Come ogni rito che si ripete, qualcosa finisce e qualcosa ricomincia.
Un passaggio obbligato: una frontiera, una soglia di cui non conosciamo l’esito.
Ogni giorno, ogni cosa, va comunque ricominciata.
Allora: buon inizio.
FRONTIERA
Se i muri di questa stanza potessero parlare,
sai quante storie, quanti destini da cambiare.
Mentre esci da una porta scorrevole
tra nuove stelle, luci e palline colorate,
con una speranza di rivalsa
fra sogno e sostanza,
tra un 25 e un 31,
quando speri che se ne accorga qualcuno
per uscire da una logica
fra qualcuno e nessuno —
e poi scopri che in quel mondo
non hai percorso un centimetro,
nemmeno uno.
Una nuova finestra
su un calendario da strappare,
bottiglie pronte da stappare,
qualche vestito da rispolverare
fra l’euforia di una sera
e la voglia di scappare.
Eppure c’è una soglia all’orizzonte,
un orologio che segna
pochi minuti alla mezzanotte,
che separa ciò che è stato
da quello che sarà —
per noi poveri illusi che ci crediamo ancora,
per chi, stanco,
non si fermerà per paura
in questa vita dove si cerca ancora
una fiamma calda
dentro questa gelida radura.
Poche ore per pensare
a un cambio d’atmosfera,
a pochi chilometri,
quasi metri,
prima della frontiera.
Quella frontiera che vorrei passare
per continuare a sognare,
per ricominciare a sperare
in un raggio di sole
dove alla fine arrivi tu
e poterti abbracciare.
Eppure tutto si allontana,
tutto si annebbia di nuovo,
anche dopo questa dogana
dove un sorriso dura
quanto un sorso di bicchiere,
mentre vorremmo vederci chiaro
e andare oltre
le nostre solite sfere.
Pensi che il domani sia diverso,
che porti un po’ più fortuna
solo per una frontiera
che credi di aver superato,
per un brindisi restituito
o dato.
Ma il domani non è mai scontato,
perché tutto ci viene restituito
fra una parola non detta
e un abbraccio mai scambiato,
in questo mondo
che in fondo non è mai cambiato.
Puoi passare mille frontiere
con lo sguardo guerriero,
ma non c’è riscatto né luce
se non lo vuoi davvero.
È solo un giorno come tanti,
con la gioia in provetta
di chi ci vuole stupidi e contenti,
che siamo pochi
o che lo siamo in tanti —
la scelta è nel dopo sbornia di domattina,
tra la solitudine
o la forza dei giganti.
Scegli tu.
Sceglierò anche io.
Forse sarà una nuova alba di speranza,
forse soltanto la volontà di Dio,
o forse sarà la tua e la mia
quando tutto sembra perso
e ritroveremo la via.
Vai avanti, non ti voltare,
passa questa frontiera:
è l’unica strada che ti rimane.
Ma non ti illudere,
non bluffare:
nulla si sposta
se non hai davvero
quella voglia di cambiare.
Il domani ci aspetta.
È tempo di ricostruire,
è tempo di ridisegnare.
Forse non è tardi
per poterti ritrovare.
#frontiera #buoninizio
Un passaggio obbligato: una frontiera, una soglia di cui non conosciamo l’esito.
Ogni giorno, ogni cosa, va comunque ricominciata.
Allora: buon inizio.
FRONTIERA
Se i muri di questa stanza potessero parlare,
sai quante storie, quanti destini da cambiare.
Mentre esci da una porta scorrevole
tra nuove stelle, luci e palline colorate,
con una speranza di rivalsa
fra sogno e sostanza,
tra un 25 e un 31,
quando speri che se ne accorga qualcuno
per uscire da una logica
fra qualcuno e nessuno —
e poi scopri che in quel mondo
non hai percorso un centimetro,
nemmeno uno.
Una nuova finestra
su un calendario da strappare,
bottiglie pronte da stappare,
qualche vestito da rispolverare
fra l’euforia di una sera
e la voglia di scappare.
Eppure c’è una soglia all’orizzonte,
un orologio che segna
pochi minuti alla mezzanotte,
che separa ciò che è stato
da quello che sarà —
per noi poveri illusi che ci crediamo ancora,
per chi, stanco,
non si fermerà per paura
in questa vita dove si cerca ancora
una fiamma calda
dentro questa gelida radura.
Poche ore per pensare
a un cambio d’atmosfera,
a pochi chilometri,
quasi metri,
prima della frontiera.
Quella frontiera che vorrei passare
per continuare a sognare,
per ricominciare a sperare
in un raggio di sole
dove alla fine arrivi tu
e poterti abbracciare.
Eppure tutto si allontana,
tutto si annebbia di nuovo,
anche dopo questa dogana
dove un sorriso dura
quanto un sorso di bicchiere,
mentre vorremmo vederci chiaro
e andare oltre
le nostre solite sfere.
Pensi che il domani sia diverso,
che porti un po’ più fortuna
solo per una frontiera
che credi di aver superato,
per un brindisi restituito
o dato.
Ma il domani non è mai scontato,
perché tutto ci viene restituito
fra una parola non detta
e un abbraccio mai scambiato,
in questo mondo
che in fondo non è mai cambiato.
Puoi passare mille frontiere
con lo sguardo guerriero,
ma non c’è riscatto né luce
se non lo vuoi davvero.
È solo un giorno come tanti,
con la gioia in provetta
di chi ci vuole stupidi e contenti,
che siamo pochi
o che lo siamo in tanti —
la scelta è nel dopo sbornia di domattina,
tra la solitudine
o la forza dei giganti.
Scegli tu.
Sceglierò anche io.
Forse sarà una nuova alba di speranza,
forse soltanto la volontà di Dio,
o forse sarà la tua e la mia
quando tutto sembra perso
e ritroveremo la via.
Vai avanti, non ti voltare,
passa questa frontiera:
è l’unica strada che ti rimane.
Ma non ti illudere,
non bluffare:
nulla si sposta
se non hai davvero
quella voglia di cambiare.
Il domani ci aspetta.
È tempo di ricostruire,
è tempo di ridisegnare.
Forse non è tardi
per poterti ritrovare.
#frontiera #buoninizio
Come ogni rito che si ripete, qualcosa finisce e qualcosa ricomincia.
Un passaggio obbligato: una frontiera, una soglia di cui non conosciamo l’esito.
Ogni giorno, ogni cosa, va comunque ricominciata.
Allora: buon inizio.
FRONTIERA
Se i muri di questa stanza potessero parlare,
sai quante storie, quanti destini da cambiare.
Mentre esci da una porta scorrevole
tra nuove stelle, luci e palline colorate,
con una speranza di rivalsa
fra sogno e sostanza,
tra un 25 e un 31,
quando speri che se ne accorga qualcuno
per uscire da una logica
fra qualcuno e nessuno —
e poi scopri che in quel mondo
non hai percorso un centimetro,
nemmeno uno.
Una nuova finestra
su un calendario da strappare,
bottiglie pronte da stappare,
qualche vestito da rispolverare
fra l’euforia di una sera
e la voglia di scappare.
Eppure c’è una soglia all’orizzonte,
un orologio che segna
pochi minuti alla mezzanotte,
che separa ciò che è stato
da quello che sarà —
per noi poveri illusi che ci crediamo ancora,
per chi, stanco,
non si fermerà per paura
in questa vita dove si cerca ancora
una fiamma calda
dentro questa gelida radura.
Poche ore per pensare
a un cambio d’atmosfera,
a pochi chilometri,
quasi metri,
prima della frontiera.
Quella frontiera che vorrei passare
per continuare a sognare,
per ricominciare a sperare
in un raggio di sole
dove alla fine arrivi tu
e poterti abbracciare.
Eppure tutto si allontana,
tutto si annebbia di nuovo,
anche dopo questa dogana
dove un sorriso dura
quanto un sorso di bicchiere,
mentre vorremmo vederci chiaro
e andare oltre
le nostre solite sfere.
Pensi che il domani sia diverso,
che porti un po’ più fortuna
solo per una frontiera
che credi di aver superato,
per un brindisi restituito
o dato.
Ma il domani non è mai scontato,
perché tutto ci viene restituito
fra una parola non detta
e un abbraccio mai scambiato,
in questo mondo
che in fondo non è mai cambiato.
Puoi passare mille frontiere
con lo sguardo guerriero,
ma non c’è riscatto né luce
se non lo vuoi davvero.
È solo un giorno come tanti,
con la gioia in provetta
di chi ci vuole stupidi e contenti,
che siamo pochi
o che lo siamo in tanti —
la scelta è nel dopo sbornia di domattina,
tra la solitudine
o la forza dei giganti.
Scegli tu.
Sceglierò anche io.
Forse sarà una nuova alba di speranza,
forse soltanto la volontà di Dio,
o forse sarà la tua e la mia
quando tutto sembra perso
e ritroveremo la via.
Vai avanti, non ti voltare,
passa questa frontiera:
è l’unica strada che ti rimane.
Ma non ti illudere,
non bluffare:
nulla si sposta
se non hai davvero
quella voglia di cambiare.
Il domani ci aspetta.
È tempo di ricostruire,
è tempo di ridisegnare.
Forse non è tardi
per poterti ritrovare.
#frontiera #buoninizio
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