• L’UE allarga la rete dei suoi nuovi censori di Stato

    L’Unione Europea sta costruendo la sua macchina di censura pezzo dopo pezzo, e lo sta facendo con la solita eleganza burocratica: chiamando tutto ciò “sicurezza online”. Grazie al DSA, entro la fine del 2025 ogni Stato membro dovrà nominare i cosiddetti “segnalatori attendibili”, organismi con poteri sovranazionali che potranno indicare alle piattaforme quali contenuti rimuovere con priorità. In Germania e Austria il processo è già partito da mesi. Gli altri stanno correndo ai ripari.

    Il Belgio ha appena nominato un centro antidiscriminazione come organismo ufficiale. La Francia, con la sua ARCOM sempre in prima linea quando c’è da controllare qualcuno, ne ha già certificati otto e altri arriveranno a breve. Tra i probabili nuovi ingressi figura SOS Racisme, con buona pace della sovranità nazionale: perché questi organismi, una volta approvati dall’UE, possono intervenire ovunque, superando confini e governi eletti. Tradotto: ONG straniere - spesso ideologicamente molto allineate - potranno influenzare la libertà di espressione dentro un Paese che non le ha mai votate.

    In Germania il compito è finito alla Bundesnetzagentur, in Austria a KommAustria. Vienna ha già promosso cinque strutture, che vanno dalla Camera del Lavoro all’Associazione Consumatori. Berlino, dal canto suo, punta su sigle come HateAid e REspect!. Tutte con la stessa missione: segnalare “disinformazione”, “odio” e contenuti ritenuti “illegali”, categorie così elastiche da potersi allungare quanto basta. Le piattaforme digitali, per legge, devono obbedire e processare le segnalazioni con priorità. Il sistema funziona: secondo TKP, in un solo trimestre l’UE ha fatto sparire 29 milioni di contenuti.

    Il meccanismo dei “Trusted Flagger” è nel mirino da anni: non perché censuri apertamente, ma perché usa metodi più moderni e asettici, come la riduzione della portata dei media scomodi. Un’arma molto più discreta ed efficace della semplice rimozione. La Commissione mantiene anche un database centralizzato di tutti i segnalatori. Finora undici Paesi non ne hanno nominato neppure uno; altri, come l’Ungheria, ne hanno appena uno. Ma Bruxelles vuole omogeneizzare tutto entro il 2025, così nessuno potrà mai pensare di inserire un organismo non allineato.

    Il quadro è semplice: una rete di censura in espansione, travestita da sistema di protezione. Un apparato che sfugge agli Stati e che crea nuovi intermediari ideologici con il potere di decidere cosa è accettabile leggere e cosa no. E con la scusa della sicurezza, l’UE sta ottenendo quello che nessuna dittatura del Novecento è riuscita a costruire: un sistema paneuropeo di controllo dell’informazione, perfettamente integrato e mascherato da bene comune.

    Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
    L’UE allarga la rete dei suoi nuovi censori di Stato L’Unione Europea sta costruendo la sua macchina di censura pezzo dopo pezzo, e lo sta facendo con la solita eleganza burocratica: chiamando tutto ciò “sicurezza online”. Grazie al DSA, entro la fine del 2025 ogni Stato membro dovrà nominare i cosiddetti “segnalatori attendibili”, organismi con poteri sovranazionali che potranno indicare alle piattaforme quali contenuti rimuovere con priorità. In Germania e Austria il processo è già partito da mesi. Gli altri stanno correndo ai ripari. Il Belgio ha appena nominato un centro antidiscriminazione come organismo ufficiale. La Francia, con la sua ARCOM sempre in prima linea quando c’è da controllare qualcuno, ne ha già certificati otto e altri arriveranno a breve. Tra i probabili nuovi ingressi figura SOS Racisme, con buona pace della sovranità nazionale: perché questi organismi, una volta approvati dall’UE, possono intervenire ovunque, superando confini e governi eletti. Tradotto: ONG straniere - spesso ideologicamente molto allineate - potranno influenzare la libertà di espressione dentro un Paese che non le ha mai votate. In Germania il compito è finito alla Bundesnetzagentur, in Austria a KommAustria. Vienna ha già promosso cinque strutture, che vanno dalla Camera del Lavoro all’Associazione Consumatori. Berlino, dal canto suo, punta su sigle come HateAid e REspect!. Tutte con la stessa missione: segnalare “disinformazione”, “odio” e contenuti ritenuti “illegali”, categorie così elastiche da potersi allungare quanto basta. Le piattaforme digitali, per legge, devono obbedire e processare le segnalazioni con priorità. Il sistema funziona: secondo TKP, in un solo trimestre l’UE ha fatto sparire 29 milioni di contenuti. Il meccanismo dei “Trusted Flagger” è nel mirino da anni: non perché censuri apertamente, ma perché usa metodi più moderni e asettici, come la riduzione della portata dei media scomodi. Un’arma molto più discreta ed efficace della semplice rimozione. La Commissione mantiene anche un database centralizzato di tutti i segnalatori. Finora undici Paesi non ne hanno nominato neppure uno; altri, come l’Ungheria, ne hanno appena uno. Ma Bruxelles vuole omogeneizzare tutto entro il 2025, così nessuno potrà mai pensare di inserire un organismo non allineato. Il quadro è semplice: una rete di censura in espansione, travestita da sistema di protezione. Un apparato che sfugge agli Stati e che crea nuovi intermediari ideologici con il potere di decidere cosa è accettabile leggere e cosa no. E con la scusa della sicurezza, l’UE sta ottenendo quello che nessuna dittatura del Novecento è riuscita a costruire: un sistema paneuropeo di controllo dell’informazione, perfettamente integrato e mascherato da bene comune. Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
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    Carmen Tortora
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  • LA LEZIONE CHE L'OCCIDENTE DEVE IMPARARE

    Per chi non lo sapesse, l'Ambasciata del Qatar è in costruzione su uno dei viali più belli di Bruxelles (Avenue Franklin Roosevelt) e intende aggiungere una moschea da 60 posti.

    Questo perché il Qatar è uno dei paesi musulmani più estremisti...

    Il Ministero degli Affari Esteri belga non solo ha rifiutato di approvare questo finanziamento, ma ha anche risposto al Centro Islamico Tawfiiq dicendo "sarebbe paradossale accettare questo finanziamento da un paese che non accetta la libertà religiosa".

    Anche il Ministro degli Esteri norvegese Jonas Gahr Støre ha dichiarato: "Potremmo semplicemente dire di no, che il Ministero non approva, ma cogliamo l'occasione per aggiungere che l'approvazione sarebbe paradossale, poiché voler fondare una comunità cristiana in Arabia Saudita è considerato un reato punibile con la decapitazione".

    Nota: un'altra moschea è in costruzione anche a Court-Saint-Etienne, in Belgio. Nonostante cerchino di costruire una chiesa o un centro laico in Medio Oriente o nell'Oriente islamico, si arrogano il diritto di distruggere tutto ciò che è diverso dall'Islam nel loro Paese (siano essi cristiani, copti, laici, persino buddisti, ecc.), eppure invadono i nostri Paesi occidentali con le loro moschee e i loro minareti.

    Con una sola email inviata a cinque contatti (30 secondi del vostro prezioso tempo), ognuno di noi, in 3 mesi, avrà oltre 1 milione di email o persone informate, e 48 milioni in 6 mesi!

    Conto su di voi per continuare i contatti; è veloce e ne vale la pena.
    Forse aiuterà i nostri governanti ad aprire gli occhi...

    Quando parliamo di invasione silenziosa, alcuni mi chiedono di cosa si tratti. Bene, eccola qui: abbiamo ricevuto questa interessante informazione dal Regno Unito e la condivido così com'è, perché: "Quando vedi la barba del tuo vicino in fiamme, bagna la tua".

    Il sindaco di Londra - Musulmano.
    Il sindaco di Birmingham - musulmano.
    Il sindaco di Leeds - musulmano.
    Il sindaco di Blackburn - musulmano.
    Il sindaco di Sheffield - musulmano.
    Il sindaco di Oxford - musulmano.
    Il sindaco di Lawton - musulmano.
    Il sindaco di Oldam - musulmano.
    Il sindaco di Rokdal - musulmano.

    Tutto questo è stato realizzato da soli 4 milioni di musulmani su 66 milioni di abitanti dell'Inghilterra:

    Oggi, ci sono più di 3.000 moschee musulmane in Inghilterra.

    Ci sono più di 130 tribunali musulmani della Sharia.

    Ci sono più di 50 consigli musulmani della Sharia.

    Il 78% delle donne musulmane non lavora; sono sostenute dallo Stato e hanno un alloggio gratuito.

    Il 63% degli uomini musulmani non lavora; riceve il sostegno dello Stato e ha un alloggio gratuito.
    Le famiglie musulmane con una media di 6-8 figli, sostenute dallo Stato, ricevono un alloggio gratuito. Ora tutte le scuole del Regno Unito devono dare una lezione sull'Islam!
    E noi non possiamo decidere sulla politica migratoria?

    Uno dei modi per combattere questo fenomeno è continuare a diffondere queste informazioni negli Stati Uniti, in Europa e nel mondo intero, per informare i cittadini non istruiti, che ascoltano principalmente la radio e guardano la televisione, leggono occasionalmente un giornale, ma nessuno di loro diffonde questa verità estremamente pericolosa!

    Fino ad oggi, non ho visto questa informazione diffusa dai media.
    L'avete vista?

    Per favore, diffondetela affinché il mondo si svegli dall'imminente disastro!

    Lezione che l'Occidente deve imparare:

    La cultura musulmana ha silenziosamente invaso l'Occidente e sta già mostrando i suoi artigli affilati e distruttivi.

    La Francia ha 5 milioni di problemi, Inghilterra e Germania 3 milioni ciascuna, la Spagna circa 2 milioni, gli Stati Uniti circa 500.000, e l'Occidente ha innumerevoli moschee.

    Agiscono di nascosto, e alcuni sembrano pacifici mentre nidificano, ma quando ottengono la maggioranza, impongono le loro leggi e diventano violenti.

    Dal web
    LA LEZIONE CHE L'OCCIDENTE DEVE IMPARARE Per chi non lo sapesse, l'Ambasciata del Qatar è in costruzione su uno dei viali più belli di Bruxelles (Avenue Franklin Roosevelt) e intende aggiungere una moschea da 60 posti. Questo perché il Qatar è uno dei paesi musulmani più estremisti... Il Ministero degli Affari Esteri belga non solo ha rifiutato di approvare questo finanziamento, ma ha anche risposto al Centro Islamico Tawfiiq dicendo "sarebbe paradossale accettare questo finanziamento da un paese che non accetta la libertà religiosa". Anche il Ministro degli Esteri norvegese Jonas Gahr Støre ha dichiarato: "Potremmo semplicemente dire di no, che il Ministero non approva, ma cogliamo l'occasione per aggiungere che l'approvazione sarebbe paradossale, poiché voler fondare una comunità cristiana in Arabia Saudita è considerato un reato punibile con la decapitazione". Nota: un'altra moschea è in costruzione anche a Court-Saint-Etienne, in Belgio. Nonostante cerchino di costruire una chiesa o un centro laico in Medio Oriente o nell'Oriente islamico, si arrogano il diritto di distruggere tutto ciò che è diverso dall'Islam nel loro Paese (siano essi cristiani, copti, laici, persino buddisti, ecc.), eppure invadono i nostri Paesi occidentali con le loro moschee e i loro minareti. Con una sola email inviata a cinque contatti (30 secondi del vostro prezioso tempo), ognuno di noi, in 3 mesi, avrà oltre 1 milione di email o persone informate, e 48 milioni in 6 mesi! Conto su di voi per continuare i contatti; è veloce e ne vale la pena. Forse aiuterà i nostri governanti ad aprire gli occhi... Quando parliamo di invasione silenziosa, alcuni mi chiedono di cosa si tratti. Bene, eccola qui: abbiamo ricevuto questa interessante informazione dal Regno Unito e la condivido così com'è, perché: "Quando vedi la barba del tuo vicino in fiamme, bagna la tua". ▪️Il sindaco di Londra - Musulmano. ▪️Il sindaco di Birmingham - musulmano. ▪️Il sindaco di Leeds - musulmano. ▪️Il sindaco di Blackburn - musulmano. ▪️Il sindaco di Sheffield - musulmano. ▪️Il sindaco di Oxford - musulmano. ▪️Il sindaco di Lawton - musulmano. ▪️Il sindaco di Oldam - musulmano. ▪️Il sindaco di Rokdal - musulmano. Tutto questo è stato realizzato da soli 4 milioni di musulmani su 66 milioni di abitanti dell'Inghilterra: Oggi, ci sono più di 3.000 moschee musulmane in Inghilterra. Ci sono più di 130 tribunali musulmani della Sharia. Ci sono più di 50 consigli musulmani della Sharia. Il 78% delle donne musulmane non lavora; sono sostenute dallo Stato e hanno un alloggio gratuito. Il 63% degli uomini musulmani non lavora; riceve il sostegno dello Stato e ha un alloggio gratuito. Le famiglie musulmane con una media di 6-8 figli, sostenute dallo Stato, ricevono un alloggio gratuito. Ora tutte le scuole del Regno Unito devono dare una lezione sull'Islam! E noi non possiamo decidere sulla politica migratoria? Uno dei modi per combattere questo fenomeno è continuare a diffondere queste informazioni negli Stati Uniti, in Europa e nel mondo intero, per informare i cittadini non istruiti, che ascoltano principalmente la radio e guardano la televisione, leggono occasionalmente un giornale, ma nessuno di loro diffonde questa verità estremamente pericolosa! Fino ad oggi, non ho visto questa informazione diffusa dai media. L'avete vista? Per favore, diffondetela affinché il mondo si svegli dall'imminente disastro! Lezione che l'Occidente deve imparare: La cultura musulmana ha silenziosamente invaso l'Occidente e sta già mostrando i suoi artigli affilati e distruttivi. La Francia ha 5 milioni di problemi, Inghilterra e Germania 3 milioni ciascuna, la Spagna circa 2 milioni, gli Stati Uniti circa 500.000, e l'Occidente ha innumerevoli moschee. Agiscono di nascosto, e alcuni sembrano pacifici mentre nidificano, ma quando ottengono la maggioranza, impongono le loro leggi e diventano violenti. Dal web
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  • Di fronte all’incredibile “anticipazione di giudizio” del vice presidente della @CorteCost #LucaAntonini, segnalata ieri da un post di @RHolzeisen, sulla decisione cui la Consulta sarà chiamata il #17Novembre sull’obbligo vaccinale e la sospensione dal lavoro e dagli stipendi dei più che legittimati renitenti (allego l’audio specifico da podcast ufficiale della #Consulta, qui l’integrale spreaker.com/episode/antoni…), il #ProfAugustoSinagra commenta da par suo e con precisione chirurgica.
    La deriva delle Istituzioni italiane è DEVASTANTE!

    Pc @Quirinale @Palazzo_Chigi @FratellidItalia @LegaSalvini @forza_italia

    “ZARATHUSTRA E IL COVID
     
    Lo Zarathustra di cui parlo è un tale Luca Antonini del quale non avevo mai sentito parlare.
    Ho scoperto che è un giudice costituzionale che faceva l’avvocato a Gallarate.
    Egli vanta un importante curriculum nel quale viene menzionata la sua appartenenza ad una non meglio conosciuta “Corte dei Gentili” che non si sa bene di cosa si occupi ma certamente deve essere composta da Signori molto cortesi ed educati.
    L’ Avv. Luca Antonini in un recentissimo evento, volendo promuovere le vaccinazioni COVID, ha detto che la solidarietà non perde la sua spontaneità se è imposta come obbligo legale.
    Da qui due prime riflessioni: la prima è che il pensatore in questione ritiene giustificato e costituzionalmente compatibile il ricatto a mezzo legge che sospendeva il salario a chi non si vaccinava.
    La seconda riflessione è che la teoria antoniniana copre anche la solidarietà obbligatoria del “bieco Ventennio”: penso all’oro alla Patria, alla proliferazione per ottenere la totale esenzione fiscale, alla tassa sui celibi, ed altro ancora.
    Ma quel che più sorprende è che lo studioso di Gallarate (forse poco informato) non sa che ormai è definitivamente accertato, per pur tardiva confessione dell’AIFA e per dichiarazioni delle imprese farmaceutiche indicate come Big Pharma, i “vaccini” non avevano e non hanno alcuna capacità immunizzante e ciò senza calcolare gli eventi avversi particolarmente gravi e il numero impressionante e crescente delle morti improvvise per ictus cerebrale o per diverse patologie cardiache, soprattutto tra i giovani, e mai riconosciute come causate dai cosiddetti vaccini.
    Evidentemente pare brutto dirlo.
    La cosa più triste è che tale dichiarazione del pensatore gallaratese vengono fatte alla vigilia dell'udienza della Corte costituzionale fissata per il 17 novembre prossimo per trattare un ricorso rimesso alla Corte dal Tribunale di Catania e riguardante proprio la ignobile pretesa legislativa di imporre la vaccinazione obbligatoria agli “over 50”.
    E così che l’Avv. Luca Antonini, anticipando il suo giudizio, intende la terzietà del giudice e il suo obbligo non solo di essere terzo e indipendente ma anche di apparire tale.
    Evidentemente il pensatore di Gallarate ignora la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. O, diversamente, se la conosce a lui pare una quisquilia.
    Egli dovrebbe astenersi o dovrebbe essere ricusato ma qui arriva il bello: il Regolamento interno della Corte costituzionale esclude che i suoi giudici possano astenersi o essere ricusati.
    E questa è la Corte costituzionale che dovrebbe garantire il rispetto della Costituzione e i diritti e le libertà che essa riconosce.
    Interverrà Mattarella Sergio figlio di Bernardo? Sicuramente no, non ha tempo: lui è troppo impegnato a sostenere il riarmo, denunciare il pericolo russo, promuovere la scomparsa della sovranità dello Stato e altre amenità di questo tipo.
    Ometto ogni ulteriore commento per evitare l’accusa di vilipendio.
    Augusto Sinagra”

    Source:
    https://x.com/GfveGianfra/status/1989067561317621888?t=FBzAiaYabub9ERSvtM7PiQ&s=19
    @CoE_RuleofLaw

    @GiulioMarini2 @Giusepp99918361 @SandriAvv
    @AStramezzi @heather_parisi @pbecchi @SoniaLaVera @antonellacirce1 @BonassoRoberto
    @boni_castellane

    @AmbasciataUSA @rusembitaly
    Di fronte all’incredibile “anticipazione di giudizio” del vice presidente della @CorteCost #LucaAntonini, segnalata ieri da un post di @RHolzeisen, sulla decisione cui la Consulta sarà chiamata il #17Novembre sull’obbligo vaccinale e la sospensione dal lavoro e dagli stipendi dei più che legittimati renitenti (allego l’audio specifico da podcast ufficiale della #Consulta, qui l’integrale spreaker.com/episode/antoni…), il #ProfAugustoSinagra commenta da par suo e con precisione chirurgica. La deriva delle Istituzioni italiane è DEVASTANTE! Pc @Quirinale @Palazzo_Chigi @FratellidItalia @LegaSalvini @forza_italia “ZARATHUSTRA E IL COVID   Lo Zarathustra di cui parlo è un tale Luca Antonini del quale non avevo mai sentito parlare. Ho scoperto che è un giudice costituzionale che faceva l’avvocato a Gallarate. Egli vanta un importante curriculum nel quale viene menzionata la sua appartenenza ad una non meglio conosciuta “Corte dei Gentili” che non si sa bene di cosa si occupi ma certamente deve essere composta da Signori molto cortesi ed educati. L’ Avv. Luca Antonini in un recentissimo evento, volendo promuovere le vaccinazioni COVID, ha detto che la solidarietà non perde la sua spontaneità se è imposta come obbligo legale. Da qui due prime riflessioni: la prima è che il pensatore in questione ritiene giustificato e costituzionalmente compatibile il ricatto a mezzo legge che sospendeva il salario a chi non si vaccinava. La seconda riflessione è che la teoria antoniniana copre anche la solidarietà obbligatoria del “bieco Ventennio”: penso all’oro alla Patria, alla proliferazione per ottenere la totale esenzione fiscale, alla tassa sui celibi, ed altro ancora. Ma quel che più sorprende è che lo studioso di Gallarate (forse poco informato) non sa che ormai è definitivamente accertato, per pur tardiva confessione dell’AIFA e per dichiarazioni delle imprese farmaceutiche indicate come Big Pharma, i “vaccini” non avevano e non hanno alcuna capacità immunizzante e ciò senza calcolare gli eventi avversi particolarmente gravi e il numero impressionante e crescente delle morti improvvise per ictus cerebrale o per diverse patologie cardiache, soprattutto tra i giovani, e mai riconosciute come causate dai cosiddetti vaccini. Evidentemente pare brutto dirlo. La cosa più triste è che tale dichiarazione del pensatore gallaratese vengono fatte alla vigilia dell'udienza della Corte costituzionale fissata per il 17 novembre prossimo per trattare un ricorso rimesso alla Corte dal Tribunale di Catania e riguardante proprio la ignobile pretesa legislativa di imporre la vaccinazione obbligatoria agli “over 50”. E così che l’Avv. Luca Antonini, anticipando il suo giudizio, intende la terzietà del giudice e il suo obbligo non solo di essere terzo e indipendente ma anche di apparire tale. Evidentemente il pensatore di Gallarate ignora la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. O, diversamente, se la conosce a lui pare una quisquilia. Egli dovrebbe astenersi o dovrebbe essere ricusato ma qui arriva il bello: il Regolamento interno della Corte costituzionale esclude che i suoi giudici possano astenersi o essere ricusati. E questa è la Corte costituzionale che dovrebbe garantire il rispetto della Costituzione e i diritti e le libertà che essa riconosce. Interverrà Mattarella Sergio figlio di Bernardo? Sicuramente no, non ha tempo: lui è troppo impegnato a sostenere il riarmo, denunciare il pericolo russo, promuovere la scomparsa della sovranità dello Stato e altre amenità di questo tipo. Ometto ogni ulteriore commento per evitare l’accusa di vilipendio. Augusto Sinagra” Source: https://x.com/GfveGianfra/status/1989067561317621888?t=FBzAiaYabub9ERSvtM7PiQ&s=19 @CoE_RuleofLaw @GiulioMarini2 @Giusepp99918361 @SandriAvv @AStramezzi @heather_parisi @pbecchi @SoniaLaVera @antonellacirce1 @BonassoRoberto @boni_castellane @AmbasciataUSA @rusembitaly
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  • GLI INFLUENCER DOVRANNO ISCRIVERSI AD UN ALBO DI STATO E SARANNO CENSURATI

    English translation
    👉🏻 CLICK HERE 👈🏻

    Rendere internet superficiale e servile come la TV.

    1) DITTATURA DELL'INFORMAZIONE NEI CONFRONTI DEGLI INFLUENCER

    L'AGCOM con una nuova delibera che si può leggere cliccando qui sancisce l'obbligo per qualsiasi influencer dotato di più di 500mila iscritti o più di 1milione di visualizzazioni mensili, indipendentemente dalla piattaforma in cui opera, ad iscriversi ad un albo statale dove deve fornire tutte le sue informazioni personali. Gli influencer possono effettuare l'iscrizione su questo sito dove oltre ad indicare il proprio nome e il proprio cognome reali sono costretti ad indicare le pagine in cui è seguito, il numero dei followers ed anche a lasciare dei recapiti. Siccome è richiesto anche il documento di identità, si tratta di una vera e propria schedatura attraverso la quale lo Stato italiano vuole tenere in pugno ogni persona che ha un grande pubblico. Nell'allegato B, che consiste nel codice di condotta degli influencer è scritto che in assenza di registrazione si verrà puniti in base alla legge 31 luglio 1997, n. 249, art. 30 comma 1 la quale sancisce che chi non fornisce i dati richiesti dalle autorità dovrà pagare una sanzione amministrativa da 1 milione a 200 milioni di lire, quindi con una sanzione che può arrivare a circa 100 mila euro.
    Come illustrato nell'allegato A alla delibera, gli influencer che non seguiranno il codice di condotta saranno sanzionati in base al regolamento del testo unico, ciò vuol dire che crolla il muro che per anni ha separato il mondo della televisione dal mondo di internet, visto che anche gli influencer adesso dovranno seguire lo stesso regolamento imposto le emittenti radiofoniche e televisive, e possiamo dire addio anche alla creatività, libertà e spontaneità nella creazione dei contenuti che ha sempre caratterizzato internet trasformandolo nell'ennesimo braccio della propaganda statale.

    2) IL CODICE DI CONDOTTA IMPONE LA LOTTA ALLA CONTROINFORMAZIONE

    Fin da subito a pp, 2, disposizioni generali, si parla dell'obbligo degli influencer di "contrastare la disinformazione" e quando il sistema parla di disinformazione parla della controinformazione. Gli influencer non possono neanche diffondere "odio razziale" o parlare male di qualsiasi minoranza, quindi sarà vietato pubblicare qualsiasi cosa possa giustificare odio verso di loro. Non potranno parlare dell'invasione, citare statistiche sulla criminalità degli stranieri, in quanto saranno tenuti a seguire l'art. 4 del testo unico che impone la salvaguardia delle differenze "etniche" e l'art. 30 che parla di divieto di istigazione dei reati o apologia degli stessi. L'influencer è anche tenuto a non produrre contenuti che siano "gravemente nocivi per i minori", e ciò vuol dire che non potranno trattare i seguenti temi: "violenza; sesso; diritti fondamentali e incolumità della persona". I contenuti di violenza o di sesso non si identificano necessariamente con atti espliciti di violenza o di pornografia, ma basta che si parli anche solo indirettamente di questi contenuti. Se quindi si sfora dai parametri (le scene non possono essere verosimili, non si possono raccontare i dettagli etc.) il contenuto può essere considerato "altamente nocivo" e incorrere in problemi. Ciò impedisce agli influencer di trattare propriamente tematiche di cronaca nera, affrontare con dovizia di particolari le questioni geopolitiche ed insomma contribuisce a rendere internet un Paese dei Balocchi dove si può parlare solo di stronzate e videogiochi, un luogo di intrattenimento becero la cui unica funzione è far spegnere i cervelli.

    CONCLUSIONI

    Per gli influencer non rilevanti, cioè quelli che hanno meno di 500mila iscritti, si applicano comunque l'art. 41 e 42. L'art 42, b sancisce che le piattaforme sono tenute a "tutelare il pubblico" da contenuti che incitano all'odio nei confronti delle minoranze, quindi parte della censura si applica a chiunque produca materiali audiovisivi.

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    GLI INFLUENCER DOVRANNO ISCRIVERSI AD UN ALBO DI STATO E SARANNO CENSURATI English translation 👉🏻 CLICK HERE 👈🏻 Rendere internet superficiale e servile come la TV. 1) DITTATURA DELL'INFORMAZIONE NEI CONFRONTI DEGLI INFLUENCER L'AGCOM con una nuova delibera che si può leggere cliccando qui sancisce l'obbligo per qualsiasi influencer dotato di più di 500mila iscritti o più di 1milione di visualizzazioni mensili, indipendentemente dalla piattaforma in cui opera, ad iscriversi ad un albo statale dove deve fornire tutte le sue informazioni personali. Gli influencer possono effettuare l'iscrizione su questo sito dove oltre ad indicare il proprio nome e il proprio cognome reali sono costretti ad indicare le pagine in cui è seguito, il numero dei followers ed anche a lasciare dei recapiti. Siccome è richiesto anche il documento di identità, si tratta di una vera e propria schedatura attraverso la quale lo Stato italiano vuole tenere in pugno ogni persona che ha un grande pubblico. Nell'allegato B, che consiste nel codice di condotta degli influencer è scritto che in assenza di registrazione si verrà puniti in base alla legge 31 luglio 1997, n. 249, art. 30 comma 1 la quale sancisce che chi non fornisce i dati richiesti dalle autorità dovrà pagare una sanzione amministrativa da 1 milione a 200 milioni di lire, quindi con una sanzione che può arrivare a circa 100 mila euro. Come illustrato nell'allegato A alla delibera, gli influencer che non seguiranno il codice di condotta saranno sanzionati in base al regolamento del testo unico, ciò vuol dire che crolla il muro che per anni ha separato il mondo della televisione dal mondo di internet, visto che anche gli influencer adesso dovranno seguire lo stesso regolamento imposto le emittenti radiofoniche e televisive, e possiamo dire addio anche alla creatività, libertà e spontaneità nella creazione dei contenuti che ha sempre caratterizzato internet trasformandolo nell'ennesimo braccio della propaganda statale. 2) IL CODICE DI CONDOTTA IMPONE LA LOTTA ALLA CONTROINFORMAZIONE Fin da subito a pp, 2, disposizioni generali, si parla dell'obbligo degli influencer di "contrastare la disinformazione" e quando il sistema parla di disinformazione parla della controinformazione. Gli influencer non possono neanche diffondere "odio razziale" o parlare male di qualsiasi minoranza, quindi sarà vietato pubblicare qualsiasi cosa possa giustificare odio verso di loro. Non potranno parlare dell'invasione, citare statistiche sulla criminalità degli stranieri, in quanto saranno tenuti a seguire l'art. 4 del testo unico che impone la salvaguardia delle differenze "etniche" e l'art. 30 che parla di divieto di istigazione dei reati o apologia degli stessi. L'influencer è anche tenuto a non produrre contenuti che siano "gravemente nocivi per i minori", e ciò vuol dire che non potranno trattare i seguenti temi: "violenza; sesso; diritti fondamentali e incolumità della persona". I contenuti di violenza o di sesso non si identificano necessariamente con atti espliciti di violenza o di pornografia, ma basta che si parli anche solo indirettamente di questi contenuti. Se quindi si sfora dai parametri (le scene non possono essere verosimili, non si possono raccontare i dettagli etc.) il contenuto può essere considerato "altamente nocivo" e incorrere in problemi. Ciò impedisce agli influencer di trattare propriamente tematiche di cronaca nera, affrontare con dovizia di particolari le questioni geopolitiche ed insomma contribuisce a rendere internet un Paese dei Balocchi dove si può parlare solo di stronzate e videogiochi, un luogo di intrattenimento becero la cui unica funzione è far spegnere i cervelli. CONCLUSIONI Per gli influencer non rilevanti, cioè quelli che hanno meno di 500mila iscritti, si applicano comunque l'art. 41 e 42. L'art 42, b sancisce che le piattaforme sono tenute a "tutelare il pubblico" da contenuti che incitano all'odio nei confronti delle minoranze, quindi parte della censura si applica a chiunque produca materiali audiovisivi. Iscriviti a Der Einzige 👉🏻 CLICCA QUI 👈🏻
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  • Forza Italia è ancora ostaggio dei vaccinisti che si rifiutano di guardare la realtà.
    Vota assieme al Pd in regione per sfiduciare da un incarico in regione Lombardia Federica Picchi dei Fratelli d'Italia
    Il Pd reprime la libertà di pensiero. Se fossero al governo sarebbe una dittatura sanitaria.
    La proposta di istituire un giorno della memoria del genocidio della tachipirina e del covax19 e quanto mai necessaria ma difficile.
    Temo che dovremo rinunciarci.
    Forza Italia è ancora ostaggio dei vaccinisti che si rifiutano di guardare la realtà. Vota assieme al Pd in regione per sfiduciare da un incarico in regione Lombardia Federica Picchi dei Fratelli d'Italia Il Pd reprime la libertà di pensiero. Se fossero al governo sarebbe una dittatura sanitaria. La proposta di istituire un giorno della memoria del genocidio della tachipirina e del covax19 e quanto mai necessaria ma difficile. Temo che dovremo rinunciarci.
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  • Elon Musk avverte: il pericolo nascosto dell'ID digitale in America | Musk Mindset Elon Musk avverte: il pericolo nascosto dell'ID digitale in AmericaElon Musk siede davanti alla telecamera, non come un miliardario, ma come una voce che lancia un monito. In questo potente monologo cinematografico, Musk spiega perché la nuova ondata di sistemi di ID digitale potrebbe distruggere la libertà in America e nel mondo. Analizza la vera minaccia: non la tecnologia in sé, ma chi la controlla.
    Con calma e intensità, Elon rivela come i dati possano diventare un'arma silenziosa, trasformando la comodità in controllo. Questa non è finzione, è il futuro che si sta dispiegando proprio ora.
    #ElonMusk #IDDigitale #FreedomMatters #AIWarning #FutureOfHumanity #TechControl #XSpaces #ElonMuskSpeech #DigitalSlavery #USA2025
    https://www.youtube.com/watch?v=zUbF_z2brXE
    Elon Musk avverte: il pericolo nascosto dell'ID digitale in America | Musk Mindset Elon Musk avverte: il pericolo nascosto dell'ID digitale in AmericaElon Musk siede davanti alla telecamera, non come un miliardario, ma come una voce che lancia un monito. In questo potente monologo cinematografico, Musk spiega perché la nuova ondata di sistemi di ID digitale potrebbe distruggere la libertà in America e nel mondo. Analizza la vera minaccia: non la tecnologia in sé, ma chi la controlla. Con calma e intensità, Elon rivela come i dati possano diventare un'arma silenziosa, trasformando la comodità in controllo. Questa non è finzione, è il futuro che si sta dispiegando proprio ora. #ElonMusk #IDDigitale #FreedomMatters #AIWarning #FutureOfHumanity #TechControl #XSpaces #ElonMuskSpeech #DigitalSlavery #USA2025 https://www.youtube.com/watch?v=zUbF_z2brXE
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  • Una nonna di 12 nipoti ed ex ministra del governo sta affrontando un processo per aver citato la Bibbia!
    Per sei anni, Päivi Räsänen ha sopportato interrogatori di polizia, vari processi e attacchi continui, semplicemente per essere rimasta ferma nella sua Fede.
    Nonostante sia stata assolta due volte con verdetti unanimi, i pubblici ministeri, in modo assurdo, sono determinati a trascinarla ancora una volta nel calvario di un altro processo.
    Il 30 ottobre, comparirà davanti alla Corte Suprema della Finlandia in un caso che potrebbe creare un pericoloso precedente per la libertà di parola e di religione in tutta Europa.
    Ti prego, prenditi 30 secondi per unirti a me nel sostenere Päivi firmando questa petizione. Clicca qui: https://cgo.ac/scmUin7E Grazie
    😱 Una nonna di 12 nipoti ed ex ministra del governo sta affrontando un processo per aver citato la Bibbia! Per sei anni, Päivi Räsänen ha sopportato interrogatori di polizia, vari processi e attacchi continui, semplicemente per essere rimasta ferma nella sua Fede. Nonostante sia stata assolta due volte con verdetti unanimi, i pubblici ministeri, in modo assurdo, sono determinati a trascinarla ancora una volta nel calvario di un altro processo. Il 30 ottobre, comparirà davanti alla Corte Suprema della Finlandia in un caso che potrebbe creare un pericoloso precedente per la libertà di parola e di religione in tutta Europa. ✍️ Ti prego, prenditi 30 secondi per unirti a me nel sostenere Päivi firmando questa petizione. Clicca qui: https://cgo.ac/scmUin7E Grazie
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  • ULTIMA ORA: IL GIUDICE SUSANNA ZANDA ASSOLTA IN CASSAZIONE.

    La Corte di Cassazione si è espressa con l'assoluzione della giudice Susanna Zanda dalle accuse rivoltegli.

    La giudice ha subito provvedimenti e sanzioni disciplinari che minano la sua carriera e la sua dignità umana e professionale per aver emesso sentenze contro le restrizioni ingiustificate alle libertà dei cittadini durante il periodo della c. d. pandemia. Accuse che appaiono a molti come una ritorsione e un avvertimento verso quelle toghe che osano contraddire le decisioni dei Governi.

    Aveva per prima rifiutato il Green Pass e esternato il suo dissenso tanto da vedersi deferita al CSM (Consiglio Superiore della Magistratura).

    “Il supergreen pass tende ad indurre gli over 50 all’inoculo di un trattamento genico sperimentale, che si era già acclarato avere un’efficacia immunizzante ‘negativa’, come confermato dagli ultimi dati Aifa”, disse.

    Inoltre la Giudice aveva ricordato che "La degradazione della persona del lavoratore a merce di supermercato, potrebbe essere giudicato lesivo della dignità della persona, integrando un comportamento illecito della parte datoriale" definendo il provvedimento della tessera verde come eversivo rispetto ai diritti disciplinati e garantiti in Costituzione.

    Oggi la pronuncia di assoluzione dal provvedimento disciplinare aperto dalla Procura Generale della stessa Corte, per sindacare in merito alle decisioni prese dal Magistrato Zanda.

    Ogni tanto una buona notizia.



    Seguimi e aiutami ad essere un giornalista indipendente con una donazione libera su Paypal:

    paypal.me/DavideGianlucaPorro

    Non ho editori alle spalle, posso svolgere questo lavoro solo grazie ai miei sacrifici e all'aiuto spontaneo di cittadini onesti come te.

    Grazie di cuore.
    🔴ULTIMA ORA: IL GIUDICE SUSANNA ZANDA ASSOLTA IN CASSAZIONE. La Corte di Cassazione si è espressa con l'assoluzione della giudice Susanna Zanda dalle accuse rivoltegli. La giudice ha subito provvedimenti e sanzioni disciplinari che minano la sua carriera e la sua dignità umana e professionale per aver emesso sentenze contro le restrizioni ingiustificate alle libertà dei cittadini durante il periodo della c. d. pandemia. Accuse che appaiono a molti come una ritorsione e un avvertimento verso quelle toghe che osano contraddire le decisioni dei Governi. Aveva per prima rifiutato il Green Pass e esternato il suo dissenso tanto da vedersi deferita al CSM (Consiglio Superiore della Magistratura). “Il supergreen pass tende ad indurre gli over 50 all’inoculo di un trattamento genico sperimentale, che si era già acclarato avere un’efficacia immunizzante ‘negativa’, come confermato dagli ultimi dati Aifa”, disse. Inoltre la Giudice aveva ricordato che "La degradazione della persona del lavoratore a merce di supermercato, potrebbe essere giudicato lesivo della dignità della persona, integrando un comportamento illecito della parte datoriale" definendo il provvedimento della tessera verde come eversivo rispetto ai diritti disciplinati e garantiti in Costituzione. Oggi la pronuncia di assoluzione dal provvedimento disciplinare aperto dalla Procura Generale della stessa Corte, per sindacare in merito alle decisioni prese dal Magistrato Zanda. Ogni tanto una buona notizia. 🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘 👍 Seguimi e aiutami ad essere un giornalista indipendente con una donazione libera su Paypal: paypal.me/DavideGianlucaPorro Non ho editori alle spalle, posso svolgere questo lavoro solo grazie ai miei sacrifici e all'aiuto spontaneo di cittadini onesti come te. Grazie di cuore.
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  • Migliaia di britannici hanno invaso le strade di LONDRA
    Protestano in massa contro il documento d'identità digitale obbligatorio
    La popolazione dice: “BASTA È BASTA!” Rifiutano la tirannia e chiedono la libertà!
    Il mondo si risveglia…
    #DigitalID #Libertà #Londra #Protesta #NoDigitalID #NonCiSottometteremo #SvegliatiMondo

    Source: https://x.com/dessere88fenice/status/1980722503187042368

    🔥📣🇬🇧 Migliaia di britannici hanno invaso le strade di LONDRA 🏙️ Protestano in massa contro il documento d'identità digitale obbligatorio 💳🔥 La popolazione dice: “BASTA È BASTA!” Rifiutano la tirannia e chiedono la libertà! ✊🔥 Il mondo si risveglia… 🌍 #DigitalID #Libertà #Londra #Protesta #NoDigitalID #NonCiSottometteremo #SvegliatiMondo Source: https://x.com/dessere88fenice/status/1980722503187042368
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  • PER NON DIMENTICARE e FARE UN PO' di CHIAREZZA!
    L’ENIGMA RANUCCI: IL GIORNALISTA SCOMODO CHE NON DISTURBA IL POTERE!
    Sempre solidale con chiunque subisca ogni tipo di intimidazione, compreso il soggetto in questione, vi propongo questi interessanti e condivisibili post sulla figura di Sigfrido Ranucci, il giornalista che durante la pandemia pubblicizzava senza farsi alcuna domanda i sieri sperimentali che continuano tutt’oggi a mietere vittime anche fra i suoi colleghi e proponeva imperdibili inchieste della durata di un’ora sull’evoluzione della pizza in Italia, con un inedito focus sulla mangiata dell’ex presidente Bill Clinton in una pizzeria di Napoli…tutto questo nel periodo in cui tutti i diritti fondamentali dell’uomo venivano calpestati da un banchiere criminale nel silenzio di (quasi) tutte le trasmissioni televisive, fra cui la sua.
    Buona lettura.
    Post 1
    Sigfrido Ranucci viene presentato da anni come simbolo del giornalismo d’inchiesta italiano, “voce scomoda” contro i poteri forti. Eppure, se si osserva con attenzione la linea editoriale di Report, emerge un quadro molto diverso da quello percepito dal grande pubblico.
    I servizi del programma non toccano mai le questioni centrali del potere reale: il ruolo dell’Unione Europea e della BCE nell’impoverimento economico del Paese, le responsabilità politiche nella gestione pandemica, i rapporti fra magistratura e intelligence, l’impatto delle politiche migratorie sulla sicurezza e sull’identità sociale.
    Temi di questa portata vengono costantemente evitati. Si preferisce orientare l’attenzione verso fenomeni di corruzione secondaria, conflitti di interesse marginali o presunti scandali a basso rischio politico.
    In questo senso, Report svolge una funzione precisa: incanalare l’indignazione pubblica verso bersagli innocui.
    Il risultato è duplice: da un lato si alimenta l’immagine del giornalismo “libero”, dall’altro si impedisce che l’opinione pubblica concentri la propria attenzione sui veri centri di potere.
    Non è un caso che Ranucci, pur dichiarandosi “in pericolo”, goda di massima copertura istituzionale, sia da parte del Quirinale che dell’Unione Europea, che ne difendono costantemente l’operato in nome della “libertà di stampa”.
    È difficile considerare realmente scomodo chi opera all’interno del servizio pubblico e gode di protezione politica trasversale.
    In un Paese dove giornalisti indipendenti vengono querelati, censurati o isolati, l’immagine del “cronista coraggioso sotto scorta” funziona come una narrazione utile al sistema: serve a dare credibilità a un’informazione che, in realtà, si muove entro confini molto ben definiti.
    Post 2 – L’ATTENTATO IMPOSSIBILE: UNA NARRAZIONE COSTRUITA?
    Dal 2021 Sigfrido Ranucci vive sotto scorta. Ciò significa che la sua abitazione, i suoi spostamenti e la sua vettura rientrano in protocolli di sicurezza estremamente rigidi.
    Ogni ingresso, parcheggio e itinerario è monitorato. Per questo motivo, la notizia secondo cui qualcuno sarebbe riuscito a collocare un ordigno esplosivo nella sua auto appare tecnicamente poco plausibile, se non impossibile, a meno di gravi complicità interne.
    L’attentato, così come raccontato, presenta quindi una doppia anomalia: o i protocolli di protezione sono falliti in modo clamoroso — cosa che dovrebbe comportare immediate dimissioni di funzionari e scorte — oppure la vicenda ha una forte componente scenica e comunicativa.
    Il tempismo mediatico lo conferma: subito dopo la notizia, esponenti politici di tutti i partiti hanno espresso solidarietà, il Quirinale ha ribadito il valore del “giornalismo libero”, e i media hanno rilanciato la narrazione dell’Italia come “paese pericoloso per chi fa informazione”.
    Ma di quale informazione si parla?
    Ranucci non ha mai prodotto inchieste che mettessero realmente in crisi i vertici del potere politico o finanziario. Non ha mai toccato temi come l’adesione incondizionata dell’Italia alla NATO, la gestione opaca dei fondi del PNRR, o le pressioni sovranazionali in materia sanitaria ed energetica.
    Eppure viene presentato come simbolo della libertà di parola.
    L’ipotesi più coerente è che l’“attentato” serva a consolidare una narrativa utile al mainstream: quella del giornalista eroico minacciato da forze oscure, che deve essere difeso dal potere politico stesso.
    Un paradosso perfetto: chi dovrebbe essere il bersaglio diventa, in realtà, l’attore principale di una messa in scena che rafforza il sistema che finge di combattere.
    Post 3 – IL RUOLO DI SISTEMA DEL GIORNALISTA “SOTTO ATTACCO”
    In ogni momento di crisi di fiducia verso i media, il sistema reagisce in modo prevedibile: rilancia figure come Ranucci per ridare legittimità morale alla stampa istituzionale.
    Quando il pubblico inizia a percepire la manipolazione dell’informazione, serve un simbolo di “verità perseguitata”.
    Ranucci diventa così il protagonista perfetto di una sceneggiatura politica: un giornalista “coraggioso” che affronta “minacce anonime”, protetto dalle istituzioni e celebrato dalle stesse forze di potere che dice di denunciare.
    È un meccanismo studiato.
    Il potere sa che per sopravvivere deve simulare al proprio interno una quota di conflitto controllato: apparire diviso per essere più credibile.
    In realtà, la funzione del dissenso istituzionalizzato è proprio neutralizzare il vero dissenso.
    Mentre l’attenzione del pubblico viene dirottata su un presunto attacco a Report, restano fuori dall’agenda mediatica i dossier realmente scomodi: i rapporti fra politica e finanza, l’influenza delle multinazionali sui media, il ruolo delle intelligence nei processi giudiziari, e la progressiva erosione della sovranità nazionale.
    Il risultato è che il “giornalista minacciato” diventa uno scudo narrativo per l’establishment.
    L’intera vicenda rafforza l’idea che chi critica i media ufficiali sia un potenziale pericolo per la democrazia.
    E così, mentre il potere si autoassolve celebrando la propria “libertà di stampa”, il vero giornalismo d’inchiesta — quello che indaga davvero su chi comanda — resta invisibile, marginalizzato, e privo di voce.

    Source: https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=10229586144179377&id=1276122023&post_id=1276122023_10229586144179377&rdid=By0LdSJgnVcqb30V
    PER NON DIMENTICARE e FARE UN PO' di CHIAREZZA! L’ENIGMA RANUCCI: IL GIORNALISTA SCOMODO CHE NON DISTURBA IL POTERE! Sempre solidale con chiunque subisca ogni tipo di intimidazione, compreso il soggetto in questione, vi propongo questi interessanti e condivisibili post sulla figura di Sigfrido Ranucci, il giornalista che durante la pandemia pubblicizzava senza farsi alcuna domanda i sieri sperimentali che continuano tutt’oggi a mietere vittime anche fra i suoi colleghi e proponeva imperdibili inchieste della durata di un’ora sull’evoluzione della pizza in Italia, con un inedito focus sulla mangiata dell’ex presidente Bill Clinton in una pizzeria di Napoli…tutto questo nel periodo in cui tutti i diritti fondamentali dell’uomo venivano calpestati da un banchiere criminale nel silenzio di (quasi) tutte le trasmissioni televisive, fra cui la sua. Buona lettura. Post 1 Sigfrido Ranucci viene presentato da anni come simbolo del giornalismo d’inchiesta italiano, “voce scomoda” contro i poteri forti. Eppure, se si osserva con attenzione la linea editoriale di Report, emerge un quadro molto diverso da quello percepito dal grande pubblico. I servizi del programma non toccano mai le questioni centrali del potere reale: il ruolo dell’Unione Europea e della BCE nell’impoverimento economico del Paese, le responsabilità politiche nella gestione pandemica, i rapporti fra magistratura e intelligence, l’impatto delle politiche migratorie sulla sicurezza e sull’identità sociale. Temi di questa portata vengono costantemente evitati. Si preferisce orientare l’attenzione verso fenomeni di corruzione secondaria, conflitti di interesse marginali o presunti scandali a basso rischio politico. In questo senso, Report svolge una funzione precisa: incanalare l’indignazione pubblica verso bersagli innocui. Il risultato è duplice: da un lato si alimenta l’immagine del giornalismo “libero”, dall’altro si impedisce che l’opinione pubblica concentri la propria attenzione sui veri centri di potere. Non è un caso che Ranucci, pur dichiarandosi “in pericolo”, goda di massima copertura istituzionale, sia da parte del Quirinale che dell’Unione Europea, che ne difendono costantemente l’operato in nome della “libertà di stampa”. È difficile considerare realmente scomodo chi opera all’interno del servizio pubblico e gode di protezione politica trasversale. In un Paese dove giornalisti indipendenti vengono querelati, censurati o isolati, l’immagine del “cronista coraggioso sotto scorta” funziona come una narrazione utile al sistema: serve a dare credibilità a un’informazione che, in realtà, si muove entro confini molto ben definiti. Post 2 – L’ATTENTATO IMPOSSIBILE: UNA NARRAZIONE COSTRUITA? Dal 2021 Sigfrido Ranucci vive sotto scorta. Ciò significa che la sua abitazione, i suoi spostamenti e la sua vettura rientrano in protocolli di sicurezza estremamente rigidi. Ogni ingresso, parcheggio e itinerario è monitorato. Per questo motivo, la notizia secondo cui qualcuno sarebbe riuscito a collocare un ordigno esplosivo nella sua auto appare tecnicamente poco plausibile, se non impossibile, a meno di gravi complicità interne. L’attentato, così come raccontato, presenta quindi una doppia anomalia: o i protocolli di protezione sono falliti in modo clamoroso — cosa che dovrebbe comportare immediate dimissioni di funzionari e scorte — oppure la vicenda ha una forte componente scenica e comunicativa. Il tempismo mediatico lo conferma: subito dopo la notizia, esponenti politici di tutti i partiti hanno espresso solidarietà, il Quirinale ha ribadito il valore del “giornalismo libero”, e i media hanno rilanciato la narrazione dell’Italia come “paese pericoloso per chi fa informazione”. Ma di quale informazione si parla? Ranucci non ha mai prodotto inchieste che mettessero realmente in crisi i vertici del potere politico o finanziario. Non ha mai toccato temi come l’adesione incondizionata dell’Italia alla NATO, la gestione opaca dei fondi del PNRR, o le pressioni sovranazionali in materia sanitaria ed energetica. Eppure viene presentato come simbolo della libertà di parola. L’ipotesi più coerente è che l’“attentato” serva a consolidare una narrativa utile al mainstream: quella del giornalista eroico minacciato da forze oscure, che deve essere difeso dal potere politico stesso. Un paradosso perfetto: chi dovrebbe essere il bersaglio diventa, in realtà, l’attore principale di una messa in scena che rafforza il sistema che finge di combattere. Post 3 – IL RUOLO DI SISTEMA DEL GIORNALISTA “SOTTO ATTACCO” In ogni momento di crisi di fiducia verso i media, il sistema reagisce in modo prevedibile: rilancia figure come Ranucci per ridare legittimità morale alla stampa istituzionale. Quando il pubblico inizia a percepire la manipolazione dell’informazione, serve un simbolo di “verità perseguitata”. Ranucci diventa così il protagonista perfetto di una sceneggiatura politica: un giornalista “coraggioso” che affronta “minacce anonime”, protetto dalle istituzioni e celebrato dalle stesse forze di potere che dice di denunciare. È un meccanismo studiato. Il potere sa che per sopravvivere deve simulare al proprio interno una quota di conflitto controllato: apparire diviso per essere più credibile. In realtà, la funzione del dissenso istituzionalizzato è proprio neutralizzare il vero dissenso. Mentre l’attenzione del pubblico viene dirottata su un presunto attacco a Report, restano fuori dall’agenda mediatica i dossier realmente scomodi: i rapporti fra politica e finanza, l’influenza delle multinazionali sui media, il ruolo delle intelligence nei processi giudiziari, e la progressiva erosione della sovranità nazionale. Il risultato è che il “giornalista minacciato” diventa uno scudo narrativo per l’establishment. L’intera vicenda rafforza l’idea che chi critica i media ufficiali sia un potenziale pericolo per la democrazia. E così, mentre il potere si autoassolve celebrando la propria “libertà di stampa”, il vero giornalismo d’inchiesta — quello che indaga davvero su chi comanda — resta invisibile, marginalizzato, e privo di voce. Source: https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=10229586144179377&id=1276122023&post_id=1276122023_10229586144179377&rdid=By0LdSJgnVcqb30V
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