• LIBRETTO INFORMATIVO PER IL REFERENDUM DELL’8 E 9 GIUGNO 2025
    Facciamo la nostra parte. Ora. Non dopo.

    Manca poco più di un mese al Referendum e ai suoi 5 quesiti fondamentali.
    C’è chi ha già deciso come votare.
    C’è chi aspetta ancora le indicazioni del proprio partito.
    E c’è una larga parte della popolazione che – con onestà – non ha ancora capito di cosa si tratti.
    E non è una colpa. È un sintomo.
    Un sintomo di una democrazia che non informa abbastanza, che spesso lascia i cittadini in balia di propaganda e confusione.
    Ma questa volta è diverso. Questa volta non si tratta solo di scegliere un simbolo o un partito.
    Si tratta di scegliere se vogliamo davvero contare.
    L’8 e 9 Giugno non si vota per "simpatia", né per "convenienza".
    Si vota per noi. Per i nostri diritti. Per la nostra voce.
    Cinque quesiti che superano le bandiere ideologiche e parlano di giustizia, trasparenza, partecipazione.
    Chi pensa che astenersi sia una forma di protesta, stavolta rischia di fare il gioco di chi conta sul nostro silenzio.
    Se non raggiungiamo il quorum, nessuno ci ascolterà più.
    E avremo consegnato il potere – ancora una volta – a chi lo usa per sé, non per noi.

    ❗️Ma c’è uno strumento prezioso a nostra disposizione.
    Un libretto, redatto grazie al lavoro del collettivo Più Democrazia Italia, in collaborazione con cittadini e comitati per il Sì e per il No.
    Un atto di responsabilità civica, come dovrebbe essere fatto dallo Stato, ma che oggi arriva da noi cittadini.
    È uno strumento neutro, chiaro, onesto. Come dovrebbe essere l'informazione in democrazia.
    Vi invitiamo a leggerlo.
    A condividerlo.
    A discuterne con amici, colleghi, parenti.

    Perché la democrazia diretta parte da qui. Dalla consapevolezza. Dalla scelta. Dal coraggio.

    Scaricalo qui:

    https://www.piudemocraziaitalia.org/2025/04/28/libretto-informativo-per-i-referendum-del-8-9-giugno-2025/

    Buona lettura, buona condivisione e buona partecipazione.
    Facciamoci sentire. È il nostro momento.

    #Referendum2025 #DemocraziaDiretta #PartecipazioneCivica #InformarsiPerScegliere #IoVoto #DirittiDiTutti #PiùDemocrazia #QuorumDaRaggiungere #ItaliaChePartecipa #ResponsabilitàCivile #LibrettoReferendum
    LIBRETTO INFORMATIVO PER IL REFERENDUM DELL’8 E 9 GIUGNO 2025 Facciamo la nostra parte. Ora. Non dopo. ✍️ Manca poco più di un mese al Referendum e ai suoi 5 quesiti fondamentali. C’è chi ha già deciso come votare. C’è chi aspetta ancora le indicazioni del proprio partito. E c’è una larga parte della popolazione che – con onestà – non ha ancora capito di cosa si tratti. E non è una colpa. È un sintomo. Un sintomo di una democrazia che non informa abbastanza, che spesso lascia i cittadini in balia di propaganda e confusione. Ma questa volta è diverso. Questa volta non si tratta solo di scegliere un simbolo o un partito. Si tratta di scegliere se vogliamo davvero contare. L’8 e 9 Giugno non si vota per "simpatia", né per "convenienza". Si vota per noi. Per i nostri diritti. Per la nostra voce. Cinque quesiti che superano le bandiere ideologiche e parlano di giustizia, trasparenza, partecipazione. Chi pensa che astenersi sia una forma di protesta, stavolta rischia di fare il gioco di chi conta sul nostro silenzio. Se non raggiungiamo il quorum, nessuno ci ascolterà più. E avremo consegnato il potere – ancora una volta – a chi lo usa per sé, non per noi. ❗️👉Ma c’è uno strumento prezioso a nostra disposizione. Un libretto, redatto grazie al lavoro del collettivo Più Democrazia Italia, in collaborazione con cittadini e comitati per il Sì e per il No. Un atto di responsabilità civica, come dovrebbe essere fatto dallo Stato, ma che oggi arriva da noi cittadini. È uno strumento neutro, chiaro, onesto. Come dovrebbe essere l'informazione in democrazia. Vi invitiamo a leggerlo. A condividerlo. A discuterne con amici, colleghi, parenti. Perché la democrazia diretta parte da qui. Dalla consapevolezza. Dalla scelta. Dal coraggio. 👉 Scaricalo qui: https://www.piudemocraziaitalia.org/2025/04/28/libretto-informativo-per-i-referendum-del-8-9-giugno-2025/ Buona lettura, buona condivisione e buona partecipazione. Facciamoci sentire. È il nostro momento. #Referendum2025 #DemocraziaDiretta #PartecipazioneCivica #InformarsiPerScegliere #IoVoto #DirittiDiTutti #PiùDemocrazia #QuorumDaRaggiungere #ItaliaChePartecipa #ResponsabilitàCivile #LibrettoReferendum
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  • SMEMBRANDO QUARTIERI

    Quello che fa inorridire non è solo la solita speculazione edilizia, l’ennesima cementificazione selvaggia che di certo non arricchirà il tessuto sociale, ma piuttosto i conti bancari di qualche investitore. No, la vera tragedia è culturale. Perché il problema non è solo cosa si costruisce, ma cosa si distrugge per farlo.

    Milano sta vivendo un lento processo di cancellazione della propria storia urbana, una rimozione sistematica di edifici e simboli che hanno dato identità ai quartieri. Non sono solo palazzi da riempire e svuotare come camere d’albergo, ma spazi che hanno segnato la crescita e l’evoluzione di intere comunità. Eppure, la città continua a smantellare tutto senza memoria, senza rispetto, senza una visione che vada oltre il profitto immediato. Decostruendo i quartieri, si cancella la storia. E nemmeno con la certezza che le casse pubbliche ne trarranno beneficio.

    Il caso del "Tamburello" di Affori

    L’ultimo esempio di questa politica dello sfregio urbano è il Tamburello, storico edificio tra via Astesani e la stazione FN di Affori. Un nome che forse non tutti conoscono, ma che per decenni ha rappresentato un punto fermo per il Municipio 9. Costruito negli anni ’60 su progetto degli architetti Vito e Gustavo Latis, ha ospitato una filiale della Banca Nazionale del Lavoro, poi un’edicola, un parcheggio, e infine è diventato uno spazio sociale con il collettivo Ri-make, prima dello sgombero nel 2018.
    Oggi, il Tamburello è destinato alla demolizione per far posto all’ennesimo complesso residenziale: nove piani, 21 appartamenti, spazi commerciali. Un progetto curato dalla società immobiliare Rehalta, parte del gruppo FG Invest, e affidato a Coima Image. La costruzione sarebbe dovuta partire da tempo, ma i lavori ancora non sono iniziati.

    Non si tratta solo di un vecchio edificio abbandonato. Il Tamburello era e poteva essere ancora un luogo di aggregazione, un punto di riferimento per il quartiere. La cittadinanza, consapevole di ciò che si sta per perdere, non è rimasta a guardare e ha lanciato una raccolta firme per chiedere al Comune di Milano di fermare la demolizione e valutare alternative concrete. La proposta è chiara: riqualificare invece di abbattere, trasformando l’edificio in un centro polifunzionale per associazioni, eventi culturali, laboratori artigianali e servizi di welfare.

    Ancora una volta, la città si muove senza la politica, perché tanto l’interesse per i quartieri si accende solo sotto elezioni. Milano si racconta come città europea, innovativa, inclusiva. Ma la verità è che le manca quella mentalità creativa che altrove ha permesso di valorizzare il patrimonio esistente senza distruggerlo.

    A Rotterdam bastano quattro case cubiche per fare scuola di architettura. A Londra si reinventano interi quartieri con moduli abitativi sostenibili. Qui, invece, si abbatte e si ricostruisce senza logica, senza sensibilità, senza una strategia che non sia quella del guadagno immediato.
    Ma tutto si altera. E tutto si deteriora. E comunque, il passato non ritorna.

    #SalviamoIlTamburello #Affori #Milano #RigenerazioneUrbana #SpeculazioneEdilizia #PartecipazioneCivica #CulturaNonSiDemolisce
    SMEMBRANDO QUARTIERI 🏗️💔 Quello che fa inorridire non è solo la solita speculazione edilizia, l’ennesima cementificazione selvaggia che di certo non arricchirà il tessuto sociale, ma piuttosto i conti bancari di qualche investitore. No, la vera tragedia è culturale. Perché il problema non è solo cosa si costruisce, ma cosa si distrugge per farlo. Milano sta vivendo un lento processo di cancellazione della propria storia urbana, una rimozione sistematica di edifici e simboli che hanno dato identità ai quartieri. Non sono solo palazzi da riempire e svuotare come camere d’albergo, ma spazi che hanno segnato la crescita e l’evoluzione di intere comunità. Eppure, la città continua a smantellare tutto senza memoria, senza rispetto, senza una visione che vada oltre il profitto immediato. Decostruendo i quartieri, si cancella la storia. E nemmeno con la certezza che le casse pubbliche ne trarranno beneficio. 📍 Il caso del "Tamburello" di Affori L’ultimo esempio di questa politica dello sfregio urbano è il Tamburello, storico edificio tra via Astesani e la stazione FN di Affori. Un nome che forse non tutti conoscono, ma che per decenni ha rappresentato un punto fermo per il Municipio 9. Costruito negli anni ’60 su progetto degli architetti Vito e Gustavo Latis, ha ospitato una filiale della Banca Nazionale del Lavoro, poi un’edicola, un parcheggio, e infine è diventato uno spazio sociale con il collettivo Ri-make, prima dello sgombero nel 2018. Oggi, il Tamburello è destinato alla demolizione per far posto all’ennesimo complesso residenziale: nove piani, 21 appartamenti, spazi commerciali. Un progetto curato dalla società immobiliare Rehalta, parte del gruppo FG Invest, e affidato a Coima Image. La costruzione sarebbe dovuta partire da tempo, ma i lavori ancora non sono iniziati. 🔎 Non si tratta solo di un vecchio edificio abbandonato. Il Tamburello era e poteva essere ancora un luogo di aggregazione, un punto di riferimento per il quartiere. La cittadinanza, consapevole di ciò che si sta per perdere, non è rimasta a guardare e ha lanciato una raccolta firme per chiedere al Comune di Milano di fermare la demolizione e valutare alternative concrete. La proposta è chiara: riqualificare invece di abbattere, trasformando l’edificio in un centro polifunzionale per associazioni, eventi culturali, laboratori artigianali e servizi di welfare. 💬 Ancora una volta, la città si muove senza la politica, perché tanto l’interesse per i quartieri si accende solo sotto elezioni. Milano si racconta come città europea, innovativa, inclusiva. Ma la verità è che le manca quella mentalità creativa che altrove ha permesso di valorizzare il patrimonio esistente senza distruggerlo. A Rotterdam bastano quattro case cubiche per fare scuola di architettura. A Londra si reinventano interi quartieri con moduli abitativi sostenibili. Qui, invece, si abbatte e si ricostruisce senza logica, senza sensibilità, senza una strategia che non sia quella del guadagno immediato. Ma tutto si altera. E tutto si deteriora. E comunque, il passato non ritorna. #SalviamoIlTamburello 🥁 #Affori #Milano #RigenerazioneUrbana #SpeculazioneEdilizia #PartecipazioneCivica #CulturaNonSiDemolisce
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