c'è agonia. Un attimo prima Charlie stava facendo ciò che amava: discuteva e dibatteva nel campus, lottava per il Vangelo e la verità di fronte a una grande folla e poi ha chiuso i suoi occhi e si è trovato di fronte al suo salvatore in Paradiso. E tutti i misteri celesti gli sono stati rivelati.

    L'amore di Dio ha continuato a rivelarsarsi su di me nei giorni successivi. Il giorno dopo, sulla pista dell'Air Force Two, mi sono confrontata con Usha Vance, una donna preziosa. Le tebevo la mano e le ho detto onestamente: "Non so come posso affrontare tutto questo". Mi ha risposto così: "Sai, quando sei su un aereo con i tuoi figli e sono gli ultimi 15 minuti di volo e la situazione è caotica. I bambini non collaborano, i giocattoli volano ovunque e tutti urlano. E pensi: "Non vedo l'ora che questo volo atterri. E mancano 15 minuti al tuo arrivo". E mi disse: "Supererai questi 15 minuti e anche i successivi 15 minuti". Usha, non credo che tu te ne sia resa conto allora, ma quelle parole erano esattamente ciò che avevo bisogno di sentire. Ma soprattutto, la misericordia e l'amore di Dio mi sono stati rivelati in questi ultimi dieci giorni.

    Dopo l'assassinio di Charlie, non abbiamo visto violenza. Non abbiamo visto rivolte. Non abbiamo visto la rivoluzione, invece, abbiamo visto ciò che mio marito ha sempre pregato di vedere in questo Paese: abbiamo visto un risveglio. La scorsa settimana, abbiamo visto persone aprire una Bibbia per la prima volta in un decennio, abbiamo visto persone pregare per la prima volta da quando erano bambini, abbiamo visto persone andare a una funzione religiosa per la prima volta in tutta la loro vita.

    A Charlie piaceva tenere un diario, e lo dico perché lo faceva per ricordare momenti importanti e frasi che lo avevano segnato. E una delle cose che scrisse nel suo diario era questa: Ogni volta che prendi una decisione, questa lascia un segno nella tua anima. A quelli di voi là fuori che hanno appena preso quella decisione e hanno fatto il primo passo verso una vita spirituale, dico “grazie e benvenuti”. Un giorno, spero che guardiate indietro e vi rendiate conto che è stata la decisione più importante della vostra vita. Perché lo è. Per tutti voi. Lo è. Per tutti voi che siete già credenti. È vostro compito guidare queste persone. Non prendetelo alla leggera. Annaffiate il seme della loro fede. Proteggetelo e aiutatelo a crescere.

    Ogni giorno, mentre Charlie entrava in ufficio, scorreva la sua lista dei contatti – e so che molti di voi erano tra questi – scorreva la sua lista dei contatti e inviava i versetti della Bibbia del giorno. Sapeva che la fede è un'abitudine, più la vivi, più cresce, ma sappi anche questo: il seme è stato appena piantato, il nemico ti tenterà di più in un momento come questo, Dio sarà sempre lì per te, ma tu devi scegliere di orientare la tua anima ogni giorno, ancora e ancora nella direzione di Cristo. Prega ancora, leggi di nuovo la Bibbia, vai in chiesa domenica, e la domenica successiva, e quella dopo ancoraE liberati dalle tentazioni e dalle catene di questo mondo. Essere un seguace di Cristo non è facile. Non è previsto che lo fosse.

    Gesù ha detto: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua". Ha detto che sarebbe stato perseguitato, ha detto che saremmo stati perseguitati. Charlie lo sapeva, e ha portato con letizia la sua croce fino alla fine. Voglio che tutti voi lo sappiate, certo Charlie è morto troppo presto, ma era anche pronto a morire. Non c'era niente, niente che stesse rimandando, che fosse troppo difficile o troppo faticoso o niente che semplicemente non volesse fare, ha lasciato questo mondo senza rimpianti. Ha fatto il 100% di quello che poteva ogni giorno. E vi dico un’altra cosa. Charlie è morto con un lavoro incompiuto, ma non con una missione in sospeso.

    Mi mancherà. Mi mancherà tantissimo. Perché il nostro matrimonio e la nostra famiglia erano bellissimi. Lo sono ancora. La causa più importante nella vita di Charlie era cercare di far rivivere la famiglia americana. Quando parlava ai giovani, era sempre desideroso di raccontare loro la visione di Dio sul matrimonio e di come, se avessero avuto il coraggio di viverla, avrebbe arricchito ogni aspetto della loro vita, proprio come aveva arricchito la nostra. Una volta qualcuno mi è stato chiesto come facessimo io e Charlie a mantenere così forte il nostro matrimonio quando lui era impegnato in viaggio. Era il nostro piccolo segreto, lettere d'amore. Ogni sabato, Charlie me ne scriveva uno. Non ha mai saltato un sabato. E in ognuno di quei bigliettini, mi raccontava qual era stato il momento clou della settimana, quanto fosse grato per me e per i nostri bambini. E alla fine, concludeva sempre con la domanda più bella, concludeva sempre chiedendo: "Per favore, fammi sapere come posso servirti meglio come marito, dimmi come posso essere un marito migliore".

    Charlie aveva perfettamente compreso il ruolo di Dio per un marito cristiano: un uomo che guida per poter essere a servizio. A tutti gli uomini che guardano da tutto il mondo, accettate la sfida di Charlie e abbracciate la vera virilità: siate forti e coraggiosi per le vostre famiglie, amate le vostre mogli e guidatele, amate i vostri figli e proteggeteli, siate la guida della vostra casa anche nella fede. Ma per favore, siate una guida degna di essere seguita da vostra moglie. Vostra moglie non è la vostra serva, vostra moglie non è la vostra dipendente, non è la vostra schiava. È la vostra alleata, non siete rivali. Siete una sola carne. Lavorate insieme per la gloria di Dio.

    Ero la confidente di Charlie. Ero la sua fortezza, la sua consigliera più vicina e fidata, la sua migliore amica. Mi sono riversata su di lui e l'ho amato profondamente. Gli ho dato forza perché il suo amore per me mi spingeva a essere una moglie migliore. Ogni giorno mi onorava. E pregavo di poter essere la moglie che Dio voleva che fossi per mio marito.

    Donne, ho una sfida anche per voi: siate virtuose. La nostra forza risiede nel disegno di Dio per il nostro ruolo, siamo le custodi, siamo quelle che incoraggiano, siamo quelle che preservano. Custodite il vostro cuore. Tutto ciò che fate scaturisce da esso. E se siete madri, vi prego di riconoscere che questo è il compito più importante che avete. Noi cercavamo di accompagnarlo quando potevamo, ma mi assicuravo che, quando Charlie tornava dal lavoro, quello fosse il suo luogo sacro, lontano dalle preoccupazioni del mondo. Non lo facevo sentire in colpa per essere stato via troppo a lungo o troppo a lungo, o per essere tornato a casa troppo tardi, gli dicevo sempre che la casa era qui per lui, pronta ad accoglierlo. E l'ho trasformata nel posto in cui voleva tornare il prima possibile quando era in viaggio.

    Non si tenevano i conti fra noi, eravamo una squadra che lavorava insieme per la stessa missione. Non ho mai voluto essere quella che si frapponeva tra Charlie e il compito che Dio aveva preparato per lui e gli aveva assegnato, e sapevo che Charlie avrebbe sempre fatto del suo meglio per esser mio alleato. Il mio matrimonio con Charlie è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata, e so che è stata la cosa migliore che sia mai capitata anche a lui. Voleva che tutti provassero quella gioia.

    Ed è questo che rende così bello il progetto di Dio per il matrimonio: che tutti possono. Potrei parlarne all'infinito. Negli anni a venire, lo farò. Ma la missione di Charlie, soprattutto, era rivolta direttamente a coloro che non sono sposati. Aveva scelto un nome appropriato per la sua organizzazione, sapeva che le cose non andavano bene in America, e soprattutto tra i giovani, e che avevano bisogno di una nuova direzione. Charlie desiderava ardentemente raggiungere e salvare i Ragazzi Perduti del West, i giovani che si sentono senza direzione, senza scopo, senza fede e senza motivo di vivere, uomini che sprecano la loro vita in distrazioni, consumati dal risentimento, dalla rabbia e dall'odio. Charlie voleva aiutarli. Voleva che trovassero una casa con Turning Point USA, e quando andava al campus, voleva mostrare loro un percorso migliore e una vita migliore, che era a portata di tutti, lui volava mostrarglielo.

    Mio marito, Charlie. Voleva salvare giovani uomini, proprio come quello che gli ha tolto la vita, oh. quel giovane. Sulla croce il nostro Salvatore disse: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno". Quell'uomo, quel giovane, io lo perdono. Lo perdono perché è ciò che Cristo ha fatto nella sua vita. Ciò che Charlie avrebbe fatto. La risposta all'odio non è l'odio. La risposta che conosciamo dal Vangelo è l'amore, e sempre amore.

    Amore per i nostri nemici e amore per coloro che ci perseguitano.

    Il mondo ha bisogno di Turning Point USA. Ha bisogno di un gruppo che allontani i giovani dal sentiero della miseria e del peccato. Ha bisogno di qualcosa che allontani le persone dall'inferno in questo mondo e nell'altro. Ha bisogno di giovani indirizzati verso la verità e la bellezza. E quindi vi prometto, oggi, che ogni aspetto del nostro lavoro diventerà più grande.

    Sono immensamente onorato di essere il nuovo CEO di Turning Point USA, non lo prendo alla leggera, Charlie ed io eravamo uniti nello stesso obiettivo, la sua passione era la mia passione. E ora la sua missione è la mia missione. Tutto ciò che Turning Point USA ha costruito grazie alla visione e al duro lavoro di Charlie, lo renderò dieci volte più grande grazie al potere della sua memoria. USA Faith aggiungerà migliaia di nuovi pastori e decine di membri della congregazione. E sì, gli eventi del campus continueranno e continueremo a tenere dibattiti e confronti.

    Il Primo Emendamento della nostra Costituzione è l'emendamento più umano. Siamo esseri naturalmente parlanti, naturalmente credenti, e il Primo Emendamento protegge il nostro diritto a fare entrambe le cose. Nessun assassino ci impedirà mai di difendere questi diritti. Mai. Perché quando si mina il confronto, quando si spezza il dialogo, questo è ciò che accade. Quando perdiamo la capacità e la volontà di comunicare otteniamo violenza.

    E mentre sono qui ora e guardo questa bellissima foto di mio marito davanti a me, appesa allo stadio, penso a mio marito 13 anni fa. Non l'avevo ancora incontrato. Aveva 18 anni. Un uomo. Appena uscito dal liceo, che correva per i corridoi della Camera dei Rappresentanti senza un dollaro in tasca e un solo contatto sul telefono. Chi lo vedeva diceva che non sapeva cosa stava facendo, ma lui lo sapeva. Sapeva cosa stava facendo. Sapeva esattamente cosa stava facendo. Avrebbe cambiato il mondo. E lo ha fatto.

    La vita di Charlie è stata una svolta per questo Paese. È stato un miracolo. Lascia che quel miracolo della sua vita sia anche la tua svolta: scegli la preghiera, scegli il coraggio, scegli la bellezza, scegli l'avventura, scegli la famiglia, scegli una vita di fede, soprattutto, scegli Cristo. Ti amo, Charlie, tesoro. E ti renderò orgoglioso.

    Dio vi benedica tutti. E Dio benedica l'America.
    “Lascia che quel miracolo della sua vita sia anche la tua svolta” Il discorso integrale di Erika Kirk Dio vi benedica tutti per essere venuti qui da tutto il mondo, per onorare e celebrare il mio Charlie. A pochi chilometri da qui, due anni fa, all'America Fest 2023, Charlie ha tenuto un discorso sul palco per il nostro evento TP USA Faith. Charlie ama parlare a braccio. È molto bravo in questo, senza un copione. Quindi personalmente non sapevo cosa avrebbe detto. E ciò di cui ha scelto di parlare quel giorno è stata la sua sottomissione alla volontà di Dio. Ha citato uno dei suoi versetti biblici preferiti, Isaia 6:8. "Eccomi, Signore. Manda me". Dopo che Charlie ebbe finito, l'ho incontrato nel backstage e gli ho parlato, non lo dimenticherò mai. Gli ho detto: "Charlie, tesoro, per favore parlami la prossima volta prima di dire quella frase. Perché quando dici una cosa del genere, c'è così tanta potenza, quando dici: ‘Eccomi, Signore, usami’, che Dio ti prenderà in parola”. E lo ha fatto con Charlie. Undici giorni fa Dio ha accettato quella totale resa di mio marito e lo ha chiamato al suo fianco. Più di ogni altra cosa, Charlie voleva fare non la sua volontà, ma quella di Dio. E in questi ultimi 11 giorni, nonostante tutto il dolore, mai prima d'ora ho trovato tanto conforto come ora nelle parole del Padre Nostro: "Sia fatta la tua volontà". L'amore di Dio mi è stato rivelato proprio il giorno in cui mio marito è stato assassinato. Nel pomeriggio del 10 settembre sono arrivata in un ospedale dello Utah per fare l'impensabile: vedere il corpo assassinato di mio marito. Ho visto la ferita che gli ha tolto la vita, ho provato tutto quello che ci si aspetterebbe di provare: h o provato shock, ho provato orrore e un dolore al cuore che non sapevo nemmeno esistesse, ma c'era anche qualcos'altro. Anche nella morte, potevo vedere l'uomo che amo. Ho visto l'unico capello grigio su un lato della sua testa, di cui non gli avevo mai parlato. Ora lo sa. Scusa, tesoro, te lo dico ora. Ma non gliel'ho mai detto. Non volevo. Ho visto anche questo. Ho visto anche sulle sue labbra un flebile sorriso. E questo mi ha detto qualcosa di importante. Mi ha rivelato una grande misericordia di Dio in questa tragedia. Quando l'ho visto, ho capito che Charlie non aveva sofferto. Persino il medico mi ha detto che la sua morte era stata qualcosa di così istantanea che, anche se Charlie fosse stato colpito dentro sala operatoria stessa, non si sarebbe potuto fare nulla. Non c'era dolore. Non c'è paura, non c'è agonia. Un attimo prima Charlie stava facendo ciò che amava: discuteva e dibatteva nel campus, lottava per il Vangelo e la verità di fronte a una grande folla e poi ha chiuso i suoi occhi e si è trovato di fronte al suo salvatore in Paradiso. E tutti i misteri celesti gli sono stati rivelati. L'amore di Dio ha continuato a rivelarsarsi su di me nei giorni successivi. Il giorno dopo, sulla pista dell'Air Force Two, mi sono confrontata con Usha Vance, una donna preziosa. Le tebevo la mano e le ho detto onestamente: "Non so come posso affrontare tutto questo". Mi ha risposto così: "Sai, quando sei su un aereo con i tuoi figli e sono gli ultimi 15 minuti di volo e la situazione è caotica. I bambini non collaborano, i giocattoli volano ovunque e tutti urlano. E pensi: "Non vedo l'ora che questo volo atterri. E mancano 15 minuti al tuo arrivo". E mi disse: "Supererai questi 15 minuti e anche i successivi 15 minuti". Usha, non credo che tu te ne sia resa conto allora, ma quelle parole erano esattamente ciò che avevo bisogno di sentire. Ma soprattutto, la misericordia e l'amore di Dio mi sono stati rivelati in questi ultimi dieci giorni. Dopo l'assassinio di Charlie, non abbiamo visto violenza. Non abbiamo visto rivolte. Non abbiamo visto la rivoluzione, invece, abbiamo visto ciò che mio marito ha sempre pregato di vedere in questo Paese: abbiamo visto un risveglio. La scorsa settimana, abbiamo visto persone aprire una Bibbia per la prima volta in un decennio, abbiamo visto persone pregare per la prima volta da quando erano bambini, abbiamo visto persone andare a una funzione religiosa per la prima volta in tutta la loro vita. A Charlie piaceva tenere un diario, e lo dico perché lo faceva per ricordare momenti importanti e frasi che lo avevano segnato. E una delle cose che scrisse nel suo diario era questa: Ogni volta che prendi una decisione, questa lascia un segno nella tua anima. A quelli di voi là fuori che hanno appena preso quella decisione e hanno fatto il primo passo verso una vita spirituale, dico “grazie e benvenuti”. Un giorno, spero che guardiate indietro e vi rendiate conto che è stata la decisione più importante della vostra vita. Perché lo è. Per tutti voi. Lo è. Per tutti voi che siete già credenti. È vostro compito guidare queste persone. Non prendetelo alla leggera. Annaffiate il seme della loro fede. Proteggetelo e aiutatelo a crescere. Ogni giorno, mentre Charlie entrava in ufficio, scorreva la sua lista dei contatti – e so che molti di voi erano tra questi – scorreva la sua lista dei contatti e inviava i versetti della Bibbia del giorno. Sapeva che la fede è un'abitudine, più la vivi, più cresce, ma sappi anche questo: il seme è stato appena piantato, il nemico ti tenterà di più in un momento come questo, Dio sarà sempre lì per te, ma tu devi scegliere di orientare la tua anima ogni giorno, ancora e ancora nella direzione di Cristo. Prega ancora, leggi di nuovo la Bibbia, vai in chiesa domenica, e la domenica successiva, e quella dopo ancoraE liberati dalle tentazioni e dalle catene di questo mondo. Essere un seguace di Cristo non è facile. Non è previsto che lo fosse. Gesù ha detto: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua". Ha detto che sarebbe stato perseguitato, ha detto che saremmo stati perseguitati. Charlie lo sapeva, e ha portato con letizia la sua croce fino alla fine. Voglio che tutti voi lo sappiate, certo Charlie è morto troppo presto, ma era anche pronto a morire. Non c'era niente, niente che stesse rimandando, che fosse troppo difficile o troppo faticoso o niente che semplicemente non volesse fare, ha lasciato questo mondo senza rimpianti. Ha fatto il 100% di quello che poteva ogni giorno. E vi dico un’altra cosa. Charlie è morto con un lavoro incompiuto, ma non con una missione in sospeso. Mi mancherà. Mi mancherà tantissimo. Perché il nostro matrimonio e la nostra famiglia erano bellissimi. Lo sono ancora. La causa più importante nella vita di Charlie era cercare di far rivivere la famiglia americana. Quando parlava ai giovani, era sempre desideroso di raccontare loro la visione di Dio sul matrimonio e di come, se avessero avuto il coraggio di viverla, avrebbe arricchito ogni aspetto della loro vita, proprio come aveva arricchito la nostra. Una volta qualcuno mi è stato chiesto come facessimo io e Charlie a mantenere così forte il nostro matrimonio quando lui era impegnato in viaggio. Era il nostro piccolo segreto, lettere d'amore. Ogni sabato, Charlie me ne scriveva uno. Non ha mai saltato un sabato. E in ognuno di quei bigliettini, mi raccontava qual era stato il momento clou della settimana, quanto fosse grato per me e per i nostri bambini. E alla fine, concludeva sempre con la domanda più bella, concludeva sempre chiedendo: "Per favore, fammi sapere come posso servirti meglio come marito, dimmi come posso essere un marito migliore". Charlie aveva perfettamente compreso il ruolo di Dio per un marito cristiano: un uomo che guida per poter essere a servizio. A tutti gli uomini che guardano da tutto il mondo, accettate la sfida di Charlie e abbracciate la vera virilità: siate forti e coraggiosi per le vostre famiglie, amate le vostre mogli e guidatele, amate i vostri figli e proteggeteli, siate la guida della vostra casa anche nella fede. Ma per favore, siate una guida degna di essere seguita da vostra moglie. Vostra moglie non è la vostra serva, vostra moglie non è la vostra dipendente, non è la vostra schiava. È la vostra alleata, non siete rivali. Siete una sola carne. Lavorate insieme per la gloria di Dio. Ero la confidente di Charlie. Ero la sua fortezza, la sua consigliera più vicina e fidata, la sua migliore amica. Mi sono riversata su di lui e l'ho amato profondamente. Gli ho dato forza perché il suo amore per me mi spingeva a essere una moglie migliore. Ogni giorno mi onorava. E pregavo di poter essere la moglie che Dio voleva che fossi per mio marito. Donne, ho una sfida anche per voi: siate virtuose. La nostra forza risiede nel disegno di Dio per il nostro ruolo, siamo le custodi, siamo quelle che incoraggiano, siamo quelle che preservano. Custodite il vostro cuore. Tutto ciò che fate scaturisce da esso. E se siete madri, vi prego di riconoscere che questo è il compito più importante che avete. Noi cercavamo di accompagnarlo quando potevamo, ma mi assicuravo che, quando Charlie tornava dal lavoro, quello fosse il suo luogo sacro, lontano dalle preoccupazioni del mondo. Non lo facevo sentire in colpa per essere stato via troppo a lungo o troppo a lungo, o per essere tornato a casa troppo tardi, gli dicevo sempre che la casa era qui per lui, pronta ad accoglierlo. E l'ho trasformata nel posto in cui voleva tornare il prima possibile quando era in viaggio. Non si tenevano i conti fra noi, eravamo una squadra che lavorava insieme per la stessa missione. Non ho mai voluto essere quella che si frapponeva tra Charlie e il compito che Dio aveva preparato per lui e gli aveva assegnato, e sapevo che Charlie avrebbe sempre fatto del suo meglio per esser mio alleato. Il mio matrimonio con Charlie è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata, e so che è stata la cosa migliore che sia mai capitata anche a lui. Voleva che tutti provassero quella gioia. Ed è questo che rende così bello il progetto di Dio per il matrimonio: che tutti possono. Potrei parlarne all'infinito. Negli anni a venire, lo farò. Ma la missione di Charlie, soprattutto, era rivolta direttamente a coloro che non sono sposati. Aveva scelto un nome appropriato per la sua organizzazione, sapeva che le cose non andavano bene in America, e soprattutto tra i giovani, e che avevano bisogno di una nuova direzione. Charlie desiderava ardentemente raggiungere e salvare i Ragazzi Perduti del West, i giovani che si sentono senza direzione, senza scopo, senza fede e senza motivo di vivere, uomini che sprecano la loro vita in distrazioni, consumati dal risentimento, dalla rabbia e dall'odio. Charlie voleva aiutarli. Voleva che trovassero una casa con Turning Point USA, e quando andava al campus, voleva mostrare loro un percorso migliore e una vita migliore, che era a portata di tutti, lui volava mostrarglielo. Mio marito, Charlie. Voleva salvare giovani uomini, proprio come quello che gli ha tolto la vita, oh. quel giovane. Sulla croce il nostro Salvatore disse: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno". Quell'uomo, quel giovane, io lo perdono. Lo perdono perché è ciò che Cristo ha fatto nella sua vita. Ciò che Charlie avrebbe fatto. La risposta all'odio non è l'odio. La risposta che conosciamo dal Vangelo è l'amore, e sempre amore. Amore per i nostri nemici e amore per coloro che ci perseguitano. Il mondo ha bisogno di Turning Point USA. Ha bisogno di un gruppo che allontani i giovani dal sentiero della miseria e del peccato. Ha bisogno di qualcosa che allontani le persone dall'inferno in questo mondo e nell'altro. Ha bisogno di giovani indirizzati verso la verità e la bellezza. E quindi vi prometto, oggi, che ogni aspetto del nostro lavoro diventerà più grande. Sono immensamente onorato di essere il nuovo CEO di Turning Point USA, non lo prendo alla leggera, Charlie ed io eravamo uniti nello stesso obiettivo, la sua passione era la mia passione. E ora la sua missione è la mia missione. Tutto ciò che Turning Point USA ha costruito grazie alla visione e al duro lavoro di Charlie, lo renderò dieci volte più grande grazie al potere della sua memoria. USA Faith aggiungerà migliaia di nuovi pastori e decine di membri della congregazione. E sì, gli eventi del campus continueranno e continueremo a tenere dibattiti e confronti. Il Primo Emendamento della nostra Costituzione è l'emendamento più umano. Siamo esseri naturalmente parlanti, naturalmente credenti, e il Primo Emendamento protegge il nostro diritto a fare entrambe le cose. Nessun assassino ci impedirà mai di difendere questi diritti. Mai. Perché quando si mina il confronto, quando si spezza il dialogo, questo è ciò che accade. Quando perdiamo la capacità e la volontà di comunicare otteniamo violenza. E mentre sono qui ora e guardo questa bellissima foto di mio marito davanti a me, appesa allo stadio, penso a mio marito 13 anni fa. Non l'avevo ancora incontrato. Aveva 18 anni. Un uomo. Appena uscito dal liceo, che correva per i corridoi della Camera dei Rappresentanti senza un dollaro in tasca e un solo contatto sul telefono. Chi lo vedeva diceva che non sapeva cosa stava facendo, ma lui lo sapeva. Sapeva cosa stava facendo. Sapeva esattamente cosa stava facendo. Avrebbe cambiato il mondo. E lo ha fatto. La vita di Charlie è stata una svolta per questo Paese. È stato un miracolo. Lascia che quel miracolo della sua vita sia anche la tua svolta: scegli la preghiera, scegli il coraggio, scegli la bellezza, scegli l'avventura, scegli la famiglia, scegli una vita di fede, soprattutto, scegli Cristo. Ti amo, Charlie, tesoro. E ti renderò orgoglioso. Dio vi benedica tutti. E Dio benedica l'America.
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  • Ieri sera a Londra si sono svolti i 'National Diversity Awards'. Il premio "Modello di ruolo positivo" è stato assegnato a Katie Neeves, un uomo che raccoglie fondi tramite crowdfunding per far la CASTRAZIONE CHIMICA. Preciamente., per farsì che i bambini maschi ricevano farmaci bloccanti la pubertà e dice loro che "non hanno bisogno del permesso dei genitori".
    Amazon HSBC_ la mega banca in UK, OVO Energy e British Telecom hanno pagato per l'evento, sponsorizzandolo. Questi soggetti e movimenti esistono perchè sono finanziati dalle multinazionali

    G.Zibordi

    Source: https://x.com/pbecchi/status/1969688334239773137?t=-rE2HQP5tf33bpb7J2WeXQ&s=19
    Ieri sera a Londra si sono svolti i 'National Diversity Awards'. Il premio "Modello di ruolo positivo" è stato assegnato a Katie Neeves, un uomo che raccoglie fondi tramite crowdfunding per far la CASTRAZIONE CHIMICA. Preciamente., per farsì che i bambini maschi ricevano farmaci bloccanti la pubertà e dice loro che "non hanno bisogno del permesso dei genitori". Amazon HSBC_ la mega banca in UK, OVO Energy e British Telecom hanno pagato per l'evento, sponsorizzandolo. Questi soggetti e movimenti esistono perchè sono finanziati dalle multinazionali G.Zibordi Source: https://x.com/pbecchi/status/1969688334239773137?t=-rE2HQP5tf33bpb7J2WeXQ&s=19
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  • I CITTADINI DELL'UE SONO STATI I CAVIE DEL LABORATORIO DEL "VACCINO" COVID


    La Commissione UE ha dovuto ammettere ora, costretta da un'interrogazione parlamentare del deputato FPÖ Gerald Hauser,

    https://tkp.at/2025/09/15/eu-kommission-gesteht-geimpfte-waren-laborratten/

    che le vaccinazioni Covid sono state somministrate senza dati completi sulla sicurezza.

    Nel contratto firmato era scritto esplicitamente:

    Gli Stati membri accettano che gli effetti a lungo termine e l'efficacia non sono noti e che possono verificarsi effetti collaterali sconosciuti.
    Nonostante ciò, larga parte della popolazione UE è stata vaccinata.

    Mentre negli USA le autorizzazioni di emergenza sono state revocate, le iniezioni geniche sono ancora liberamente disponibili nell'UE, anche per bambini, donne incinte e persone sane.

    La Commissione ha trattato le persone in Europa come cavie da laboratorio e si rifiuta ancora oggi di rivedere radicalmente la politica vaccinale.

    #Radio28Tv

    Source: https://t.me/radio28tv
    I CITTADINI DELL'UE SONO STATI I CAVIE DEL LABORATORIO DEL "VACCINO" COVID 👉 La Commissione UE ha dovuto ammettere ora, costretta da un'interrogazione parlamentare del deputato FPÖ Gerald Hauser, https://tkp.at/2025/09/15/eu-kommission-gesteht-geimpfte-waren-laborratten/ che le vaccinazioni Covid sono state somministrate senza dati completi sulla sicurezza. 📑 Nel contratto firmato era scritto esplicitamente: Gli Stati membri accettano che gli effetti a lungo termine e l'efficacia non sono noti e che possono verificarsi effetti collaterali sconosciuti. 👉 Nonostante ciò, larga parte della popolazione UE è stata vaccinata. 💉 Mentre negli USA le autorizzazioni di emergenza sono state revocate, le iniezioni geniche sono ancora liberamente disponibili nell'UE, anche per bambini, donne incinte e persone sane. La Commissione ha trattato le persone in Europa come cavie da laboratorio e si rifiuta ancora oggi di rivedere radicalmente la politica vaccinale. 🔴đŸŸĸ🔴đŸŸĸ🔴 #Radio28Tv đŸ’ĸđŸ’ĸđŸ’ĸđŸ’ĸđŸ’ĸ Source: https://t.me/radio28tv
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    EU-Kommission gesteht: Geimpfte waren Laborratten
    Die EU-Kommission hat eingestanden, dass die Covid-Impfungen ohne vollständigen Sicherheitsdaten über die Bevölkerung ausgerollt worden sind. Die EU-Bevölkerung wurde zu Laborratten. Eine brisante Antwort [...]
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