• NON HANNO NESSUNA PAURA DI NOI

    Concordiamo con Lorna Toons, i padroni e i mega multi miliardari che pretendono di cambiare il mondo a loro piacimento e utilizzare le nostre vite come stracci da piedi non hanno alcun timore di noi.
    Questa gente (e tutto il loro codazzo di schifosi servi in politica) non hanno timore di nulla.
    Per loro niente leggi, niente giudici, niente condanne.
    L'unica cosa di cui sta gente ha paura è l'incolumità fisica e se fanno quello che fanno e sfacciatamente dicono quello che dicono è perché sanno che la loro incolumità non è assolutamente messa in discussione.
    Il popolo (non pervenuto) non li spaventa per nulla.
    So bad, dicono gli inglesi.

    THEY ARE NOT AFRAID OF US

    We agree with Lorna Toons, the masters and mega multi-billionaires who claim to change the world at their pleasure and use our lives as foot rags have no fear of us.
    These people (and all their hordes of disgusting servants in politics) are not afraid of anything.
    For them no laws, no judges, no sentences.
    The only thing these people are afraid of is their physical safety and if they do what they do and brazenly say what they say it is because they know that their safety is absolutely not in question.
    The people (not found) do not scare them at all.
    So bad, say the English.
    NON HANNO NESSUNA PAURA DI NOI Concordiamo con Lorna Toons, i padroni e i mega multi miliardari che pretendono di cambiare il mondo a loro piacimento e utilizzare le nostre vite come stracci da piedi non hanno alcun timore di noi. Questa gente (e tutto il loro codazzo di schifosi servi in politica) non hanno timore di nulla. Per loro niente leggi, niente giudici, niente condanne. L'unica cosa di cui sta gente ha paura è l'incolumità fisica e se fanno quello che fanno e sfacciatamente dicono quello che dicono è perché sanno che la loro incolumità non è assolutamente messa in discussione. Il popolo (non pervenuto) non li spaventa per nulla. So bad, dicono gli inglesi. THEY ARE NOT AFRAID OF US We agree with Lorna Toons, the masters and mega multi-billionaires who claim to change the world at their pleasure and use our lives as foot rags have no fear of us. These people (and all their hordes of disgusting servants in politics) are not afraid of anything. For them no laws, no judges, no sentences. The only thing these people are afraid of is their physical safety and if they do what they do and brazenly say what they say it is because they know that their safety is absolutely not in question. The people (not found) do not scare them at all. So bad, say the English.
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  • Che cosa sta accadendo? – Quando hai in mano il tuo smartphone (o tablet) e sullo schermo del tuo device (dispositivo) compaiono queste icone e le relative indicazioni – Ti sei mai chiesto che cosa è costretto a subire il tuo organismo? / Credo proprio di no. Altrimenti avresti consapevolezza dell’entità del rischio per la tua salute. / Si chiama “Danno Biologico da esposizione ai Campi Elettromagnetici” artificiali.
    Ora, vediamo assieme quali sono le informazioni che compaiono davanti ai tuoi occhi ma che sino ad ora non hai mai dato l’attenzione che meritano.
    Sono le “16:46” – l’ora esatta che ti arriva direttamente da un “cloud” inviato da un satellite. Questo significa che il tuo dispositivo è geolocalizzato, quindi può ricevere il segnale ed è interconnesso con la rete.
    La seconda icona indica che il vostro “bluetooth” è in funzione. Questo sta ad indicare che il vostro organismo è immerso nelle radiazioni elettromagnetiche della Banda dei 2,4 GHz. Il Sistema Bluetooth è quella tecnologia che permette il trasferimento di dati digitali senza l’ausilio di connessioni fisiche (cablaggio ad es. mediante filo di rame). Lo si utilizza per collegare i dispositivi wireless (senza filo).
    La terza icona indica la vostra SIM 1 è in funzione e il vostro segnale di rice/trasmissione è al massimo.
    La SIM è una piccola scheda che viene inserita in uno smartphone, un modem portatile oppure un dispositivo compatibile, in modo da permettere la fornitura di diversi servizi. La SIM (Subscriber Identity Module) serve a riconoscere l’identità di un utente di telefonia mobile, associandolo ad un numero di telefono. In questo caso la SIM eroga servizi con segnali digitali LTE-4G. Qualora il segnale fosse in 5G, si vedrebbe comparire l’indicazione “5G”. In ogni caso, i dati trasmessi in 4G, sono di tipo “triband”. Questo significa che per avere stabilità di trasferimento di dati, si utilizzano contemporaneamente 3 Bande di Frequenza. Il vostro organismo è permeato dalle radiazioni elettromagnetiche delle seguenti Bande di Frequenza: 800MHz, 1800MHz, 2600 MHz. Campi Elettromagnetici artificiali che mediante pacchetti di segnali pulsati, ricevono e inviano informazioni, costantemente.
    La quarta icona ha le medesime caratteristiche della precedente ma essendo assegnata ad un’altra SIM (numero utente) opera in maniera indipendente, quindi riceve e trasmette sulla stessa Banda di Frequenza dell’altra ma in parallelo.

    È come essere in possesso di un secondo dispositivo sempre in funzione.
    L’irraggiamento elettromagnetico si somma. Aumenta quindi il danno biologico da esposizione alle RF.
    Eccoci arrivati alla successiva icona, quella che indica che il vostro dispositivo è collegato ad una rete Internet locale. È un servizio diverso da quello erogato dalle due SIM. Vediamo di spiegare meglio di che cosa si tratta. Il termine Wi-Fi, è l’acronimo di “Wireless Fidelity”. Indica una tecnologia di rete wireless (senza fili) che consente ai dispositivi omologati di connettersi a una rete tramite radiofrequenza (altre radiazioni elettromagnetiche). La rete è chiamata “Wireless Local Area Network” (in breve “WLAN”) e consente ai dispositivi come smartphone, tablet, computer portatili e computer di connettersi a Internet e comunicare tra loro senza bisogno di cavi fisici, come nel caso delle porte Ethernet (cablate).
    La maggior parte delle reti wireless sono in genere configurate utilizzando un router, che funge da hub per la trasmissione del segnale wireless o della frequenza WiFi. Vista la semplicità e la facilità di accesso, le reti WiFi sono diventate di uso comune in vari luoghi, tra cui: uffici commerciali, aeroporti, hotel, caffetterie, biblioteche e altri spazi pubblici. / Tutto bello, tutto carino, tutto facile.
    Qual è il rovescio della medaglia? – Il WiFi funziona mediante radiofrequenze su bande diverse, quindi, forniscono dati a velocità variabili. Le Bande di Frequenza normalmente utilizzate sono le seguenti: 2,4GHz; 5GHz e 6GHz. Tanto per capire, la banda di frequenza più alta è la più veloce nel trasferimento dei dati ma, allo stesso tempo, è quella che copre una minor distanza. In ogni caso il vostro organismo sarà permeato anche da queste radiofrequenze. Se vi va bene, solo da una di esse ma sarà più facile che vi troviate immersi di almeno due di esse se non addirittura in tutte e tre contemporaneamente. La priorità del servizio (business) è più importante della vostra salute. Mi sembra chiaro. Spero lo sia anche per Voi.
    Alla fine siamo giunti all’ultima icona. Quest’ultima ci indica la percentuale di carica della “Batteria agli Ioni di Litio”, quella che sta facendo funzionare il dispositivo. / Finalmente qualcosa di positivo, penserete. Niente di più sbagliato. Le radiazioni elettromagnetiche emesse dal vostro accumulatore, altera fortemente le funzioni biologiche delle vostre cellule. Un’analisi del vostro sangue mediante un microscopio elettronico a campo oscuro, metterebbe in evidenza come il nostro sangue tenda ad aumentare la sua viscosità. Ciò sta indicare che c’è un minore apporto d’Ossigeno nell’organismo. Ne consegue anche un minore scambio ossigeno/anidride carbonica. Non sto qui ora ad elencare l’effetto domino che ne scaturisce. In poche parole, niente di buono.
    Avevate mai pensato a tutto questo? – Ve lo avevano mai detto? // Tutto questo accade ad ogni organismo vivente se esposto ai Campi Elettromagnetici artificiali. // Spero di essermi espresso in modo chiaro e che tutto ciò Vi sia utile. Per sicurezza aggiungo ancora questa osservazione. Chiunque stia utilizzando il proprio smartphone (tablet o altro) si trova a subire tutto questo. Per conferma, osservate ciò che appare in altro sul vostro schermo. Il Danno Biologico che il vostro organismo sta subendo è dovuto al fatto che siete in prossimità di quel dispositivo. Le icone vi indicheranno le fonti che lo generano il danno biologico e l’intensità dello stesso.
    Attenzione! Non vorrei vi fosse sfuggita una cosa importante. Il vostro dispositivo funziona perché attorno ad esso ci sono tutte queste fonti inquinanti (Elettrosmog e Radiofrequenza). Questo significa che per caso decideste di spegnere il dispositivo, il vostro organismo subirebbe comunque il danno biologico perché le fonti che facevano funzionare il vostro dispositivo, sono comunque attive e Voi, irradiati da quei campi elettromagnetici artificiali che di naturale non hanno nulla.
    Ora vi è chiaro perché ancora oggi dichiarano che l’Inquinamento Elettromagnetico è l’unico modello di inquinamento che non nuoce? / In conclusione, chi sarebbe disposto a perdere tutti questi business?! Giorgio Rossi Ecoitaliasolidale Nord Italia_

    ENG

    What is happening? – When you have your smartphone (or tablet) in your hand and these icons and related information appear on the screen of your device – Have you ever wondered what your body is forced to endure? / I really don’t think so. Otherwise you would be aware of the extent of the risk to your health. / It’s called “Biological Damage from Exposure to Artificial Electromagnetic Fields”.
    Now, let’s see together what information appears before your eyes but that until now you have never given the attention it deserves.
    It is “16:46” – the exact time that comes to you directly from a “cloud” sent by a satellite. This means that your device is geolocalized, so it can receive the signal and is interconnected with the network.
    The second icon indicates that your “bluetooth” is working. This indicates that your body is immersed in electromagnetic radiation of the 2.4 GHz Band. The Bluetooth System is the technology that allows the transfer of digital data without the aid of physical connections (e.g. wiring using copper wire). It is used to connect wireless devices (without wires).
    The third icon indicates that your SIM 1 is in operation and your reception/transmission signal is at maximum.
    The SIM is a small card that is inserted into a smartphone, a portable modem or a compatible device, in order to allow the provision of various services. The SIM (Subscriber Identity Module) is used to recognize the identity of a mobile phone user, associating it with a telephone number. In this case the SIM provides services with LTE-4G digital signals. If the signal were in 5G, the indication “5G” would appear. In any case, the data transmitted in 4G are of the “triband” type. This means that to have stability of data transfer, 3 Frequency Bands are used simultaneously. Your body is permeated by electromagnetic radiation of the following Frequency Bands: 800MHz, 1800MHz, 2600 MHz. Artificial electromagnetic fields that, through pulsed signal packets, receive and send information, constantly.
    The fourth icon has the same characteristics as the previous one but being assigned to another SIM (user number) it operates independently, therefore it receives and transmits on the same Frequency Band as the other but in parallel.


    It's like having a second device that's always on.
    Electromagnetic radiation adds up. Therefore, biological damage from exposure to RF increases.
    Here we come to the next icon, the one that indicates that your device is connected to a local Internet network. This is a different service from the one provided by the two SIM cards. Let's explain better what it is. The term Wi-Fi is an acronym for "Wireless Fidelity". It indicates a wireless network technology that allows approved devices to connect to a network via radio frequency (other electromagnetic radiation). The network is called "Wireless Local Area Network" (or "WLAN" for short) and allows devices such as smartphones, tablets, laptops and computers to connect to the Internet and communicate with each other without the need for physical cables, as in the case of Ethernet ports (wired).
    Most wireless networks are typically configured using a router, which acts as a hub for transmitting the wireless signal or WiFi frequency. Given the simplicity and ease of access, WiFi networks have become commonplace in various places, including: business offices, airports, hotels, cafes, libraries and other public spaces. / All nice, all cute, all easy.
    What is the other side of the coin? – WiFi works through radio frequencies on different bands, therefore, they provide data at variable speeds. The Frequency Bands normally used are the following: 2.4GHz; 5GHz and 6GHz. Just to understand, the highest frequency band is the fastest in transferring data but, at the same time, it is the one that covers a shorter distance. In any case, your body will also be permeated by these radio frequencies. If you are lucky, only by one of them but it will be easier to find yourself immersed in at least two of them if not even in all three at the same time. The priority of the service (business) is more important than your health. It seems clear to me. I hope it is for you too.
    Finally we have come to the last icon. The latter indicates the percentage of charge of the “Lithium Ion Battery”, the one that is making the device work. / Finally something positive, you will think. Nothing could be more wrong. The electromagnetic radiation emitted by your battery strongly alters the biological functions of your cells. An analysis of your blood using a dark field electron microscope would highlight how our blood tends to increase its viscosity. This indicates that there is a lower supply of Oxygen in the body. This also results in a lower oxygen/carbon dioxide exchange. I am not going to list the domino effect that comes from this. In short, nothing good.
    Have you ever thought about all this? – Have you ever been told? // All this happens to every living organism if exposed to artificial electromagnetic fields. // I hope I have expressed myself clearly and that all this is useful to you. For safety I will add this observation. Anyone who is using their smartphone (tablet or other) finds themselves subjected to all this. For confirmation, look at what appears on your screen. The Biological Damage that your body is suffering is due to the fact that you are in proximity to that device. The icons will show you the sources that generate the biological damage and the intensity of the same.
    Attention! I would not want you to have missed an important thing. Your device works because around it there are all these polluting sources (Electrosmog and Radiofrequency). This means that if by chance you decided to turn off the device, your body would still suffer the biological damage because the sources that made your device work, are still active and you, irradiated by those artificial electromagnetic fields that have nothing natural.
    Now is it clear to you why they still declare that Electromagnetic Pollution is the only model of pollution that does not harm? / In conclusion, who would be willing to lose all these businesses?! Giorgio Rossi Ecoitaliasolidale Nord Italia_
    Che cosa sta accadendo? – Quando hai in mano il tuo smartphone (o tablet) e sullo schermo del tuo device (dispositivo) compaiono queste icone e le relative indicazioni – Ti sei mai chiesto che cosa è costretto a subire il tuo organismo? / Credo proprio di no. Altrimenti avresti consapevolezza dell’entità del rischio per la tua salute. / Si chiama “Danno Biologico da esposizione ai Campi Elettromagnetici” artificiali. Ora, vediamo assieme quali sono le informazioni che compaiono davanti ai tuoi occhi ma che sino ad ora non hai mai dato l’attenzione che meritano. Sono le “16:46” – l’ora esatta che ti arriva direttamente da un “cloud” inviato da un satellite. Questo significa che il tuo dispositivo è geolocalizzato, quindi può ricevere il segnale ed è interconnesso con la rete. La seconda icona indica che il vostro “bluetooth” è in funzione. Questo sta ad indicare che il vostro organismo è immerso nelle radiazioni elettromagnetiche della Banda dei 2,4 GHz. Il Sistema Bluetooth è quella tecnologia che permette il trasferimento di dati digitali senza l’ausilio di connessioni fisiche (cablaggio ad es. mediante filo di rame). Lo si utilizza per collegare i dispositivi wireless (senza filo). La terza icona indica la vostra SIM 1 è in funzione e il vostro segnale di rice/trasmissione è al massimo. La SIM è una piccola scheda che viene inserita in uno smartphone, un modem portatile oppure un dispositivo compatibile, in modo da permettere la fornitura di diversi servizi. La SIM (Subscriber Identity Module) serve a riconoscere l’identità di un utente di telefonia mobile, associandolo ad un numero di telefono. In questo caso la SIM eroga servizi con segnali digitali LTE-4G. Qualora il segnale fosse in 5G, si vedrebbe comparire l’indicazione “5G”. In ogni caso, i dati trasmessi in 4G, sono di tipo “triband”. Questo significa che per avere stabilità di trasferimento di dati, si utilizzano contemporaneamente 3 Bande di Frequenza. Il vostro organismo è permeato dalle radiazioni elettromagnetiche delle seguenti Bande di Frequenza: 800MHz, 1800MHz, 2600 MHz. Campi Elettromagnetici artificiali che mediante pacchetti di segnali pulsati, ricevono e inviano informazioni, costantemente. La quarta icona ha le medesime caratteristiche della precedente ma essendo assegnata ad un’altra SIM (numero utente) opera in maniera indipendente, quindi riceve e trasmette sulla stessa Banda di Frequenza dell’altra ma in parallelo. È come essere in possesso di un secondo dispositivo sempre in funzione. L’irraggiamento elettromagnetico si somma. Aumenta quindi il danno biologico da esposizione alle RF. Eccoci arrivati alla successiva icona, quella che indica che il vostro dispositivo è collegato ad una rete Internet locale. È un servizio diverso da quello erogato dalle due SIM. Vediamo di spiegare meglio di che cosa si tratta. Il termine Wi-Fi, è l’acronimo di “Wireless Fidelity”. Indica una tecnologia di rete wireless (senza fili) che consente ai dispositivi omologati di connettersi a una rete tramite radiofrequenza (altre radiazioni elettromagnetiche). La rete è chiamata “Wireless Local Area Network” (in breve “WLAN”) e consente ai dispositivi come smartphone, tablet, computer portatili e computer di connettersi a Internet e comunicare tra loro senza bisogno di cavi fisici, come nel caso delle porte Ethernet (cablate). La maggior parte delle reti wireless sono in genere configurate utilizzando un router, che funge da hub per la trasmissione del segnale wireless o della frequenza WiFi. Vista la semplicità e la facilità di accesso, le reti WiFi sono diventate di uso comune in vari luoghi, tra cui: uffici commerciali, aeroporti, hotel, caffetterie, biblioteche e altri spazi pubblici. / Tutto bello, tutto carino, tutto facile. Qual è il rovescio della medaglia? – Il WiFi funziona mediante radiofrequenze su bande diverse, quindi, forniscono dati a velocità variabili. Le Bande di Frequenza normalmente utilizzate sono le seguenti: 2,4GHz; 5GHz e 6GHz. Tanto per capire, la banda di frequenza più alta è la più veloce nel trasferimento dei dati ma, allo stesso tempo, è quella che copre una minor distanza. In ogni caso il vostro organismo sarà permeato anche da queste radiofrequenze. Se vi va bene, solo da una di esse ma sarà più facile che vi troviate immersi di almeno due di esse se non addirittura in tutte e tre contemporaneamente. La priorità del servizio (business) è più importante della vostra salute. Mi sembra chiaro. Spero lo sia anche per Voi. Alla fine siamo giunti all’ultima icona. Quest’ultima ci indica la percentuale di carica della “Batteria agli Ioni di Litio”, quella che sta facendo funzionare il dispositivo. / Finalmente qualcosa di positivo, penserete. Niente di più sbagliato. Le radiazioni elettromagnetiche emesse dal vostro accumulatore, altera fortemente le funzioni biologiche delle vostre cellule. Un’analisi del vostro sangue mediante un microscopio elettronico a campo oscuro, metterebbe in evidenza come il nostro sangue tenda ad aumentare la sua viscosità. Ciò sta indicare che c’è un minore apporto d’Ossigeno nell’organismo. Ne consegue anche un minore scambio ossigeno/anidride carbonica. Non sto qui ora ad elencare l’effetto domino che ne scaturisce. In poche parole, niente di buono. Avevate mai pensato a tutto questo? – Ve lo avevano mai detto? // Tutto questo accade ad ogni organismo vivente se esposto ai Campi Elettromagnetici artificiali. // Spero di essermi espresso in modo chiaro e che tutto ciò Vi sia utile. Per sicurezza aggiungo ancora questa osservazione. Chiunque stia utilizzando il proprio smartphone (tablet o altro) si trova a subire tutto questo. Per conferma, osservate ciò che appare in altro sul vostro schermo. Il Danno Biologico che il vostro organismo sta subendo è dovuto al fatto che siete in prossimità di quel dispositivo. Le icone vi indicheranno le fonti che lo generano il danno biologico e l’intensità dello stesso. Attenzione! Non vorrei vi fosse sfuggita una cosa importante. Il vostro dispositivo funziona perché attorno ad esso ci sono tutte queste fonti inquinanti (Elettrosmog e Radiofrequenza). Questo significa che per caso decideste di spegnere il dispositivo, il vostro organismo subirebbe comunque il danno biologico perché le fonti che facevano funzionare il vostro dispositivo, sono comunque attive e Voi, irradiati da quei campi elettromagnetici artificiali che di naturale non hanno nulla. Ora vi è chiaro perché ancora oggi dichiarano che l’Inquinamento Elettromagnetico è l’unico modello di inquinamento che non nuoce? / In conclusione, chi sarebbe disposto a perdere tutti questi business?! Giorgio Rossi Ecoitaliasolidale Nord Italia_ ENG What is happening? – When you have your smartphone (or tablet) in your hand and these icons and related information appear on the screen of your device – Have you ever wondered what your body is forced to endure? / I really don’t think so. Otherwise you would be aware of the extent of the risk to your health. / It’s called “Biological Damage from Exposure to Artificial Electromagnetic Fields”. Now, let’s see together what information appears before your eyes but that until now you have never given the attention it deserves. It is “16:46” – the exact time that comes to you directly from a “cloud” sent by a satellite. This means that your device is geolocalized, so it can receive the signal and is interconnected with the network. The second icon indicates that your “bluetooth” is working. This indicates that your body is immersed in electromagnetic radiation of the 2.4 GHz Band. The Bluetooth System is the technology that allows the transfer of digital data without the aid of physical connections (e.g. wiring using copper wire). It is used to connect wireless devices (without wires). The third icon indicates that your SIM 1 is in operation and your reception/transmission signal is at maximum. The SIM is a small card that is inserted into a smartphone, a portable modem or a compatible device, in order to allow the provision of various services. The SIM (Subscriber Identity Module) is used to recognize the identity of a mobile phone user, associating it with a telephone number. In this case the SIM provides services with LTE-4G digital signals. If the signal were in 5G, the indication “5G” would appear. In any case, the data transmitted in 4G are of the “triband” type. This means that to have stability of data transfer, 3 Frequency Bands are used simultaneously. Your body is permeated by electromagnetic radiation of the following Frequency Bands: 800MHz, 1800MHz, 2600 MHz. Artificial electromagnetic fields that, through pulsed signal packets, receive and send information, constantly. The fourth icon has the same characteristics as the previous one but being assigned to another SIM (user number) it operates independently, therefore it receives and transmits on the same Frequency Band as the other but in parallel. It's like having a second device that's always on. Electromagnetic radiation adds up. Therefore, biological damage from exposure to RF increases. Here we come to the next icon, the one that indicates that your device is connected to a local Internet network. This is a different service from the one provided by the two SIM cards. Let's explain better what it is. The term Wi-Fi is an acronym for "Wireless Fidelity". It indicates a wireless network technology that allows approved devices to connect to a network via radio frequency (other electromagnetic radiation). The network is called "Wireless Local Area Network" (or "WLAN" for short) and allows devices such as smartphones, tablets, laptops and computers to connect to the Internet and communicate with each other without the need for physical cables, as in the case of Ethernet ports (wired). Most wireless networks are typically configured using a router, which acts as a hub for transmitting the wireless signal or WiFi frequency. Given the simplicity and ease of access, WiFi networks have become commonplace in various places, including: business offices, airports, hotels, cafes, libraries and other public spaces. / All nice, all cute, all easy. What is the other side of the coin? – WiFi works through radio frequencies on different bands, therefore, they provide data at variable speeds. The Frequency Bands normally used are the following: 2.4GHz; 5GHz and 6GHz. Just to understand, the highest frequency band is the fastest in transferring data but, at the same time, it is the one that covers a shorter distance. In any case, your body will also be permeated by these radio frequencies. If you are lucky, only by one of them but it will be easier to find yourself immersed in at least two of them if not even in all three at the same time. The priority of the service (business) is more important than your health. It seems clear to me. I hope it is for you too. Finally we have come to the last icon. The latter indicates the percentage of charge of the “Lithium Ion Battery”, the one that is making the device work. / Finally something positive, you will think. Nothing could be more wrong. The electromagnetic radiation emitted by your battery strongly alters the biological functions of your cells. An analysis of your blood using a dark field electron microscope would highlight how our blood tends to increase its viscosity. This indicates that there is a lower supply of Oxygen in the body. This also results in a lower oxygen/carbon dioxide exchange. I am not going to list the domino effect that comes from this. In short, nothing good. Have you ever thought about all this? – Have you ever been told? // All this happens to every living organism if exposed to artificial electromagnetic fields. // I hope I have expressed myself clearly and that all this is useful to you. For safety I will add this observation. Anyone who is using their smartphone (tablet or other) finds themselves subjected to all this. For confirmation, look at what appears on your screen. The Biological Damage that your body is suffering is due to the fact that you are in proximity to that device. The icons will show you the sources that generate the biological damage and the intensity of the same. Attention! I would not want you to have missed an important thing. Your device works because around it there are all these polluting sources (Electrosmog and Radiofrequency). This means that if by chance you decided to turn off the device, your body would still suffer the biological damage because the sources that made your device work, are still active and you, irradiated by those artificial electromagnetic fields that have nothing natural. Now is it clear to you why they still declare that Electromagnetic Pollution is the only model of pollution that does not harm? / In conclusion, who would be willing to lose all these businesses?! Giorgio Rossi Ecoitaliasolidale Nord Italia_
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  • QUESTO NON E' ACCETTABILE!
    Blog | Striscia di Gaza: Khuza’a rasa completamente al suolo dall’esercito israeliano
    L'analisi di immagini satellitari conferma la totale distruzione di Khuza'a, città di 11.000 abitanti nel sud della Striscia di Gaza, da parte di Israele.

    Attraverso l’analisi di immagini satellitari e la validazione di video, Amnesty International ha potuto confermare che nelle ultime due settimane di maggio ciò che restava della città di Khuza’a, nel sud della Striscia di Gaza, è stato completamente raso al suolo dalle forze israeliane. In una precedente ricerca, l’organizzazione per i diritti umani aveva documentato l’indiscriminata distruzione di terreni agricoli e centri abitati, senza necessità militari, allo scopo di espandere la “zona cuscinetto” israeliana lungo il perimetro orientale della Striscia di Gaza.

    Ora di Khuza’a, che una volta aveva 11.000 abitanti ed era al centro della parte più fertile della Striscia di Gaza, non resta più nulla: questa è un’altra prova del piano israeliano di imporre condizioni di vita intese a causare la distruzione fisica della popolazione palestinese, in violazione dell’articolo 2.3 della Convenzione sul genocidio.

    Le immagini satellitari del 17 maggio – giorno del lancio dell’operazione israeliana “Carri di Gedeone” – analizzate da Amnesty International mostrano mezzi militari pesanti entrare a Khuza’a. Il 20 maggio il gruppo armato palestinese Jihad islamica ha annunciato di averne colpito uno. Ma la dimensione della distruzione che ne è seguita non ha avuto niente a che fare con quelli che vengono abitualmente chiamati “scontri”.

    Il 27 maggio immagini riprese da un drone e diffuse sulle piattaforme social hanno mostrato, in modo inequivocabile, che nei giorni precedenti quasi tutta Khuza’a era stata distrutta. Un’altra prova, un video validato da Amnesty International, mostra tre bulldozer demolire in tutta tranquillità tre edifici. Del resto, il 25 maggio il comandante militare israeliano Dor Yoetz, in un messaggio alle truppe, aveva comunicato l’obiettivo di “eliminare i terroristi nei pressi di Khirbat Ikhza’a [il nome di Khuza’a in ebraico]”. Alcuni giorni dopo, ha reso noto che il nemico era stato sconfitto e che “Khirbat Ikhza’a non esiste più”.
    ⁠ 
    Il 31 maggio la municipalità di Khuza’a ha dichiarato, sulla sua pagina Facebook, che “la quantità delle distruzioni è superiore al previsto, la città è completamente fuori servizio”. L’impatto è stato devastante soprattutto per chi, dopo le ampie distruzioni della fine del 2023 e dell’inizio del 2024, era tornato a Khuza’a per ricostruire le proprie abitazioni e provare a rendere nuovamente coltivabili i terreni.

    English:

    Blog | Gaza Strip: Khuza’a Completely Razed to the Ground by the Israeli Military

    Satellite imagery analysis confirms the total destruction of Khuza’a, a town of 11,000 inhabitants in the southern Gaza Strip, by Israel.

    Through the analysis of satellite images and verification of videos, Amnesty International has confirmed that over the last two weeks of May, what remained of the town of Khuza’a, in the southern Gaza Strip, was completely leveled by Israeli forces. In previous research, the human rights organization had documented the indiscriminate destruction of agricultural land and residential areas—without military necessity—to expand the Israeli "buffer zone" along the eastern perimeter of the Gaza Strip.

    Now, nothing remains of Khuza’a, which was once home to 11,000 people and situated in the heart of Gaza’s most fertile land. This serves as further evidence of Israel’s plan to impose living conditions intended to bring about the physical destruction of the Palestinian population, in violation of Article 2.3 of the Genocide Convention.

    Satellite images from May 17—the day Israel launched its "Chariots of Gideon" operation—analyzed by Amnesty International show heavy military vehicles entering Khuza’a. On May 20, the Palestinian armed group Islamic Jihad announced it had struck one of them. However, the scale of destruction that followed bore no resemblance to what is commonly referred to as "clashes."

    On May 27, drone footage shared on social media platforms clearly showed that in the preceding days, nearly all of Khuza’a had been destroyed. Further evidence, a video verified by Amnesty International, shows three bulldozers calmly demolishing three buildings. Moreover, on May 25, Israeli military commander Dor Yoetz, in a message to troops, stated the objective was to "eliminate terrorists near Khirbat Ikhza’a" (the Hebrew name for Khuza’a). Days later, he announced that the enemy had been defeated and that "Khirbat Ikhza’a no longer exists."

    On May 31, the Khuza’a municipality declared on its Facebook page that "the scale of destruction exceeds expectations; the town is completely non-functional." The impact has been particularly devastating for those who, after the widespread destruction in late 2023 and early 2024, had returned to Khuza’a to rebuild their homes and attempt to restore the land for cultivation.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/23/khuza-distrutta-israele-striscia-gaza-immagine-satellitari-amnesty/8029523/
    QUESTO NON E' ACCETTABILE! Blog | Striscia di Gaza: Khuza’a rasa completamente al suolo dall’esercito israeliano L'analisi di immagini satellitari conferma la totale distruzione di Khuza'a, città di 11.000 abitanti nel sud della Striscia di Gaza, da parte di Israele. Attraverso l’analisi di immagini satellitari e la validazione di video, Amnesty International ha potuto confermare che nelle ultime due settimane di maggio ciò che restava della città di Khuza’a, nel sud della Striscia di Gaza, è stato completamente raso al suolo dalle forze israeliane. In una precedente ricerca, l’organizzazione per i diritti umani aveva documentato l’indiscriminata distruzione di terreni agricoli e centri abitati, senza necessità militari, allo scopo di espandere la “zona cuscinetto” israeliana lungo il perimetro orientale della Striscia di Gaza. Ora di Khuza’a, che una volta aveva 11.000 abitanti ed era al centro della parte più fertile della Striscia di Gaza, non resta più nulla: questa è un’altra prova del piano israeliano di imporre condizioni di vita intese a causare la distruzione fisica della popolazione palestinese, in violazione dell’articolo 2.3 della Convenzione sul genocidio. Le immagini satellitari del 17 maggio – giorno del lancio dell’operazione israeliana “Carri di Gedeone” – analizzate da Amnesty International mostrano mezzi militari pesanti entrare a Khuza’a. Il 20 maggio il gruppo armato palestinese Jihad islamica ha annunciato di averne colpito uno. Ma la dimensione della distruzione che ne è seguita non ha avuto niente a che fare con quelli che vengono abitualmente chiamati “scontri”. Il 27 maggio immagini riprese da un drone e diffuse sulle piattaforme social hanno mostrato, in modo inequivocabile, che nei giorni precedenti quasi tutta Khuza’a era stata distrutta. Un’altra prova, un video validato da Amnesty International, mostra tre bulldozer demolire in tutta tranquillità tre edifici. Del resto, il 25 maggio il comandante militare israeliano Dor Yoetz, in un messaggio alle truppe, aveva comunicato l’obiettivo di “eliminare i terroristi nei pressi di Khirbat Ikhza’a [il nome di Khuza’a in ebraico]”. Alcuni giorni dopo, ha reso noto che il nemico era stato sconfitto e che “Khirbat Ikhza’a non esiste più”. ⁠  Il 31 maggio la municipalità di Khuza’a ha dichiarato, sulla sua pagina Facebook, che “la quantità delle distruzioni è superiore al previsto, la città è completamente fuori servizio”. L’impatto è stato devastante soprattutto per chi, dopo le ampie distruzioni della fine del 2023 e dell’inizio del 2024, era tornato a Khuza’a per ricostruire le proprie abitazioni e provare a rendere nuovamente coltivabili i terreni. English: Blog | Gaza Strip: Khuza’a Completely Razed to the Ground by the Israeli Military Satellite imagery analysis confirms the total destruction of Khuza’a, a town of 11,000 inhabitants in the southern Gaza Strip, by Israel. Through the analysis of satellite images and verification of videos, Amnesty International has confirmed that over the last two weeks of May, what remained of the town of Khuza’a, in the southern Gaza Strip, was completely leveled by Israeli forces. In previous research, the human rights organization had documented the indiscriminate destruction of agricultural land and residential areas—without military necessity—to expand the Israeli "buffer zone" along the eastern perimeter of the Gaza Strip. Now, nothing remains of Khuza’a, which was once home to 11,000 people and situated in the heart of Gaza’s most fertile land. This serves as further evidence of Israel’s plan to impose living conditions intended to bring about the physical destruction of the Palestinian population, in violation of Article 2.3 of the Genocide Convention. Satellite images from May 17—the day Israel launched its "Chariots of Gideon" operation—analyzed by Amnesty International show heavy military vehicles entering Khuza’a. On May 20, the Palestinian armed group Islamic Jihad announced it had struck one of them. However, the scale of destruction that followed bore no resemblance to what is commonly referred to as "clashes." On May 27, drone footage shared on social media platforms clearly showed that in the preceding days, nearly all of Khuza’a had been destroyed. Further evidence, a video verified by Amnesty International, shows three bulldozers calmly demolishing three buildings. Moreover, on May 25, Israeli military commander Dor Yoetz, in a message to troops, stated the objective was to "eliminate terrorists near Khirbat Ikhza’a" (the Hebrew name for Khuza’a). Days later, he announced that the enemy had been defeated and that "Khirbat Ikhza’a no longer exists." On May 31, the Khuza’a municipality declared on its Facebook page that "the scale of destruction exceeds expectations; the town is completely non-functional." The impact has been particularly devastating for those who, after the widespread destruction in late 2023 and early 2024, had returned to Khuza’a to rebuild their homes and attempt to restore the land for cultivation. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/23/khuza-distrutta-israele-striscia-gaza-immagine-satellitari-amnesty/8029523/
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    Blog | Striscia di Gaza: Khuza’a rasa completamente al suolo dall’esercito israeliano
    L'analisi di immagini satellitari conferma la totale distruzione di Khuza'a, città di 11.000 abitanti nel sud della Striscia di Gaza, da parte di Israele
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  • PERCHÈ GLI INSEGNANTI NON STANNO 36 ORE A SETTIMANA IN AULA
    Come accade ogni anno, in questi giorni molti lavoratori non insegnanti invidiano i "3 mesi di vacanza" le "18-22-25 ore a settimana" i "ponti", le "vacanze di Natale e di Pasqua". Ciò che molti non sanno è il fatto che il lavoro che svolge un insegnante non si misura in "ore" e neanche in "giorni".
    L'insegnante non è un impiegato, nonostante negli ultimi 30 anni percepisca uno stipendio di tipo impiegatizio. L'insegnante è un professionista della conoscenza e della formazione. Come tale il suo lavoro non si riduce alle sole ore frontali che trascorre con i propri studenti.
    Dietro ogni ora di lezione, ce n'è una di preparazione con tanto di differenziazione tra i propri studenti, dietro ogni verifica scritta c'è la sua preparazione e soprattutto la correzione, dietro ogni consiglio di classe c'è la preparazione di scrutini, relazioni e , lasciatemelo dire, scartoffie spesso inutili.
    Ridurre il lavoro di un professionista alle sole ore di lezioni in aula è semplicemente offensivo e chi lo fa, sa che sta offendendo nello stesso istante in cui pronuncia quelle frasi fatte.
    Ma anche durante quelle lezioni in aula possiamo dire che non c'è alcun altro mestiere che mette il docente di fronte a 30 alunni da seguire contemporaneamente. Non c'è medico, magisrtrato, avvocato, ingegnere che si relazioni con tutte queste persone insieme, persone speciali che rappresentano il futuro del Paese, persone che ci vengono affidate dai propri genitori.
    Non c'è alcuna altra professione tanto delicata quanto impegnativa che non prevede pause durante la mattinata salvo quelle famose ore buche che nessuno calcola e che servono per i "banali" bisogni fisiologici.
    Tuttavia mi sento di dire che la mia è una professione speciale. nessun'altra professione come quella dell'insegnante consente di lasciare il segno, incidere sulla formazione dei cittadini del futuro, lasciare una eredità culturale non indifferente, nessuna.
    E allora noi insegnanti riponiamo proprio nella specialità della nostra professione quel supplemento emozionale che nessun altro lavoro potrà mai dare. Ciò che l'insegnante "produce" non si misura in metri quadri nè in chilogrammi, quindi perchè il suo lavoro dovrebbe essere misurato in "ore"? Ed è proprio per questo che cerco sempre di evitare di rispondere a certe domande quantificando in ore tutto il lavoro extra che non richiede presenza in aula.
    Prof. Salvo Amato
    PERCHÈ GLI INSEGNANTI NON STANNO 36 ORE A SETTIMANA IN AULA Come accade ogni anno, in questi giorni molti lavoratori non insegnanti invidiano i "3 mesi di vacanza" le "18-22-25 ore a settimana" i "ponti", le "vacanze di Natale e di Pasqua". Ciò che molti non sanno è il fatto che il lavoro che svolge un insegnante non si misura in "ore" e neanche in "giorni". L'insegnante non è un impiegato, nonostante negli ultimi 30 anni percepisca uno stipendio di tipo impiegatizio. L'insegnante è un professionista della conoscenza e della formazione. Come tale il suo lavoro non si riduce alle sole ore frontali che trascorre con i propri studenti. Dietro ogni ora di lezione, ce n'è una di preparazione con tanto di differenziazione tra i propri studenti, dietro ogni verifica scritta c'è la sua preparazione e soprattutto la correzione, dietro ogni consiglio di classe c'è la preparazione di scrutini, relazioni e , lasciatemelo dire, scartoffie spesso inutili. Ridurre il lavoro di un professionista alle sole ore di lezioni in aula è semplicemente offensivo e chi lo fa, sa che sta offendendo nello stesso istante in cui pronuncia quelle frasi fatte. Ma anche durante quelle lezioni in aula possiamo dire che non c'è alcun altro mestiere che mette il docente di fronte a 30 alunni da seguire contemporaneamente. Non c'è medico, magisrtrato, avvocato, ingegnere che si relazioni con tutte queste persone insieme, persone speciali che rappresentano il futuro del Paese, persone che ci vengono affidate dai propri genitori. Non c'è alcuna altra professione tanto delicata quanto impegnativa che non prevede pause durante la mattinata salvo quelle famose ore buche che nessuno calcola e che servono per i "banali" bisogni fisiologici. Tuttavia mi sento di dire che la mia è una professione speciale. nessun'altra professione come quella dell'insegnante consente di lasciare il segno, incidere sulla formazione dei cittadini del futuro, lasciare una eredità culturale non indifferente, nessuna. E allora noi insegnanti riponiamo proprio nella specialità della nostra professione quel supplemento emozionale che nessun altro lavoro potrà mai dare. Ciò che l'insegnante "produce" non si misura in metri quadri nè in chilogrammi, quindi perchè il suo lavoro dovrebbe essere misurato in "ore"? Ed è proprio per questo che cerco sempre di evitare di rispondere a certe domande quantificando in ore tutto il lavoro extra che non richiede presenza in aula. Prof. Salvo Amato
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  • INFORMATIVE E MODELLI CON PROCEDURA DI LEGGI VIGENTI,
    PER EVITARE LA "VACCINAZIONE" IN OGNI FASCIA DI ETÀ

    Canale ufficiale:
    https://t.me/consensoinfo

    Si esorta a contribuire di diffondere le due liste informative, prodotte dal Gruppo Operativo del Comitato Fortitudo Italia.
    Raccolgono procedure legali, modelli e link con riferimenti normativi di Leggi Vigenti per:

    Genitori che decidono di NON vaccinare i propri figli

    Lavoratori e cittadini che scelgono di NON vaccinarsi per lavorare, svolgere attività fisica o sociale

    Link " Informative e modelli"

    Lista n.1 – Informative e modelli per i Genitori che decidono di NON vaccinare i propri figli

    https://t.me/consensoinfo/212

    Lista n.2 – Informative e modelli per chi sceglie di NON vaccinarsi in ambito sanitario, scolastico, lavorativo , sportivo, associativo, .....

    https://t.me/consensoinfo/552

    Riferimento normativo principale:
    LEGGE 219/2017 – sul CONSENSO LIBERO E INFORMATO

    In Italia, non esiste un obbligo vaccinale generalizzato.
    È possibile esercitare i propri Diritti nel rispetto delle Leggi vigenti.

    Per chi desidera supporto diretto:
    Contatti e Referenti regionali del Comitato Fortitudo Italia

    https://t.me/comitatofortitudo/19102

    Informa, tutela, agisci consapevolmente.
    Il sapere è potere. Il Consenso è un Diritto.
    📋📌 INFORMATIVE E MODELLI CON PROCEDURA DI LEGGI VIGENTI, PER EVITARE LA "VACCINAZIONE" IN OGNI FASCIA DI ETÀ 🔴 Canale ufficiale: https://t.me/consensoinfo Si esorta a contribuire di diffondere le due liste informative, prodotte dal Gruppo Operativo del Comitato Fortitudo Italia. Raccolgono procedure legali, modelli e link con riferimenti normativi di Leggi Vigenti per: ✅ Genitori che decidono di NON vaccinare i propri figli ✅ Lavoratori e cittadini che scelgono di NON vaccinarsi per lavorare, svolgere attività fisica o sociale 📌 Link " Informative e modelli" 🔴 Lista n.1 – Informative e modelli per i Genitori che decidono di NON vaccinare i propri figli 👇👇👇 https://t.me/consensoinfo/212 🔴 Lista n.2 – Informative e modelli per chi sceglie di NON vaccinarsi in ambito sanitario, scolastico, lavorativo , sportivo, associativo, ..... 👇👇👇 https://t.me/consensoinfo/552 📎 Riferimento normativo principale: LEGGE 219/2017 – sul CONSENSO LIBERO E INFORMATO 📌 In Italia, non esiste un obbligo vaccinale generalizzato. È possibile esercitare i propri Diritti nel rispetto delle Leggi vigenti. 📞 Per chi desidera supporto diretto: Contatti e Referenti regionali del Comitato Fortitudo Italia 👇👇👇 https://t.me/comitatofortitudo/19102 Informa, tutela, agisci consapevolmente. Il sapere è potere. Il Consenso è un Diritto.
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  • “Siete mucche da mungere”. Ed è sciopero a Max Mara - Il Fatto Quotidiano
    Definite “obese”, apostrofate come “mucche da mungere”, costrette a lavorare “praticamente a cottimo”, sempre sotto pressione, in un clima “tossico” con sofferenza “fisica e psicologica”. È la denuncia che arriva dalle lavoratrici della Manifattura San Maurizio di Reggio Emilia, azienda del gruppo Max Mara con circa 220 addetti, in stragrande maggioranza donne, per lo più …
    https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/06/07/siete-mucche-da-mungere-ed-e-sciopero-a-max-mara/8017712/
    “Siete mucche da mungere”. Ed è sciopero a Max Mara - Il Fatto Quotidiano Definite “obese”, apostrofate come “mucche da mungere”, costrette a lavorare “praticamente a cottimo”, sempre sotto pressione, in un clima “tossico” con sofferenza “fisica e psicologica”. È la denuncia che arriva dalle lavoratrici della Manifattura San Maurizio di Reggio Emilia, azienda del gruppo Max Mara con circa 220 addetti, in stragrande maggioranza donne, per lo più … https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/06/07/siete-mucche-da-mungere-ed-e-sciopero-a-max-mara/8017712/
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    “Siete mucche da mungere”. Ed è sciopero a Max Mara - Il Fatto Quotidiano
    Definite “obese”, apostrofate come “mucche da mungere”, costrette a lavorare “praticamente a cottimo”, sempre sotto pressione, in un clima “tossico” con sofferenza “fisica e psicologica”. È la denuncia che arriva dalle lavoratrici della Manifattura San Maurizio di Reggio Emilia, azienda del gruppo Max Mara con circa 220 addetti, in stragrande maggioranza donne, per lo più …
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  • LE RADICI DEL MALE

    Il colonialismo classico ha sempre funzionato nello stesso modo: una nazione forte invadeva una nazione più debole, ne prendeva il controllo, e restava lì a comandare per sfruttarne le risorse economiche. Ma lasciava in loco tutti i suoi abitanti, i quali diventavano semplicemente nuovi schiavi/sudditi dell’impero.

    E’ successo così per l’India, colonizzata dagli inglesi, per il Brasile, colonizzato dai portoghesi, per il resto dell’America Latina, colonizzata dagli spagnoli, o per varie nazioni africane e asiatiche, colonizzate nel tempo da francesi, portoghesi, olandesi, ecc.

    Solo in tre casi, nella storia recente, i colonialisti invasori hanno sistematicamente rimosso la popolazione locale, prendendo fisicamente il suo posto. Gli Stati Uniti, l’Australia e Israele.

    Negli Stati Uniti, i bianchi hanno sterminato la popolazione locale, rinchiuso nelle riserve i sopravvissuti, e preso fisicamente il loro posto. In Australia, i bianchi hanno sterminato la popolazione locale, rinchiuso nelle riserve i sopravvissuti, e preso fisicamente il loro posto. In Palestina, i sionisti hanno sterminato buona parte della popolazione locale (1948), rinchiuso in campi di concentramento / campi profughi i sopravvissuti, e preso fisicamente il loro posto.

    Progressivamente, dal ’48 in poi, i nomi delle città e dei villaggi arabi sono stati cambiati in nomi ebraici, mentre l’intera terra di Palestina veniva ridenominata Israele. Oggi restano ancora due zone da integrare, la Striscia di Gaza e la Cisgiordania. Una volta incorporati questi territori, la terza operazione coloniale integrale della storia moderna sarà completata.

    Non si può non notare che all’origine di queste particolari operazioni di sostituzione etnica ci siano sempre gli inglesi. Inglesi erano i conquistatori/colonizzatori dei futuri Stati Uniti, inglesi erano i conquistatori/colonizzatori dell’Australia, e inglesi sono stati, fin dall’inizio, coloro che hanno permesso e favorito in tutti i modi la conquista/colonizzazione della Palestina da parte dei sionisti.

    Fu sotto il mandato britannico (1922) che gli inglesi implementarono leggi particolari in Palestina, per permettere agli ebrei di acquisire con estrema facilità territori appartenenti agli arabi. Furono gli inglesi (1929 -1936) a reprimere con ferocia le rivolte arabe in Palestina, in modo da favorire l’espansione territoriale dei sionisti. Furono gli inglesi (Orde Wingate) ad insegnare ai sionisti le tecniche di guerriglia e attacco militare ai villaggi arabi. Furono sempre gli inglesi ad insegnare ai sionisti la tecnica di distruzione sistematica della case del palestinesi fuggiti, per impedire un loro eventuale ritorno. Furono gli inglesi ad introdure il concetto di “punizione collettiva” che ancora oggi (Gaza) viene usato dai sionisti contro i palestinesi. Furono infine gli inglesi a voltare lo sguardo altrove, nel ’48, quando tutte queste tecniche vennero messe in atto in modo sistematico dai sionisti, i quali sterminarono ed evacuarono 700.000 palestinesi dalle loro case e dai loro villaggi (Nakba). Poi, con le operazioni in corso, gli inglesi se ne andarono dalla Palestina, lasciando ai sionisti il controllo militare completo di tutto il territorio.

    In tutto e per tutto, la conquista della Palestina da parte dei sionisti fu una complessa operazione coloniale iniziata, favorita e controllata interamente dagli inglesi.

    E’ chiaro che dietro a queste tre operazioni di “colonialismo sostitutivo” - Stati Uniti, Australia e Israele – ci debba essere la stessa mentalità comune di dominio e di superiorità dell’uomo bianco sulle razze inferiori. Questa mentalità, profondamente razzista, è stata sintetizzata al meglio da un pensiero di Winston Churchill, espresso dopo la nascita dello stato di Israele: “Io non mi scuso per il fatto che gli ebrei abbiano tolto il controllo della regione ai palestinesi, così come non mi scuso per il fatto che i bianchi abbiano tolto l’America ai pellerossa, o per aver tolto l’Australia ai neri. E’ normale che una razza superiore domini quella inferiore.”

    Con un maestro del genere, figuriamoci se mai dovrà sentire il bisogno di scusarsi il suo discepolo più fedele ed esemplare che la storia abbia mai prodotto, Benjamin Netanyahu.

    Massimo Mazzucco
    LE RADICI DEL MALE Il colonialismo classico ha sempre funzionato nello stesso modo: una nazione forte invadeva una nazione più debole, ne prendeva il controllo, e restava lì a comandare per sfruttarne le risorse economiche. Ma lasciava in loco tutti i suoi abitanti, i quali diventavano semplicemente nuovi schiavi/sudditi dell’impero. E’ successo così per l’India, colonizzata dagli inglesi, per il Brasile, colonizzato dai portoghesi, per il resto dell’America Latina, colonizzata dagli spagnoli, o per varie nazioni africane e asiatiche, colonizzate nel tempo da francesi, portoghesi, olandesi, ecc. Solo in tre casi, nella storia recente, i colonialisti invasori hanno sistematicamente rimosso la popolazione locale, prendendo fisicamente il suo posto. Gli Stati Uniti, l’Australia e Israele. Negli Stati Uniti, i bianchi hanno sterminato la popolazione locale, rinchiuso nelle riserve i sopravvissuti, e preso fisicamente il loro posto. In Australia, i bianchi hanno sterminato la popolazione locale, rinchiuso nelle riserve i sopravvissuti, e preso fisicamente il loro posto. In Palestina, i sionisti hanno sterminato buona parte della popolazione locale (1948), rinchiuso in campi di concentramento / campi profughi i sopravvissuti, e preso fisicamente il loro posto. Progressivamente, dal ’48 in poi, i nomi delle città e dei villaggi arabi sono stati cambiati in nomi ebraici, mentre l’intera terra di Palestina veniva ridenominata Israele. Oggi restano ancora due zone da integrare, la Striscia di Gaza e la Cisgiordania. Una volta incorporati questi territori, la terza operazione coloniale integrale della storia moderna sarà completata. Non si può non notare che all’origine di queste particolari operazioni di sostituzione etnica ci siano sempre gli inglesi. Inglesi erano i conquistatori/colonizzatori dei futuri Stati Uniti, inglesi erano i conquistatori/colonizzatori dell’Australia, e inglesi sono stati, fin dall’inizio, coloro che hanno permesso e favorito in tutti i modi la conquista/colonizzazione della Palestina da parte dei sionisti. Fu sotto il mandato britannico (1922) che gli inglesi implementarono leggi particolari in Palestina, per permettere agli ebrei di acquisire con estrema facilità territori appartenenti agli arabi. Furono gli inglesi (1929 -1936) a reprimere con ferocia le rivolte arabe in Palestina, in modo da favorire l’espansione territoriale dei sionisti. Furono gli inglesi (Orde Wingate) ad insegnare ai sionisti le tecniche di guerriglia e attacco militare ai villaggi arabi. Furono sempre gli inglesi ad insegnare ai sionisti la tecnica di distruzione sistematica della case del palestinesi fuggiti, per impedire un loro eventuale ritorno. Furono gli inglesi ad introdure il concetto di “punizione collettiva” che ancora oggi (Gaza) viene usato dai sionisti contro i palestinesi. Furono infine gli inglesi a voltare lo sguardo altrove, nel ’48, quando tutte queste tecniche vennero messe in atto in modo sistematico dai sionisti, i quali sterminarono ed evacuarono 700.000 palestinesi dalle loro case e dai loro villaggi (Nakba). Poi, con le operazioni in corso, gli inglesi se ne andarono dalla Palestina, lasciando ai sionisti il controllo militare completo di tutto il territorio. In tutto e per tutto, la conquista della Palestina da parte dei sionisti fu una complessa operazione coloniale iniziata, favorita e controllata interamente dagli inglesi. E’ chiaro che dietro a queste tre operazioni di “colonialismo sostitutivo” - Stati Uniti, Australia e Israele – ci debba essere la stessa mentalità comune di dominio e di superiorità dell’uomo bianco sulle razze inferiori. Questa mentalità, profondamente razzista, è stata sintetizzata al meglio da un pensiero di Winston Churchill, espresso dopo la nascita dello stato di Israele: “Io non mi scuso per il fatto che gli ebrei abbiano tolto il controllo della regione ai palestinesi, così come non mi scuso per il fatto che i bianchi abbiano tolto l’America ai pellerossa, o per aver tolto l’Australia ai neri. E’ normale che una razza superiore domini quella inferiore.” Con un maestro del genere, figuriamoci se mai dovrà sentire il bisogno di scusarsi il suo discepolo più fedele ed esemplare che la storia abbia mai prodotto, Benjamin Netanyahu. Massimo Mazzucco
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  • DAI TACCHI ALLA SEDIA A ROTELLE DOPO IL 2021: "DICEVANO CHE ERA TUTTA UNA MIA QUESTIONE MENTALE".
    Si fa fatica a capire che non è strumentalizzazione del dolore, è portare alla luce qualcuno che viene costantemente lasciato all'ombra dell'attenzione mediatica.
    Dal 2021 il tema degli #effettiavversi è un tabù che resta insopportabile ai più e allo stesso tempo rimane una necessità impellente di divulgare la propria storia: quella di qualcuno a cui era stato consigliato un trattamento che poi ha portato a nefaste conseguenze senza che nessuno se ne assumesse la responsabilità.

    La storia di Elisa

    Polarizzare il dibattito diventa la parola d'ordine quando non si può lasciare la libertà di scegliere. Elisa Napolitano non si sente come se avesse scelto liberamente di fare il vaccino che - non - l'avrebbe protetta dal Covid. Questo perché all'epoca in cui scoprì di non aver sviluppato anticorpi dalla malattia naturale (e neppure dalla prima dose) le è stato consigliato di ricorrere a più dosi booster.
    "E' questo quello che mi ha fatto molto arrabbiare: oggi la stessa soluzione viene sconsigliata alle persone con malattie autoimmuni come la mia, perché può scatenare una nuova reazione autoimmune".

    Era tutto qua il surreale dibattito dell'epoca covid: non negare, divulgare i numeri per come erano, assumersi la responsabilità per quelli che loro dicevano essere "fisiologici" effetti avversi.
    Come è finita lo sappiamo: archiviazioni a gogo e tutti che alzano le mani, ma nel frattempo Elisa deve continuare a vivere, benché in sedia a rotelle. "Il mio sistema da quel momento è andato in tilt, è arrivata questa febbre che non andava via e non avevo risposte nonostante i numerosi esami".

    "La febbre non passò più"

    Ovviamente non è arrivata nemmeno la protezione dal covid: "Un mese dopo aver fatto la prima dose l'ho ripreso e l'ha ripreso tutta la mia famiglia, tutti vaccinati", figli inclusi, "poi ho studiato che gli anticorpi naturali mi avrebbero protetto, ma solo in seguito. Fino ad allora sapevo che per la macchina si va dal meccanico e per la salute dal medico, come tutte le persone comuni".
    Di chiarezza non c'è traccia, anche perché nelle considerazioni medico-legali ottenute su sua richiesta, il medico scrive che "attualmente i dati della letteratura scientifica non sono sufficienti a stabilire un nesso causale specifico, per quanto precede nel caso in esame, risulta soddisfatto esclusivamente il criterio cronologico, quindi si ritiene di esprimere parere non favorevole alla concessione del beneficio richiesto", cioè il rimborso per danni.

    "Ma non bisogna arrendersi mai": Elisa lo dice guardando le foto delle sue torte, che ora è troppo faticoso realizzare.
    Nel video l'intervista di Fabio Duranti.

    https://youtu.be/J9xXCdTqnF0?si=DzVME5ZW-G-6YkHW
    DAI TACCHI ALLA SEDIA A ROTELLE DOPO IL 2021: "DICEVANO CHE ERA TUTTA UNA MIA QUESTIONE MENTALE". Si fa fatica a capire che non è strumentalizzazione del dolore, è portare alla luce qualcuno che viene costantemente lasciato all'ombra dell'attenzione mediatica. Dal 2021 il tema degli #effettiavversi è un tabù che resta insopportabile ai più e allo stesso tempo rimane una necessità impellente di divulgare la propria storia: quella di qualcuno a cui era stato consigliato un trattamento che poi ha portato a nefaste conseguenze senza che nessuno se ne assumesse la responsabilità. La storia di Elisa Polarizzare il dibattito diventa la parola d'ordine quando non si può lasciare la libertà di scegliere. Elisa Napolitano non si sente come se avesse scelto liberamente di fare il vaccino che - non - l'avrebbe protetta dal Covid. Questo perché all'epoca in cui scoprì di non aver sviluppato anticorpi dalla malattia naturale (e neppure dalla prima dose) le è stato consigliato di ricorrere a più dosi booster. "E' questo quello che mi ha fatto molto arrabbiare: oggi la stessa soluzione viene sconsigliata alle persone con malattie autoimmuni come la mia, perché può scatenare una nuova reazione autoimmune". Era tutto qua il surreale dibattito dell'epoca covid: non negare, divulgare i numeri per come erano, assumersi la responsabilità per quelli che loro dicevano essere "fisiologici" effetti avversi. Come è finita lo sappiamo: archiviazioni a gogo e tutti che alzano le mani, ma nel frattempo Elisa deve continuare a vivere, benché in sedia a rotelle. "Il mio sistema da quel momento è andato in tilt, è arrivata questa febbre che non andava via e non avevo risposte nonostante i numerosi esami". "La febbre non passò più" Ovviamente non è arrivata nemmeno la protezione dal covid: "Un mese dopo aver fatto la prima dose l'ho ripreso e l'ha ripreso tutta la mia famiglia, tutti vaccinati", figli inclusi, "poi ho studiato che gli anticorpi naturali mi avrebbero protetto, ma solo in seguito. Fino ad allora sapevo che per la macchina si va dal meccanico e per la salute dal medico, come tutte le persone comuni". Di chiarezza non c'è traccia, anche perché nelle considerazioni medico-legali ottenute su sua richiesta, il medico scrive che "attualmente i dati della letteratura scientifica non sono sufficienti a stabilire un nesso causale specifico, per quanto precede nel caso in esame, risulta soddisfatto esclusivamente il criterio cronologico, quindi si ritiene di esprimere parere non favorevole alla concessione del beneficio richiesto", cioè il rimborso per danni. "Ma non bisogna arrendersi mai": Elisa lo dice guardando le foto delle sue torte, che ora è troppo faticoso realizzare. Nel video l'intervista di Fabio Duranti. https://youtu.be/J9xXCdTqnF0?si=DzVME5ZW-G-6YkHW
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  • Italia e la libertà di stampa: un declino che preoccupa

    Il nuovo rapporto annuale di Reporters sans frontières (RSF) fotografa una realtà allarmante: la libertà di stampa nel mondo è al “minimo storico” e l’Italia scivola al 49esimo posto, il peggiore dell’Europa occidentale, perdendo tre posizioni rispetto all’anno precedente.
    Un dato che non sorprende chi segue da tempo le dinamiche del nostro Paese, ma che dovrebbe comunque indignare e preoccupare ogni cittadino consapevole del ruolo cruciale dell’informazione in una democrazia.

    I motivi della retrocessione

    Secondo RSF, le minacce alla libertà di stampa in Italia sono molteplici e strutturali:
    • Le organizzazioni mafiose, soprattutto nel Sud, continuano a intimidire e condizionare i giornalisti.
    • Gruppi estremisti compiono atti di violenza contro chi fa informazione.
    • La classe politica tenta di ostacolare la libera informazione, in particolare sulle inchieste giudiziarie, attraverso la cosiddetta “legge bavaglio” che limita la pubblicazione delle intercettazioni.
    • Proliferano le azioni legali strumentali (le cosiddette “querele temerarie”) per intimidire, imbavagliare o punire chi cerca di raccontare fatti di interesse pubblico.

    Un quadro internazionale cupo, ma l’Italia spicca in negativo

    La situazione globale è grave: oltre metà della popolazione mondiale vive in Paesi dove la stampa è sotto attacco. In fondo alla classifica troviamo regimi notoriamente autoritari come Cina, Corea del Nord ed Eritrea. Tuttavia, l’Italia, pur restando formalmente una democrazia, mostra segnali preoccupanti di deriva autoritaria proprio nel modo in cui tratta l’informazione e chi la produce.

    La deriva autoritaria: segnali da non sottovalutare

    Il progressivo restringimento degli spazi di libertà per la stampa è un indicatore chiave della salute democratica di un Paese. In Italia, il tentativo di limitare la pubblicazione delle intercettazioni, la pressione giudiziaria sui giornalisti e la violenza – fisica e verbale – contro chi esercita il diritto di cronaca, sono segnali inequivocabili di una deriva autoritaria.
    Non si tratta di semplici “incidenti di percorso”, ma di una strategia sistematica volta a ridurre la capacità dei media di svolgere il loro ruolo di controllo del potere.
    “Il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ricorda la direttrice generale di RSF Anja Osterhaus.
    Se i media sono finanziariamente in difficoltà e sotto pressione politica e giudiziaria, chi smaschererà disinformazione e propaganda?

    Cosa resta della democrazia senza una stampa libera?

    La libertà di stampa non è un lusso, ma il fondamento di ogni democrazia reale. Senza la possibilità per i giornalisti di indagare, raccontare e criticare senza timori di ritorsioni, la democrazia si svuota di significato e diventa una mera facciata. La discesa dell’Italia nella classifica RSF non è solo un dato statistico: è il sintomo di una malattia profonda che rischia di uccidere quel poco di democrazia che ancora ci resta.

    Conclusione

    Davanti a questi dati, non basta indignarsi: serve una presa di coscienza collettiva e una mobilitazione concreta per difendere la libertà di stampa. Perché dove muore l’informazione, muore anche la democrazia. E la deriva autoritaria, oggi, non è più solo una minaccia lontana, ma una realtà che avanza silenziosa, giorno dopo giorno, anche in Italia.

    COMMENTO all'ARTICOLO uscito oggi:
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129
    Italia e la libertà di stampa: un declino che preoccupa Il nuovo rapporto annuale di Reporters sans frontières (RSF) fotografa una realtà allarmante: la libertà di stampa nel mondo è al “minimo storico” e l’Italia scivola al 49esimo posto, il peggiore dell’Europa occidentale, perdendo tre posizioni rispetto all’anno precedente. Un dato che non sorprende chi segue da tempo le dinamiche del nostro Paese, ma che dovrebbe comunque indignare e preoccupare ogni cittadino consapevole del ruolo cruciale dell’informazione in una democrazia. I motivi della retrocessione Secondo RSF, le minacce alla libertà di stampa in Italia sono molteplici e strutturali: • Le organizzazioni mafiose, soprattutto nel Sud, continuano a intimidire e condizionare i giornalisti. • Gruppi estremisti compiono atti di violenza contro chi fa informazione. • La classe politica tenta di ostacolare la libera informazione, in particolare sulle inchieste giudiziarie, attraverso la cosiddetta “legge bavaglio” che limita la pubblicazione delle intercettazioni. • Proliferano le azioni legali strumentali (le cosiddette “querele temerarie”) per intimidire, imbavagliare o punire chi cerca di raccontare fatti di interesse pubblico. Un quadro internazionale cupo, ma l’Italia spicca in negativo La situazione globale è grave: oltre metà della popolazione mondiale vive in Paesi dove la stampa è sotto attacco. In fondo alla classifica troviamo regimi notoriamente autoritari come Cina, Corea del Nord ed Eritrea. Tuttavia, l’Italia, pur restando formalmente una democrazia, mostra segnali preoccupanti di deriva autoritaria proprio nel modo in cui tratta l’informazione e chi la produce. La deriva autoritaria: segnali da non sottovalutare Il progressivo restringimento degli spazi di libertà per la stampa è un indicatore chiave della salute democratica di un Paese. In Italia, il tentativo di limitare la pubblicazione delle intercettazioni, la pressione giudiziaria sui giornalisti e la violenza – fisica e verbale – contro chi esercita il diritto di cronaca, sono segnali inequivocabili di una deriva autoritaria. Non si tratta di semplici “incidenti di percorso”, ma di una strategia sistematica volta a ridurre la capacità dei media di svolgere il loro ruolo di controllo del potere. “Il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ricorda la direttrice generale di RSF Anja Osterhaus. Se i media sono finanziariamente in difficoltà e sotto pressione politica e giudiziaria, chi smaschererà disinformazione e propaganda? Cosa resta della democrazia senza una stampa libera? La libertà di stampa non è un lusso, ma il fondamento di ogni democrazia reale. Senza la possibilità per i giornalisti di indagare, raccontare e criticare senza timori di ritorsioni, la democrazia si svuota di significato e diventa una mera facciata. La discesa dell’Italia nella classifica RSF non è solo un dato statistico: è il sintomo di una malattia profonda che rischia di uccidere quel poco di democrazia che ancora ci resta. Conclusione Davanti a questi dati, non basta indignarsi: serve una presa di coscienza collettiva e una mobilitazione concreta per difendere la libertà di stampa. Perché dove muore l’informazione, muore anche la democrazia. E la deriva autoritaria, oggi, non è più solo una minaccia lontana, ma una realtà che avanza silenziosa, giorno dopo giorno, anche in Italia. COMMENTO all'ARTICOLO uscito oggi: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129
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    Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano
    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione …
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  • Ma va? Non ce n'eravamo accorti? SI VUOLE ASSASSINARE la DEMOCRAZIA o quel POCO che NE RIMANE!

    Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano
    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione …

    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione no profit anticipa i risultati del suo report annuale (basato su cinque categorie: politica, diritti, economia, socio-cultura e sicurezza) e, a proposito del nostro Paese, scrive: “La libertà di stampa in Italia continua a essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nel sud del Paese, nonché da vari gruppi estremisti che commettono atti di violenza. I giornalisti lamentano anche il tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una ‘legge bavaglio‘ – quella che impedisce la pubblicazione delle intercettazioni, ndr – che si aggiunge alla prassi di azioni legali intentate per intimidire, imbavagliare o punire coloro che cercano di partecipare e di esprimersi su questioni di interesse pubblico”.

    Non è, però, che al resto del mondo vada molto meglio. “La situazione della libertà di stampa globale nel 2025 è ai minimi storici – spiega l’organizzazione nella sua analisi –. Più di metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione molto grave”. In fondo alla classifica ci sono Cina, Corea del Nord ed Eritrea, che si collocano rispettivamente alla 178ma, 179ma e 180ma posizione. Male anche gli Stati Uniti, e già nei mesi prima del ritorno del tycoon: passano dal 55mo al 57mo posto con “il primo significativo e prolungato declino della libertà di stampa nella storia moderna, mentre il ritorno di Donald Trump alla presidenza sta aggravando notevolmente la situazione”.

    L’Europa rimane ancora il posto del mondo in cui i giornalisti possono fare informazione con maggiore libertà: nel nostro continente troviamo sette Paesi (sui 180) in cui la situazione è “buona”.

    A guidare la classifica mondiale c’è infatti la Norvegia, primato che si rinnova, seguita da Estonia e Paesi Bassi. Il Regno Unito si piazza ventesimo, surclassato – ed è la sorpresa – da Trinidad e Tobago, la Francia segue Taiwan al 25esimo posto. Ci sono poi delle retrocessioni ancora più eclatanti: la Germania, lo scorso anno al decimo posto, è finita undicesima a causa del “clima di lavoro sempre più ostile per i professionisti dei media in Germania, in particolare a causa degli attacchi dell’estrema destra”. Nel 2024, scrive Rsf, i giornalisti tedeschi che hanno avuto a che fare con ambienti di estrema destra e partiti come Alternativa per la Germania sono stati nuovamente a rischio, denunciando minacce, insulti e timore di violenza fisica. Anche in termini editoriali, la Germania è stata criticata, con il rapporto che indica “numerosi casi documentati in cui i professionisti dei media hanno segnalato ostacoli sproporzionatamente elevati nel riportare informazioni sul conflitto in Medio Oriente”.

    In generale, per la libertà di stampa in tutto il mondo non è un buon momento: “Oltre a una situazione di sicurezza fragile e al crescente autoritarismo, la pressione economica in particolare sta causando problemi ai media di tutto il mondo”, ha affermato Reporters Sans Frontieres. Come sottolinea la direttrice generale Anja Osterhaus, “il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ma “se i media sono finanziariamente in difficoltà, chi smaschererà disinformazione, disinformazione e propaganda? Oltre alla nostra lotta quotidiana per la sicurezza dei giornalisti, ci impegniamo quindi anche a rafforzare le basi economiche del giornalismo”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129/
    Ma va? Non ce n'eravamo accorti? SI VUOLE ASSASSINARE la DEMOCRAZIA o quel POCO che NE RIMANE! Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione … Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione no profit anticipa i risultati del suo report annuale (basato su cinque categorie: politica, diritti, economia, socio-cultura e sicurezza) e, a proposito del nostro Paese, scrive: “La libertà di stampa in Italia continua a essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nel sud del Paese, nonché da vari gruppi estremisti che commettono atti di violenza. I giornalisti lamentano anche il tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una ‘legge bavaglio‘ – quella che impedisce la pubblicazione delle intercettazioni, ndr – che si aggiunge alla prassi di azioni legali intentate per intimidire, imbavagliare o punire coloro che cercano di partecipare e di esprimersi su questioni di interesse pubblico”. Non è, però, che al resto del mondo vada molto meglio. “La situazione della libertà di stampa globale nel 2025 è ai minimi storici – spiega l’organizzazione nella sua analisi –. Più di metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione molto grave”. In fondo alla classifica ci sono Cina, Corea del Nord ed Eritrea, che si collocano rispettivamente alla 178ma, 179ma e 180ma posizione. Male anche gli Stati Uniti, e già nei mesi prima del ritorno del tycoon: passano dal 55mo al 57mo posto con “il primo significativo e prolungato declino della libertà di stampa nella storia moderna, mentre il ritorno di Donald Trump alla presidenza sta aggravando notevolmente la situazione”. L’Europa rimane ancora il posto del mondo in cui i giornalisti possono fare informazione con maggiore libertà: nel nostro continente troviamo sette Paesi (sui 180) in cui la situazione è “buona”. A guidare la classifica mondiale c’è infatti la Norvegia, primato che si rinnova, seguita da Estonia e Paesi Bassi. Il Regno Unito si piazza ventesimo, surclassato – ed è la sorpresa – da Trinidad e Tobago, la Francia segue Taiwan al 25esimo posto. Ci sono poi delle retrocessioni ancora più eclatanti: la Germania, lo scorso anno al decimo posto, è finita undicesima a causa del “clima di lavoro sempre più ostile per i professionisti dei media in Germania, in particolare a causa degli attacchi dell’estrema destra”. Nel 2024, scrive Rsf, i giornalisti tedeschi che hanno avuto a che fare con ambienti di estrema destra e partiti come Alternativa per la Germania sono stati nuovamente a rischio, denunciando minacce, insulti e timore di violenza fisica. Anche in termini editoriali, la Germania è stata criticata, con il rapporto che indica “numerosi casi documentati in cui i professionisti dei media hanno segnalato ostacoli sproporzionatamente elevati nel riportare informazioni sul conflitto in Medio Oriente”. In generale, per la libertà di stampa in tutto il mondo non è un buon momento: “Oltre a una situazione di sicurezza fragile e al crescente autoritarismo, la pressione economica in particolare sta causando problemi ai media di tutto il mondo”, ha affermato Reporters Sans Frontieres. Come sottolinea la direttrice generale Anja Osterhaus, “il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ma “se i media sono finanziariamente in difficoltà, chi smaschererà disinformazione, disinformazione e propaganda? Oltre alla nostra lotta quotidiana per la sicurezza dei giornalisti, ci impegniamo quindi anche a rafforzare le basi economiche del giornalismo”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129/
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    Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano
    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione …
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