• Nel corso della notte, è arrivata la reazione iraniana.
    Diverse ondate di missili balistici hanno colpito Tel Aviv, Gerusalemme e altre città della Palestina occupata. Ci sono stati ingenti danni materiali. Sono state colpite anche strutture governative e militari.
    Il regime s1onist4 invasato ha, invece, continuato a bombardare Teheran e varie città iraniane.
    Il boia Nethanyau ha lanciato un appello alla popolazione iraniana, invocando il "cambio di regime". Questo è stato accolto dai partiti monarchici, nostalgici dello Shah, e da qualche formazione curda.
    Temo che da oggi, per tentare il suddetto "colpaccio", Israele intensificherà gli attacchi contro l'economia iraniana, colpendo soprattutto i settori del petrolio e del gas.
    A livello "diplomatico" tutto è immutato.
    Trump, per chi si faceva illusioni, ha scoperto definitivamente le carte e ora è nella cabina di regia dell'aggressione israeliana.
    Gli accordi di pace che aveva proposto all'Iran si sono rivelati una trappola e hanno permesso a Israele di pianificare al meglio l'aggressione.
    I paesi UE sono accodati e allineati. I paesi arabi cosiddetti "moderati" fanno a gara a chi è più prono, offrendosi come supporto alla difesa aerea israeliana.
    Russia e Cina ovviamente condannano. Ma va detto che sono i grandi attori NON protagonisti di questa storia.
    La Cina per scelta, concentrandosi nelle contromisure agli attacchi economici di Trump e nella sua prospettiva maoista-confuciana dei "cent'anni". Ma, prima o poi, gli Usa busseranno alla porta nel suo cortile di casa e Pechino non potrà aspettare e rinviare per sempre.
    La Russia, invece, è impantanata in 3 anni e mezzo di guerra in Ucraina e, dopo la disfatta siriana, non ha più un ruolo attivo in Medio Oriente. Vorrebbe tenersi tutti amici: Nethanyau, Erdogan, l'Iran, i sauditi. Firma accordi di cooperazione militare con Teheran, senza effetti concreti, ma al contempo non se la vuole "spasciare" con Israele, dove vivono milioni di coloni russofoni. Vuole dimostrare di aver ancora un po' di voce, ma sostanzialmente non conta nulla, quantomeno su questo scacchiere.
    Diciamo che il "nuovo mondo multipolare" viene teorizzato, inneggiato, di tanto in tanto si compie qualche passo in quella direzione, ma è ancora ben lungi dal realizzarsi.
    Anzi, si vedono tutti i segnali di una ripresa di vigore dell'imperialismo Usa e delle sue mire espansionistiche. In Medio Oriente, appaltando il tutto a Israele. In America, minacciando di occupare Groenlandia e Panama e stringendo il cerchio verso i governi socialisti latinoamericani. In Europa e in Ucraina, dove Trump ha teso a Putin la stessa trappola predisposta per gli iraniani: parla di pace, ma in realtà sostiene il riarmo di Kiev e si prepara a far perdurare la guerra, tenendo a bada la Russia mentre prova a spianare l'Iran e a testare le prime linee difensive, per ora economiche, cinesi.

    Da Omar Minniti PrBs
    Nel corso della notte, è arrivata la reazione iraniana. Diverse ondate di missili balistici hanno colpito Tel Aviv, Gerusalemme e altre città della Palestina occupata. Ci sono stati ingenti danni materiali. Sono state colpite anche strutture governative e militari. Il regime s1onist4 invasato ha, invece, continuato a bombardare Teheran e varie città iraniane. Il boia Nethanyau ha lanciato un appello alla popolazione iraniana, invocando il "cambio di regime". Questo è stato accolto dai partiti monarchici, nostalgici dello Shah, e da qualche formazione curda. Temo che da oggi, per tentare il suddetto "colpaccio", Israele intensificherà gli attacchi contro l'economia iraniana, colpendo soprattutto i settori del petrolio e del gas. A livello "diplomatico" tutto è immutato. Trump, per chi si faceva illusioni, ha scoperto definitivamente le carte e ora è nella cabina di regia dell'aggressione israeliana. Gli accordi di pace che aveva proposto all'Iran si sono rivelati una trappola e hanno permesso a Israele di pianificare al meglio l'aggressione. I paesi UE sono accodati e allineati. I paesi arabi cosiddetti "moderati" fanno a gara a chi è più prono, offrendosi come supporto alla difesa aerea israeliana. Russia e Cina ovviamente condannano. Ma va detto che sono i grandi attori NON protagonisti di questa storia. La Cina per scelta, concentrandosi nelle contromisure agli attacchi economici di Trump e nella sua prospettiva maoista-confuciana dei "cent'anni". Ma, prima o poi, gli Usa busseranno alla porta nel suo cortile di casa e Pechino non potrà aspettare e rinviare per sempre. La Russia, invece, è impantanata in 3 anni e mezzo di guerra in Ucraina e, dopo la disfatta siriana, non ha più un ruolo attivo in Medio Oriente. Vorrebbe tenersi tutti amici: Nethanyau, Erdogan, l'Iran, i sauditi. Firma accordi di cooperazione militare con Teheran, senza effetti concreti, ma al contempo non se la vuole "spasciare" con Israele, dove vivono milioni di coloni russofoni. Vuole dimostrare di aver ancora un po' di voce, ma sostanzialmente non conta nulla, quantomeno su questo scacchiere. Diciamo che il "nuovo mondo multipolare" viene teorizzato, inneggiato, di tanto in tanto si compie qualche passo in quella direzione, ma è ancora ben lungi dal realizzarsi. Anzi, si vedono tutti i segnali di una ripresa di vigore dell'imperialismo Usa e delle sue mire espansionistiche. In Medio Oriente, appaltando il tutto a Israele. In America, minacciando di occupare Groenlandia e Panama e stringendo il cerchio verso i governi socialisti latinoamericani. In Europa e in Ucraina, dove Trump ha teso a Putin la stessa trappola predisposta per gli iraniani: parla di pace, ma in realtà sostiene il riarmo di Kiev e si prepara a far perdurare la guerra, tenendo a bada la Russia mentre prova a spianare l'Iran e a testare le prime linee difensive, per ora economiche, cinesi. Da Omar Minniti PrBs
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  • Pensavo che Bossetti fosse colpevole, ora no. Vedendo questa inchiesta mi spavento per come i giornali non raccontano la realtà.
    Benvenuti in questo nuovo speciale sul caso Yara Gambirasio. Oggi andremo a parlare di un altro dettaglio, sempre legato al momento del ritrovamento del corpo, ovvero la stranissima posizione degli slip sui quali è stata trovata la traccia incriminante di DNA, quella traccia denominata 31G20 attribuita prima ad Ignoto1 e poi in seguito a Bossett. Ma oltre a questo, oggi andremo ad analizzare anche la terribile gestione della scena del crimine con contaminazioni evidenti. Infatti, vi mostrerò le immagini, ovvero le prove di queste contaminazioni per mano degli stessi "esperti" che non hanno assolutamente rispettato i protocolli della repertazione. Vi mostrerò il video fatto quel giorno dalle forze dell'ordine, mentre quegli "esperti" toccano il corpo di Yara, toccano gli slip, senza cambiarsi i guanti, senza utilizzare le dovute pinzette e addirittura senza nemmeno avere indosso guanti e tute. Vi farò vedere delle immagini veramente scioccanti.


    https://youtu.be/ZrlUnJHhP4E?si=GROpKAxqUFVt039c
    Pensavo che Bossetti fosse colpevole, ora no. Vedendo questa inchiesta mi spavento per come i giornali non raccontano la realtà. Benvenuti in questo nuovo speciale sul caso Yara Gambirasio. Oggi andremo a parlare di un altro dettaglio, sempre legato al momento del ritrovamento del corpo, ovvero la stranissima posizione degli slip sui quali è stata trovata la traccia incriminante di DNA, quella traccia denominata 31G20 attribuita prima ad Ignoto1 e poi in seguito a Bossett. Ma oltre a questo, oggi andremo ad analizzare anche la terribile gestione della scena del crimine con contaminazioni evidenti. Infatti, vi mostrerò le immagini, ovvero le prove di queste contaminazioni per mano degli stessi "esperti" che non hanno assolutamente rispettato i protocolli della repertazione. Vi mostrerò il video fatto quel giorno dalle forze dell'ordine, mentre quegli "esperti" toccano il corpo di Yara, toccano gli slip, senza cambiarsi i guanti, senza utilizzare le dovute pinzette e addirittura senza nemmeno avere indosso guanti e tute. Vi farò vedere delle immagini veramente scioccanti. https://youtu.be/ZrlUnJHhP4E?si=GROpKAxqUFVt039c
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  • Alberto Tomba: «Nel 1984 arrivai primo al parallelo alla Montagnetta di San Siro, ma i giornali non citarono il mio nome...»

    In occasione del Milano Film Festival, ha presentato al Cinemino il documentario «1.14” - An Alberto Tomba story». «Ho smesso presto, ero condannato a vincere»

    Cinquanta vittorie in Coppa del Mondo e 5 medaglie olimpiche, 3 d’oro e 2 d’argento: Alberto Tomba è uno dei più grandi campioni di sci di sempre. Nato nel 1966 a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, ha gareggiato tra il 1986 al 1998, ma le sue imprese vivono ancora oggi. «I giovani mi scoprono grazie ai video su Internet», racconta il fuoriclasse. In occasione del Milano Film Festival, ha presentato al Cinemino, davanti a una folla di fan, «1.14” - An Alberto Tomba story», documentario fuori concorso prodotto da Napapijri, un racconto intimo per scoprire la persona, «sono sempre stato timido e introverso, poi crescendo sono cambiato», oltre al campione «condannato a vincere». Tomba, soprannominato La Bomba, apre le porte della sua casa emiliana compresa una stanza piena zeppa di coppe, trofei, pettorali. Il numero 1.14 del titolo del documentario, che si può vedere su Youtube, indica il secondo e 14 centesimi di vantaggio di Tomba rispetto agli avversari nella prima manche delle Olimpiadi di Calgary del 1988, prima di conquistare l’oro.

    Tomba, ormai manca poco alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina, in programma dal 6 al 22 febbraio 2026 ....
    «Sono già passati 20 anni da quelle di Torino del 2006: sono volati. Mi auguro tante medaglie per l’Italia, speriamo di arrivare in forma. La squadra femminile è molto forte, abbiamo una grande campionessa, Federica Brignone, che purtroppo si è fatta male».

    Vedrà le gare?
    «Mi piacerebbe vederle tutte: lo sci maschile a Bormio, quello femminile a Cortina, il fondo in Val di Fiemme, ma anche il pattinaggio e l’hockey a Milano...».

    Conosce Milano?
    «Solo il tragitto dalla Stazione Centrale alla Federazione sci in via Piranesi. Però ho tanti ricordi di questa città: da qui si partiva per i viaggi oltreoceano».

    E, soprattutto, il 23 dicembre 1984 ha vinto il “Parallelo di Natale”al Monte Stella, la montagnetta di San Siro. Che ricordi ha di quel giorno?
    «Avevo compiuto 18 anni da 4 giorni: ancora senza patente, sono arrivato in macchina con papà. Ero in squadra B ma ho vinto. Ricordo che il giorno dopo i giornali titolarono: “Un azzurro della B beffa i grandi nel parallelo” ma non citarono il mio nome, Tomba, forse perché era scomodo, non piaceva: dopo hanno dovuto farlo per forza!».

    È stata una vittoria importante?
    «Mi ha caricato molto perché ho battuto i migliori: mi ricordo che non c’era la neve, la portavano con i camion dalla Valtellina. Mentre l’anno dopo c’erano due metri. Non c’era neanche l’impianto di risalita: ci portavano in auto al cancelletto di partenza».

    Lei ha vinto tantissimo, perché le Olimpiadi sono così speciali?
    «Vincere un oro olimpico è un sogno inarrivabile, vincerne tre poi (2 a Calgary e 1 ad Albertville, ndr)… Anche se la cosa più difficile è rivincere, riconfermarsi: dopo l’oro nello slalom gigante a Calgary nel 1988, ho vinto anche quello di Albertville quattro anni dopo. Quando vinci, se poi arrivi secondo o terzo rischi di deludere le aspettative. Ero condannato alla vittoria. Però sono stati bei tempi, anni belli: oggi, per me, sono un po’ sfumati, speriamo che lo sport ritorni a essere grande. Come diceva Mandela: “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo”».

    A proposito di sport, segue il tennis?
    «Grande Jannik! Ogni tanto ci sentiamo per sms. Mi fa sempre piacere dargli un in bocca al lupo».

    Sinner ha generato un movimento e avvicinato tanti ragazzi allo sport, proprio come lei...
    «Sì però 37 anni fa era diverso, ai miei tempi non c’erano i social, che io non uso neanche adesso. Comunque, Sinner era forte anche nello sci però ha deciso di darsi al tennis perché, come dice lui stesso, nello sci non si possono commettere errori, non si possono recuperare, nel tennis sì».

    Come mai lei ha scelto lo sci?
    «Grazie a papà Franco, che ha conosciuto Roberto Siorpaes, un campione di Cortina d’Ampezzo che è stato mio maestro quando avevo 7 anni: da bambino vincevo in Appennino, un po’ meno nelle Alpi, poi con il tempo mi sono rifatto! Papà mi accompagnava dappertutto e quando non poteva lo faceva qualcun altro: ci si dava appuntamento ai caselli dell’autostrada».

    Rimpianti?
    «Il rammarico dell’addio a 31 anni: ero molto stanco, stressato, magari potevo fare uno stop di due o tre anni e poi riprendere, ma nello sci non è facile. Ero sfinito, non tanto dalle gare ma dalle pressioni di tutto il sistema che girava intorno, dei mass media. L’ultima gara è stata il 15 marzo 1998».

    L’ha vinta?
    «Sì, mi sono ritirato dopo una vittoria, nessuno lo fa, nessuno smette quando è il più forte. Io ho avuto il coraggio di dire basta».

    Source: https://milano.corriere.it/notizie/sport/25_giugno_10/alberto-tomba-nel-1984-arrivai-primo-al-parallelo-alla-montagnetta-di-san-siro-ma-i-giornali-non-citarono-il-mio-nome-26099978-7ef1-4d1f-9732-f43b084fdxlk_amp.shtml
    Alberto Tomba: «Nel 1984 arrivai primo al parallelo alla Montagnetta di San Siro, ma i giornali non citarono il mio nome...» In occasione del Milano Film Festival, ha presentato al Cinemino il documentario «1.14” - An Alberto Tomba story». «Ho smesso presto, ero condannato a vincere» Cinquanta vittorie in Coppa del Mondo e 5 medaglie olimpiche, 3 d’oro e 2 d’argento: Alberto Tomba è uno dei più grandi campioni di sci di sempre. Nato nel 1966 a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, ha gareggiato tra il 1986 al 1998, ma le sue imprese vivono ancora oggi. «I giovani mi scoprono grazie ai video su Internet», racconta il fuoriclasse. In occasione del Milano Film Festival, ha presentato al Cinemino, davanti a una folla di fan, «1.14” - An Alberto Tomba story», documentario fuori concorso prodotto da Napapijri, un racconto intimo per scoprire la persona, «sono sempre stato timido e introverso, poi crescendo sono cambiato», oltre al campione «condannato a vincere». Tomba, soprannominato La Bomba, apre le porte della sua casa emiliana compresa una stanza piena zeppa di coppe, trofei, pettorali. Il numero 1.14 del titolo del documentario, che si può vedere su Youtube, indica il secondo e 14 centesimi di vantaggio di Tomba rispetto agli avversari nella prima manche delle Olimpiadi di Calgary del 1988, prima di conquistare l’oro. Tomba, ormai manca poco alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina, in programma dal 6 al 22 febbraio 2026 .... «Sono già passati 20 anni da quelle di Torino del 2006: sono volati. Mi auguro tante medaglie per l’Italia, speriamo di arrivare in forma. La squadra femminile è molto forte, abbiamo una grande campionessa, Federica Brignone, che purtroppo si è fatta male». Vedrà le gare? «Mi piacerebbe vederle tutte: lo sci maschile a Bormio, quello femminile a Cortina, il fondo in Val di Fiemme, ma anche il pattinaggio e l’hockey a Milano...». Conosce Milano? «Solo il tragitto dalla Stazione Centrale alla Federazione sci in via Piranesi. Però ho tanti ricordi di questa città: da qui si partiva per i viaggi oltreoceano». E, soprattutto, il 23 dicembre 1984 ha vinto il “Parallelo di Natale”al Monte Stella, la montagnetta di San Siro. Che ricordi ha di quel giorno? «Avevo compiuto 18 anni da 4 giorni: ancora senza patente, sono arrivato in macchina con papà. Ero in squadra B ma ho vinto. Ricordo che il giorno dopo i giornali titolarono: “Un azzurro della B beffa i grandi nel parallelo” ma non citarono il mio nome, Tomba, forse perché era scomodo, non piaceva: dopo hanno dovuto farlo per forza!». È stata una vittoria importante? «Mi ha caricato molto perché ho battuto i migliori: mi ricordo che non c’era la neve, la portavano con i camion dalla Valtellina. Mentre l’anno dopo c’erano due metri. Non c’era neanche l’impianto di risalita: ci portavano in auto al cancelletto di partenza». Lei ha vinto tantissimo, perché le Olimpiadi sono così speciali? «Vincere un oro olimpico è un sogno inarrivabile, vincerne tre poi (2 a Calgary e 1 ad Albertville, ndr)… Anche se la cosa più difficile è rivincere, riconfermarsi: dopo l’oro nello slalom gigante a Calgary nel 1988, ho vinto anche quello di Albertville quattro anni dopo. Quando vinci, se poi arrivi secondo o terzo rischi di deludere le aspettative. Ero condannato alla vittoria. Però sono stati bei tempi, anni belli: oggi, per me, sono un po’ sfumati, speriamo che lo sport ritorni a essere grande. Come diceva Mandela: “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo”». A proposito di sport, segue il tennis? «Grande Jannik! Ogni tanto ci sentiamo per sms. Mi fa sempre piacere dargli un in bocca al lupo». Sinner ha generato un movimento e avvicinato tanti ragazzi allo sport, proprio come lei... «Sì però 37 anni fa era diverso, ai miei tempi non c’erano i social, che io non uso neanche adesso. Comunque, Sinner era forte anche nello sci però ha deciso di darsi al tennis perché, come dice lui stesso, nello sci non si possono commettere errori, non si possono recuperare, nel tennis sì». Come mai lei ha scelto lo sci? «Grazie a papà Franco, che ha conosciuto Roberto Siorpaes, un campione di Cortina d’Ampezzo che è stato mio maestro quando avevo 7 anni: da bambino vincevo in Appennino, un po’ meno nelle Alpi, poi con il tempo mi sono rifatto! Papà mi accompagnava dappertutto e quando non poteva lo faceva qualcun altro: ci si dava appuntamento ai caselli dell’autostrada». Rimpianti? «Il rammarico dell’addio a 31 anni: ero molto stanco, stressato, magari potevo fare uno stop di due o tre anni e poi riprendere, ma nello sci non è facile. Ero sfinito, non tanto dalle gare ma dalle pressioni di tutto il sistema che girava intorno, dei mass media. L’ultima gara è stata il 15 marzo 1998». L’ha vinta? «Sì, mi sono ritirato dopo una vittoria, nessuno lo fa, nessuno smette quando è il più forte. Io ho avuto il coraggio di dire basta». Source: https://milano.corriere.it/notizie/sport/25_giugno_10/alberto-tomba-nel-1984-arrivai-primo-al-parallelo-alla-montagnetta-di-san-siro-ma-i-giornali-non-citarono-il-mio-nome-26099978-7ef1-4d1f-9732-f43b084fdxlk_amp.shtml
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  • Massima Attenzione
    e direi diffusione

    Un grave attacco terroristico?Una cavolata complottista?
    O una bufala goliardica?


    Per il 4 Luglio,
    l’Independence Day,
    in USA potrebbe esserci un attacco terroristico con
    armi biologiche di massa
    (Virus geneticamente modificato con gain of function, come il SARS-CoV-2, ma ancora più aggressivo, su uomini ma anche sugli animali) che potrebbe essere liberato sulla folla durante i festeggiamenti, per causare oltre 200.000 morti, solo nel primo giorno.

    Fatto da chi?
    Cui prodest?

    Avete la risposta.

    Se questo allarme fosse stato lanciato da una ViroStar, da un politico, da un leone da tastiera o da una astrologa, non l’avrei nemmeno preso in considerazione.

    Ma l’allarme è stato lanciato da un amico che stimo, uno scienziato coscienzioso e molto autorevole, il @DrDMartinWorld
    .

    Quello che accanto a me, al Parlamento UE, mostrò per primo la documentazione di FDA, Pentagono, Moderna, Ufficio Brevetti, che dimostrava che tutto era stato pianificato nella Chapel Hill University, in North Carolina, con i finanziamenti del Pentagono e poi messo in pratica nei laboratori di Whuan, sotto la supervisione di Anthony Fauci, con la consapevolezza di FDA (che in una nota alla CIA, scriveva: “Questo Virus modificato, potrebbe presto essere rilasciato da Whuan, casualmente o deliberatamente”).

    Che gli stessi pazzi criminali, per i loro interessi, possano ripetere dopo cinque anni una nuova strage sanitaria, lo ritengo plausibile.

    È la data precisa, che mi fa dubitare, insieme all’annuncio pubblicato da questa Commissione.

    Spero comunque, se fosse vero, che questo allarme preventivo li faccia desistere, essendo stati presi con le dita nella marmellata, per manifesta premeditazione.

    Comunque, non abbiate paura.
    Io e molti colleghi, saremo pronti a fare il nostro dovere e cureremo i malati. Non lasceremo nessuno indietro.

    E voi cosa ne pensate?
    Mi interessa la vostra opinione.

    @realDonaldTrump
    @SecKennedy
    @elonmusk
    @MinisteroSalute
    @fuoridalcorotv
    @LaVeritaWeb
    @RadioRadioWeb
    @byoblu

    https://x.com/AStramezzi/status/1931172318883049487
    💣Massima Attenzione 🦠 💊 e direi diffusione Un grave attacco terroristico?Una cavolata complottista? O una bufala goliardica? 👇 Per il 4 Luglio, l’Independence Day, in USA potrebbe esserci un attacco terroristico con armi biologiche di massa (Virus geneticamente modificato con gain of function, come il SARS-CoV-2, ma ancora più aggressivo, su uomini ma anche sugli animali) che potrebbe essere liberato sulla folla durante i festeggiamenti, per causare oltre 200.000 morti, solo nel primo giorno. Fatto da chi? 🪖🔬💶 Cui prodest? 💊💉 Avete la risposta. Se questo allarme fosse stato lanciato da una ViroStar, da un politico, da un leone da tastiera o da una astrologa, non l’avrei nemmeno preso in considerazione. Ma l’allarme è stato lanciato da un amico che stimo, uno scienziato coscienzioso e molto autorevole, il @DrDMartinWorld . Quello che accanto a me, al Parlamento UE, mostrò per primo la documentazione di FDA, Pentagono, Moderna, Ufficio Brevetti, che dimostrava che tutto era stato pianificato nella Chapel Hill University, in North Carolina, con i finanziamenti del Pentagono e poi messo in pratica nei laboratori di Whuan, sotto la supervisione di Anthony Fauci, con la consapevolezza di FDA (che in una nota alla CIA, scriveva: “Questo Virus modificato, potrebbe presto essere rilasciato da Whuan, casualmente o deliberatamente”). Che gli stessi pazzi criminali, per i loro interessi, possano ripetere dopo cinque anni una nuova strage sanitaria, lo ritengo plausibile. È la data precisa, che mi fa dubitare, insieme all’annuncio pubblicato da questa Commissione. Spero comunque, se fosse vero, che questo allarme preventivo li faccia desistere, essendo stati presi con le dita nella marmellata, per manifesta premeditazione. Comunque, non abbiate paura. Io e molti colleghi, saremo pronti a fare il nostro dovere e cureremo i malati. Non lasceremo nessuno indietro. E voi cosa ne pensate? Mi interessa la vostra opinione. @realDonaldTrump @SecKennedy @elonmusk @MinisteroSalute @fuoridalcorotv @LaVeritaWeb @RadioRadioWeb @byoblu https://x.com/AStramezzi/status/1931172318883049487
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  • RANCORI & RINCARI

    Una resa emotiva in tempi di resa politica.

    Sempre più convinto, sempre meno sorpreso.
    Sì, riusciamo ancora a commuoverci per tragedie lontane, a farci attraversare dal dolore altrui, a firmare petizioni per popoli che non vedremo mai. E questo è un bene.
    Ma poi?
    Poi ci guardiamo intorno e sembriamo incapaci di tollerare perfino lo sguardo del vicino.
    Viviamo compressi tra invidie, rancori cronici e rincari morali che ci fanno sentire in perenne competizione.
    Ma per cosa?
    Per un misero "hai ragione tu" sussurrato tra un tiro di sigaretta e un silenzio più vuoto del precedente?

    Siamo un Paese in cui il fuoco interiore brucia più di qualsiasi bomba all’estero.
    Si sogna il cessate il fuoco in Medio Oriente, in Ucraina, ovunque — ma mai ci si interroga su come spegnere il fuoco dentro di noi.
    E no, non siamo programmati per la pace. O almeno, non questa generazione. Non questa società.

    E intanto, l’ennesima occasione per dire qualcosa, per scegliere, per agire — sprecata.

    ⚫️Cinque quesiti referendari. Cinque fallimenti.
    Non per colpa del merito, ma dell’indifferenza.
    Nessun dibattito. Nessuna visione. Solo il solito teatrino tra centrodestra e centrosinistra, a spalleggiarsi nelle ombre dell’irrilevanza.

    Il costo della democrazia? Altissimo.
    Il risultato? Nullo.
    E nel nulla è finita anche l’ultima speranza che avevamo di contare davvero qualcosa.

    Quindi sì, col senno di poi, forse è stato meglio che il Rosatellum non sia nemmeno arrivato a consultazione.
    Risparmiata l’illusione. Risparmiata la farsa.

    Non ha perso solo la politica.
    Ha perso il popolo italiano.
    Un popolo ormai ridotto alla comfort zone della lamentela, incollato a uno schermo, a un tweet, a un "tanto non serve a nulla".

    Ha perso chi pensa che partecipare significhi solo condividere un post indignato.

    Ha perso chi ha barattato l’impegno con l’apatia, la speranza con l’ironia stanca.
    I referendum? Solo l’ennesima scaramuccia tra partiti che non parlano più al Paese.
    E no, questa non è l’ennesima lamentela.
    È un dato di fatto.
    E allora vi chiedo una cosa. Una soltanto:
    Davvero, oggi, ha ancora senso provare a combattere in politica?
    Aspetto una risposta. Ma vera, non da bar.
    Non da social.
    Una risposta da cittadini.

    #RancoriERincari #Italia2025 #PoliticaItaliana #ReferendumFalliti #ApatiaCivica #FuocoInteriore #CrisiCulturale #Disillusione #DemocraziaSprecata #RiflessionePolitica #ResponsabilitàCollettiva #CambiareNoiStessi #partecipanonlamentarti
    🇮🇹 RANCORI & RINCARI 🔥 Una resa emotiva in tempi di resa politica. Sempre più convinto, sempre meno sorpreso. Sì, riusciamo ancora a commuoverci per tragedie lontane, a farci attraversare dal dolore altrui, a firmare petizioni per popoli che non vedremo mai. E questo è un bene. Ma poi? Poi ci guardiamo intorno e sembriamo incapaci di tollerare perfino lo sguardo del vicino. Viviamo compressi tra invidie, rancori cronici e rincari morali che ci fanno sentire in perenne competizione. Ma per cosa? Per un misero "hai ragione tu" sussurrato tra un tiro di sigaretta e un silenzio più vuoto del precedente? 🔥 Siamo un Paese in cui il fuoco interiore brucia più di qualsiasi bomba all’estero. Si sogna il cessate il fuoco in Medio Oriente, in Ucraina, ovunque — ma mai ci si interroga su come spegnere il fuoco dentro di noi. E no, non siamo programmati per la pace. O almeno, non questa generazione. Non questa società. E intanto, l’ennesima occasione per dire qualcosa, per scegliere, per agire — sprecata. ⚫️Cinque quesiti referendari. Cinque fallimenti. Non per colpa del merito, ma dell’indifferenza. Nessun dibattito. Nessuna visione. Solo il solito teatrino tra centrodestra e centrosinistra, a spalleggiarsi nelle ombre dell’irrilevanza. Il costo della democrazia? Altissimo. Il risultato? Nullo. E nel nulla è finita anche l’ultima speranza che avevamo di contare davvero qualcosa. Quindi sì, col senno di poi, forse è stato meglio che il Rosatellum non sia nemmeno arrivato a consultazione. Risparmiata l’illusione. Risparmiata la farsa. Non ha perso solo la politica. Ha perso il popolo italiano. Un popolo ormai ridotto alla comfort zone della lamentela, incollato a uno schermo, a un tweet, a un "tanto non serve a nulla". Ha perso chi pensa che partecipare significhi solo condividere un post indignato. Ha perso chi ha barattato l’impegno con l’apatia, la speranza con l’ironia stanca. I referendum? Solo l’ennesima scaramuccia tra partiti che non parlano più al Paese. E no, questa non è l’ennesima lamentela. È un dato di fatto. E allora vi chiedo una cosa. Una soltanto: Davvero, oggi, ha ancora senso provare a combattere in politica? Aspetto una risposta. Ma vera, non da bar. Non da social. Una risposta da cittadini. #RancoriERincari #Italia2025 #PoliticaItaliana #ReferendumFalliti #ApatiaCivica #FuocoInteriore #CrisiCulturale #Disillusione #DemocraziaSprecata #RiflessionePolitica #ResponsabilitàCollettiva #CambiareNoiStessi #partecipanonlamentarti
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  • Vi invito a leggere quello che ha scritto su Zelensky il Generale Fabio Mini sul Fatto Quotidiano, in particolare questo passaggio:

    "L’Ucraina si trova in una situazione disperata, ha barato per tre anni seguendo i suggerimenti e le imposizioni americane ed europee, ha perso territori e forze armate, ha perso popolazione e risorse, ha perso credibilità. Eppure il cipiglio internazionale del suo presidente non è cambiato. Forse è proprio lui a continuare a barare con gli altri ma soprattutto con sé stesso. Un po’ perché “barando s’impara solo a barare” e un po’ perché la terribile situazione in cui si trova il Paese e l’incertezza degli sviluppi negoziali lo costringono a barare.

    Si dice disposto alla tregua facendo credere che la delegazione americana abbia sposato le sue richieste. Non è così, la delegazione non ha concluso né avviato nulla, ha riportato le richieste ucraine ai russi senza nemmeno considerarle come base di discussione. Dice di volere la pace giusta e sta facendo di tutto per indurre Mosca a uscire dal negoziato con gli americani e continuare la guerra sperando nel loro aiuto.

    Sta ricattando gli europei con la falsa carta della minaccia russa a tutto il continente, sta illudendo i suoi cittadini sulla volontà di continuare la guerra fino alla vittoria, quando l’ha già persa, sta approfittando di un consenso elettorale ottenuto nel 2019 con una campagna che prometteva la fine della guerra in Donbass, il negoziato con la Russia e la neutralità ucraina: esattamente tutto ciò che avrebbe evitato la guerra e la sconfitta."

    Lo scrive un Generale che ha ricoperto un ruolo rilevantissimo all'interno della Nato. Credo basti questo. Sipario!

    I invite you to read what General Fabio Mini wrote about Zelensky in the Fatto Quotidiano, in particular this passage:

    "Ukraine is in a desperate situation, it has cheated for three years following American and European suggestions and impositions, it has lost territories and armed forces, it has lost population and resources, it has lost credibility. Yet the international frown of its president has not changed. Perhaps it is he who continues to cheat with others but above all with himself. Partly because "by cheating you only learn to cheat" and partly because the terrible situation in which the country finds itself and the uncertainty of the negotiation developments force him to cheat.

    He says he is willing to make a truce, making people believe that the American delegation has supported his requests. This is not the case, the delegation has neither concluded nor started anything, it has reported the Ukrainian requests to the Russians without even considering them as a basis for discussion. He says he wants a just peace and is doing everything to induce Moscow to leave the negotiations with the Americans and continue the war, hoping for their help.

    He is blackmailing Europeans with the false card of the Russian threat to the entire continent, he is deluding his citizens about the will to continue the war until victory, when he has already lost it, he is taking advantage of an electoral consensus obtained in 2019 with a campaign that promised the end of the war in Donbass, negotiations with Russia and Ukrainian neutrality: exactly everything that would have avoided war and defeat."

    This is written by a General who has held a very important role within NATO. I think this is enough. Curtain!

    Source:
    https://x.com/itsmeback_/status/1927587768479183201?t=vW-P6QCx7-WPxMrZH4V90g&s=19
    Vi invito a leggere quello che ha scritto su Zelensky il Generale Fabio Mini sul Fatto Quotidiano, in particolare questo passaggio: "L’Ucraina si trova in una situazione disperata, ha barato per tre anni seguendo i suggerimenti e le imposizioni americane ed europee, ha perso territori e forze armate, ha perso popolazione e risorse, ha perso credibilità. Eppure il cipiglio internazionale del suo presidente non è cambiato. Forse è proprio lui a continuare a barare con gli altri ma soprattutto con sé stesso. Un po’ perché “barando s’impara solo a barare” e un po’ perché la terribile situazione in cui si trova il Paese e l’incertezza degli sviluppi negoziali lo costringono a barare. Si dice disposto alla tregua facendo credere che la delegazione americana abbia sposato le sue richieste. Non è così, la delegazione non ha concluso né avviato nulla, ha riportato le richieste ucraine ai russi senza nemmeno considerarle come base di discussione. Dice di volere la pace giusta e sta facendo di tutto per indurre Mosca a uscire dal negoziato con gli americani e continuare la guerra sperando nel loro aiuto. Sta ricattando gli europei con la falsa carta della minaccia russa a tutto il continente, sta illudendo i suoi cittadini sulla volontà di continuare la guerra fino alla vittoria, quando l’ha già persa, sta approfittando di un consenso elettorale ottenuto nel 2019 con una campagna che prometteva la fine della guerra in Donbass, il negoziato con la Russia e la neutralità ucraina: esattamente tutto ciò che avrebbe evitato la guerra e la sconfitta." Lo scrive un Generale che ha ricoperto un ruolo rilevantissimo all'interno della Nato. Credo basti questo. Sipario! I invite you to read what General Fabio Mini wrote about Zelensky in the Fatto Quotidiano, in particular this passage: "Ukraine is in a desperate situation, it has cheated for three years following American and European suggestions and impositions, it has lost territories and armed forces, it has lost population and resources, it has lost credibility. Yet the international frown of its president has not changed. Perhaps it is he who continues to cheat with others but above all with himself. Partly because "by cheating you only learn to cheat" and partly because the terrible situation in which the country finds itself and the uncertainty of the negotiation developments force him to cheat. He says he is willing to make a truce, making people believe that the American delegation has supported his requests. This is not the case, the delegation has neither concluded nor started anything, it has reported the Ukrainian requests to the Russians without even considering them as a basis for discussion. He says he wants a just peace and is doing everything to induce Moscow to leave the negotiations with the Americans and continue the war, hoping for their help. He is blackmailing Europeans with the false card of the Russian threat to the entire continent, he is deluding his citizens about the will to continue the war until victory, when he has already lost it, he is taking advantage of an electoral consensus obtained in 2019 with a campaign that promised the end of the war in Donbass, negotiations with Russia and Ukrainian neutrality: exactly everything that would have avoided war and defeat." This is written by a General who has held a very important role within NATO. I think this is enough. Curtain! Source: https://x.com/itsmeback_/status/1927587768479183201?t=vW-P6QCx7-WPxMrZH4V90g&s=19
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  • 🇺🇲 L'AMMINISTRATORE DELL'EPA: "IL CLIMATE CHANGE C'È DA SEMPRE E LA CO2 È INDISPENSABILE PER LA VITA
    Nemmeno confiscando tutti i beni ai cittadini si potrebbero realizzare i piani della UE e degli USA per abbattere la CO2!". Finalmente buon senso!

    🇺🇲 EPA ADMINISTRATOR: "CLIMATE CHANGE HAS ALWAYS BEEN HERE AND CO2 IS ESSENTIAL FOR LIFE
    Not even confiscating all citizens' assets would be able to achieve the EU and US plans to reduce CO2!". Finally, some common sense!

    https://x.com/M25016096/status/1927309285702115670?t=2AoaPbO5lNk6ieDYzZNNhQ&s=19
    🟡 🇺🇲 L'AMMINISTRATORE DELL'EPA: "IL CLIMATE CHANGE C'È DA SEMPRE E LA CO2 È INDISPENSABILE PER LA VITA❗ Nemmeno confiscando tutti i beni ai cittadini si potrebbero realizzare i piani della UE e degli USA per abbattere la CO2!". Finalmente buon senso! 👏 🟡 🇺🇲 EPA ADMINISTRATOR: "CLIMATE CHANGE HAS ALWAYS BEEN HERE AND CO2 IS ESSENTIAL FOR LIFE❗ Not even confiscating all citizens' assets would be able to achieve the EU and US plans to reduce CO2!". Finally, some common sense! 👏 https://x.com/M25016096/status/1927309285702115670?t=2AoaPbO5lNk6ieDYzZNNhQ&s=19
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  • BILL GATES: "SOSTENIAMO GLI OBIETTIVI GLOBALI 2030 DELL'ONU!"
    "Corriamo tutti con gioia verso un mondo globalizzato, migliore, resiliente, inclusivo e sostenibile!" raccomanda il miliardario.
    Noi invece preferiremmo portare lui a Norimberga ...

    https://x.com/M25016096/status/1926392337132929498?t=2ztTSupseL6R6UljsbaDrA&s=19
    BILL GATES: "SOSTENIAMO GLI OBIETTIVI GLOBALI 2030 DELL'ONU!" "Corriamo tutti con gioia verso un mondo globalizzato, migliore, resiliente, inclusivo e sostenibile!" raccomanda il miliardario. Noi invece preferiremmo portare lui a Norimberga ... 😜😂 https://x.com/M25016096/status/1926392337132929498?t=2ztTSupseL6R6UljsbaDrA&s=19
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  • Stadio pieno, urne vuote ⚽️

    Ieri a Milano il popolo si è svegliato. Ma non per una causa politica, né per i diritti sociali, né per difendere l’ambiente o la scuola pubblica. No. Si è svegliato per il Milan.
    Una folla compatta, cori, striscioni, rabbia – tutto legittimo, per carità – ma anche tremendamente rivelatore di dove stia andando (o meglio, deragliando) la nostra partecipazione civile.
    Certo, ognuno sceglie le proprie battaglie.
    Ma siamo sicuri che la partecipazione sia davvero scomparsa? O è semplicemente deviata, incanalata in passioni che ci fanno sentire vivi... ma solo per novanta minuti?

    LA CONTESTAZIONE ROSSONERA CHE HA SBANCATO IL WEB

    Alle 17:00 scatta il sit-in sotto la sede del Milan.
    Oltre 3.000 tifosi – Curva Sud in prima linea – contestano la società: Cardinale, Furlani, Scaroni, Ibra e Moncada.
    Striscioni infuocati:
    “Singer, Cardinale, Furlani, Scaroni, Ibra, Moncada: andate tutti via, liberate il Milan da questa agonia”
    e
    “Che sia prima squadra o Milan Futuro, con voi al comando è fallimento sicuro”.
    Una mobilitazione feroce. Social impazziti. Hashtag in tendenza. E intanto?
    Nessuno si è accorto della manifestazione per la Palestina due giorni prima.
    Nessuno si indigna se mancano insegnanti, se i bus non passano o se paradossalmente si dovesse asfaltare anche il "Parco dei Capitani"

    Ma provate a vendere Theo Hernandez e vedrete scatenarsi l’inferno.

    E allora mi chiedo: ma siamo ancora capaci di canalizzare tutta questa energia, questo senso di appartenenza, questo bisogno di identità, verso battaglie che ci riguardano davvero tutti
    O abbiamo deciso che la passione può esistere solo se ha una maglia, uno stemma, una campagna acquisti da commentare sotto il post dell'insider di turno?
    Viviamo in una distopia dove la contestazione è diventata merchandising, e la partecipazione uno slogan vuoto sotto la foto del nuovo acquisto.

    Forse è il momento di riscrivere il nostro dizionario civile.
    Rimettere in ordine le priorità.
    E usare gli stessi strumenti del tifo – voce, presenza, passione – anche per le battaglie che non finiscono ai rigori.

    Perché il Milan è di tutti, sì.
    Ma anche la sanità pubblica, i diritti civili, la scuola, il verde, la dignità del lavoro.

    E allora: o torniamo davvero partecipativi, o la nostra sarà solo una bellissima, struggente, falsa contestazione.

    #ContestazioneDeviata #PartecipazioneFasulla #AttivismoSelective #CurvaSudVsUrneVuote #MilanoSiSmuoveSoloPerIlCalcio #PanemEtCircenses2025 #PoliticaZeroPassione100
    Stadio pieno, urne vuote ⚽️✖️✉️ Ieri a Milano il popolo si è svegliato. Ma non per una causa politica, né per i diritti sociali, né per difendere l’ambiente o la scuola pubblica. No. Si è svegliato per il Milan. Una folla compatta, cori, striscioni, rabbia – tutto legittimo, per carità – ma anche tremendamente rivelatore di dove stia andando (o meglio, deragliando) la nostra partecipazione civile. Certo, ognuno sceglie le proprie battaglie. Ma siamo sicuri che la partecipazione sia davvero scomparsa? O è semplicemente deviata, incanalata in passioni che ci fanno sentire vivi... ma solo per novanta minuti? 🔴 LA CONTESTAZIONE ROSSONERA CHE HA SBANCATO IL WEB Alle 17:00 scatta il sit-in sotto la sede del Milan. Oltre 3.000 tifosi – Curva Sud in prima linea – contestano la società: Cardinale, Furlani, Scaroni, Ibra e Moncada. Striscioni infuocati: “Singer, Cardinale, Furlani, Scaroni, Ibra, Moncada: andate tutti via, liberate il Milan da questa agonia” e “Che sia prima squadra o Milan Futuro, con voi al comando è fallimento sicuro”. Una mobilitazione feroce. Social impazziti. Hashtag in tendenza. E intanto? Nessuno si è accorto della manifestazione per la Palestina due giorni prima. Nessuno si indigna se mancano insegnanti, se i bus non passano o se paradossalmente si dovesse asfaltare anche il "Parco dei Capitani" Ma provate a vendere Theo Hernandez e vedrete scatenarsi l’inferno. ⁉️E allora mi chiedo: ma siamo ancora capaci di canalizzare tutta questa energia, questo senso di appartenenza, questo bisogno di identità, verso battaglie che ci riguardano davvero tutti⁉️ O abbiamo deciso che la passione può esistere solo se ha una maglia, uno stemma, una campagna acquisti da commentare sotto il post dell'insider di turno? Viviamo in una distopia dove la contestazione è diventata merchandising, e la partecipazione uno slogan vuoto sotto la foto del nuovo acquisto. Forse è il momento di riscrivere il nostro dizionario civile. Rimettere in ordine le priorità. E usare gli stessi strumenti del tifo – voce, presenza, passione – anche per le battaglie che non finiscono ai rigori. Perché il Milan è di tutti, sì. Ma anche la sanità pubblica, i diritti civili, la scuola, il verde, la dignità del lavoro. E allora: o torniamo davvero partecipativi, o la nostra sarà solo una bellissima, struggente, falsa contestazione. #ContestazioneDeviata #PartecipazioneFasulla #AttivismoSelective #CurvaSudVsUrneVuote #MilanoSiSmuoveSoloPerIlCalcio #PanemEtCircenses2025 #PoliticaZeroPassione100
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  • 🟰🟰🟰ISRAELE HA APPROVATO IL DEFINITIVO PIANO DI PULIZIA ETNICA DEI PALESTINESI A GAZA: SIAMO ALLA SOLUZIONE FINALE🟰🟰🟰

    Israele ha approvato all'unanimità il piano di completa pulizia etnica dei palestinesi a Gaza

    Israele prevede di conquistare militarmente il 90% del territorio della striscia e rinchiudere l’intera popolazione nel restante 10%, dentro una piccolissima area al confine con l’Egitto

    Due milioni e duecentomila persone verranno deportate a forza, a tempo indeterminato, in un’area di 45 chilometri quadrati, stiamo parlando di c.a. cinquantamila persone per chilometro quadrato, una persona ogni 20 mt quadrati, uno spazio 5 metri per 4

    È la stessa identica cosa che fecero i nazisti con gli ebrei nel ghetto di Varsavia

    La gente palestinese che si ribellerà, verrà convinta dietro una raffica di mitra AK47. Dentro la striscia di Gaza non ci sono più nemmeno gli osservatori dell'ONU cacciati anch'essi con violenza inaudita, nell'area in cui si prevedono di deportare oltre 2 milioni di esseri umani in maggioranza bambini, donne, persone fragili, non c’è nulla di nulla, niente acqua potabile, niente servizi igienici, niente elettricità, niente ospedali, niente scuole, il nulla assoluto

    Per questi reclusi, dopo 500 giorni di bombardamenti e massacri, adesso in attesa di essere etnicamente spazzati via, a discrezione dell'esercito israeliano è previsto solo un pacco alimentare, col minimo di calorie appena necessarie per sopravvivere, il pacco verrà consegnato solo dietro riconoscimento facciale

    Le razioni prevedono solo cibo secco o conservato, senza nulla di fresco

    Gli assassini genocidari concederanno in tutto solo sessanta camion di merci al giorno, contro i seicento che prima del genocidio erano considerati dall'ONU il minimo indispensabile

    Il tutto per una popolazione che conta il 30% di bambini con malnutrizione acuta, con diversi casi di malattie, con feriti, con invalidi, persone fragili, percentuale destinata a salire ulteriormente perchè Israele ha comunque deciso di continuare il blocco totale del cibo fino a quando vorrà

    I vari ministri del governo Netanyahu parlano apertamente di conquista definitiva di Gaza, vuol dire che da questa “zona umanitaria” i palestinesi potranno uscire solo da morti oppure rinunciando per sempre alla loro terra…
    ammesso sempre ci sia qualche paese disposto ad accoglierli, con tutto il gigantesco carico di problemi che Israele ha impresso indelebilmente nelle vite di questi milioni di persone

    Rivolto agli ipocriti benpensanti, che finora non si sono voluti schierare, a coloro che si indignavano piccati, sostenendo che ciò che succedeva a Gaza non si poteva definire genocidio, a tutti coloro che parlavano di diritto di Israele alla difesa, a coloro che ancora ora solidarizzano con gli arroganti provocatori sionisti, che adesso vengono pure in Italia e anche in altri paesi, a portare la stessa identica arroganza, la stessa mentalità violenta, dispotica, e di sopraffazione, che hanno usato contro il popolo palestinese per 80 anni

    Questo era dall'inizio il piano di pulizia etnica e genocidio previsto per il popolo palestinese

    In questo pezzo di Luca Cellini c’è il piano dettagliato della soluzione finale ai danni di Gaza e della Palestina di cui tante volte (anche nelle live) in tempi dunque non sospetti, vi ho raccontato nei minimi dettagli.

    Cosa possiamo fare? Non fare è ciò che non dobbiamo fare: iniziamo condividendo, per esempio

    Fonte: T.me/Davide_Zedda
    🟰🟰🟰ISRAELE HA APPROVATO IL DEFINITIVO PIANO DI PULIZIA ETNICA DEI PALESTINESI A GAZA: SIAMO ALLA SOLUZIONE FINALE🟰🟰🟰 ✔️Israele ha approvato all'unanimità il piano di completa pulizia etnica dei palestinesi a Gaza ✔️Israele prevede di conquistare militarmente il 90% del territorio della striscia e rinchiudere l’intera popolazione nel restante 10%, dentro una piccolissima area al confine con l’Egitto ✔️Due milioni e duecentomila persone verranno deportate a forza, a tempo indeterminato, in un’area di 45 chilometri quadrati, stiamo parlando di c.a. cinquantamila persone per chilometro quadrato, una persona ogni 20 mt quadrati, uno spazio 5 metri per 4 ✔️È la stessa identica cosa che fecero i nazisti con gli ebrei nel ghetto di Varsavia ✔️La gente palestinese che si ribellerà, verrà convinta dietro una raffica di mitra AK47. Dentro la striscia di Gaza non ci sono più nemmeno gli osservatori dell'ONU cacciati anch'essi con violenza inaudita, nell'area in cui si prevedono di deportare oltre 2 milioni di esseri umani in maggioranza bambini, donne, persone fragili, non c’è nulla di nulla, niente acqua potabile, niente servizi igienici, niente elettricità, niente ospedali, niente scuole, il nulla assoluto ✔️Per questi reclusi, dopo 500 giorni di bombardamenti e massacri, adesso in attesa di essere etnicamente spazzati via, a discrezione dell'esercito israeliano è previsto solo un pacco alimentare, col minimo di calorie appena necessarie per sopravvivere, il pacco verrà consegnato solo dietro riconoscimento facciale ✔️Le razioni prevedono solo cibo secco o conservato, senza nulla di fresco ✔️Gli assassini genocidari concederanno in tutto solo sessanta camion di merci al giorno, contro i seicento che prima del genocidio erano considerati dall'ONU il minimo indispensabile ✔️Il tutto per una popolazione che conta il 30% di bambini con malnutrizione acuta, con diversi casi di malattie, con feriti, con invalidi, persone fragili, percentuale destinata a salire ulteriormente perchè Israele ha comunque deciso di continuare il blocco totale del cibo fino a quando vorrà ✔️I vari ministri del governo Netanyahu parlano apertamente di conquista definitiva di Gaza, vuol dire che da questa “zona umanitaria” i palestinesi potranno uscire solo da morti oppure rinunciando per sempre alla loro terra… ammesso sempre ci sia qualche paese disposto ad accoglierli, con tutto il gigantesco carico di problemi che Israele ha impresso indelebilmente nelle vite di questi milioni di persone ✔️Rivolto agli ipocriti benpensanti, che finora non si sono voluti schierare, a coloro che si indignavano piccati, sostenendo che ciò che succedeva a Gaza non si poteva definire genocidio, a tutti coloro che parlavano di diritto di Israele alla difesa, a coloro che ancora ora solidarizzano con gli arroganti provocatori sionisti, che adesso vengono pure in Italia e anche in altri paesi, a portare la stessa identica arroganza, la stessa mentalità violenta, dispotica, e di sopraffazione, che hanno usato contro il popolo palestinese per 80 anni ✔️Questo era dall'inizio il piano di pulizia etnica e genocidio previsto per il popolo palestinese ✔️In questo pezzo di Luca Cellini c’è il piano dettagliato della soluzione finale ai danni di Gaza e della Palestina di cui tante volte (anche nelle live) in tempi dunque non sospetti, vi ho raccontato nei minimi dettagli. ✔️Cosa possiamo fare? Non fare è ciò che non dobbiamo fare: iniziamo condividendo, per esempio Fonte: T.me/Davide_Zedda
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