• “Uffici, grattacieli, il più grande centro commerciale d’Europa servono a ripagare l’operazione del nuovo stadio e abbattere un’icona di Milano come il Meazza”. Sono queste le parole di Gianni Barbacetto, giornalista de Il Fatto Quotidiano, a margine del Consiglio comunale che lunedì 29 settembre è stato chiamato a decidere le sorti dello Stadio Giuseppe Meazza e
    dell’intera Zona Urbana di San Siro, nel capoluogo lombardo. A emergere, nel corso della seduta, è stato un cambio nella maggioranza che voterebbe a favore del nuovo stadio, con l’abbattimento della ‘Scala del Calcio’: “Forza Italia e Letizia Moratti hanno fatto capire che probabilmente faranno passare la delibera”, ha sottolineato il giornalista. “Come ha detto il
    comitato di Nando Dalla Chiesa, qui c’è rischio antiriciclaggio e antimafia perché a monte non sappiamo di chi sono i soldi e a valle non sappiamo chi farà i lavori”, ha concluso poi Barbacetto..

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/29/san-siro-meazza-operazione-immobiliare-milano-notizie/8143501/amp/
    “Uffici, grattacieli, il più grande centro commerciale d’Europa servono a ripagare l’operazione del nuovo stadio e abbattere un’icona di Milano come il Meazza”. Sono queste le parole di Gianni Barbacetto, giornalista de Il Fatto Quotidiano, a margine del Consiglio comunale che lunedì 29 settembre è stato chiamato a decidere le sorti dello Stadio Giuseppe Meazza e dell’intera Zona Urbana di San Siro, nel capoluogo lombardo. A emergere, nel corso della seduta, è stato un cambio nella maggioranza che voterebbe a favore del nuovo stadio, con l’abbattimento della ‘Scala del Calcio’: “Forza Italia e Letizia Moratti hanno fatto capire che probabilmente faranno passare la delibera”, ha sottolineato il giornalista. “Come ha detto il comitato di Nando Dalla Chiesa, qui c’è rischio antiriciclaggio e antimafia perché a monte non sappiamo di chi sono i soldi e a valle non sappiamo chi farà i lavori”, ha concluso poi Barbacetto.. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/29/san-siro-meazza-operazione-immobiliare-milano-notizie/8143501/amp/
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  • NON SIAMO PIÙ INVISIBILI

    Il GIP di Civitavecchia, respingendo la richiesta di archiviazione per la denuncia di diffamazione aggravata contro Invisibili, presentata da Alessandro Amori e Paolo Cassina tramite gli avvocati Roberto Martina e Antonietta Veneziano, ha disposto l'imputazione coatta per Giuseppe Brindisi e Pasquale Bacco.
    Adesso possiamo dirlo: non era libertà di critica, ma un attacco ingiustificato e denigratorio, portato contro di noi senza il necessario scrupolo giornalistico né rispetto del contraddittorio. E oggi a riconoscerlo è anche il GIP di Civitavecchia.

    Leggi e condividi l'articolo https://www.playmastermovie.com/diffamazione-in-tv-il-giudice-ordina-di-procedere-contro-brindisi-e-bacco-per-le-frasi-sul-documentario-invisibili/?fbclid=IwY2xjawNHVnxleHRuA2FlbQIxMQABHkalfdpy9anKOe4vNaU8wP4VNTyeA3vwD7IOeGx07kBQGeTOm0BQf83hQPM2_aem_svpsSWzenL_8SLFWCnm8Gw

    È il primo vero segnale di riscatto: un passo concreto per il ripristino dell'onore e della professionalità di chi, come noi, si è assunto l'onere di raccontare i fatti, e di chi ha avuto la forza e il coraggio di dare la propria testimonianza nonostante le patologie e tutte le pressioni subite
    NON SIAMO PIÙ INVISIBILI Il GIP di Civitavecchia, respingendo la richiesta di archiviazione per la denuncia di diffamazione aggravata contro Invisibili, presentata da Alessandro Amori e Paolo Cassina tramite gli avvocati Roberto Martina e Antonietta Veneziano, ha disposto l'imputazione coatta per Giuseppe Brindisi e Pasquale Bacco. Adesso possiamo dirlo: non era libertà di critica, ma un attacco ingiustificato e denigratorio, portato contro di noi senza il necessario scrupolo giornalistico né rispetto del contraddittorio. E oggi a riconoscerlo è anche il GIP di Civitavecchia. Leggi e condividi l'articolo 📖 https://www.playmastermovie.com/diffamazione-in-tv-il-giudice-ordina-di-procedere-contro-brindisi-e-bacco-per-le-frasi-sul-documentario-invisibili/?fbclid=IwY2xjawNHVnxleHRuA2FlbQIxMQABHkalfdpy9anKOe4vNaU8wP4VNTyeA3vwD7IOeGx07kBQGeTOm0BQf83hQPM2_aem_svpsSWzenL_8SLFWCnm8Gw È il primo vero segnale di riscatto: un passo concreto per il ripristino dell'onore e della professionalità di chi, come noi, si è assunto l'onere di raccontare i fatti, e di chi ha avuto la forza e il coraggio di dare la propria testimonianza nonostante le patologie e tutte le pressioni subite
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    Diffamazione in TV: il giudice ordina di procedere contro Brindisi e Bacco per le frasi sul documentario "Invisibili". - Playmastermovie
    Un segnale importante, atteso, incoraggiante. Invisibili non è stato solo un documentario, è stato un atto di verità. E oggi, grazie a una decisione storica del GIP del Tribunale di Civitavecchia, possiamo dirlo con forza: non siamo più invisibili. Il giudice ha respinto la richiesta di archiviazione della Procura e ha disposto il rinvio a […]
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  • Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza

    Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia.
    Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi".
    Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva.
    Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento.
    Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento.
    Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra.
    Persino il dolore è stato proibito.
    Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci.
    Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui".
    I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa.
    Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti.
    Qui si muore, e nessuno lo sa.
    Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita.
    Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità.
    Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze.
    Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo.
    Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza.
    Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo.
    Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere.
    E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere.

    Dott. Ezzideen, Gaza
    -----------------------------
    Silenzio per Gaza

    A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese.
    30 minuti di silenzio digitale
    "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente.
    Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese.
    Durante questa pausa:
    Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti.
    Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.)
    L'idea:
    Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta.
    Silenzio digitale completo. Spegni il telefono.
    È un atto di resistenza, una protesta digitale globale.
    La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa.
    Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace.
    Ricordate il silenzio digitale delle 21:00.
    (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.)

    Spiegazione tecnica:
    1. Impatto algoritmico
    Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può:
    (a) interrompere gli algoritmi di visibilità.
    (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale.
    (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti.
    Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico
    In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente.
    Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza.
    È un momento di riflessione collettiva.
    3. Impatto sociale
    Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza –
    E solo allora si muoveranno.

    Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo .
    Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale!
    Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni!


    Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo:
    SMETTETE di usare:
    * Telefoni
    * Computer
    * Laptop

    SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
    Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia. Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi". Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva. Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento. Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento. Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra. Persino il dolore è stato proibito. Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci. Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui". I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa. Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti. Qui si muore, e nessuno lo sa. Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita. Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità. Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze. Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo. Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza. Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo. Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere. E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere. Dott. Ezzideen, Gaza ----------------------------- Silenzio per Gaza A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese. 30 minuti di silenzio digitale "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente. Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese. Durante questa pausa: Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti. Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.) L'idea: Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta. Silenzio digitale completo. Spegni il telefono. È un atto di resistenza, una protesta digitale globale. La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa. Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace. Ricordate il silenzio digitale delle 21:00. (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.) Spiegazione tecnica: 1. Impatto algoritmico Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può: (a) interrompere gli algoritmi di visibilità. (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale. (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti. Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente. Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza. È un momento di riflessione collettiva. 3. Impatto sociale Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza – E solo allora si muoveranno. Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo 🌎. Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale! Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni! 📣📣📣 Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo: SMETTETE di usare: * Telefoni * Computer * Laptop SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
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  • PARMA SOTTO TUTELA DEL MOSSAD: LA SOVRANITÀ ITALIANA IN OSTAGGIO
    (by Filippo)

    La Gazzetta di Parma ha scritto senza esitazioni: in occasione della presenza dell’ex premier israeliano Ehud Olmert al festival “Open”, Piazza Garibaldi è stata transennata, blindata, sorvegliata da forze dell’ordine italiane affiancate da agenti del Mossad.
    Non siamo davanti a un dettaglio folcloristico di cronaca: se confermato, questo episodio rappresenta una frattura della sovranità nazionale. Il monopolio della forza pubblica appartiene alla Repubblica Italiana; vederlo condiviso con agenti di un servizio segreto straniero equivale a una cesura istituzionale.

    Le implicazioni sono gravi e precise.

    Se la presenza era autorizzata, allora il governo Meloni ha formalmente acconsentito a un’operazione che trasferisce porzioni di sicurezza interna a un apparato estero.
    Se la presenza non era autorizzata, significa che uomini del Mossad hanno agito liberamente sul nostro territorio, in una piazza italiana, senza controllo né catena di comando nazionale.

    In entrambi i casi il segnale è devastante: l’Italia non governa più interamente le proprie piazze.

    La deputata Stefania Ascari (M5S) ha depositato un’interrogazione parlamentare al Ministero dell’Interno, chiedendo spiegazioni e protocolli. Ma le domande che restano sospese vanno ben oltre la dialettica parlamentare. Chi ha firmato l’autorizzazione? Esistono accordi segreti fra Roma e Tel Aviv? È stato informato il COPASIR, l’organismo di controllo sull’intelligence?
    Il precedente è inedito e inquietante: mai prima d’ora un quotidiano italiano aveva scritto apertamente della presenza del Mossad in piazza a fianco delle nostre forze dell’ordine.

    ESEMPI EUROPEI

    1. Francia – Secondo un’inchiesta di Le Monde, il Mossad avrebbe tentato di reclutare agenti francesi durante una collaborazione franco-israeliana per ottenere informazioni sul programma chimico siriano. L’operazione, nota col nome sotto copertura di “Ratafia”, suscitò forti tensioni all’interno della DGSI, il servizio di sicurezza interna francese.

    2. Germania – Indagini giornalistiche hanno documentato attività clandestine di raccolta d’informazioni da parte di reti legate all’intelligence israeliana, soprattutto in relazione a comunità turche e islamiche. Inchieste tedesche e turche hanno rivelato che il Mossad avrebbe pagato collaboratori per raccogliere dati su individui residenti in Germania.

    QUESTIONE POLITICA E MORALE

    Ma la questione non è tecnica: è politica, morale e perfino esistenziale. Se in una città emiliana, nel cuore del Paese, la sicurezza pubblica viene co-gestita da agenti stranieri, allora significa che il nostro governo ha abdicato alla propria sovranità o l’ha barattata per ragioni geopolitiche che non osa confessare.
    Questo non è più il racconto di Parma: è il simbolo di un’Italia che scivola lentamente sotto tutela, dove decisioni vitali si prendono altrove e i cittadini non sanno più chi difende davvero i loro diritti e la loro libertà.

    Prove da acquisire

    Filmati integrali e fotografie georeferenziate.
    Verbali della Questura e note di servizio.
    Accesso agli atti presso Prefettura e Ministero dell’Interno.
    Identità e status giuridico degli agenti presenti.

    La domanda resta sospesa, implacabile:

    Chi comanda nelle piazze italiane? Il Viminale o il Mossad?

    Source: https://www.gazzettadiparma.it/parma/2025/09/21/video/piazza-completamente-transennata-agenti-del-mossad-in-supporto-alle-forze-dell-ordine-e-da-piazzale-picelli-partita-la-manifestazione-pro-pal-video-e-foto-893639/
    PARMA SOTTO TUTELA DEL MOSSAD: LA SOVRANITÀ ITALIANA IN OSTAGGIO (by Filippo) La Gazzetta di Parma ha scritto senza esitazioni: in occasione della presenza dell’ex premier israeliano Ehud Olmert al festival “Open”, Piazza Garibaldi è stata transennata, blindata, sorvegliata da forze dell’ordine italiane affiancate da agenti del Mossad. Non siamo davanti a un dettaglio folcloristico di cronaca: se confermato, questo episodio rappresenta una frattura della sovranità nazionale. Il monopolio della forza pubblica appartiene alla Repubblica Italiana; vederlo condiviso con agenti di un servizio segreto straniero equivale a una cesura istituzionale. Le implicazioni sono gravi e precise. ▪️ Se la presenza era autorizzata, allora il governo Meloni ha formalmente acconsentito a un’operazione che trasferisce porzioni di sicurezza interna a un apparato estero. ▪️ Se la presenza non era autorizzata, significa che uomini del Mossad hanno agito liberamente sul nostro territorio, in una piazza italiana, senza controllo né catena di comando nazionale. In entrambi i casi il segnale è devastante: l’Italia non governa più interamente le proprie piazze. La deputata Stefania Ascari (M5S) ha depositato un’interrogazione parlamentare al Ministero dell’Interno, chiedendo spiegazioni e protocolli. Ma le domande che restano sospese vanno ben oltre la dialettica parlamentare. Chi ha firmato l’autorizzazione? Esistono accordi segreti fra Roma e Tel Aviv? È stato informato il COPASIR, l’organismo di controllo sull’intelligence? Il precedente è inedito e inquietante: mai prima d’ora un quotidiano italiano aveva scritto apertamente della presenza del Mossad in piazza a fianco delle nostre forze dell’ordine. 🔍 ESEMPI EUROPEI 1. Francia – Secondo un’inchiesta di Le Monde, il Mossad avrebbe tentato di reclutare agenti francesi durante una collaborazione franco-israeliana per ottenere informazioni sul programma chimico siriano. L’operazione, nota col nome sotto copertura di “Ratafia”, suscitò forti tensioni all’interno della DGSI, il servizio di sicurezza interna francese. 2. Germania – Indagini giornalistiche hanno documentato attività clandestine di raccolta d’informazioni da parte di reti legate all’intelligence israeliana, soprattutto in relazione a comunità turche e islamiche. Inchieste tedesche e turche hanno rivelato che il Mossad avrebbe pagato collaboratori per raccogliere dati su individui residenti in Germania. QUESTIONE POLITICA E MORALE Ma la questione non è tecnica: è politica, morale e perfino esistenziale. Se in una città emiliana, nel cuore del Paese, la sicurezza pubblica viene co-gestita da agenti stranieri, allora significa che il nostro governo ha abdicato alla propria sovranità o l’ha barattata per ragioni geopolitiche che non osa confessare. Questo non è più il racconto di Parma: è il simbolo di un’Italia che scivola lentamente sotto tutela, dove decisioni vitali si prendono altrove e i cittadini non sanno più chi difende davvero i loro diritti e la loro libertà. Prove da acquisire ▪️ Filmati integrali e fotografie georeferenziate. ▪️ Verbali della Questura e note di servizio. ▪️ Accesso agli atti presso Prefettura e Ministero dell’Interno. ▪️ Identità e status giuridico degli agenti presenti. La domanda resta sospesa, implacabile: 👉 Chi comanda nelle piazze italiane? Il Viminale o il Mossad? Source: https://www.gazzettadiparma.it/parma/2025/09/21/video/piazza-completamente-transennata-agenti-del-mossad-in-supporto-alle-forze-dell-ordine-e-da-piazzale-picelli-partita-la-manifestazione-pro-pal-video-e-foto-893639/
    WWW.GAZZETTADIPARMA.IT
    Piazza completamente transennata: agenti del Mossad in supporto alle forze dell'ordine. E da piazzale Picelli la manifestazione Pro Pal - Video e Foto
    Innalzate le misure di sicurezza in piazza Garibaldi per l’incontro nel pomeriggio con Ehud Olmert. Tutti gli accessi alla piazza sono stati transennati e le forze dell’ordine hanno fatto da filtro a ogni persona che entrava in piazza. Completamente transennata anche l’area attorno...
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  • LE BALLE dei GIORNALI e DELLE TV. BALLE SPAZIALI COME QUELLE SUL COVID e SUI VACCINI!!!
    Milano Centrale dopo la protesta: due vetri rotti nonostante i titoloni sulla "città distrutta"
    Il giorno dopo gli scontri tra manifestanti e polizia, alla Stazione Centrale di Milano torna la normalità, nonostante la narrazione allarmistica
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/23/protesta-milano-centrale-gaza-scontri-notizie/8136114/
    LE BALLE dei GIORNALI e DELLE TV. BALLE SPAZIALI COME QUELLE SUL COVID e SUI VACCINI!!! Milano Centrale dopo la protesta: due vetri rotti nonostante i titoloni sulla "città distrutta" Il giorno dopo gli scontri tra manifestanti e polizia, alla Stazione Centrale di Milano torna la normalità, nonostante la narrazione allarmistica https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/23/protesta-milano-centrale-gaza-scontri-notizie/8136114/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Milano Centrale dopo la protesta: due vetri rotti nonostante i titoloni sulla "città distrutta"
    Il giorno dopo gli scontri tra manifestanti e polizia, alla Stazione Centrale di Milano torna la normalità, nonostante la narrazione allarmistica
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  • CI STANNO RIPROVANDO per PORTARCI in GUERRA! LA RUSSIA NON E' MIO NEMICO!
    Droni bloccano aeroporti nordici, Zelensky accusa: "Erano russi"
    Gli scali di Copenaghen e Oslo riaperti dopo ore di chiusura per droni non identificati. Il presidente ucraino chiede risposta ferma

    Poco dopo la mezzanotte è tornato attivo l’aeroporto di Copenhagen. Attorno alle 4 del mattino ha riaperto lo spazio aereo di Oslo. L’allarme nei cieli di Danimarca e Norvegiam causato dalla presenza di di alcuni droni, è terminato. I voli nello scalo danese sono ripresi questa mattina: “L’aeroporto di Copenaghen ha riaperto dopo essere stato chiuso a causa dell’attività dei droni. Tuttavia, ci saranno ritardi e partenze cancellate. Si consiglia ai passeggeri di verificare con la propria compagnia aerea per ulteriori informazioni”, si legge sul sito web ufficiale dello scalo. La polizia aveva riferito che ieri sera erano stati avvistati due o tre droni di grandi dimensioni non identificati, costringendo i voli in partenza dal più grande aeroporto della Scandinavia a rimanere a terra e altri a essere dirottati verso aeroporti vicini.

    Nella notte è stato riaperto anche spazio aereo sopra l’aeroporto di Oslo. Lo ha comunicato lo scalo in una e-mail all’agenzia di stampa norvegese NTB. “Chiediamo ai passeggeri di presentarsi normalmente. L’aeroporto era stato precedentemente chiuso dopo che almeno due droni erano stati avvistati nei pressi della pista di atterraggio. La decisione è stata presa per motivi di sicurezza”. La chiusura dell’aeroporto, che è durata circa quattro ore, avrà ripercussioni anche sui passeggeri in partenza da Copenaghen questa mattina. Sul sito web delle partenze programmate dall’aeroporto di Copenaghen , diversi voli mattutini risultano cancellati o in ritardo.

    “I velivoli senza pilota non sono stati abbattuti dalle autorità, ma sono scomparsi dalla zona da soli e non sappiamo dove siano andati”, ha spiegato in una conferenza stampa nella notte il vice ispettore di polizia Jakob Hansen. ‘”Stiamo cercando di scoprire – ha aggiunto – di che tipo di droni si trovavano nei pressi dell’aeroporto e da dove provengono”. “Verso le 20:30 – ricostruisce Hansen – la polizia di Copenaghen ha ricevuto una notifica da Naviair (l’ente che controlla e gestisce il traffico aereo) che lo spazio aereo era chiuso a causa dell’osservazione dei droni. La polizia ha quindi avviato un’indagine approfondita, in collaborazione con il PET e le forze armate danesi”.

    A manovrare i velivoli sono state persone “competenti“, ha detto ai giornalisti l’ispettore di polizia Jens Jespersen: “Il numero, le dimensioni, le rotte di volo, il tempo trascorso sopra l’aeroporto. Tutto questo insieme indica che si tratta di un attore capace. Quale attore capace, non lo so”.

    L’Ucraina punta il dito contro la Russia. Volodymyr Zelensky fa sapere via X di aver “parlato con il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, e nel colloquio “è stata dedicata particolare attenzione alle violazioni della Russia dello spazio aereo dei Paesi membri della Nato, compresa quella del 22 settembre a Copenaghen”. “Abbiamo avuto uno scambio di opinioni sulle ragioni – aggiunge – Se non ci sarà una risposta risoluta da parte degli alleati, stati e istituzioni, alle aggressioni provocatorie, la Russia continuerà”.


    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/23/droni-aeroporti-nordici-russia-ucraina-notizie/8135567/
    CI STANNO RIPROVANDO per PORTARCI in GUERRA! LA RUSSIA NON E' MIO NEMICO! Droni bloccano aeroporti nordici, Zelensky accusa: "Erano russi" Gli scali di Copenaghen e Oslo riaperti dopo ore di chiusura per droni non identificati. Il presidente ucraino chiede risposta ferma Poco dopo la mezzanotte è tornato attivo l’aeroporto di Copenhagen. Attorno alle 4 del mattino ha riaperto lo spazio aereo di Oslo. L’allarme nei cieli di Danimarca e Norvegiam causato dalla presenza di di alcuni droni, è terminato. I voli nello scalo danese sono ripresi questa mattina: “L’aeroporto di Copenaghen ha riaperto dopo essere stato chiuso a causa dell’attività dei droni. Tuttavia, ci saranno ritardi e partenze cancellate. Si consiglia ai passeggeri di verificare con la propria compagnia aerea per ulteriori informazioni”, si legge sul sito web ufficiale dello scalo. La polizia aveva riferito che ieri sera erano stati avvistati due o tre droni di grandi dimensioni non identificati, costringendo i voli in partenza dal più grande aeroporto della Scandinavia a rimanere a terra e altri a essere dirottati verso aeroporti vicini. Nella notte è stato riaperto anche spazio aereo sopra l’aeroporto di Oslo. Lo ha comunicato lo scalo in una e-mail all’agenzia di stampa norvegese NTB. “Chiediamo ai passeggeri di presentarsi normalmente. L’aeroporto era stato precedentemente chiuso dopo che almeno due droni erano stati avvistati nei pressi della pista di atterraggio. La decisione è stata presa per motivi di sicurezza”. La chiusura dell’aeroporto, che è durata circa quattro ore, avrà ripercussioni anche sui passeggeri in partenza da Copenaghen questa mattina. Sul sito web delle partenze programmate dall’aeroporto di Copenaghen , diversi voli mattutini risultano cancellati o in ritardo. “I velivoli senza pilota non sono stati abbattuti dalle autorità, ma sono scomparsi dalla zona da soli e non sappiamo dove siano andati”, ha spiegato in una conferenza stampa nella notte il vice ispettore di polizia Jakob Hansen. ‘”Stiamo cercando di scoprire – ha aggiunto – di che tipo di droni si trovavano nei pressi dell’aeroporto e da dove provengono”. “Verso le 20:30 – ricostruisce Hansen – la polizia di Copenaghen ha ricevuto una notifica da Naviair (l’ente che controlla e gestisce il traffico aereo) che lo spazio aereo era chiuso a causa dell’osservazione dei droni. La polizia ha quindi avviato un’indagine approfondita, in collaborazione con il PET e le forze armate danesi”. A manovrare i velivoli sono state persone “competenti“, ha detto ai giornalisti l’ispettore di polizia Jens Jespersen: “Il numero, le dimensioni, le rotte di volo, il tempo trascorso sopra l’aeroporto. Tutto questo insieme indica che si tratta di un attore capace. Quale attore capace, non lo so”. L’Ucraina punta il dito contro la Russia. Volodymyr Zelensky fa sapere via X di aver “parlato con il direttore del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, e nel colloquio “è stata dedicata particolare attenzione alle violazioni della Russia dello spazio aereo dei Paesi membri della Nato, compresa quella del 22 settembre a Copenaghen”. “Abbiamo avuto uno scambio di opinioni sulle ragioni – aggiunge – Se non ci sarà una risposta risoluta da parte degli alleati, stati e istituzioni, alle aggressioni provocatorie, la Russia continuerà”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/23/droni-aeroporti-nordici-russia-ucraina-notizie/8135567/
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    Gli scali di Copenaghen e Oslo riaperti dopo ore di chiusura per droni non identificati. Il presidente ucraino chiede risposta ferma
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  • ALTRI TRENTUNO GIORNALISTI TRUCIDATI, DOPO LA STRAGE di GIORNALISTI a GAZA!!
    BASTARDI ASSASSINI!
    31 giornalisti uccisi nel raid israeliano in Yemen: secondo attacco più letale di sempre
    La denuncia dell'ong: "È schema mortale di Israele, attaccare giornalisti con la motivazione che pubblicano propaganda terroristica
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/20/raid-israeliano-yemen-giornalisti-uccisi-notizie/8133544/
    ALTRI TRENTUNO GIORNALISTI TRUCIDATI, DOPO LA STRAGE di GIORNALISTI a GAZA!! BASTARDI ASSASSINI! 31 giornalisti uccisi nel raid israeliano in Yemen: secondo attacco più letale di sempre La denuncia dell'ong: "È schema mortale di Israele, attaccare giornalisti con la motivazione che pubblicano propaganda terroristica https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/20/raid-israeliano-yemen-giornalisti-uccisi-notizie/8133544/
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    La denuncia dell'ong: "È schema mortale di Israele, attaccare giornalisti con la motivazione che pubblicano propaganda terroristica"
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  • QUESTO MI SEMBRA VERAMENTE SCANDALOSO!!!
    Solo tre patteggiamenti: così si chiude il processo per la strage del Mottarone. La madre di una vittima: “Questo è il valore che danno alla vita delle persone”
    di F. Q.
    Il gup di Verbania ha accolto le istanze a 3 anni e 10 mesi avanzata da Luigi Nerini, il titolare della Ferrovia del Mottarone, e a 4 anni e 11 mesi e 4 anni e 5 mesi proposte da Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente direttore d’esercizio e capo servizio dell’impianto. Nessuno dei tre va in carcere.

    Si è chiuso il capitolo giudiziario nell’ambito del procedimento sulla strage della funivia Stresa-Mottarone. Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto tre patteggiamenti e pronunciato sentenza di non luogo a procedere per altri due imputati che sono stati prosciolti. Il gup di Verbania, Gianni Macchioni, ha accolto le istanze a patteggiare a 3 anni e 10 mesi avanzata da Luigi Nerini, il titolare della Ferrovia del Mottarone, e a 4 anni e 11 mesi e 4 anni e 5 mesi proposte da Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente direttore d’esercizio e capo servizio dell’impianto. Con tale pena nessuno dei tre va in carcere. Gli indagati all’epoca erano stati fermati e poi scarcerati dal gip tra le polemiche, salvo poi essere rimessi ai domiciliari dal Riesame. La Cassazione infine aveva annullato gli arresti. La Procura aveva chiesto il proscioglimento di Martin Leitner, consigliere delegato della omonima società, e di Peter Rabanser, responsabile del Customer Service. La Regione Piemonte, ha revocato la costituzione di parte civile dopo un risarcimento di circa 100mila euro.

    “Questo è il valore che danno alla vita delle persone” ha detto Vincenza Minutella, la mamma di Silvia Malnati. “Dal signor Nerini non c’è mai stata una lettera di scusa ai famigliari delle vittime, questo ci lascia con un po’ di amaro in bocca. Siamo comunque soddisfatti dell’esito del processo perché c’è stata una condanna severa per le persone contro cui ci eravamo costituiti parte civile, cioè Nerini e Tadini” ha detto Lo ha detto l’avvocato Emanuele Zanalda, legale di alcuni parenti del ramo paterno di Eitan, il bimbo israeliano unico sopravvissuto alla tragedia.

    La strage
    Il 23 maggio del 2021 morirono 14 passeggeri a bordo della cabina precipitata per la rottura della fune traente dell’impianto e del concomitante inserimento dei ‘forchettoni’ che impedirono l’attivazione dei freni di emergenza. A tre mesi dall’ultima udienza, nella quale i pm di Verbania avevano riformulato le accuse eliminando quella di attentato alla sicurezza dei trasporti aggravato dal disastro. Secondo i periti incaricati la funivia del Mottarone era precipitata “a causa del degrado della fune” traente. Di conseguenza, “una corretta attuazione dei controlli” avrebbe evitato la morte delle persone a bordo.

    I pm
    “Nessuna pena, nessun risarcimento potrà mai lenire il dolore per quanto accaduto. Chiudere ora, in una maniera complessivamente adeguata, è un modo per tutti di cominciare a ricucire quello strappo” aveva detto il rappresentante dell’accusa in udienza aggiungendo che si tratta di una “decisione non facile. Spero che le parti offese possano non dico accettare, ma comprendere questo esito”. I pm in aula hanno illustrato i motivi della richiesta di proscioglimento per i due dirigenti della Leitner. Peter Rabanser, che dell’azienda altoatesina è il responsabile del customer service, non può essere ritenuto responsabile di quanto inizialmente contestato – hanno spiegato – perché non spettava a lui il controllo sull’operato del direttore d’esercizio dell’impianto Enrico Perocchio, pubblico ufficiale sul cui operato i controlli spettavano all’Ustif, l’acronimo che indica l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi.

    Le reazioni
    “Non sono sorpresa, era già previsto dalla scorsa udienza. Ma sono molto amareggiata: loro (i pm, ndr) forse non sono stati sette ore su in mezzo ai morti come me. Rispetto la decisione, però l’intervento della Procura mi è sembrato piuttosto da brivido. Giustificano il fatto che non vai a processo perché in questo modo si rinnova il dolore?” aveva detto la sindaca di Stresa, Marcella Severino, prima della decisione. La prima cittadina ha poi ribadito il concetto: “Il solco era già stato tracciato l’udienza precedente, dove si era capito benissimo, quando sono stati rivisti i capi d’imputazione dove si voleva andare. Sono molto, molto amareggiata. Forse, avendo vissuto la tragedia in prima persona, l’ho un pò cucita sulla pelle, speravo veramente ci fosse giustizia. In questo momento devo riflettere ma sono molto perplessa”.

    “La società Leitner non può che esprimere il proprio apprezzamento per la sentenza di non luogo a procedere – si legge in una nota – in relazione alla posizione del proprio vicepresidente Martin Leitner e del dirigente Peter Rabanser. Una decisione che si pone in linea di totale continuità con le già avvenute archiviazioni della posizione del proprio presidente Anton Seeber e della stessa Società per gli addebiti 231/01. Sin dall’inizio del procedimento la società Leitner ha costantemente ribadito la propria condotta improntata a diligenza, coscienza e responsabilità, nell’esecuzione del contratto di manutenzione vigente con la società Ferrovie del Mottarone”.

    Il procuratore e il rischio prescrizione
    “Questo risultato non è il migliore, ma è una soluzione complessivamente adeguata. Siamo consapevoli della profondità del dolore dei familiari delle vittime, ma il processo penale non può mirare a restituire nulla e neppure ad attenuare il dolore. Non devono pensare all’entità della pena, ma che questo patteggiamento rappresenta un accertamento dei fatti e delle responsabilità. Questo anche la persona offesa può prenderlo in considerazione per provare a girare pagina nel limite di quanto umanamente possibile” ha detto ai giornalisti il procuratore di Verbania, Alessandro Pepè.

    “Questa non è la soluzione migliore, non è quella a cui il procuratore pensava nel corso delle indagini, ma è la soluzione che si basa su un dato di fatto: i tempi di indagini e dell’udienza preliminari sono stati particolarmente lunghi, ci siamo trovati a iniziare la seconda udienza preliminare dopo oltre quattro anni dai fatti e dobbiamo prendere atto di questa situazione. Riteniamo – ha concluso – che questo tipo di atteggiamento, che certamente non applica pene particolarmente severe, possa essere preferibile rispetto all’inizio di un percorso dibattimentale che sarebbe stato molto lungo e anche dall’esito incerto visto il tempo già decorso e considerato che si trattava solo più di reati colposi. I tempi della prescrizione li conosciamo e non sono particolarmente lunghi”.

    Le difese
    “Tadini è sempre stato trasparente e presente, ha scritto una lettera breve e toccante. Secondo me abbiamo chiuso nella maniera tecnicamente giusta. Chiaramente qualcuno sarà insoddisfatto, ma io credo che sia la scelta corretta e definitiva. Alla luce di tutto quello che è accaduto, per quanto mi riguarda sono molto soddisfatto, credo di aver fatto un buon lavoro” dice l’avvocato Marcello Perillo. “Il mio cliente subisce una condanna severa ma che gli consente di pensare di non dover tornare in un carcere: questo era il nostro obiettivo primario rispetto a un disastro che avrebbe potuto avere delle conseguenze gravissime anche su di lui” commenta l’avvocato Andrea Da Prato, difensore di Perocchio. “Sentenza giusta? La verità storica è un’altra cosa, ci vorrebbe un dibattimento ma non era il caso di affrontarlo“, ha concluso.

    La lettera dell’imputato
    “Sono profondamente addolorato per tutto il dolore, per le tante, troppe sofferenze causate dal mio comportamento, le cui conseguenze sono andate ben al di là di quanto potessi immaginare nei giorni che hanno preceduto la tragedia. Da quando è accaduto il fatto, non so darmi pace” si legge nella lettera che Tadini ha scritto per accompagnare la richiesta di patteggiamento. “So bene – afferma – che per quanto io possa essere pentito, il mio dolore, la contrizione del mio cuore non potrà alleviare la sofferenza dei famigliari delle vittime. Più che la condanna, temo il loro mancato perdono. Possa Dio darmi l’occasione di espirare il male compiuto dando loro al contempo tutto ciò che la loro vita necessita per tornare a fiorire”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/18/strage-mottarone-patteggiamento-imputati-notizie/8130804/
    QUESTO MI SEMBRA VERAMENTE SCANDALOSO!!! Solo tre patteggiamenti: così si chiude il processo per la strage del Mottarone. La madre di una vittima: “Questo è il valore che danno alla vita delle persone” di F. Q. Il gup di Verbania ha accolto le istanze a 3 anni e 10 mesi avanzata da Luigi Nerini, il titolare della Ferrovia del Mottarone, e a 4 anni e 11 mesi e 4 anni e 5 mesi proposte da Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente direttore d’esercizio e capo servizio dell’impianto. Nessuno dei tre va in carcere. Si è chiuso il capitolo giudiziario nell’ambito del procedimento sulla strage della funivia Stresa-Mottarone. Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto tre patteggiamenti e pronunciato sentenza di non luogo a procedere per altri due imputati che sono stati prosciolti. Il gup di Verbania, Gianni Macchioni, ha accolto le istanze a patteggiare a 3 anni e 10 mesi avanzata da Luigi Nerini, il titolare della Ferrovia del Mottarone, e a 4 anni e 11 mesi e 4 anni e 5 mesi proposte da Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente direttore d’esercizio e capo servizio dell’impianto. Con tale pena nessuno dei tre va in carcere. Gli indagati all’epoca erano stati fermati e poi scarcerati dal gip tra le polemiche, salvo poi essere rimessi ai domiciliari dal Riesame. La Cassazione infine aveva annullato gli arresti. La Procura aveva chiesto il proscioglimento di Martin Leitner, consigliere delegato della omonima società, e di Peter Rabanser, responsabile del Customer Service. La Regione Piemonte, ha revocato la costituzione di parte civile dopo un risarcimento di circa 100mila euro. “Questo è il valore che danno alla vita delle persone” ha detto Vincenza Minutella, la mamma di Silvia Malnati. “Dal signor Nerini non c’è mai stata una lettera di scusa ai famigliari delle vittime, questo ci lascia con un po’ di amaro in bocca. Siamo comunque soddisfatti dell’esito del processo perché c’è stata una condanna severa per le persone contro cui ci eravamo costituiti parte civile, cioè Nerini e Tadini” ha detto Lo ha detto l’avvocato Emanuele Zanalda, legale di alcuni parenti del ramo paterno di Eitan, il bimbo israeliano unico sopravvissuto alla tragedia. La strage Il 23 maggio del 2021 morirono 14 passeggeri a bordo della cabina precipitata per la rottura della fune traente dell’impianto e del concomitante inserimento dei ‘forchettoni’ che impedirono l’attivazione dei freni di emergenza. A tre mesi dall’ultima udienza, nella quale i pm di Verbania avevano riformulato le accuse eliminando quella di attentato alla sicurezza dei trasporti aggravato dal disastro. Secondo i periti incaricati la funivia del Mottarone era precipitata “a causa del degrado della fune” traente. Di conseguenza, “una corretta attuazione dei controlli” avrebbe evitato la morte delle persone a bordo. I pm “Nessuna pena, nessun risarcimento potrà mai lenire il dolore per quanto accaduto. Chiudere ora, in una maniera complessivamente adeguata, è un modo per tutti di cominciare a ricucire quello strappo” aveva detto il rappresentante dell’accusa in udienza aggiungendo che si tratta di una “decisione non facile. Spero che le parti offese possano non dico accettare, ma comprendere questo esito”. I pm in aula hanno illustrato i motivi della richiesta di proscioglimento per i due dirigenti della Leitner. Peter Rabanser, che dell’azienda altoatesina è il responsabile del customer service, non può essere ritenuto responsabile di quanto inizialmente contestato – hanno spiegato – perché non spettava a lui il controllo sull’operato del direttore d’esercizio dell’impianto Enrico Perocchio, pubblico ufficiale sul cui operato i controlli spettavano all’Ustif, l’acronimo che indica l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi. Le reazioni “Non sono sorpresa, era già previsto dalla scorsa udienza. Ma sono molto amareggiata: loro (i pm, ndr) forse non sono stati sette ore su in mezzo ai morti come me. Rispetto la decisione, però l’intervento della Procura mi è sembrato piuttosto da brivido. Giustificano il fatto che non vai a processo perché in questo modo si rinnova il dolore?” aveva detto la sindaca di Stresa, Marcella Severino, prima della decisione. La prima cittadina ha poi ribadito il concetto: “Il solco era già stato tracciato l’udienza precedente, dove si era capito benissimo, quando sono stati rivisti i capi d’imputazione dove si voleva andare. Sono molto, molto amareggiata. Forse, avendo vissuto la tragedia in prima persona, l’ho un pò cucita sulla pelle, speravo veramente ci fosse giustizia. In questo momento devo riflettere ma sono molto perplessa”. “La società Leitner non può che esprimere il proprio apprezzamento per la sentenza di non luogo a procedere – si legge in una nota – in relazione alla posizione del proprio vicepresidente Martin Leitner e del dirigente Peter Rabanser. Una decisione che si pone in linea di totale continuità con le già avvenute archiviazioni della posizione del proprio presidente Anton Seeber e della stessa Società per gli addebiti 231/01. Sin dall’inizio del procedimento la società Leitner ha costantemente ribadito la propria condotta improntata a diligenza, coscienza e responsabilità, nell’esecuzione del contratto di manutenzione vigente con la società Ferrovie del Mottarone”. Il procuratore e il rischio prescrizione “Questo risultato non è il migliore, ma è una soluzione complessivamente adeguata. Siamo consapevoli della profondità del dolore dei familiari delle vittime, ma il processo penale non può mirare a restituire nulla e neppure ad attenuare il dolore. Non devono pensare all’entità della pena, ma che questo patteggiamento rappresenta un accertamento dei fatti e delle responsabilità. Questo anche la persona offesa può prenderlo in considerazione per provare a girare pagina nel limite di quanto umanamente possibile” ha detto ai giornalisti il procuratore di Verbania, Alessandro Pepè. “Questa non è la soluzione migliore, non è quella a cui il procuratore pensava nel corso delle indagini, ma è la soluzione che si basa su un dato di fatto: i tempi di indagini e dell’udienza preliminari sono stati particolarmente lunghi, ci siamo trovati a iniziare la seconda udienza preliminare dopo oltre quattro anni dai fatti e dobbiamo prendere atto di questa situazione. Riteniamo – ha concluso – che questo tipo di atteggiamento, che certamente non applica pene particolarmente severe, possa essere preferibile rispetto all’inizio di un percorso dibattimentale che sarebbe stato molto lungo e anche dall’esito incerto visto il tempo già decorso e considerato che si trattava solo più di reati colposi. I tempi della prescrizione li conosciamo e non sono particolarmente lunghi”. Le difese “Tadini è sempre stato trasparente e presente, ha scritto una lettera breve e toccante. Secondo me abbiamo chiuso nella maniera tecnicamente giusta. Chiaramente qualcuno sarà insoddisfatto, ma io credo che sia la scelta corretta e definitiva. Alla luce di tutto quello che è accaduto, per quanto mi riguarda sono molto soddisfatto, credo di aver fatto un buon lavoro” dice l’avvocato Marcello Perillo. “Il mio cliente subisce una condanna severa ma che gli consente di pensare di non dover tornare in un carcere: questo era il nostro obiettivo primario rispetto a un disastro che avrebbe potuto avere delle conseguenze gravissime anche su di lui” commenta l’avvocato Andrea Da Prato, difensore di Perocchio. “Sentenza giusta? La verità storica è un’altra cosa, ci vorrebbe un dibattimento ma non era il caso di affrontarlo“, ha concluso. La lettera dell’imputato “Sono profondamente addolorato per tutto il dolore, per le tante, troppe sofferenze causate dal mio comportamento, le cui conseguenze sono andate ben al di là di quanto potessi immaginare nei giorni che hanno preceduto la tragedia. Da quando è accaduto il fatto, non so darmi pace” si legge nella lettera che Tadini ha scritto per accompagnare la richiesta di patteggiamento. “So bene – afferma – che per quanto io possa essere pentito, il mio dolore, la contrizione del mio cuore non potrà alleviare la sofferenza dei famigliari delle vittime. Più che la condanna, temo il loro mancato perdono. Possa Dio darmi l’occasione di espirare il male compiuto dando loro al contempo tutto ciò che la loro vita necessita per tornare a fiorire”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/18/strage-mottarone-patteggiamento-imputati-notizie/8130804/
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    Strage del Mottarone, tre imputati chiedono di patteggiare
    Per la strage della funivia Stresa-Mottarone del 23 maggio 2021 tre imputati hanno chiesto di patteggiare con pene fino a 4 anni e 5 mesi
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  • LI VEDETE?

    LI VEDETE? Tutti i giorni sui giornali locali?
    LI VEDETE? Giovani e giovanissimi che crollano a terra?
    LI VEDETE? Portati via da tumori turbo che neanche danno il tempo di essere affrontati?
    LI VEDETE? I genitori distrutti dalla perdita di figli sani che avrebbero avuto una vita davanti?
    LI VEDETE? Gli orfani di madri e padri morti all’improvviso lasciando tutti attoniti?

    Io non posso dimenticare ciò che affermava la bravissima giornalista di Fuori dal Coro, Marianna Canè, mentre stava girando l’Italia ad intervistare i danneggiati dai sieri velenosi.

    In quelle case non trovava una sola persona danneggiata, ma un’intera famiglia danneggiata.

    Ha sentito figli che piangevano nella stanza accanto, mentre lei parlava con i genitori.

    Quanto è grande questo oceano di dolore?

    Quanto tempo ancora ci vorrà perché il male che è stato fatto sia visto da tutti?

    “Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti”.

    Luca 12, 2-3
    LI VEDETE? LI VEDETE? Tutti i giorni sui giornali locali? LI VEDETE? Giovani e giovanissimi che crollano a terra? LI VEDETE? Portati via da tumori turbo che neanche danno il tempo di essere affrontati? LI VEDETE? I genitori distrutti dalla perdita di figli sani che avrebbero avuto una vita davanti? LI VEDETE? Gli orfani di madri e padri morti all’improvviso lasciando tutti attoniti? Io non posso dimenticare ciò che affermava la bravissima giornalista di Fuori dal Coro, Marianna Canè, mentre stava girando l’Italia ad intervistare i danneggiati dai sieri velenosi. In quelle case non trovava una sola persona danneggiata, ma un’intera famiglia danneggiata. Ha sentito figli che piangevano nella stanza accanto, mentre lei parlava con i genitori. Quanto è grande questo oceano di dolore? Quanto tempo ancora ci vorrà perché il male che è stato fatto sia visto da tutti? “Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti”. Luca 12, 2-3
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  • Questa seminatrice d'odio, candidata alle regionali in Toscana vuole: “smantellare la bianchezza”.
    BASTA SEMINARE ODIO!

    La candidata nera della sinistra invita ad occupare le case degli italiani...
    Bundu, la Nera della Sinistra, Incita all’Occupazione delle Case Italiane: L’Invasione Ora Ha Voce in Capitolo! basta con questa sinistra che ci ruba la terra e la sicurezza, espulsioni immediate e confini blindati, o l’Italia diventerà degli occupanti!

    Ecco i presupposti ideologici dell’odio verso i bianchi che vengono coltivati e propagandati in certi ambienti.

    Pensate al clamore mediatico che un’affermazione del genere avrebbe suscitato a parti inverse.

    Sarebbe sceso in campo perfino il Quirinale, ci avrebbero aperto i telegiornali.

    - Sandro Greco

    👇🏻👇🏻👇🏻
    Source: https://x.com/itsmeback_/status/1967957855618671062?t=XyO50cN-Gr5oni26RhTvHg&s=19
    Questa seminatrice d'odio, candidata alle regionali in Toscana vuole: “smantellare la bianchezza”. BASTA SEMINARE ODIO! 🔴 La candidata nera della sinistra invita ad occupare le case degli italiani... 🔴 Bundu, la Nera della Sinistra, Incita all’Occupazione delle Case Italiane: L’Invasione Ora Ha Voce in Capitolo! basta con questa sinistra che ci ruba la terra e la sicurezza, espulsioni immediate e confini blindati, o l’Italia diventerà degli occupanti! Ecco i presupposti ideologici dell’odio verso i bianchi che vengono coltivati e propagandati in certi ambienti. Pensate al clamore mediatico che un’affermazione del genere avrebbe suscitato a parti inverse. Sarebbe sceso in campo perfino il Quirinale, ci avrebbero aperto i telegiornali. - Sandro Greco 👇🏻👇🏻👇🏻 Source: https://x.com/itsmeback_/status/1967957855618671062?t=XyO50cN-Gr5oni26RhTvHg&s=19
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