• Titolo de ‘La Stampa’
    "Ville in Svizzera e milioni all’estero: ecco la Tangentopoli che assedia #Zelensky. Due ministri costretti alle dimissioni, fedelissimi in fuga: il presidente ora teme l’effetto valanga"
    Fino ad una settimana fa era a dir poco blasfemo sognare un titolo del genere su di un giornalone italiano. Certo, ancora sbaglia a chiamare il delinquente di Kiev: ‘presidente’, essendo scaduto da quasi un anno. Ma tutto non si può avere e Roma non fu costruita in una notte. Però il vento è cambiato e come buoni velisti alcuni editori stanno fiutando l’aria. Diamogli il tempo di prendere un po’ di coraggio.
    Il ‘presidente’ ora teme l’effetto valanga, scrivono … Ma davvero in questo Paese c’è ancora qualcuno che pensa che Zelensky non sia il capo assoluto di ogni traffico e maneggio appena scoperto?
    Timur Mindich, suo amico ed ex socio, quello che trasportava da Bruxelles borse piene di contanti; quello che nelle registrazioni della Nabu dice ad un collega: «Non sai quanto pesa un milione e mezzo di euri in contanti» (povera quattrosse di Bruxelles; è stata scoperta); quello che adesso le borse piene di milioni se l’è portate via un’ora prima dell’arresto ... lo chiamavano ‘il portafoglio di Zelensky’ … però il nanetto corrotto non ne sapeva niente, eh?
    Ma quanto la finite di pensare che siamo tutti stupidi? E’ vero, in tanti vi abbiamo votato, quindi così intelligenti non siamo, ma non ci avete mica tirato fuori dal Cottolengo. Crosetto ha ringraziato Zelensky per il coraggio di lottare contro la corruzione!
    Se continuate a foraggiare questo tossico, fate almeno come i ladri di Pesaro (il sorridente Matteo Ricci non c’entra nulla!): di giorno litigateci e di notte andate a rubare insieme! Basta baci, abbracci, slinguazzamenti, limonamenti e ospitate istituzionali. Non ne possiamo più!
    Nessuno lo arresterà questo delinquente impunito? Oggi è in Atene
    a chiedere il gas per l'Ucraina, dopo che ha distrutto il Nord Stream 2 e bombardato il Druzhba. Domani firmerà un accordo 'storico' a Parigi sulla difesa aerea. Poi il pezzente andrà in Spagna con la mano tesa già da ieri.
    Che figura ci fate a passare da utili idioti del Re dei Ladri?
    Sapete, le cose verranno fuori tutte quante. Ci sono dei libri in preparazione ed altri già editi. Nomi, date, luoghi, numeri, conti corrente, ville, case, palazzi, auto, yacht … che in confronti gli asset russi congelati sembrano la paghetta di Zelensky quando era un bambino scemo. Il nano non riuscirà a nascondere neanche un dollaro e forse non se li godrà, se gli americani non vogliono.
    Ma neppure voi fans dell’Impero del Bene riuscirete a nascondere al Popolo il dramma e gli sprechi che avete provocato. Ci vorrà un po’ di tempo, ma toccherà anche a voi.

    - Giuseppe Sardini

    Source: https://x.com/itsmeback_/status/1990076739163222055?t=1t6OCPrVGEqIKQDJPomWOg&s=19
    Titolo de ‘La Stampa’ "Ville in Svizzera e milioni all’estero: ecco la Tangentopoli che assedia #Zelensky. Due ministri costretti alle dimissioni, fedelissimi in fuga: il presidente ora teme l’effetto valanga💩💩💩" Fino ad una settimana fa era a dir poco blasfemo sognare un titolo del genere su di un giornalone italiano. Certo, ancora sbaglia a chiamare il delinquente di Kiev: ‘presidente’, essendo scaduto da quasi un anno. Ma tutto non si può avere e Roma non fu costruita in una notte. Però il vento è cambiato e come buoni velisti alcuni editori stanno fiutando l’aria. Diamogli il tempo di prendere un po’ di coraggio. Il ‘presidente’ ora teme l’effetto valanga, scrivono … Ma davvero in questo Paese c’è ancora qualcuno che pensa che Zelensky non sia il capo assoluto di ogni traffico e maneggio appena scoperto? 🤔 Timur Mindich, suo amico ed ex socio, quello che trasportava da Bruxelles borse piene di contanti; quello che nelle registrazioni della Nabu dice ad un collega: «Non sai quanto pesa un milione e mezzo di euri in contanti» (povera quattrosse di Bruxelles; è stata scoperta); quello che adesso le borse piene di milioni se l’è portate via un’ora prima dell’arresto ... lo chiamavano ‘il portafoglio di Zelensky’ … però il nanetto corrotto non ne sapeva niente, eh? Ma quanto la finite di pensare che siamo tutti stupidi? E’ vero, in tanti vi abbiamo votato, quindi così intelligenti non siamo, ma non ci avete mica tirato fuori dal Cottolengo. Crosetto ha ringraziato Zelensky per il coraggio di lottare contro la corruzione! Se continuate a foraggiare questo tossico, fate almeno come i ladri di Pesaro (il sorridente Matteo Ricci non c’entra nulla!): di giorno litigateci e di notte andate a rubare insieme! Basta baci, abbracci, slinguazzamenti, limonamenti e ospitate istituzionali. Non ne possiamo più! Nessuno lo arresterà questo delinquente impunito? Oggi è in Atene a chiedere il gas per l'Ucraina, dopo che ha distrutto il Nord Stream 2 e bombardato il Druzhba. Domani firmerà un accordo 'storico' a Parigi sulla difesa aerea. Poi il pezzente andrà in Spagna con la mano tesa già da ieri. Che figura ci fate a passare da utili idioti del Re dei Ladri? Sapete, le cose verranno fuori tutte quante. Ci sono dei libri in preparazione ed altri già editi. Nomi, date, luoghi, numeri, conti corrente, ville, case, palazzi, auto, yacht … che in confronti gli asset russi congelati sembrano la paghetta di Zelensky quando era un bambino scemo. Il nano non riuscirà a nascondere neanche un dollaro e forse non se li godrà, se gli americani non vogliono. Ma neppure voi fans dell’Impero del Bene riuscirete a nascondere al Popolo il dramma e gli sprechi che avete provocato. Ci vorrà un po’ di tempo, ma toccherà anche a voi. - Giuseppe Sardini Source: https://x.com/itsmeback_/status/1990076739163222055?t=1t6OCPrVGEqIKQDJPomWOg&s=19
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  • Per quelli che
    esordiscono con:
    "C'E' UN AGGRESSORE (Putin) ED UN AGGREDITO (Zelensky)...
    Perché non è così:

    Putin è la tipica risposta della Russia a chi vuole distruggerla.

    Facciamo un ripassino?

    Nel 1991, Gorbaciov scioglie a luglio il patto di Varsavia senza chiedere in cambio lo scioglimento della NATO, accontentandosi della promessa americana di non allagare l'alleanza atlantica.

    Un mese dopo, in agosto, Eltsin destituisce Gorbaciov e scioglie l'Unione sovietica.

    Durante gli anni di Eltsin, la Russia viene spolpata dagli oligarchi corrotti, dalle mafie e dalla finanza internazionale filo occidentale e la popolazione invece del benessere si ritrova alla fame.

    Nel 1999, la NATO rompe la promessa di non allargarsi e, a marzo, ingloba tre paesi dell'ex patto di Varsavia: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria.

    Sempre nel marzo 1999, la NATO bombarda la Serbia violando le risoluzioni ONU e ignorando il veto di Russia e Cina. Dopodiché piazza basi militari in Kosovo e non si schioda più da lì.

    I russi si incazzano e 5 mesi dopo, agosto 1999, danno un calcio in culo a Eltsin, che in cambio dell'immunità per le ruberie e tutto il resto nomina come nuovo premier il direttore dell'ex KGB, un tale chiamato Vladimir Putin.

    Prima mossa di Putin: spazzare via i separatisti ceceni, che stavano vendendo il paese, petrolio compreso, alle multinazionali occidentali.

    L'anno dopo Putin diventa presidente, fa arrestare gli oligarchi e riprende il controllo dell'economia russa, poi allaccia relazioni strette con Cina e India e si oppone alla seconda guerra del golfo degli USA e soci.

    Nel marzo 2004 la NATO si allarga ancora e fa entrare le Repubbliche baltiche, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Slovenia, praticamente si mangia tutto l'ex patto di Varsavia, si piazza al confine con la Russia e mette un'altra zampa nei Balcani.

    Sempre a marzo 2004, Putin viene rieletto presidente e riarma la Russia per difendersi dall'allargamento della NATO che la stringe ormai in una morsa.

    Risponde all'espansionismo della NATO vincendo la guerra in Ossezia contro la Georgia, che stava effettuando esercitazioni congiunte con l'esercito USA a due passi da Mosca.

    Stringe ancora i rapporti con i BRIC, con la Turchia (paese NATO ribelle) e con l'Ucraina, bastione europeo per bloccare l'ulteriore avvicinamento delle basi NATO alla Russia. Inoltre si salda alla Bielorussia.

    Nel 2011, si oppone all'invasione della NATO (che nel frattempo si allarga pure in Albania e Croazia) in Libia.

    Quando nel 2014 la NATO prova a ripetere il giochino in Siria, manda l'esercito russo e vince la guerra, mantenendo Assad al potere.
    NEL FRATTEMPO LA NATO ADDESTRA 10 MILA NAZISTI UCRAINI

    Sempre nel 2014, risponde al colpo di stato in Ucraina organizzato dagli USA annettendosi la Crimea e piazzando i suoi a dare man forte alla popolazione ucraina (filo-russa) nel Donbass.

    Nel 2017 la NATO si allarga al Montenegro e nel 2020 si piglia pure la Macedonia del nord.

    Nel 2022, in risposta all'addestramento ed al finanziamento dell'esercito golpista ucraino da parte della NATO e 8 anni di bombardamenti nel Donbass penetra nel paese e si annette il Donbass e altre due regioni.

    Nel 2023 la NATO annette anche la Finlandia, stringendo ancora la morsa intorno alla Russia.

    Da oltre 20 anni funziona così: più la NATO insiste con le aggressioni, più la Russia risponde.

    L'unica via d'uscita è smettere di rompere i coglioni alla Russia e lasciare in pace il resto del mondo.

    Diritti e cooperazione non vanno d'accordo con l'imperialismo della NATO.

    - Andrea Katsumoto
    Per quelli che esordiscono con: "C'E' UN AGGRESSORE (Putin) ED UN AGGREDITO (Zelensky)... Perché non è così: Putin è la tipica risposta della Russia a chi vuole distruggerla. Facciamo un ripassino? Nel 1991, Gorbaciov scioglie a luglio il patto di Varsavia senza chiedere in cambio lo scioglimento della NATO, accontentandosi della promessa americana di non allagare l'alleanza atlantica. Un mese dopo, in agosto, Eltsin destituisce Gorbaciov e scioglie l'Unione sovietica. Durante gli anni di Eltsin, la Russia viene spolpata dagli oligarchi corrotti, dalle mafie e dalla finanza internazionale filo occidentale e la popolazione invece del benessere si ritrova alla fame. Nel 1999, la NATO rompe la promessa di non allargarsi e, a marzo, ingloba tre paesi dell'ex patto di Varsavia: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria. Sempre nel marzo 1999, la NATO bombarda la Serbia violando le risoluzioni ONU e ignorando il veto di Russia e Cina. Dopodiché piazza basi militari in Kosovo e non si schioda più da lì. I russi si incazzano e 5 mesi dopo, agosto 1999, danno un calcio in culo a Eltsin, che in cambio dell'immunità per le ruberie e tutto il resto nomina come nuovo premier il direttore dell'ex KGB, un tale chiamato Vladimir Putin. Prima mossa di Putin: spazzare via i separatisti ceceni, che stavano vendendo il paese, petrolio compreso, alle multinazionali occidentali. L'anno dopo Putin diventa presidente, fa arrestare gli oligarchi e riprende il controllo dell'economia russa, poi allaccia relazioni strette con Cina e India e si oppone alla seconda guerra del golfo degli USA e soci. Nel marzo 2004 la NATO si allarga ancora e fa entrare le Repubbliche baltiche, Bulgaria, Romania, Slovacchia e Slovenia, praticamente si mangia tutto l'ex patto di Varsavia, si piazza al confine con la Russia e mette un'altra zampa nei Balcani. Sempre a marzo 2004, Putin viene rieletto presidente e riarma la Russia per difendersi dall'allargamento della NATO che la stringe ormai in una morsa. Risponde all'espansionismo della NATO vincendo la guerra in Ossezia contro la Georgia, che stava effettuando esercitazioni congiunte con l'esercito USA a due passi da Mosca. Stringe ancora i rapporti con i BRIC, con la Turchia (paese NATO ribelle) e con l'Ucraina, bastione europeo per bloccare l'ulteriore avvicinamento delle basi NATO alla Russia. Inoltre si salda alla Bielorussia. Nel 2011, si oppone all'invasione della NATO (che nel frattempo si allarga pure in Albania e Croazia) in Libia. Quando nel 2014 la NATO prova a ripetere il giochino in Siria, manda l'esercito russo e vince la guerra, mantenendo Assad al potere. NEL FRATTEMPO LA NATO ADDESTRA 10 MILA NAZISTI UCRAINI Sempre nel 2014, risponde al colpo di stato in Ucraina organizzato dagli USA annettendosi la Crimea e piazzando i suoi a dare man forte alla popolazione ucraina (filo-russa) nel Donbass. Nel 2017 la NATO si allarga al Montenegro e nel 2020 si piglia pure la Macedonia del nord. Nel 2022, in risposta all'addestramento ed al finanziamento dell'esercito golpista ucraino da parte della NATO e 8 anni di bombardamenti nel Donbass penetra nel paese e si annette il Donbass e altre due regioni. Nel 2023 la NATO annette anche la Finlandia, stringendo ancora la morsa intorno alla Russia. Da oltre 20 anni funziona così: più la NATO insiste con le aggressioni, più la Russia risponde. L'unica via d'uscita è smettere di rompere i coglioni alla Russia e lasciare in pace il resto del mondo. Diritti e cooperazione non vanno d'accordo con l'imperialismo della NATO. - Andrea Katsumoto
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  • Una delle attiviste per i diritti delle donne più coraggiose al mondo, e sopravvissuta all'oppressione della Sharia, Ayaan Hirsi Ali ha suscitato indignazione tra i migranti musulmani in Australia.

    In una potente intervista a Sky News, ha avvertito gli australiani: “Imparate dagli errori dell’Europa prima che sia troppo tardi.”

    Il suo messaggio era semplice ma esplosivo: Deportate gli islamisti che rifiutano di accettare le leggi, i valori e la cultura australiana. Sei d’accordo con lei - Sì o No?
    https://x.com/dessere88fenice/status/1986179235711746177?t=1USKEOBPzuSHt6xThr3e4A&s=19
    ⚠️❕Una delle attiviste per i diritti delle donne più coraggiose al mondo, e sopravvissuta all'oppressione della Sharia, Ayaan Hirsi Ali ha suscitato indignazione tra i migranti musulmani in Australia. ➡️In una potente intervista a Sky News, ha avvertito gli australiani: “Imparate dagli errori dell’Europa prima che sia troppo tardi.” ⚠️⚠️Il suo messaggio era semplice ma esplosivo: Deportate gli islamisti che rifiutano di accettare le leggi, i valori e la cultura australiana. Sei d’accordo con lei - Sì o No?👍👌 https://x.com/dessere88fenice/status/1986179235711746177?t=1USKEOBPzuSHt6xThr3e4A&s=19
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  • IO SONO D’ACCORDO CON #Bannon Riprendiamoci la nostra sovranità e ritorniamo ad accordi commerciali tra nazioni come era prima di Maastricht. Sono 30 anni che proviamo a mettere d’accordo culture ed esigenze diverse e invece ci siamo consegnati ad un’oligarchia che ci ha distrutto.

    https://x.com/OrtigiaP/status/1982749356076716326
    IO SONO D’ACCORDO CON #Bannon Riprendiamoci la nostra sovranità e ritorniamo ad accordi commerciali tra nazioni come era prima di Maastricht. Sono 30 anni che proviamo a mettere d’accordo culture ed esigenze diverse e invece ci siamo consegnati ad un’oligarchia che ci ha distrutto. https://x.com/OrtigiaP/status/1982749356076716326
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  • QUESTI ASSASSINI SIONISTI non SI FERMERANNO!
    Gaza, la tregua è già finita. Netanyahu ordina massicci raid sulla Striscia: "Hamas ha violato l’accordo di restituzione degli ostaggi" - Il Fatto Quotidiano
    Il Times of Israel scrive che gli ultimi resti consegnati dal gruppo islamista appartengono all'ostaggio Ofir Tzarfati. Il suo corpo era stato recuperato due anni fa. Il premier di Tel Aviv convoca una riunione d'emergenza e comanda la ripresa dei bombardamenti. Media: "Iniziati gli attacchi su Rafah e Gaza City"
    https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/10/28/hamas-bara-ostaggi-onu-israele-caschi-blu-libano-unifil/8175580/

    E' ARRIVATO il MOMENTO che VENGANO ISOLATI dal resto del MONDO!
    QUESTI ASSASSINI SIONISTI non SI FERMERANNO! Gaza, la tregua è già finita. Netanyahu ordina massicci raid sulla Striscia: "Hamas ha violato l’accordo di restituzione degli ostaggi" - Il Fatto Quotidiano Il Times of Israel scrive che gli ultimi resti consegnati dal gruppo islamista appartengono all'ostaggio Ofir Tzarfati. Il suo corpo era stato recuperato due anni fa. Il premier di Tel Aviv convoca una riunione d'emergenza e comanda la ripresa dei bombardamenti. Media: "Iniziati gli attacchi su Rafah e Gaza City" https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/10/28/hamas-bara-ostaggi-onu-israele-caschi-blu-libano-unifil/8175580/ E' ARRIVATO il MOMENTO che VENGANO ISOLATI dal resto del MONDO!
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Gaza, la tregua è già finita. Netanyahu ordina massicci raid sulla Striscia: "Hamas ha violato l’accordo di restituzione degli ostaggi" - Il Fatto Quotidiano
    Il Times of Israel scrive che gli ultimi resti consegnati dal gruppo islamista appartengono all'ostaggio Ofir Tzarfati. Il suo corpo era stato recuperato due anni fa. Il premier di Tel Aviv convoca una riunione d'emergenza e comanda la ripresa dei bombardamenti. Media: "Iniziati gli attacchi su Rafah e Gaza City"
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  • La sfida dei missili: Mosca risponde alla minaccia dei Tomahawk con i Burevestnik (prima che scada il trattato New Start con gli Usa)
    Già il nome dice tutto. O, quantomeno, ci prova. In russo Burevestnik significa «uccello delle tempeste» o «procellaria», uccello marino che annuncia l’arrivo delle tempeste nonché protagonista di una celebre poesia rivoluzionaria di Maksim Gorkij. Mentre tramonta l’ipotesi di un nuovo faccia a faccia tra Trump e Putin a Budapest, il presidente russo annuncia il successo del test del Burevestnik 9M730.

    Il missile da crociera superficie-superficie a propulsione nucleare — ribattezzato dalla Nato SSC-X-9 Skyfall — secondo il Cremlino possiede una gittata praticamente illimitata e una traiettoria di volo imprevedibile, caratteristiche che lo renderebbero «invincibile» rispetto agli attuali e futuri scudi antimissile, oltre che nella definizione di Putin «un’arma che nessun altro Paese al mondo possiede».

    Propulsione e manovra
    Secondo la stampa russa, al momento del lancio il Burevestnik misura circa 12 metri, per poi ridursi a 9 in volo. La propulsione è affidata a un motore termico nucleare che entra in funzione soltanto dopo il decollo. Svelato nel 2018, insieme al supersiluro Poseidon, al nuovo missile balistico intercontinentale RS-28 Sarmat, alla testata ipersonica planante (Hgv) Avangard e al missile ipersonico Kinzhal, è il «gioiello» dell’arsenale strategico russo. Secondo il generale Valery Gerasimov capo di stato maggiore delle forze armate russe, durante il test effettuato il 21 ottobre, il Burevestnik ha percorso 14 mila chilometri rimanendo in volo per circa 15 ore sempre grazie alla propulsione nucleare.

    La sfida dei missili
    Il test si inserisce in una più ampia serie di esercitazioni strategiche condotte la scorsa settimana, durante le quali Putin ha supervisionato manovre nucleari su terra, mare e aria. Ma non solo. Arriva anche in un momento particolarmente teso delle relazioni di Mosca con Washington che ha minacciato di fornire a Kiev missili Tomahawk, in grado di colpire obiettivi in profondità nel territorio russo.

    Ma soprattutto, se la Russia possiede 5.459 testate nucleari mentre gli Stati Uniti ne hanno 5.177 (insieme, i due Paesi detengono circa l’87% dell’arsenale nucleare mondiale, una potenza distruttiva sufficiente a cancellare il nostro pianeta più volte), da considerare anche che il trattato New Start (Strategic Arms Reduction Treaty), firmato da Russia e Stati Uniti nel 2010, scade tra pochi mesi, nel febbraio 2026.


    Ed ad oggi i negoziati per una nuova ratifica dell’accordo sembrano inesistenti. Da non dimenticare poi che a fine 2024 le autorità russe hanno approvato alcuni cambiamenti formali alla dottrina nucleare, consentendo l’utilizzo di tali armamenti qualora venga minacciata la «sovranità e l’integrità territoriale» della Russia e della Bielorussia, anche attraverso attacchi con «armi convenzionali», cioè non nucleari.

    Tradotto: l’artificio retorico dell’impiego di armi atomiche come minaccia o extrema ratio non è più un tabù, anzi. Dall’altra parte, il dialogo in materia non sembra tra le priorità della Casa Bianca almeno per ora. Sia perché eventuali negoziazioni fornirebbero ulteriore potere contrattuale alla Russia nella trattativa per la fine della guerra in Ucraina, sia perché Washington vuole un trattato più ampio, che tenga conto del crescente ruolo della Cina come potenza nucleare.

    Dottrina e trattati
    Secondo la Nuclear Threat Initiative, la Russia ha condotto almeno 13 lanci di prova del Burevestnik, di cui solo due sono stati considerati parzialmente riusciti. Lo sviluppo stesso del super missile non è stato privo di passi falsi e, per alcuni, restano dubbi sulla possibilità di ridurre a sufficienza le dimensioni di un propulsore nucleare. Nel 2019 cinque persone morirono nel tentativo di recuperarne uno dal fondale marino, perso durante un test fallito. Infine, secondo gli esperti, il Burevestnik rappresenta un’opzione valida per un secondo attacco nucleare.

    Può raggiungere obiettivi di controvalore negli Stati Uniti o in Europa, penetrare le difese missilistiche e causare danni aggiuntivi al territorio e ai centri abitati lungo la sua traiettoria di volo, ma dal momento che presenta rischi di radiazioni durante il volo a partire dal decollo è una scelta poco adatta per il primo strike. In sintesi, l’uccello delle tempeste può volare, sì. Ma non più in alto di tutti.

    https://www.corriere.it/esteri/25_ottobre_27/missili-mosca-russia-new-start-usa-23b0548c-dd2a-4356-996e-0f9106604xlk.shtml
    La sfida dei missili: Mosca risponde alla minaccia dei Tomahawk con i Burevestnik (prima che scada il trattato New Start con gli Usa) Già il nome dice tutto. O, quantomeno, ci prova. In russo Burevestnik significa «uccello delle tempeste» o «procellaria», uccello marino che annuncia l’arrivo delle tempeste nonché protagonista di una celebre poesia rivoluzionaria di Maksim Gorkij. Mentre tramonta l’ipotesi di un nuovo faccia a faccia tra Trump e Putin a Budapest, il presidente russo annuncia il successo del test del Burevestnik 9M730. Il missile da crociera superficie-superficie a propulsione nucleare — ribattezzato dalla Nato SSC-X-9 Skyfall — secondo il Cremlino possiede una gittata praticamente illimitata e una traiettoria di volo imprevedibile, caratteristiche che lo renderebbero «invincibile» rispetto agli attuali e futuri scudi antimissile, oltre che nella definizione di Putin «un’arma che nessun altro Paese al mondo possiede». Propulsione e manovra Secondo la stampa russa, al momento del lancio il Burevestnik misura circa 12 metri, per poi ridursi a 9 in volo. La propulsione è affidata a un motore termico nucleare che entra in funzione soltanto dopo il decollo. Svelato nel 2018, insieme al supersiluro Poseidon, al nuovo missile balistico intercontinentale RS-28 Sarmat, alla testata ipersonica planante (Hgv) Avangard e al missile ipersonico Kinzhal, è il «gioiello» dell’arsenale strategico russo. Secondo il generale Valery Gerasimov capo di stato maggiore delle forze armate russe, durante il test effettuato il 21 ottobre, il Burevestnik ha percorso 14 mila chilometri rimanendo in volo per circa 15 ore sempre grazie alla propulsione nucleare. La sfida dei missili Il test si inserisce in una più ampia serie di esercitazioni strategiche condotte la scorsa settimana, durante le quali Putin ha supervisionato manovre nucleari su terra, mare e aria. Ma non solo. Arriva anche in un momento particolarmente teso delle relazioni di Mosca con Washington che ha minacciato di fornire a Kiev missili Tomahawk, in grado di colpire obiettivi in profondità nel territorio russo. Ma soprattutto, se la Russia possiede 5.459 testate nucleari mentre gli Stati Uniti ne hanno 5.177 (insieme, i due Paesi detengono circa l’87% dell’arsenale nucleare mondiale, una potenza distruttiva sufficiente a cancellare il nostro pianeta più volte), da considerare anche che il trattato New Start (Strategic Arms Reduction Treaty), firmato da Russia e Stati Uniti nel 2010, scade tra pochi mesi, nel febbraio 2026. Ed ad oggi i negoziati per una nuova ratifica dell’accordo sembrano inesistenti. Da non dimenticare poi che a fine 2024 le autorità russe hanno approvato alcuni cambiamenti formali alla dottrina nucleare, consentendo l’utilizzo di tali armamenti qualora venga minacciata la «sovranità e l’integrità territoriale» della Russia e della Bielorussia, anche attraverso attacchi con «armi convenzionali», cioè non nucleari. Tradotto: l’artificio retorico dell’impiego di armi atomiche come minaccia o extrema ratio non è più un tabù, anzi. Dall’altra parte, il dialogo in materia non sembra tra le priorità della Casa Bianca almeno per ora. Sia perché eventuali negoziazioni fornirebbero ulteriore potere contrattuale alla Russia nella trattativa per la fine della guerra in Ucraina, sia perché Washington vuole un trattato più ampio, che tenga conto del crescente ruolo della Cina come potenza nucleare. Dottrina e trattati Secondo la Nuclear Threat Initiative, la Russia ha condotto almeno 13 lanci di prova del Burevestnik, di cui solo due sono stati considerati parzialmente riusciti. Lo sviluppo stesso del super missile non è stato privo di passi falsi e, per alcuni, restano dubbi sulla possibilità di ridurre a sufficienza le dimensioni di un propulsore nucleare. Nel 2019 cinque persone morirono nel tentativo di recuperarne uno dal fondale marino, perso durante un test fallito. Infine, secondo gli esperti, il Burevestnik rappresenta un’opzione valida per un secondo attacco nucleare. Può raggiungere obiettivi di controvalore negli Stati Uniti o in Europa, penetrare le difese missilistiche e causare danni aggiuntivi al territorio e ai centri abitati lungo la sua traiettoria di volo, ma dal momento che presenta rischi di radiazioni durante il volo a partire dal decollo è una scelta poco adatta per il primo strike. In sintesi, l’uccello delle tempeste può volare, sì. Ma non più in alto di tutti. https://www.corriere.it/esteri/25_ottobre_27/missili-mosca-russia-new-start-usa-23b0548c-dd2a-4356-996e-0f9106604xlk.shtml
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  • (Adesso) NIENTE SCUSE
    Quando la giustizia internazionale diventa “opinione”

    Non ci sono più alibi.
    Non c'è più la scusa della accusa di improvvisazione e incoscienza per una Flotilla o per il troppo rumore sollevato dalle manifestazioni e i cortei sparsi per il mondo.
    Non serve essere esperti di geopolitica per vedere che qualcuno non sta rispettando patti sottoscritti — e che la "fame"è diventata oggi un’arma di guerra indiretta.
    Un attacco silenzioso, che continua nonostante un accordo di tregua, siglato oltre due settimane fa.

    Avevamo ragione a non lasciarci trascinare dall’entusiasmo.
    Per cosa avremmo dovuto esultare?
    Per una giustizia che vale come carta straccia, o che — peggio — diventa opinione?
    Siamo entrati nell’epoca in cui la giustizia internazionale è discrezionale, interpretata a seconda della convenienza del momento.

    “Lo Stato di Israele, in quanto Potenza occupante, è tenuto a garantire alla popolazione dei territori palestinesi occupati beni essenziali quali cibo, acqua, indumenti, rifugio, combustibile, medicine e servizi medici.”
    — Corte Internazionale di Giustizia, L’Aia

    Eppure, nei fatti, siamo punto e a capo.
    Secondo Oxfam e oltre 40 organizzazioni umanitarie, tra il 10 e il 21 ottobre sono state negate 99 richieste di Ong internazionali e 6 delle Nazioni Unite per fornire aiuti a Gaza.
    Pari a circa 50 milioni di dollari di aiuti bloccati: acqua, cibo, tende, medicine.

    Da questa circolazione di aiuti dipende la sopravvivenza di 2 milioni di persone, per lo più donne e bambini.
    Senza interventi immediati, l’inverno a Gaza sarà una condanna: rifugi improvvisati, nessun riscaldamento, acqua contaminata.
    E altri moriranno — quando tutto questo sarebbe evitabile.

    Posso non fidarmi della giustizia italiana, e avremmo fascicoli infiniti a dimostrarlo.
    Ma quando vengono calpestati accordi internazionali e ignorati gli appelli delle istituzioni più autorevoli, che cosa resta?
    Solo indignazione.
    E un dubbio legittimo: se la nostra Premier definiva “inutile” ogni iniziativa umanitaria nata dal basso, cosa resta allora della solidarietà autentica?

    Davvero crediamo che basti un intervento governativo per aprire i valichi?
    E come si sarebbero potuti garantire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza? Allungando mazzette o tangenti alle autorità israeliane ?

    Il paradosso è questo: oggi ogni accordo è carta straccia di fronte a volontà politiche che non si piegano.
    Siamo nel tempo del “vale tutto”.
    Non esiste più una linea chiara di giustizia.
    E la parola umanità sembra un concetto arcaico, quasi estinto.

    Ma una speranza resta.
    Sta nella voce di chi non accetta di restare in silenzio, nella scelta di chi si impegna davvero in politica per riportare giustizia e umanità al centro.
    A patto che ci sia anche coraggio — quella virtù ormai dimenticata che distingue chi parla da chi agisce.

    E allora, ditemi voi:
    come cittadini milanesi, come italiani, dovevamo davvero tollerare un gemellaggio del genere?

    #GiustiziaInternazionale #DirittiUmani #GazaUnderAttack #Oxfam #HumanityFirst #CessateIlFuoco #Milano #TelAviv #PoliticaEtica #StopWar #Solidarietà #Verità #CoraggioCivile #Flotilla #ONU #Pace #InternationalLaw
    ✊ (Adesso) NIENTE SCUSE 🕊️ Quando la giustizia internazionale diventa “opinione” Non ci sono più alibi. Non c'è più la scusa della accusa di improvvisazione e incoscienza per una Flotilla o per il troppo rumore sollevato dalle manifestazioni e i cortei sparsi per il mondo. 📉 Non serve essere esperti di geopolitica per vedere che qualcuno non sta rispettando patti sottoscritti — e che la "fame"è diventata oggi un’arma di guerra indiretta. Un attacco silenzioso, che continua nonostante un accordo di tregua, siglato oltre due settimane fa. Avevamo ragione a non lasciarci trascinare dall’entusiasmo. Per cosa avremmo dovuto esultare? Per una giustizia che vale come carta straccia, o che — peggio — diventa opinione? Siamo entrati nell’epoca in cui la giustizia internazionale è discrezionale, interpretata a seconda della convenienza del momento. ⚖️ “Lo Stato di Israele, in quanto Potenza occupante, è tenuto a garantire alla popolazione dei territori palestinesi occupati beni essenziali quali cibo, acqua, indumenti, rifugio, combustibile, medicine e servizi medici.” — Corte Internazionale di Giustizia, L’Aia Eppure, nei fatti, siamo punto e a capo. 🔒 Secondo Oxfam e oltre 40 organizzazioni umanitarie, tra il 10 e il 21 ottobre sono state negate 99 richieste di Ong internazionali e 6 delle Nazioni Unite per fornire aiuti a Gaza. 💰 Pari a circa 50 milioni di dollari di aiuti bloccati: acqua, cibo, tende, medicine. Da questa circolazione di aiuti dipende la sopravvivenza di 2 milioni di persone, per lo più donne e bambini. Senza interventi immediati, l’inverno a Gaza sarà una condanna: rifugi improvvisati, nessun riscaldamento, acqua contaminata. E altri moriranno — quando tutto questo sarebbe evitabile. 🇮🇹 Posso non fidarmi della giustizia italiana, e avremmo fascicoli infiniti a dimostrarlo. Ma quando vengono calpestati accordi internazionali e ignorati gli appelli delle istituzioni più autorevoli, che cosa resta? Solo indignazione. E un dubbio legittimo: se la nostra Premier definiva “inutile” ogni iniziativa umanitaria nata dal basso, cosa resta allora della solidarietà autentica? Davvero crediamo che basti un intervento governativo per aprire i valichi? E come si sarebbero potuti garantire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza? Allungando mazzette o tangenti alle autorità israeliane ? 🎭 Il paradosso è questo: oggi ogni accordo è carta straccia di fronte a volontà politiche che non si piegano. Siamo nel tempo del “vale tutto”. Non esiste più una linea chiara di giustizia. E la parola umanità sembra un concetto arcaico, quasi estinto. Ma una speranza resta. 🌱 Sta nella voce di chi non accetta di restare in silenzio, nella scelta di chi si impegna davvero in politica per riportare giustizia e umanità al centro. A patto che ci sia anche coraggio — quella virtù ormai dimenticata che distingue chi parla da chi agisce. E allora, ditemi voi: come cittadini milanesi, come italiani, dovevamo davvero tollerare un gemellaggio del genere? 🇮🇹🤝🇮🇱 #GiustiziaInternazionale #DirittiUmani #GazaUnderAttack #Oxfam #HumanityFirst #CessateIlFuoco #Milano #TelAviv #PoliticaEtica #StopWar #Solidarietà #Verità #CoraggioCivile #Flotilla #ONU #Pace #InternationalLaw
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  • Gaza, Netanyahu ammette violazione cessate il fuoco: "Domenica sganciate 153 tonnellate di bombe sulla Striscia", e Trump: "Annienteremo Hamas" - VIDEO
    Come prevedibile, l'accordo sul "piano di pace" per Gaza non ha portato a nessuno stop delle ostilità da parte di Israele, che continua ad uccidere civili in maniera indiscriminata

    https://www.ilgiornaleditalia.it/video/esteri/741922/gaza-netanyahu-cessate-il-fuoco-153-tonnellate-bombe-trump-video.html
    Gaza, Netanyahu ammette violazione cessate il fuoco: "Domenica sganciate 153 tonnellate di bombe sulla Striscia", e Trump: "Annienteremo Hamas" - VIDEO Come prevedibile, l'accordo sul "piano di pace" per Gaza non ha portato a nessuno stop delle ostilità da parte di Israele, che continua ad uccidere civili in maniera indiscriminata https://www.ilgiornaleditalia.it/video/esteri/741922/gaza-netanyahu-cessate-il-fuoco-153-tonnellate-bombe-trump-video.html
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    Gaza, Netanyahu ammette violazione cessate il fuoco: "Domenica sganciate 153 tonnellate di bombe sulla Striscia", e Trump: "Annienteremo Hamas" - VIDEO
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  • LA VERITA' SUI COLLOQUI tra Donald Trump e Zelensky, la guerra l'Ucraina l'ha già persa da mesi è arrivato il momento di ammetterlo. Zelensky ha cancellato un'intera generazione. NON SI PUO' CONTINUARE a SOSTENERE un FOLLE!
    Trump-Zelensky, lite furibonda sul Donbass: "Cedilo o sarai distrutto"
    Il presidente Usa avrebbe chiesto al leader ucraino di consegnare il Donbass a Putin dopo una telefonata con il leader russo...


    Il presidente russo Vladimir Putin, nella telefonata di giovedì scorso con il presidente statunitense Donald Trump, ha chiesto che Kiev ceda il pieno controllo della regione di Donetsk come condizione per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo riporta in esclusiva il Washington Post, citando due alti funzionari a conoscenza della conversazione. Secondo le fonti, l’insistenza di Putin su Donetsk — area strategica dell’Ucraina orientale contesa dal 2014 — indica che il leader del Cremlino non intende arretrare rispetto alle richieste che hanno finora bloccato ogni trattativa, nonostante l’ottimismo espresso da Trump sulla possibilità di un accordo. Dall’inizio del conflitto, Mosca tenta senza successo di consolidare il controllo del Donetsk, dove le forze ucraine sono radicate da anni in una regione considerata un baluardo contro l’avanzata russa verso la capitale Kiev.

    Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo l’incontro di venerdì con Trump, ha lanciato un appello agli alleati. “L’Ucraina non darà mai ai terroristi alcuna ricompensa per i loro crimini e contiamo sui nostri partner per mantenere questa posizione”, ha scritto su X. Zelensky, che non ha ottenuto i missili Tomahawk, ha chiesto “passi decisivi a Usa, Europa, G20 e G7”, sottolineando che “Putin non può essere fermato con le parole”. “Le vite vanno protette”, ha aggiunto. “Abbiamo acconsentito a un cessate il fuoco senza condizioni e offerto più volte modi per fermare gli attacchi, ma la Russia continua a ostacolare il processo, manipolando e intensificando i bombardamenti lungo la linea del fronte”. Solo nell’ultima settimana, secondo il presidente ucraino, Mosca avrebbe impiegato “oltre 3.200 droni d’attacco, 1.370 bombe guidate e circa 50 missili” contro il Paese.

    Intanto altre dieci persone sono rimaste ferite in un attacco con droni sulla comunità di Shakhtarska, nel distretto di Synelnyky, nella regione di Dnipropetrovsk. Lo ha riferito su Telegram il capo a interim dell’amministrazione militare regionale, Vladyslav Haivanenko, citato da Ukrinform. “Una donna è in gravi condizioni. Gli appartamenti di tre palazzi sono andati a fuoco”, ha spiegato Haivanenko. Colpite anche abitazioni e infrastrutture nelle comunità di Mezhyvska e Mykolaivska. Le truppe russe hanno inoltre bombardato la regione di Nikopol con artiglieria e droni: danni sono stati segnalati nel capoluogo e nella comunità di Pokrovska, dove il tetto di una casa ha preso fuoco.

    Secondo il ministero della Difesa russo, invece, i sistemi di difesa aerea di Mosca avrebbero abbattuto 45 droni ucraini durante la notte, sopra diverse regioni della Federazione, tra cui Samara, Saratov, Rostov, Voronezh e la Crimea.


    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/19/trump-zelensky-lite-donbass-putin-news/8165834/
    LA VERITA' SUI COLLOQUI tra Donald Trump e Zelensky, la guerra l'Ucraina l'ha già persa da mesi è arrivato il momento di ammetterlo. Zelensky ha cancellato un'intera generazione. NON SI PUO' CONTINUARE a SOSTENERE un FOLLE! Trump-Zelensky, lite furibonda sul Donbass: "Cedilo o sarai distrutto" Il presidente Usa avrebbe chiesto al leader ucraino di consegnare il Donbass a Putin dopo una telefonata con il leader russo... Il presidente russo Vladimir Putin, nella telefonata di giovedì scorso con il presidente statunitense Donald Trump, ha chiesto che Kiev ceda il pieno controllo della regione di Donetsk come condizione per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo riporta in esclusiva il Washington Post, citando due alti funzionari a conoscenza della conversazione. Secondo le fonti, l’insistenza di Putin su Donetsk — area strategica dell’Ucraina orientale contesa dal 2014 — indica che il leader del Cremlino non intende arretrare rispetto alle richieste che hanno finora bloccato ogni trattativa, nonostante l’ottimismo espresso da Trump sulla possibilità di un accordo. Dall’inizio del conflitto, Mosca tenta senza successo di consolidare il controllo del Donetsk, dove le forze ucraine sono radicate da anni in una regione considerata un baluardo contro l’avanzata russa verso la capitale Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo l’incontro di venerdì con Trump, ha lanciato un appello agli alleati. “L’Ucraina non darà mai ai terroristi alcuna ricompensa per i loro crimini e contiamo sui nostri partner per mantenere questa posizione”, ha scritto su X. Zelensky, che non ha ottenuto i missili Tomahawk, ha chiesto “passi decisivi a Usa, Europa, G20 e G7”, sottolineando che “Putin non può essere fermato con le parole”. “Le vite vanno protette”, ha aggiunto. “Abbiamo acconsentito a un cessate il fuoco senza condizioni e offerto più volte modi per fermare gli attacchi, ma la Russia continua a ostacolare il processo, manipolando e intensificando i bombardamenti lungo la linea del fronte”. Solo nell’ultima settimana, secondo il presidente ucraino, Mosca avrebbe impiegato “oltre 3.200 droni d’attacco, 1.370 bombe guidate e circa 50 missili” contro il Paese. Intanto altre dieci persone sono rimaste ferite in un attacco con droni sulla comunità di Shakhtarska, nel distretto di Synelnyky, nella regione di Dnipropetrovsk. Lo ha riferito su Telegram il capo a interim dell’amministrazione militare regionale, Vladyslav Haivanenko, citato da Ukrinform. “Una donna è in gravi condizioni. Gli appartamenti di tre palazzi sono andati a fuoco”, ha spiegato Haivanenko. Colpite anche abitazioni e infrastrutture nelle comunità di Mezhyvska e Mykolaivska. Le truppe russe hanno inoltre bombardato la regione di Nikopol con artiglieria e droni: danni sono stati segnalati nel capoluogo e nella comunità di Pokrovska, dove il tetto di una casa ha preso fuoco. Secondo il ministero della Difesa russo, invece, i sistemi di difesa aerea di Mosca avrebbero abbattuto 45 droni ucraini durante la notte, sopra diverse regioni della Federazione, tra cui Samara, Saratov, Rostov, Voronezh e la Crimea. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/19/trump-zelensky-lite-donbass-putin-news/8165834/
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    Trump-Zelensky, lite furibonda sul Donbass: "Cedilo o sarai distrutto"
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  • “Ecco come Netanyahu ha sostenuto Hamas prima del 7 ottobre”: parla Nimrod Novik, ex premier israeliano Shimon Peres
    https://www.youtube.com/watch?v=laqsYuHXamM

    Oggi Israele e Hamas hanno firmato l’accordo di pace in venti punti proposto dal Presidente Donald Trump. Ma com’era il rapporto tra il governo di Netanyahu e Hamas prima del 7 ottobre? Nimrod Novik, ex consigliere e inviato speciale dell'ex premier israeliano Shimon Peres, analizza in un'intervista ad Anna Airoldi la strategia di Netanyahu di “comprare la pace da Hamas”, raccontando dei finanziamenti che l’organizzazione a capo della striscia di Gaza ha ricevuto, negli anni, con il sostegno del premier israeliano. Fino a quando, dice Novik, “la strategia di nutrire la bestia di Hamas ci è esplosa tra le mani il 7 ottobre 2023”.
    PER RIVEDERE TUTTI I VIDEO DEL PROGRAMMA VAI SU https://www.la7.it/piazzapulita
    “Ecco come Netanyahu ha sostenuto Hamas prima del 7 ottobre”: parla Nimrod Novik, ex premier israeliano Shimon Peres https://www.youtube.com/watch?v=laqsYuHXamM Oggi Israele e Hamas hanno firmato l’accordo di pace in venti punti proposto dal Presidente Donald Trump. Ma com’era il rapporto tra il governo di Netanyahu e Hamas prima del 7 ottobre? Nimrod Novik, ex consigliere e inviato speciale dell'ex premier israeliano Shimon Peres, analizza in un'intervista ad Anna Airoldi la strategia di Netanyahu di “comprare la pace da Hamas”, raccontando dei finanziamenti che l’organizzazione a capo della striscia di Gaza ha ricevuto, negli anni, con il sostegno del premier israeliano. Fino a quando, dice Novik, “la strategia di nutrire la bestia di Hamas ci è esplosa tra le mani il 7 ottobre 2023”. PER RIVEDERE TUTTI I VIDEO DEL PROGRAMMA VAI SU https://www.la7.it/piazzapulita
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