• LA FINE PROGRAMMATA DELL'ESPERIMENTO GLOBALISTA DENOMINATO U.E.

    L''unione Europea" è una SCIAGURA per i popoli: e' la classica istituzione globalista che prende gli ordini dall'alto e stringe sempre di più il cappio al collo dei cittadini i quali, per la sindrome della cosiddetta "rana bollita" non se è accorgono(ricordiamo che la rana scappa subito se l'acqua della pentola è già calda, ma se parte fredda e si riscalda...vi rimane!!!!).
    Ebbene, questa UNIONE EUROPEA della guerra, del riarmo, della censura attraverso il Digital Service Act, del caro bollette, del carovita, dell'euro, dei sieri magici della Von Der Leyen (e chi più ne ha più ne metta) continua a suicidarsi uccidendo pure noi, purtroppo.
    Senza dimenticare che in nome della "dittatura ambientale provocata dal fantomatico riscaldamento globale" che non considera la semplice ciclicità dell'attività solare, la CO2 (il gas della vita respirato dalle piante che lo trasformano in ossigeno) diventa il PRETESTO per qualsiasi legge ammazza-diritti: infatti non sono bastati gli aumenti vertiginosi dei carburanti e l'efficientamento delle case, ora un rapporto europeo dell' "ufficio europeo dell'ambiente" vorrebbe RIDURRE il numero dei metri quadri per ogni persona per "ridurre l'impronta di carbonio". In sostanza, per una persona singola si andrebbe dai 14 ai 20 metri quadri, dai 40 a 80 per una famiglia di 4 persone. Come arrivare a questo? Semplice, tassando chi vuole acquistare più metri quadri!
    È chiaro ormai che la marcia UE vuole estendere a tutti i settori il sistema di compravendita di quote di carbonio, così se hai i soldi "inquini": tutto quanto sopra e' solo FUFFA, lo ripetiamo, l'ambiente diventa un pretesto per una DITTATURA.
    E chi oserebbe contestare vista l'ignoranza delle masse che guardano la LORO informazione mainstream?
    La buona notizia è che tra sanzioni e crisi energetica ad est con la Russia e dazi ad ovest con gli USA la U.E. non può che crollare.
    THE END
    by Sannino

    LIBERI TRA I VIVI
    😡👹☠️🪙🏳️‍🌈🇪🇺🖤🔙 LA FINE PROGRAMMATA DELL'ESPERIMENTO GLOBALISTA DENOMINATO U.E. L''unione Europea" è una SCIAGURA per i popoli: e' la classica istituzione globalista che prende gli ordini dall'alto e stringe sempre di più il cappio al collo dei cittadini i quali, per la sindrome della cosiddetta "rana bollita" non se è accorgono(ricordiamo che la rana scappa subito se l'acqua della pentola è già calda, ma se parte fredda e si riscalda...vi rimane!!!!). Ebbene, questa UNIONE EUROPEA della guerra, del riarmo, della censura attraverso il Digital Service Act, del caro bollette, del carovita, dell'euro, dei sieri magici della Von Der Leyen (e chi più ne ha più ne metta) continua a suicidarsi uccidendo pure noi, purtroppo. Senza dimenticare che in nome della "dittatura ambientale provocata dal fantomatico riscaldamento globale" che non considera la semplice ciclicità dell'attività solare, la CO2 (il gas della vita respirato dalle piante che lo trasformano in ossigeno) diventa il PRETESTO per qualsiasi legge ammazza-diritti: infatti non sono bastati gli aumenti vertiginosi dei carburanti e l'efficientamento delle case, ora un rapporto europeo dell' "ufficio europeo dell'ambiente" vorrebbe RIDURRE il numero dei metri quadri per ogni persona per "ridurre l'impronta di carbonio". In sostanza, per una persona singola si andrebbe dai 14 ai 20 metri quadri, dai 40 a 80 per una famiglia di 4 persone. Come arrivare a questo? Semplice, tassando chi vuole acquistare più metri quadri! È chiaro ormai che la marcia UE vuole estendere a tutti i settori il sistema di compravendita di quote di carbonio, così se hai i soldi "inquini": tutto quanto sopra e' solo FUFFA, lo ripetiamo, l'ambiente diventa un pretesto per una DITTATURA. E chi oserebbe contestare vista l'ignoranza delle masse che guardano la LORO informazione mainstream? La buona notizia è che tra sanzioni e crisi energetica ad est con la Russia e dazi ad ovest con gli USA la U.E. non può che crollare. THE END by Sannino 🌾❤️🙏🌞🇮🇹 LIBERI TRA I VIVI
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  • ECCO SERVITO IL CONTROLLO GLOBALE e TOTALITARIO!

    Censura Made in EU: da “volontaria” a obbligatoria (ma sempre per il nostro bene, ovvio)

    Dal 1° luglio l’Unione Europea ha deciso di togliersi la maschera: il famigerato Codice di condotta contro la disinformazione, fino a ieri “volontario” (cioè facoltativo, ma con il colpo in canna), è ora ufficialmente un obbligo vincolante grazie al Digital Services Act, la legge che Bruxelles spaccia come salvaguardia della libertà ma che puzza di censura centralizzata da lontano un chilometro.

    Le piattaforme digitali - quelle statunitensi, ovviamente nel mirino - ora devono dimostrare di non promuovere quella che l’UE, con zelo da Ministero della Verità, definisce “disinformazione”. A stabilire cosa sia vero e cosa no ci pensa la Commissione stessa: se non sei un media finanziato da qualche ente europeo o statale, è molto probabile che tu sia tacciato di diffondere fake news. Alla faccia della stampa indipendente.

    E chi non si adegua? Audit annuali, standard di trasparenza “rafforzati”, e la promessa che “chi non supera una verifica deve aspettarsi di essere ritenuto responsabile dalle autorità”. La responsabilità, sia chiaro, non è verso i cittadini ma verso l’apparato.

    Gli attivisti di Reclaim the Net lo dicono chiaro: il messaggio è intimidatorio e politicamente mirato. E le conseguenze potrebbero non limitarsi all’ambito digitale. Negli Stati Uniti, dove le aziende Big Tech vedono questa normativa come un attacco diretto, il malumore è palese. E non è solo un problema industriale: tocca anche la diplomazia e il commercio.

    Non è un caso che gli americani abbiano ricordato quanto accaduto con il Canada quando osò introdurre una tassa simile: Trump la definì “una copia sbiadita dell’UE” e bloccò i negoziati finché Ottawa non fece marcia indietro. Una lezione che Bruxelles sembra voler ignorare, nel suo tentativo disperato di diventare la maestra del web e il giudice supremo della verità.

    Intanto, i funzionari europei balbettano difese penose: “Non censuriamo i contenuti, regoliamo i rischi sistemici degli algoritmi”. Certo. E la libertà di parola? Un fastidioso effetto collaterale.

    Per non apparire troppo totalitari, si sottolinea che aderire al Codice è “tecnicamente volontario”. Peccato che il rispetto del DSA sia tutto fuorché facoltativo.

    In sostanza, l’UE ha costruito un regime di censura soft, che nessuno può rifiutare senza pagarne le conseguenze. E ora deve venderlo come progresso. Buona fortuna, Bruxelles. Washington guarda e prende appunti. E il clima si fa sempre più gelido.

    Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
    ECCO SERVITO IL CONTROLLO GLOBALE e TOTALITARIO! Censura Made in EU: da “volontaria” a obbligatoria (ma sempre per il nostro bene, ovvio) Dal 1° luglio l’Unione Europea ha deciso di togliersi la maschera: il famigerato Codice di condotta contro la disinformazione, fino a ieri “volontario” (cioè facoltativo, ma con il colpo in canna), è ora ufficialmente un obbligo vincolante grazie al Digital Services Act, la legge che Bruxelles spaccia come salvaguardia della libertà ma che puzza di censura centralizzata da lontano un chilometro. Le piattaforme digitali - quelle statunitensi, ovviamente nel mirino - ora devono dimostrare di non promuovere quella che l’UE, con zelo da Ministero della Verità, definisce “disinformazione”. A stabilire cosa sia vero e cosa no ci pensa la Commissione stessa: se non sei un media finanziato da qualche ente europeo o statale, è molto probabile che tu sia tacciato di diffondere fake news. Alla faccia della stampa indipendente. E chi non si adegua? Audit annuali, standard di trasparenza “rafforzati”, e la promessa che “chi non supera una verifica deve aspettarsi di essere ritenuto responsabile dalle autorità”. La responsabilità, sia chiaro, non è verso i cittadini ma verso l’apparato. Gli attivisti di Reclaim the Net lo dicono chiaro: il messaggio è intimidatorio e politicamente mirato. E le conseguenze potrebbero non limitarsi all’ambito digitale. Negli Stati Uniti, dove le aziende Big Tech vedono questa normativa come un attacco diretto, il malumore è palese. E non è solo un problema industriale: tocca anche la diplomazia e il commercio. Non è un caso che gli americani abbiano ricordato quanto accaduto con il Canada quando osò introdurre una tassa simile: Trump la definì “una copia sbiadita dell’UE” e bloccò i negoziati finché Ottawa non fece marcia indietro. Una lezione che Bruxelles sembra voler ignorare, nel suo tentativo disperato di diventare la maestra del web e il giudice supremo della verità. Intanto, i funzionari europei balbettano difese penose: “Non censuriamo i contenuti, regoliamo i rischi sistemici degli algoritmi”. Certo. E la libertà di parola? Un fastidioso effetto collaterale. Per non apparire troppo totalitari, si sottolinea che aderire al Codice è “tecnicamente volontario”. Peccato che il rispetto del DSA sia tutto fuorché facoltativo. In sostanza, l’UE ha costruito un regime di censura soft, che nessuno può rifiutare senza pagarne le conseguenze. E ora deve venderlo come progresso. Buona fortuna, Bruxelles. Washington guarda e prende appunti. E il clima si fa sempre più gelido. Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
    T.ME
    Carmen Tortora
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  • UN GRANDE Roy De Vita. Come sempre. MASSIMA DIFFUSIONE!

    Gli USA sospendono i fondi alla Gavi Alliance: il ministro Robert Kennedy Jr. ha richiesto chiarimenti scientifici sui miliardi ricevuti, senza ottenere risposta. Gavi, fondata e finanziata da Bill Gates, è anche tra i maggiori contributori dell’OMS, sollevando dubbi sull’influenza privata nella sanità globale.

    Mentre Washington prende le distanze, l’Italia fa l'esatto opposto: il ministro Tajani ha annunciato un finanziamento di 250 milioni di euro a Gavi, senza confronto con governo o Parlamento, andando contro l’alleato strategico USA.
    UN GRANDE Roy De Vita. Come sempre. MASSIMA DIFFUSIONE! Gli USA sospendono i fondi alla Gavi Alliance: il ministro Robert Kennedy Jr. ha richiesto chiarimenti scientifici sui miliardi ricevuti, senza ottenere risposta. Gavi, fondata e finanziata da Bill Gates, è anche tra i maggiori contributori dell’OMS, sollevando dubbi sull’influenza privata nella sanità globale. Mentre Washington prende le distanze, l’Italia fa l'esatto opposto: il ministro Tajani ha annunciato un finanziamento di 250 milioni di euro a Gavi, senza confronto con governo o Parlamento, andando contro l’alleato strategico USA.
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  • "Il riscaldamento globale... è una bufala assoluta." "E perché dico che è una bufala? Perché ho esaminato i dati del carotaggi del ghiaccio" "È possibile osservare i periodi di raffreddamento e riscaldamento della Terra nel corso di migliaia di anni." "Viviamo in cicli di raffreddamento e riscaldamento. E sono naturali." "Questo ciclo di riscaldamento in cui sostengono che ci troviamo non è nemmeno il più caldo... Ci sono stati cicli di riscaldamento più profondi e caldi in passato, prima che avessimo tutta questa tecnologia."

    "Global warming... is an absolute hoax." "And why do I say it's a hoax? Because I've looked at ice core data." "You can see periods of cooling and warming on the Earth over thousands of years." "We live in cycles of cooling and warming. And they're natural." "This warming cycle they claim we're in isn't even the warmest... There have been deeper, warmer warming cycles in the past, before we had all this technology."

    Source:
    https://x.com/OrtigiaP/status/1940128546006990930?s=19
    "Il riscaldamento globale... è una bufala assoluta." "E perché dico che è una bufala? Perché ho esaminato i dati del carotaggi del ghiaccio" "È possibile osservare i periodi di raffreddamento e riscaldamento della Terra nel corso di migliaia di anni." "Viviamo in cicli di raffreddamento e riscaldamento. E sono naturali." "Questo ciclo di riscaldamento in cui sostengono che ci troviamo non è nemmeno il più caldo... Ci sono stati cicli di riscaldamento più profondi e caldi in passato, prima che avessimo tutta questa tecnologia." "Global warming... is an absolute hoax." "And why do I say it's a hoax? Because I've looked at ice core data." "You can see periods of cooling and warming on the Earth over thousands of years." "We live in cycles of cooling and warming. And they're natural." "This warming cycle they claim we're in isn't even the warmest... There have been deeper, warmer warming cycles in the past, before we had all this technology." Source: https://x.com/OrtigiaP/status/1940128546006990930?s=19
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  • UN GRANDE Roy De Vita. Come sempre. MASSIMA DIFFUSIONE!

    Gli USA sospendono i fondi alla Gavi Alliance: il ministro Robert Kennedy Jr. ha richiesto chiarimenti scientifici sui miliardi ricevuti, senza ottenere risposta. Gavi, fondata e finanziata da Bill Gates, è anche tra i maggiori contributori dell’OMS, sollevando dubbi sull’influenza privata nella sanità globale.

    Mentre Washington prende le distanze, l’Italia fa l'esatto opposto: il ministro Tajani ha annunciato un finanziamento di 250 milioni di euro a Gavi, senza confronto con governo o Parlamento, andando contro l’alleato strategico USA.
    UN GRANDE Roy De Vita. Come sempre. MASSIMA DIFFUSIONE! Gli USA sospendono i fondi alla Gavi Alliance: il ministro Robert Kennedy Jr. ha richiesto chiarimenti scientifici sui miliardi ricevuti, senza ottenere risposta. Gavi, fondata e finanziata da Bill Gates, è anche tra i maggiori contributori dell’OMS, sollevando dubbi sull’influenza privata nella sanità globale. 🇮🇹 Mentre Washington prende le distanze, l’Italia fa l'esatto opposto: il ministro Tajani ha annunciato un finanziamento di 250 milioni di euro a Gavi, senza confronto con governo o Parlamento, andando contro l’alleato strategico USA.
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  • ORRORE SENZA FINE!
    NON POSSO CREDERCI. QUESTA è LA SITUAZIONE degli ALLEVAMENTI di GALLINE in LOMBARDIA!
    Food for Profit svela condizioni igieniche disastrose negli allevamenti lombardi
    L'inchiesta di Giulia Innocenzi documenta carcasse abbandonate e gravi rischi di aviaria negli allevamenti di galline in Lombardia...

    Mentre i prezzi delle uova esplodono a livello globale – in alcune aree degli Stati Uniti sono arrivate a +159% – una nuova inchiesta video del team di Food for Profit mostra due allevamenti intensivi di galline ovaiole in Lombardia, la seconda regione per numero di galline, dopo il Veneto.

    Dai video, ricevuti da un informatore anonimo, emergono gravi carenze di biosicurezza e condizioni igieniche precarie e un alto numero di carcasse abbandonate. Tutti fattori direttamente connessi con il rischio di influenza aviaria. Animali che mangiano le loro feci, gabbie vecchie e carcasse lasciate a marcire. Il primo allevamento in provincia di Brescia, che può contenere quasi 100mila galline, si trova in una zona colpita in passato da focolai di aviaria. Le galline vivono in gabbie metalliche vecchie e molto piccole, faticano a muoversi e molte sono senza piume per lo stress o per lo sfregamento continuo contro le sbarre di metallo.

    Le immagini mostrano feci accumulate tra le grate e galline che mangiano gli escrementi. Numerose carcasse sono lasciate nei corridoi o accanto alle gabbie, in avanzato stato di decomposizione. Dovrebbero essere rimosse immediatamente per ragioni di biosicurezza, ma restano lì per giorni, aumentando il rischio di malattie infettive. Nel 2022, durante un focolaio, questo allevamento ha effettuato un depopolamento, ricevendo quindi un indennizzo. Ha inoltre ricevuto oltre 36mila euro dai fondi del Pnrr. A ottobre 2024, la zona è stata classificata come “Zona di Ulteriore Restrizione”, il livello di allerta più alto per l’influenza aviaria. Ora il rischio aviaria si è allentato, ma le misure di biosicurezza dovrebbero essere ai massimi proprio per scongiurarne il pericolo.

    Il secondo allevamento in provincia di Lodi è ancora più grande: può ospitare fino a 300mila galline. Le riprese con il drone mostrano galline che sono uscite dai capannoni e vagano liberamente all’esterno, in un’area dove l’aviaria è stata rilevata anche nel 2024. Una condizione ad altissimo rischio perché il contatto con la fauna selvatica è una delle principali vie di diffusione del virus. I filmati mostrano inoltre una carcassa di pecora abbandonata, visibilmente non registrata (senza marchi auricolari), posizionata proprio nella zona filtro – quella che dovrebbe garantire il massimo dell’igiene prima dell’accesso ai capannoni. Anche qui il numero di carcasse è altissimo, alcune in stato di decomposizione, altre cannibalizzate dalle altre galline. Le condizioni igieniche sono disastrose: scarafaggi, feci secche, struttura fatiscente, prolassi visibili su molti animali.

    “Tutto questo è gravissimo, sia per gli animali che vivono in queste strutture, sia per le criticità di biosicurezza – dichiara la giornalista Giulia Innocenzi. – Di fronte a un’emergenza mondiale come l’aviaria, una situazione come questa non dovrebbe neanche esistere, perché, in un attimo, dei comportamenti scorretti anche di un solo allevatore possono avere ricadute enormi su tutta la comunità”.

    Senza considerare che questo comporta un uso di soldi pubblici: i paesi europei, Italia inclusa, infatti stanziano fondi per risarcire gli allevamenti intensivi, coprendo i problemi causati dalle malattie infettive come l’aviaria. “C’è bisogno che le irregolarità di allevamenti come questi vengano diffuse pubblicamente e non solo tramite le nostre inchieste – conclude Giulia Innocenzi. – Per questo abbiamo depositato una denuncia formale ai Carabinieri Forestali. Speriamo che sia il primo passo verso un cambiamento necessario.”

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/01/food-profit-allevamenti-galline-lombardia-inchiesta-notizie/8046332/
    ORRORE SENZA FINE! NON POSSO CREDERCI. QUESTA è LA SITUAZIONE degli ALLEVAMENTI di GALLINE in LOMBARDIA! Food for Profit svela condizioni igieniche disastrose negli allevamenti lombardi L'inchiesta di Giulia Innocenzi documenta carcasse abbandonate e gravi rischi di aviaria negli allevamenti di galline in Lombardia... Mentre i prezzi delle uova esplodono a livello globale – in alcune aree degli Stati Uniti sono arrivate a +159% – una nuova inchiesta video del team di Food for Profit mostra due allevamenti intensivi di galline ovaiole in Lombardia, la seconda regione per numero di galline, dopo il Veneto. Dai video, ricevuti da un informatore anonimo, emergono gravi carenze di biosicurezza e condizioni igieniche precarie e un alto numero di carcasse abbandonate. Tutti fattori direttamente connessi con il rischio di influenza aviaria. Animali che mangiano le loro feci, gabbie vecchie e carcasse lasciate a marcire. Il primo allevamento in provincia di Brescia, che può contenere quasi 100mila galline, si trova in una zona colpita in passato da focolai di aviaria. Le galline vivono in gabbie metalliche vecchie e molto piccole, faticano a muoversi e molte sono senza piume per lo stress o per lo sfregamento continuo contro le sbarre di metallo. Le immagini mostrano feci accumulate tra le grate e galline che mangiano gli escrementi. Numerose carcasse sono lasciate nei corridoi o accanto alle gabbie, in avanzato stato di decomposizione. Dovrebbero essere rimosse immediatamente per ragioni di biosicurezza, ma restano lì per giorni, aumentando il rischio di malattie infettive. Nel 2022, durante un focolaio, questo allevamento ha effettuato un depopolamento, ricevendo quindi un indennizzo. Ha inoltre ricevuto oltre 36mila euro dai fondi del Pnrr. A ottobre 2024, la zona è stata classificata come “Zona di Ulteriore Restrizione”, il livello di allerta più alto per l’influenza aviaria. Ora il rischio aviaria si è allentato, ma le misure di biosicurezza dovrebbero essere ai massimi proprio per scongiurarne il pericolo. Il secondo allevamento in provincia di Lodi è ancora più grande: può ospitare fino a 300mila galline. Le riprese con il drone mostrano galline che sono uscite dai capannoni e vagano liberamente all’esterno, in un’area dove l’aviaria è stata rilevata anche nel 2024. Una condizione ad altissimo rischio perché il contatto con la fauna selvatica è una delle principali vie di diffusione del virus. I filmati mostrano inoltre una carcassa di pecora abbandonata, visibilmente non registrata (senza marchi auricolari), posizionata proprio nella zona filtro – quella che dovrebbe garantire il massimo dell’igiene prima dell’accesso ai capannoni. Anche qui il numero di carcasse è altissimo, alcune in stato di decomposizione, altre cannibalizzate dalle altre galline. Le condizioni igieniche sono disastrose: scarafaggi, feci secche, struttura fatiscente, prolassi visibili su molti animali. “Tutto questo è gravissimo, sia per gli animali che vivono in queste strutture, sia per le criticità di biosicurezza – dichiara la giornalista Giulia Innocenzi. – Di fronte a un’emergenza mondiale come l’aviaria, una situazione come questa non dovrebbe neanche esistere, perché, in un attimo, dei comportamenti scorretti anche di un solo allevatore possono avere ricadute enormi su tutta la comunità”. Senza considerare che questo comporta un uso di soldi pubblici: i paesi europei, Italia inclusa, infatti stanziano fondi per risarcire gli allevamenti intensivi, coprendo i problemi causati dalle malattie infettive come l’aviaria. “C’è bisogno che le irregolarità di allevamenti come questi vengano diffuse pubblicamente e non solo tramite le nostre inchieste – conclude Giulia Innocenzi. – Per questo abbiamo depositato una denuncia formale ai Carabinieri Forestali. Speriamo che sia il primo passo verso un cambiamento necessario.” https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/01/food-profit-allevamenti-galline-lombardia-inchiesta-notizie/8046332/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
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    L'inchiesta di Giulia Innocenzi documenta carcasse abbandonate e gravi rischi di aviaria negli allevamenti di galline in Lombardia
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  • SILENZIO PER GAZA. MASSIMA DIFFUSIONE!
    "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente.
    Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese.
    Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza

    Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia.
    Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi".
    Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva.
    Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento.
    Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento.
    Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra.
    Persino il dolore è stato proibito.
    Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci.
    Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui".
    I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa.
    Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti.
    Qui si muore, e nessuno lo sa.
    Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita.
    Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità.
    Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze.
    Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo.
    Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza.
    Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo.
    Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere.
    E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere.

    Dott. Ezzideen, Gaza
    -----------------------------
    Silenzio per Gaza

    A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese.
    30 minuti di silenzio digitale
    "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente.
    Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese.
    Durante questa pausa:
    Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti.
    Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.)
    L'idea:
    Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta.
    Silenzio digitale completo. Spegni il telefono.
    È un atto di resistenza, una protesta digitale globale.
    La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa.
    Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace.
    Ricordate il silenzio digitale delle 21:00.
    (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.)

    Spiegazione tecnica:
    1. Impatto algoritmico
    Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può:
    (a) interrompere gli algoritmi di visibilità.
    (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale.
    (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti.
    Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico
    In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente.
    Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza.
    È un momento di riflessione collettiva.
    3. Impatto sociale
    Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza –
    E solo allora si muoveranno.

    Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo .
    Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale!
    Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni!


    Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo:
    SMETTETE di usare:
    • Telefoni
    • Computer
    • Laptop

    SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
    SILENZIO PER GAZA. MASSIMA DIFFUSIONE! "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente. Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese. Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia. Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi". Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva. Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento. Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento. Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra. Persino il dolore è stato proibito. Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci. Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui". I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa. Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti. Qui si muore, e nessuno lo sa. Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita. Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità. Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze. Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo. Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza. Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo. Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere. E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere. Dott. Ezzideen, Gaza ----------------------------- Silenzio per Gaza A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese. 30 minuti di silenzio digitale "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente. Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese. Durante questa pausa: Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti. Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.) L'idea: Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta. Silenzio digitale completo. Spegni il telefono. È un atto di resistenza, una protesta digitale globale. La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa. Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace. Ricordate il silenzio digitale delle 21:00. (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.) Spiegazione tecnica: 1. Impatto algoritmico Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può: (a) interrompere gli algoritmi di visibilità. (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale. (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti. Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente. Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza. È un momento di riflessione collettiva. 3. Impatto sociale Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza – E solo allora si muoveranno. Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo 🌎. Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale! Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni! 📣📣📣 Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo: SMETTETE di usare: • Telefoni • Computer • Laptop SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
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  • Mentre i telegiornali italiani mandavano in onda servizi su gossip e meteo, qualcosa di ben più grave veniva deciso lontano dai riflettori. I leader della NATO, con in testa il presidente americano Donald Trump, siglavano un accordo destinato a cambiare per sempre la vita di ogni cittadino europeo. Si tratta dell’impegno a portare la spesa militare al 5% del PIL entro il 2035; una cifra enorme che trasformerà inevitabilmente il bilancio pubblico, costringendo a tagli su welfare, sanità, scuola e servizi essenziali. Mentre la retorica ufficiale parla di “sicurezza” e “difesa”, la realtà è che questo patto rappresenta un giuramento di obbedienza al Nuovo Ordine Mondiale, un vincolo che obbliga l’Italia a investire miliardi nelle guerre del futuro.
    Nel summit, il Presidente Trump ha rivestito un ruolo chiave. Non più solo voce fuori dal coro, ma il volto autorevole che ha imposto il diktat agli alleati europei. Con minacce di dazi e pressioni serrate, ha costretto paesi come la Spagna a cedere, segnando il tono duro di un’alleanza sempre più militarizzata e meno democratica. La sua immagine da salvatore populista è servita a mascherare la realtà: Trump ha legittimato e accelerato la trasformazione della NATO in un apparato di potere globale, a cui l’Italia ha consegnato mani e piedi.
    Dal 2026, gli effetti di questo accordo si faranno sentire pesantemente nelle tasche e nella vita quotidiana di ogni italiano. Le tasse aumenteranno, mentre i servizi essenziali diminuiranno. Il sistema scolastico sarà sottoposto a una militarizzazione silenziosa: programmi di “resilienza” e “educazione digitale” che celano un controllo sempre più capillare sulle giovani generazioni.
    Le famiglie saranno al centro di un attacco che mira a spezzare l’unità e a instaurare una sorveglianza capillare, dal controllo sanitario obbligatorio a bonus sociali condizionati all’obbedienza digitale.
    La guerra del futuro non esploderà con armi convenzionali, ma con pandemie simulate, blackout mirati, cyberattacchi pilotati e campagne di disinformazione. Ogni emergenza servirà a giustificare misure di controllo più stringenti: dalla censura preventiva alla profilazione digitale.
    Nel 2035, questa guerra simulata diventerà realtà consolidata: un sistema di sorveglianza totale, una digitalizzazione integrale della vita, con il cittadino ridotto a pedina di un gioco globale che non perdona. E i media tacciono o minimizzano.
    Il messaggio ufficiale resta rassicurante: tutto è per il bene comune, per la pace, per la sicurezza. Ma dietro le quinte, la NATO si trasforma in un ordine autoritario mascherato da alleanza difensiva, perché l’Italia ha firmato un patto che la lega a un futuro di guerre, controlli e sacrifici. Lo ha fatto senza consultare i cittadini, senza un dibattito reale, senza trasparenza.
    Chi capisce oggi questo ha una responsabilità enorme: svegliarsi, informarsi, raccontare la verità. Perché domani potrebbe essere troppo tardi.

    Mauro Bertamè
    Mentre i telegiornali italiani mandavano in onda servizi su gossip e meteo, qualcosa di ben più grave veniva deciso lontano dai riflettori. I leader della NATO, con in testa il presidente americano Donald Trump, siglavano un accordo destinato a cambiare per sempre la vita di ogni cittadino europeo. Si tratta dell’impegno a portare la spesa militare al 5% del PIL entro il 2035; una cifra enorme che trasformerà inevitabilmente il bilancio pubblico, costringendo a tagli su welfare, sanità, scuola e servizi essenziali. Mentre la retorica ufficiale parla di “sicurezza” e “difesa”, la realtà è che questo patto rappresenta un giuramento di obbedienza al Nuovo Ordine Mondiale, un vincolo che obbliga l’Italia a investire miliardi nelle guerre del futuro. Nel summit, il Presidente Trump ha rivestito un ruolo chiave. Non più solo voce fuori dal coro, ma il volto autorevole che ha imposto il diktat agli alleati europei. Con minacce di dazi e pressioni serrate, ha costretto paesi come la Spagna a cedere, segnando il tono duro di un’alleanza sempre più militarizzata e meno democratica. La sua immagine da salvatore populista è servita a mascherare la realtà: Trump ha legittimato e accelerato la trasformazione della NATO in un apparato di potere globale, a cui l’Italia ha consegnato mani e piedi. Dal 2026, gli effetti di questo accordo si faranno sentire pesantemente nelle tasche e nella vita quotidiana di ogni italiano. Le tasse aumenteranno, mentre i servizi essenziali diminuiranno. Il sistema scolastico sarà sottoposto a una militarizzazione silenziosa: programmi di “resilienza” e “educazione digitale” che celano un controllo sempre più capillare sulle giovani generazioni. Le famiglie saranno al centro di un attacco che mira a spezzare l’unità e a instaurare una sorveglianza capillare, dal controllo sanitario obbligatorio a bonus sociali condizionati all’obbedienza digitale. La guerra del futuro non esploderà con armi convenzionali, ma con pandemie simulate, blackout mirati, cyberattacchi pilotati e campagne di disinformazione. Ogni emergenza servirà a giustificare misure di controllo più stringenti: dalla censura preventiva alla profilazione digitale. Nel 2035, questa guerra simulata diventerà realtà consolidata: un sistema di sorveglianza totale, una digitalizzazione integrale della vita, con il cittadino ridotto a pedina di un gioco globale che non perdona. E i media tacciono o minimizzano. Il messaggio ufficiale resta rassicurante: tutto è per il bene comune, per la pace, per la sicurezza. Ma dietro le quinte, la NATO si trasforma in un ordine autoritario mascherato da alleanza difensiva, perché l’Italia ha firmato un patto che la lega a un futuro di guerre, controlli e sacrifici. Lo ha fatto senza consultare i cittadini, senza un dibattito reale, senza trasparenza. Chi capisce oggi questo ha una responsabilità enorme: svegliarsi, informarsi, raccontare la verità. Perché domani potrebbe essere troppo tardi. Mauro Bertamè
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  • Tratamiento Globaleyecon

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    Acerca de la empresa:-

    Desde 1997, Clínica Baños se ha consolidado en Málaga como un referente en el campo de la estética avanzada y la nutrición. Nuestra fundación marcó el comienzo de un viaje dedicado a mejorar la calidad de vida de nuestros clientes a través de soluciones estéticas innovadoras y personalizadas. Nos distinguimos por adoptar las últimas tecnologías en tratamientos estéticos no invasivos, comprometiéndonos a ofrecer resultados excepcionales en belleza, bienestar y cuidado personal sin la necesidad de intervenciones quirúrgicas. Nuestra misión es brindar un servicio que no solo embellece sino que también contribuye a un estilo de vida saludable y equilibrado.

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  • SIAMO SICURI CHE LA TRANSIZIONE ENERGETICA STIA FUNZIONANDO?
    Oggi abbiamo questo interessante grafico dell’agenzia dell’Energia Globale, che rappresenta correttamente i consumi dell’energia della Cina negli ultimi 60 anni.
    Se analizzassimo correttamente il grafico, il carbone (la linea arancione del grafico) è la fonte energetica più utilizzata dal dragone per alimentare costantemente la crescita della sua economia. Negli ultimi anni l’utilizzo del carbone ha raggiunto i massimi come ben si vede dal grafico, per il semplice fatto che i prezzi del carbone sui mercati sono calati drasticamente, anche perché le fonti di energia rinnovabili (ad esempio, l’energia eolica e solare - linea rossa e grigia del grafico) non sono competitive per l’economia cinese e, soprattutto, non si soddisfano le grosse capacità dei macchinari. Va ricordato, infatti, che l’economia cinese è improntata all’export, ovvero maggior produzione dei beni a costi molto bassi.

    Iscriviti al canale Mercati taroccati finanziari

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    SIAMO SICURI CHE LA TRANSIZIONE ENERGETICA STIA FUNZIONANDO? Oggi abbiamo questo interessante grafico dell’agenzia dell’Energia Globale, che rappresenta correttamente i consumi dell’energia della Cina negli ultimi 60 anni. Se analizzassimo correttamente il grafico, il carbone (la linea arancione del grafico) è la fonte energetica più utilizzata dal dragone per alimentare costantemente la crescita della sua economia. Negli ultimi anni l’utilizzo del carbone ha raggiunto i massimi come ben si vede dal grafico, per il semplice fatto che i prezzi del carbone sui mercati sono calati drasticamente, anche perché le fonti di energia rinnovabili (ad esempio, l’energia eolica e solare - linea rossa e grigia del grafico) non sono competitive per l’economia cinese e, soprattutto, non si soddisfano le grosse capacità dei macchinari. Va ricordato, infatti, che l’economia cinese è improntata all’export, ovvero maggior produzione dei beni a costi molto bassi. Iscriviti al canale Mercati taroccati finanziari 🟥 SOSTIENI GIUBBE ROSSE Telegram | Portale | Ultim'ora | X | Instagram
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