• MiC - la farsa continua”

    "Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso."
    Un detto antico, sì, ma talmente attuale da suonare come una sentenza scolpita sul marmo dell’inerzia politica.

    Perché poi non lamentiamoci se in Italia la Cultura resta ancora percepita come una roba da "intellettuali di sinistra con l’anello al naso" . E non serve nemmeno piangere dopo, quando si capisce che l’occasione era lì, pronta da cogliere. Ma non solo non si è colta — no — non ci si è nemmeno avvicinati.
    Il Ministero della Cultura (MiC) doveva rappresentare un punto di svolta per il governo Meloni. Un modo per dimostrare che anche il centrodestra può ragionare in termini artistici, simbolici, profondi, andando oltre lo slogan e la ruspa .
    E invece? Una maledizione istituzionale che pare scritta da Kafka e diretta da Nanni Moretti. Ma senza ironia.
    Ripercorriamo insieme le tappe di questo disastro annunciato. Così, giusto per lasciare ai posteri un pizzico di vergogna in più:

    Si parte con Gennaro Sangiuliano, ministro catapultato dalla cronaca politica a quella rosa. È bastata una liaison sentimentale per oscurare l’agenda culturale. Ché poi parlare di "agenda" è già generoso .

    Poi arriva Alessandro Giuli che riesce nel difficile compito di fare addirittura peggio. Inerzia totale, interventi sempre in ritardo, e il tocco finale: diserta la finale del Premio Strega, lasciando di stucco tutto il mondo culturale. Quando gli viene chiesto conto, se la cava con una battutina:

    “Non mi hanno fatto avere nemmeno i libri finalisti”
    (No tranquillo Ministro, nessuno dubitava del fatto che li avrebbe letti…)

    Ciliegina sulla torta: le dimissioni di Nicola Borrelli, Direttore Generale Cinema e Audiovisivo del MiC, dopo il caso Kaufmann.
    Ricapitolando: il regista americano Kaufmann, sospettato del duplice omicidio a Villa Pamphilj, avrebbe ricevuto ben 863.000 € in tax credit per un film mai uscito: “Stelle della Notte”, che brilla solo negli archivi ministeriali .
    La procura vuole vederci chiaro: fondi solo deliberati o anche già versati? Si parla già di un nuovo filone d’indagine. E come minimo, l’odore di truffa allo Stato è forte come l’umidità nei palazzi romani.

    E sorvoliamo, per carità di patria, sulla gestione ordinaria del ministero: assenza totale di visione, dialogo con gli operatori ridotto ai minimi sindacali, Cinecittà abbandonata a sé stessa, simbolo di una cultura che da "fabbrica dei sogni" è diventata deposito della polvere e del disinteresse .
    Ma attenzione. Non è una lamentela sterile. E non ce la prendiamo nemmeno troppo con il popolo italiano, che ormai della Cultura si cura poco — o nulla.

    No, qui si parla prima di tutto di una classe politica che non ci crede, che non investe, che non immagina, che non costruisce alternative né simbologie collettive.
    E allora, di chi è la colpa adesso?
    Già nel 2022, all’alba delle Politiche, avevo evidenziato due fronti fondamentali per il Paese:
    la transizione ecologica
    e la transizione culturale
    Due occasioni storiche per alzare il livello, per pensare in chiave umanistica. E invece…
    Il centrodestra è rimasto fedele alla sua indole: pratico, grezzo, ruspante. Il centrosinistra, dal canto suo, non ha fatto di meglio: chiuso nel suo eterno girotondo autoreferenziale, perso dietro priorità che scaldano solo le proprie cerchie interne.

    E allora che facciamo? Ci arrendiamo?
    No. Perché prima o poi, arriverà una forza politica che crede davvero nello spirito umanistico come fondamento del vivere civile. Una forza che non teme la parola "Cultura" perché non produce consenso facile.
    Una forza che capisce che la Cultura è infrastruttura, che genera visione, coesione, valore.
    Sarà domani? Forse.

    Ma per oggi, possiamo solo dire, con l’amaro in bocca:
    "Molto bene… avanti così, mi raccomando."

    #MinisteroDellaCultura #CulturaItaliana #FallimentiIstituzionali #PremioStrega2025 #Cinecittà #TaxCreditGate #PoliticaItaliana #Sangiuliano #Giuli #Borrelli #CrisiCulturale #TransizioneCulturale #IdealiUmanistici #VisionePolitica #Italia2025
    🎭 MiC - la farsa continua” 🎬🤡 "Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso." Un detto antico, sì, ma talmente attuale da suonare come una sentenza scolpita sul marmo dell’inerzia politica. Perché poi non lamentiamoci se in Italia la Cultura resta ancora percepita come una roba da "intellettuali di sinistra con l’anello al naso" 🎨✊. E non serve nemmeno piangere dopo, quando si capisce che l’occasione era lì, pronta da cogliere. Ma non solo non si è colta — no — non ci si è nemmeno avvicinati. Il Ministero della Cultura (MiC) doveva rappresentare un punto di svolta per il governo Meloni. Un modo per dimostrare che anche il centrodestra può ragionare in termini artistici, simbolici, profondi, andando oltre lo slogan e la ruspa 🏗️📢. E invece? Una maledizione istituzionale che pare scritta da Kafka e diretta da Nanni Moretti. Ma senza ironia. 📉 Ripercorriamo insieme le tappe di questo disastro annunciato. Così, giusto per lasciare ai posteri un pizzico di vergogna in più: Si parte con Gennaro Sangiuliano, ministro catapultato dalla cronaca politica a quella rosa. È bastata una liaison sentimentale per oscurare l’agenda culturale. Ché poi parlare di "agenda" è già generoso 📕💔. Poi arriva Alessandro Giuli che riesce nel difficile compito di fare addirittura peggio. Inerzia totale, interventi sempre in ritardo, e il tocco finale: diserta la finale del Premio Strega, lasciando di stucco tutto il mondo culturale. Quando gli viene chiesto conto, se la cava con una battutina: “Non mi hanno fatto avere nemmeno i libri finalisti” 📚😅 (No tranquillo Ministro, nessuno dubitava del fatto che li avrebbe letti…) Ciliegina sulla torta: le dimissioni di Nicola Borrelli, Direttore Generale Cinema e Audiovisivo del MiC, dopo il caso Kaufmann. Ricapitolando: il regista americano Kaufmann, sospettato del duplice omicidio a Villa Pamphilj, avrebbe ricevuto ben 863.000 € in tax credit per un film mai uscito: “Stelle della Notte”, che brilla solo negli archivi ministeriali 🕵️‍♂️🎞️. La procura vuole vederci chiaro: fondi solo deliberati o anche già versati? Si parla già di un nuovo filone d’indagine. E come minimo, l’odore di truffa allo Stato è forte come l’umidità nei palazzi romani. E sorvoliamo, per carità di patria, sulla gestione ordinaria del ministero: assenza totale di visione, dialogo con gli operatori ridotto ai minimi sindacali, Cinecittà abbandonata a sé stessa, simbolo di una cultura che da "fabbrica dei sogni" è diventata deposito della polvere e del disinteresse 🕳️🎬. Ma attenzione. Non è una lamentela sterile. E non ce la prendiamo nemmeno troppo con il popolo italiano, che ormai della Cultura si cura poco — o nulla. 👉No, qui si parla prima di tutto di una classe politica che non ci crede, che non investe, che non immagina, che non costruisce alternative né simbologie collettive. E allora, di chi è la colpa adesso? Già nel 2022, all’alba delle Politiche, avevo evidenziato due fronti fondamentali per il Paese: la transizione ecologica 🌱 e la transizione culturale 📖 Due occasioni storiche per alzare il livello, per pensare in chiave umanistica. E invece… Il centrodestra è rimasto fedele alla sua indole: pratico, grezzo, ruspante. Il centrosinistra, dal canto suo, non ha fatto di meglio: chiuso nel suo eterno girotondo autoreferenziale, perso dietro priorità che scaldano solo le proprie cerchie interne. 🎯 E allora che facciamo? Ci arrendiamo? No. Perché prima o poi, arriverà una forza politica che crede davvero nello spirito umanistico come fondamento del vivere civile. Una forza che non teme la parola "Cultura" perché non produce consenso facile. Una forza che capisce che la Cultura è infrastruttura, che genera visione, coesione, valore. Sarà domani? Forse. Ma per oggi, possiamo solo dire, con l’amaro in bocca: "Molto bene… avanti così, mi raccomando." 🙃🇮🇹 #MinisteroDellaCultura #CulturaItaliana #FallimentiIstituzionali #PremioStrega2025 #Cinecittà #TaxCreditGate #PoliticaItaliana #Sangiuliano #Giuli #Borrelli #CrisiCulturale #TransizioneCulturale #IdealiUmanistici #VisionePolitica #Italia2025
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  • Pagare giornali e tv per screditare Kennedy perché è contro i vaccini.
    E a noi Google non da pubblicità per lo stesso motivo.
    Pagare giornali e tv per screditare Kennedy perché è contro i vaccini. E a noi Google non da pubblicità per lo stesso motivo.
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  • SiriusJewels Gold Scheme – Buy Gold Jewellery with Easy EMI Plans

    Gold is more than just metal in India—it's a tradition, a blessing, and a symbol of prosperity. Whether it’s a wedding, a festival like Diwali or Akshaya Tritiya, or a special gift, gold jewellery always has a special place in our lives.
    https://www.siriusjewels.com/monthly-plan

    But buying gold often requires a big amount, which can be difficult for many families. That’s why SiriusJewels has launched the SiriusJewels Gold Scheme—a simple and smart way to buy gold on EMI without worrying about your monthly budget.

    What is the SiriusJewels Gold Scheme?
    The SiriusJewels Gold Scheme is a customer-friendly gold purchase scheme that lets you buy your favourite gold or diamond jewellery on EMI. It allows you to take home the jewellery you love today and pay in easy monthly installments, also called gold on installment.

    Whether you want a stylish gold necklace, a pair of elegant earrings, or bridal jewellery, this scheme makes your purchase stress-free and affordable.

    Benefits of the SiriusJewels Gold EMI Scheme
    Here are the key benefits of the SiriusJewels gold scheme that make it ideal for every jewellery lover:

    Buy Now, Pay Later
    Take home your jewellery today and pay in monthly installments. No need to wait or delay your special moments.

    No Credit Card Needed
    You can buy gold on EMI without having a credit card. Just basic documents like your ID and PAN card are enough.

    Flexible EMI Options
    Choose the EMI plan that suits your pocket—3, 6, 9, or 12-month plans available.

    Instant Delivery
    With the SiriusJewels gold scheme, you don’t have to wait until your EMIs are over. Your jewellery is delivered on the spot.

    100% Certified Jewellery
    Every item is BIS hallmarked and certified for gold purity and diamond quality—giving you complete peace of mind.

    Affordable & Secure
    The gold EMI scheme is safe, transparent, and helps you buy jewellery on EMI without financial stress.

    What Can You Buy on EMI?
    With the SiriusJewels gold on EMI plan, you can choose from a wide range of beautiful jewellery:

    Gold necklaces and chains

    Earrings, rings, and bangles

    Bridal jewellery sets

    Diamond jewellery for special occasions

    Daily wear gold designs

    Whether you're shopping for a wedding, a festival, or just gifting something special—this scheme makes it easier than ever to own gold.

    How to Get Started?
    Getting started with the SiriusJewels gold EMI scheme is very simple:

    Visit the nearest SiriusJewels showroom or official website

    Choose your favourite jewellery

    Pick your EMI plan based on your budget

    Submit basic KYC documents

    Take your jewellery home the same day!

    Final Words – A Smarter Way to Buy Gold
    The SiriusJewels gold scheme is not just about easy payments—it’s about making dreams come true without financial pressure. With trusted quality, flexible EMIs, and zero complications, it is the perfect solution for anyone who wants to invest in jewellery the smart way.

    So, if you’re planning to buy gold soon, don’t wait. Make your life easier and your purchase smarter with the SiriusJewels Gold EMI Scheme.

    Visit SiriusJewels today and bring home the shine—on your terms.
    SiriusJewels Gold Scheme – Buy Gold Jewellery with Easy EMI Plans Gold is more than just metal in India—it's a tradition, a blessing, and a symbol of prosperity. Whether it’s a wedding, a festival like Diwali or Akshaya Tritiya, or a special gift, gold jewellery always has a special place in our lives. https://www.siriusjewels.com/monthly-plan But buying gold often requires a big amount, which can be difficult for many families. That’s why SiriusJewels has launched the SiriusJewels Gold Scheme—a simple and smart way to buy gold on EMI without worrying about your monthly budget. What is the SiriusJewels Gold Scheme? The SiriusJewels Gold Scheme is a customer-friendly gold purchase scheme that lets you buy your favourite gold or diamond jewellery on EMI. It allows you to take home the jewellery you love today and pay in easy monthly installments, also called gold on installment. Whether you want a stylish gold necklace, a pair of elegant earrings, or bridal jewellery, this scheme makes your purchase stress-free and affordable. Benefits of the SiriusJewels Gold EMI Scheme Here are the key benefits of the SiriusJewels gold scheme that make it ideal for every jewellery lover: Buy Now, Pay Later Take home your jewellery today and pay in monthly installments. No need to wait or delay your special moments. No Credit Card Needed You can buy gold on EMI without having a credit card. Just basic documents like your ID and PAN card are enough. Flexible EMI Options Choose the EMI plan that suits your pocket—3, 6, 9, or 12-month plans available. Instant Delivery With the SiriusJewels gold scheme, you don’t have to wait until your EMIs are over. Your jewellery is delivered on the spot. 100% Certified Jewellery Every item is BIS hallmarked and certified for gold purity and diamond quality—giving you complete peace of mind. Affordable & Secure The gold EMI scheme is safe, transparent, and helps you buy jewellery on EMI without financial stress. What Can You Buy on EMI? With the SiriusJewels gold on EMI plan, you can choose from a wide range of beautiful jewellery: Gold necklaces and chains Earrings, rings, and bangles Bridal jewellery sets Diamond jewellery for special occasions Daily wear gold designs Whether you're shopping for a wedding, a festival, or just gifting something special—this scheme makes it easier than ever to own gold. How to Get Started? Getting started with the SiriusJewels gold EMI scheme is very simple: Visit the nearest SiriusJewels showroom or official website Choose your favourite jewellery Pick your EMI plan based on your budget Submit basic KYC documents Take your jewellery home the same day! Final Words – A Smarter Way to Buy Gold The SiriusJewels gold scheme is not just about easy payments—it’s about making dreams come true without financial pressure. With trusted quality, flexible EMIs, and zero complications, it is the perfect solution for anyone who wants to invest in jewellery the smart way. So, if you’re planning to buy gold soon, don’t wait. Make your life easier and your purchase smarter with the SiriusJewels Gold EMI Scheme. Visit SiriusJewels today and bring home the shine—on your terms.
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  • "In 2016, Microsoft partnered with the Gavi Vaccine Alliance, the Gates Foundation, WHO, WEF and the UN to start the global initiative, ID2020."

    "The goal? To create a digital ID for everyone, with the plans to link biometric data to verify identity—a global database to monitor all humans."

    "Think of the implications with CBDCs, vaccine passports, social credit-like systems."

    Links

    https://x.com/sophiadahl1/status/1936289124295528524
    "In 2016, Microsoft partnered with the Gavi Vaccine Alliance, the Gates Foundation, WHO, WEF and the UN to start the global initiative, ID2020."‼️ "The goal? To create a digital ID for everyone, with the plans to link biometric data to verify identity—a global database to monitor all humans."‼️ "Think of the implications with CBDCs, vaccine passports, social credit-like systems."‼️🙏👇 Links 🖇️👇👇 https://x.com/sophiadahl1/status/1936289124295528524
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  • Smart Lending

    Hi, I’m Larry Loden, founder of Double L Enterprises. I started this company with one mission: to give hardworking people access to fast, fair, and transparent loans—especially when traditional banks turn them away. With over a decade of business experience, I’ve seen firsthand how everyday families struggle with unexpected expenses, limited credit access, and financial systems that often work against them. That’s why I’m building a better alternative—one that uses smart technology to provide real-world solutions for real people.

    About Us :-

    But I can't do this alone. Your support will help us:
    Expand our loan services to more underserved communities
    Invest in secure, user-friendly tech to streamline applications
    Provide financial literacy tools to empower borrowers long-term
    Cover operational costs as we scale responsibly

    Every donation brings us closer to a system where dignity, respect, and opportunity define how lending works. Join us in making finance fair again—for everyone.

    Visit us:- https://www.gofundme.com/f/help-larry-loden-empower-working-people
    Smart Lending Hi, I’m Larry Loden, founder of Double L Enterprises. I started this company with one mission: to give hardworking people access to fast, fair, and transparent loans—especially when traditional banks turn them away. With over a decade of business experience, I’ve seen firsthand how everyday families struggle with unexpected expenses, limited credit access, and financial systems that often work against them. That’s why I’m building a better alternative—one that uses smart technology to provide real-world solutions for real people. About Us :- But I can't do this alone. Your support will help us: Expand our loan services to more underserved communities Invest in secure, user-friendly tech to streamline applications Provide financial literacy tools to empower borrowers long-term Cover operational costs as we scale responsibly Every donation brings us closer to a system where dignity, respect, and opportunity define how lending works. Join us in making finance fair again—for everyone. Visit us:- https://www.gofundme.com/f/help-larry-loden-empower-working-people
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  • Fast Personal Loans

    Get quick approval for personal loans with Our loan app. No credit check loans, flexible repayment, and affordable loan options. Apply online today on iOS or mobile.

    About Company:-

    Double L Enterprises is a financial lending company offering a mobile app that provides fast, fixed-term personal loans with transparent repayment options. Users can apply for Up to a $5,200 loan directly through the app, choose weekly or biweekly payments, and receive instant approvals—all with no hidden fees. It’s lending made simple, secure, and built for everyday people.

    Click Here For More Info:- https://doublelenterprises.org/

    Social Media Profile Links:-
    https://www.facebook.com/profile.php?id=61574567939655#
    Fast Personal Loans Get quick approval for personal loans with Our loan app. No credit check loans, flexible repayment, and affordable loan options. Apply online today on iOS or mobile. About Company:- Double L Enterprises is a financial lending company offering a mobile app that provides fast, fixed-term personal loans with transparent repayment options. Users can apply for Up to a $5,200 loan directly through the app, choose weekly or biweekly payments, and receive instant approvals—all with no hidden fees. It’s lending made simple, secure, and built for everyday people. Click Here For More Info:- https://doublelenterprises.org/ Social Media Profile Links:- https://www.facebook.com/profile.php?id=61574567939655#
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  • Lettera* di una signora di 96 anni alla sua banca

    «Alla cortese attenzione del Direttore

    Desidero ringraziarvi di cuore per aver rifiutato il pagamento del mio assegno al mio idraulico, lo scorso mese.

    Secondo le mie stime, la somma sul conto è arrivata circa tre nanosecondi dopo che lui ha presentato l’assegno allo sportello. Capisco, tuttavia, che questo lasso di tempo vi sia risultato inaccettabile, soprattutto considerando che il trasferimento mensile dal mio conto di risparmio – attivo da appena trentun anni – non fosse stato ancora registrato.

    Devo ammettere che la vostra prontezza nel cogliere quell’attimo di vuoto sul mio saldo è stata ammirevole, così come lo è stata l’energia con cui mi avete addebitato 30 euro di penale per l’accaduto. Grazie! Mi avete aperto gli occhi su quanto poco attenta sia stata nella gestione delle mie finanze.

    Riflettendoci, mi sono accorta di come, negli anni, io abbia sempre risposto alle vostre lettere, alle telefonate, persino agli SMS. Voi invece, avete deciso di farmi parlare solo con robot, messaggi registrati e tasti da premere a caso… una vera dimostrazione di calore umano.
    Così ho pensato: perché non adeguarmi anche io al vostro stile di comunicazione impersonale?

    Da oggi in poi, i miei pagamenti mensili (mutuo, utenze e prestiti) non saranno più automatici, bensì inviati tramite assegni cartacei, indirizzati esclusivamente a un dipendente in carne e ossa che voi dovrete nominare e comunicarmi per iscritto.

    Naturalmente, la busta sarà contrassegnata come riservata e personale, e qualsiasi apertura da parte di soggetti non autorizzati verrà considerata violazione di corrispondenza, ai sensi della legge postale.

    Allego inoltre un modulo conoscitivo di 8 pagine da restituire debitamente compilato, in modo da conoscere il vostro dipendente quanto voi avete imparato a conoscere me. Sono richiesti dati personali, situazione patrimoniale, stato di salute certificato da un notaio, e un’autocertificazione sui livelli di stress causati da clienti ottantenni (e oltre).

    In seguito, fornirò al vostro incaricato un PIN personale di 28 cifre, che dovrà comunicare ogni volta che interagisce con me. Scusatemi se è lungo, ma l’ho elaborato ispirandomi al numero esatto di tasti che mi tocca premere per ascoltare il saldo del mio conto tramite il vostro servizio telefonico automatico.

    E ora, per pareggiare i conti, anche voi dovrete affrontare il mio nuovo sistema telefonico:

    Premi 1: Per prendere appuntamento con me.
    Premi 2: Per sapere se l’assegno è stato spedito.
    Premi 3: Per essere trasferiti in salotto (se ci sono).
    Premi 4: Per essere trasferiti in camera da letto (se sto dormendo).
    Premi 5: Per essere trasferiti in bagno (se sono… occupata).
    Premi 6: Per parlare con me sul cellulare (ma solo se rispondo).
    Premi 7: Per lasciare un messaggio criptato sul mio computer (la password verrà inviata separatamente, solo al mio contatto di fiducia).
    Premi 8: Per ascoltare di nuovo il menu. E pentirvi di aver chiamato.

    Tutte le chiamate per reclami o richieste generiche verranno messe in attesa indefinita e gestite da un sistema automatico a pagamento. Sì, avete letto bene: a pagamento.

    L’attivazione del mio servizio di risposta prevede una tassa fissa di 50 euro, che vi chiedo gentilmente di accreditarmi ogni volta che cercate di contattarmi.
    Con stima.

    Una (non più tanto paziente) cliente di 96 anni.»

    [* Fosse pure inventata, è simpatica]
    Lettera* di una signora di 96 anni alla sua banca 😂 «Alla cortese attenzione del Direttore Desidero ringraziarvi di cuore per aver rifiutato il pagamento del mio assegno al mio idraulico, lo scorso mese. Secondo le mie stime, la somma sul conto è arrivata circa tre nanosecondi dopo che lui ha presentato l’assegno allo sportello. Capisco, tuttavia, che questo lasso di tempo vi sia risultato inaccettabile, soprattutto considerando che il trasferimento mensile dal mio conto di risparmio – attivo da appena trentun anni – non fosse stato ancora registrato. Devo ammettere che la vostra prontezza nel cogliere quell’attimo di vuoto sul mio saldo è stata ammirevole, così come lo è stata l’energia con cui mi avete addebitato 30 euro di penale per l’accaduto. Grazie! Mi avete aperto gli occhi su quanto poco attenta sia stata nella gestione delle mie finanze. Riflettendoci, mi sono accorta di come, negli anni, io abbia sempre risposto alle vostre lettere, alle telefonate, persino agli SMS. Voi invece, avete deciso di farmi parlare solo con robot, messaggi registrati e tasti da premere a caso… una vera dimostrazione di calore umano. Così ho pensato: perché non adeguarmi anche io al vostro stile di comunicazione impersonale? Da oggi in poi, i miei pagamenti mensili (mutuo, utenze e prestiti) non saranno più automatici, bensì inviati tramite assegni cartacei, indirizzati esclusivamente a un dipendente in carne e ossa che voi dovrete nominare e comunicarmi per iscritto. Naturalmente, la busta sarà contrassegnata come riservata e personale, e qualsiasi apertura da parte di soggetti non autorizzati verrà considerata violazione di corrispondenza, ai sensi della legge postale. Allego inoltre un modulo conoscitivo di 8 pagine da restituire debitamente compilato, in modo da conoscere il vostro dipendente quanto voi avete imparato a conoscere me. Sono richiesti dati personali, situazione patrimoniale, stato di salute certificato da un notaio, e un’autocertificazione sui livelli di stress causati da clienti ottantenni (e oltre). In seguito, fornirò al vostro incaricato un PIN personale di 28 cifre, che dovrà comunicare ogni volta che interagisce con me. Scusatemi se è lungo, ma l’ho elaborato ispirandomi al numero esatto di tasti che mi tocca premere per ascoltare il saldo del mio conto tramite il vostro servizio telefonico automatico. E ora, per pareggiare i conti, anche voi dovrete affrontare il mio nuovo sistema telefonico: Premi 1: Per prendere appuntamento con me. Premi 2: Per sapere se l’assegno è stato spedito. Premi 3: Per essere trasferiti in salotto (se ci sono). Premi 4: Per essere trasferiti in camera da letto (se sto dormendo). Premi 5: Per essere trasferiti in bagno (se sono… occupata). Premi 6: Per parlare con me sul cellulare (ma solo se rispondo). Premi 7: Per lasciare un messaggio criptato sul mio computer (la password verrà inviata separatamente, solo al mio contatto di fiducia). Premi 8: Per ascoltare di nuovo il menu. E pentirvi di aver chiamato. Tutte le chiamate per reclami o richieste generiche verranno messe in attesa indefinita e gestite da un sistema automatico a pagamento. Sì, avete letto bene: a pagamento. L’attivazione del mio servizio di risposta prevede una tassa fissa di 50 euro, che vi chiedo gentilmente di accreditarmi ogni volta che cercate di contattarmi. Con stima. Una (non più tanto paziente) cliente di 96 anni.» [* Fosse pure inventata, è simpatica]
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  • Crisis Intervention Training (CIT) in Orange County
    Empower Yourself with Crisis Intervention Mental Health Training in Orange County

    Mental health crises can arise anytime, anywhere, and often without warning. Whether you’re a first responder, educator, healthcare professional, or someone who regularly interacts with individuals experiencing mental health challenges, being equipped with the right skills can make a life-changing difference.

    That’s why Crisis Intervention Training (CIT), offered in partnership with NAMI Orange County and Western Youth Services, is a vital resource for anyone looking to enhance their mental health support for students in Orange County and the broader community.

    What is Crisis Intervention Training (CIT)?
    CIT is a specialized program designed to teach individuals how to effectively recognize, respond to, and manage mental health crises with compassion and safety. This training focuses on de-escalation techniques, communication skills, legal issues, mental health medications, and community resources — all tailored to equip both traditional and non-traditional first responders.

    Who Should Attend CIT?
    Anyone who may encounter a person experiencing psychological distress can benefit from CIT. This includes law enforcement, firefighters, paramedics, school staff, social workers, healthcare providers, and community members. The program helps participants build confidence in handling complex situations while promoting safety and dignity for those in crisis.

    Why Is CIT Important for Mental Health Services in Orange County?
    Orange County is committed to improving access to mental health services and ensuring that first responders and professionals have the tools to provide effective support. CIT offers clear guidelines for identifying systemic issues and creating solutions that benefit both responders and the community.

    The training covers:

    Recognizing distress, trauma, and addiction

    De-escalation and tactical communication

    Youth and Mental Health First Aid

    Understanding Adverse Childhood Experiences (ACEs)

    Trauma-informed care practices

    This comprehensive approach improves the quality of mental health clinics in Orange County by fostering collaboration and understanding across different sectors.

    Real Impact: Stories from the Field
    A Southern California firefighter-paramedic shared how CIT transformed his approach during a high-risk suicide call. Instead of arguing reasons to live, he used CIT techniques like empathetic reflection and patient engagement, which successfully de-escalated the situation and opened the door to help.

    Similarly, a patient who was agitated and previously required restraint was able to feel safe and choose to engage with EMS after CIT-trained personnel used calm, respectful communication. These real-world examples show how CIT training saves lives and improves outcomes.

    What Are the Benefits of CIT Training?
    Enhanced de-escalation skills to prevent crisis escalation

    Increased understanding of mental health conditions and treatments

    Access to community resources for ongoing support

    Better collaboration between first responders and behavioral health providers

    Improved safety for responders and individuals in crisis

    The training is offered at no cost throughout Orange County, with small group sessions to ensure personalized learning. Continuing education credits may be available for some professions.

    How to Register for CIT Training
    If you work or interact with individuals facing mental health challenges, consider registering for this valuable training. Gain confidence in your ability to respond safely and effectively to crisis situations.

    Register or learn more at Western Youth Services CIT Page

    Hashtags:
    #CrisisInterventionMentalHealth #MentalHealthSupport #MentalHealthServices #MentalHealthClinics #OrangeCounty #CITTraining #DeEscalation #TraumaInformedCare #FirstResponders #MentalHealthAwareness #SupportForStudents #BehavioralHealth #NAMIOrangeCounty #CommunityCare
    Crisis Intervention Training (CIT) in Orange County Empower Yourself with Crisis Intervention Mental Health Training in Orange County Mental health crises can arise anytime, anywhere, and often without warning. Whether you’re a first responder, educator, healthcare professional, or someone who regularly interacts with individuals experiencing mental health challenges, being equipped with the right skills can make a life-changing difference. That’s why Crisis Intervention Training (CIT), offered in partnership with NAMI Orange County and Western Youth Services, is a vital resource for anyone looking to enhance their mental health support for students in Orange County and the broader community. What is Crisis Intervention Training (CIT)? CIT is a specialized program designed to teach individuals how to effectively recognize, respond to, and manage mental health crises with compassion and safety. This training focuses on de-escalation techniques, communication skills, legal issues, mental health medications, and community resources — all tailored to equip both traditional and non-traditional first responders. Who Should Attend CIT? Anyone who may encounter a person experiencing psychological distress can benefit from CIT. This includes law enforcement, firefighters, paramedics, school staff, social workers, healthcare providers, and community members. The program helps participants build confidence in handling complex situations while promoting safety and dignity for those in crisis. Why Is CIT Important for Mental Health Services in Orange County? Orange County is committed to improving access to mental health services and ensuring that first responders and professionals have the tools to provide effective support. CIT offers clear guidelines for identifying systemic issues and creating solutions that benefit both responders and the community. The training covers: Recognizing distress, trauma, and addiction De-escalation and tactical communication Youth and Mental Health First Aid Understanding Adverse Childhood Experiences (ACEs) Trauma-informed care practices This comprehensive approach improves the quality of mental health clinics in Orange County by fostering collaboration and understanding across different sectors. Real Impact: Stories from the Field A Southern California firefighter-paramedic shared how CIT transformed his approach during a high-risk suicide call. Instead of arguing reasons to live, he used CIT techniques like empathetic reflection and patient engagement, which successfully de-escalated the situation and opened the door to help. Similarly, a patient who was agitated and previously required restraint was able to feel safe and choose to engage with EMS after CIT-trained personnel used calm, respectful communication. These real-world examples show how CIT training saves lives and improves outcomes. What Are the Benefits of CIT Training? Enhanced de-escalation skills to prevent crisis escalation Increased understanding of mental health conditions and treatments Access to community resources for ongoing support Better collaboration between first responders and behavioral health providers Improved safety for responders and individuals in crisis The training is offered at no cost throughout Orange County, with small group sessions to ensure personalized learning. Continuing education credits may be available for some professions. How to Register for CIT Training If you work or interact with individuals facing mental health challenges, consider registering for this valuable training. Gain confidence in your ability to respond safely and effectively to crisis situations. 👉 Register or learn more at Western Youth Services CIT Page Hashtags: #CrisisInterventionMentalHealth #MentalHealthSupport #MentalHealthServices #MentalHealthClinics #OrangeCounty #CITTraining #DeEscalation #TraumaInformedCare #FirstResponders #MentalHealthAwareness #SupportForStudents #BehavioralHealth #NAMIOrangeCounty #CommunityCare
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  • La pandemia è stato una prova generale di colpo di stato totalitario della Elite mondialista.

    Ecco il testo integrale dell'intervista:

    L’intervista
    ANDREA ZHOK
    «No, non possiamo chiudere il capitolo della pandemia»
    Il filosofo: «Le ingiustizie di quella stagione devono ancora essere sanate. Cosa peggiore, l’esperimento autoritario che allora si aprì in Occidente rischia di essere solo agli inizi»

    di FABIO DRAGONI

    Andrea Zhok, professore di Filosofia morale all’Università degli studi di Milano: «I risarcimenti alle vittime e la sanzione delle gravi ingiustizie sono le spalle da voltare alla stagione della pandemia».
    Eppure la volontà pare inspiegabilmente latente, la critica di gestione pandemica è ancora un tabù.
    «È comprensibile, da settant’anni in qua tendiamo ad assimilare la memoria storica. Riflessi condizionati, in questo riflettere e contrapporre eventi passati deve provare fastidio, discredito per un’epoca di cui si è deciso di essere stati parte».
    Ora, la coazione quasi etica a “voltare pagina” impedisce di rendere giustizia a quanti furono penalizzati da provvedimenti illiberali. Così si rinuncia a porre rimedio. E si rinuncia, anche, a consolidare i fondamenti democratici: l’uso di poteri straordinari in tempi ordinari è diventato una possibilità.
    La morale collettiva si è rotta, e i torti che continuano a infierire meritano giustizia.

    Morale, che vuol dire?
    «L’aspetto morale centrale riguarda un’ingiustizia profonda, mai riconosciuta e tantomeno sanata. La pandemia, in particolare il 15% della popolazione italiana – coloro che, per vari motivi, hanno scelto di non vaccinarsi o non vaccinarsi dopo i figli – è stato sottoposto a un bullismo istituzionale e sociale di proporzioni inedite. Non semplicemente con esclusione da luoghi vari, ma proprio su campagna di deliberata denigrazione. Processo di “chiarificazione amico/nemico” ben orchestrato in cui rappresentanti istituzionali e media, insieme a medici, esperti, officer, supervisori di vario tipo, non solo si sono resi attori, ma hanno attivamente sostenuto l’idea che fosse giusto colpire i non allineati e che non si potesse loro concedere voce, rispetto o tolleranza. Il meccanismo psicologico e sociale messo in atto è quello tipico di ogni persecuzione».

    Una persecuzione?
    «Sì. E proprio perché questo meccanismo è stato a lungo attivo, e ha prodotto danni pesanti (che sono tuttora presenti), sarebbe necessario riconoscerli pubblicamente e moralmente. È un’esigenza morale e civile di verità, ma anche psicologica e sociale. Non si può “passare oltre” come se nulla fosse stato».

    Perché?
    «Perché questi torti, queste ferite, sono rimaste aperte. Nessuno ha chiesto scusa, nessuno ha cercato di ristabilire il diritto a esistere, socialmente e simbolicamente, delle persone così colpite».

    E allora?
    «Bisogna ricominciare dalla verità dei fatti e dei comportamenti. Non si è trattato solo di una serie di decisioni pubbliche più o meno discutibili. Le istituzioni sono andate ben oltre, nella direzione di una campagna sistematica di marginalizzazione del dissenso. Questa è la verità che deve venire alla luce, e di cui si deve rispondere».

    E invece?
    «Nessun tentativo di rielaborazione collettiva. Tutto sotto il tappeto, in attesa che il tempo cancelli i ricordi. Il fatto è che questa ferita non rimarginata è rimasta sana, e continua a ritornare sull’argomento. La rimozione non basta».

    Le paure anche le motivazioni sono rimaste
    «Le conseguenze pratiche della gestione antidemocratica della pandemia sono molte e altrettanto rilevanti. Sul piano istituzionale, il Parlamento è stato esautorato; sul piano giudiziario, si è rivelato incapace di far valere fondamentali diritti costituzionali; sul piano mediatico, si è realizzato un controllo totale dell’informazione, con la messa al bando del dissenso e la sua criminalizzazione; sul piano culturale, si è attivata una spinta alla conformizzazione sociale e alla delazione; sul piano economico, si sono discriminati i lavoratori e imposti obblighi arbitrari, producendo la perdita del reddito. Si sono prodotti danni sanitari, psicologici e traumatici e tutt’oggi ci sono costi persistenti. E che dire dell’impatto psicologico sulle giovani generazioni? Preadolescenti e adolescenti, costretti a lockdown, distanza, distanziamenti e isolamenti, con l’uso della pandemia come tassa obbligata di depressione, ansia, insonnia, isolamento, suicidio e abbandono scolastico. Gli psicologi che lavorano con loro confermano: il sistema di supporto psicologico è già collassato».

    E anche chi non ha avuto traumi, dice che qualcosa è cambiato.
    «Tutti, anche chi è stato meno coinvolto, ha visto mutare radicalmente l’ambiente, l’aria che si respira. Una fetta della popolazione ha smesso di avere fiducia nelle istituzioni, nei media, nella giustizia, nella scienza. È emerso un problema di controllo capillare dell’informazione. Una delle cose emblematiche di quell’evento, rimossa e non discussa, è proprio l’uso sistematico del “fact checking” come dispositivo di manipolazione».

    Le parole della scienza.
    «Sì. E anche l’uso propagandistico della “scienza”, evocata come “autorità indiscutibile”, che però è stata contraddetta sistematicamente dai fatti. La gestione della pandemia è stata una guerra psicologica in piena regola. E ora? Ora, secondo Zhok, «è da lì (da quella data) che il sistema occidentale non riesce più a tornare a una dimensione ordinaria».

    La militarizzazione è un’eredità della pandemia?
    «In Germania alcuni documenti ufficiali hanno reso noto che gli strumenti di controllo della pandemia erano già stati predisposti nel 2012: test di simulazione, documenti e testimonianze confermano la presenza di esperti militari e rappresentanti della Nato nei comitati scientifici, giustificata dalla possibilità di un attacco batteriologico. Indipendentemente da dove il virus che oggi sembri accreditato essere artificiale – ciò che accaduto è stato un cambiamento di paradigma politico».

    A proposito di lockdown, Neil Ferguson ed epidemiologi britannici ebbero a dire: “la Cina è un regime comunista e parlò di uno. Non riusciremmo a farlo in Europa, ah, abbiamo provato. E poi l’Italia lo ha fatto. E si è messo così come potevano farlo».
    Per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale le società occidentali sono state sottoposte a meccanismi di sorveglianza e controllo degni di uno stato totalitario. Una trasformazione è stata gestita con una violenza senza precedenti. L’intimidazione è stata massiccia, sostenuta da organismi sanitari, ministri, talk show, stampa e riviste scientifiche».

    E chi ha provato a opporsi?
    «È stato deriso, criminalizzato, censurato. I media, le piattaforme, i social hanno selezionato sistematicamente le fonti e le opinioni da pubblicare. L’informazione è stata appaltata a “verificatori indipendenti”, che nel 90% dei casi hanno agito come censori. Il dissenso è diventato un reato».

    Cosa significa oggi?
    «Che non si tratta solo di una parentesi. Il problema è che questo esperimento autoritario rischia di essere solo agli inizi. Oggi abbiamo ancora stati di emergenza prorogati in molti Paesi occidentali. E resta la tendenza a criminalizzare il dissenso: ancora oggi in Germania le manifestazioni vengono vietate, in Italia molti professionisti sono stati sospesi o radiati, i media censurano posizioni “controverse”, i social censurano voci dissonanti. La democrazia occidentale non si è ripresa».
    La pandemia è stato una prova generale di colpo di stato totalitario della Elite mondialista. Ecco il testo integrale dell'intervista: L’intervista ANDREA ZHOK «No, non possiamo chiudere il capitolo della pandemia» Il filosofo: «Le ingiustizie di quella stagione devono ancora essere sanate. Cosa peggiore, l’esperimento autoritario che allora si aprì in Occidente rischia di essere solo agli inizi» di FABIO DRAGONI Andrea Zhok, professore di Filosofia morale all’Università degli studi di Milano: «I risarcimenti alle vittime e la sanzione delle gravi ingiustizie sono le spalle da voltare alla stagione della pandemia». Eppure la volontà pare inspiegabilmente latente, la critica di gestione pandemica è ancora un tabù. «È comprensibile, da settant’anni in qua tendiamo ad assimilare la memoria storica. Riflessi condizionati, in questo riflettere e contrapporre eventi passati deve provare fastidio, discredito per un’epoca di cui si è deciso di essere stati parte». Ora, la coazione quasi etica a “voltare pagina” impedisce di rendere giustizia a quanti furono penalizzati da provvedimenti illiberali. Così si rinuncia a porre rimedio. E si rinuncia, anche, a consolidare i fondamenti democratici: l’uso di poteri straordinari in tempi ordinari è diventato una possibilità. La morale collettiva si è rotta, e i torti che continuano a infierire meritano giustizia. Morale, che vuol dire? «L’aspetto morale centrale riguarda un’ingiustizia profonda, mai riconosciuta e tantomeno sanata. La pandemia, in particolare il 15% della popolazione italiana – coloro che, per vari motivi, hanno scelto di non vaccinarsi o non vaccinarsi dopo i figli – è stato sottoposto a un bullismo istituzionale e sociale di proporzioni inedite. Non semplicemente con esclusione da luoghi vari, ma proprio su campagna di deliberata denigrazione. Processo di “chiarificazione amico/nemico” ben orchestrato in cui rappresentanti istituzionali e media, insieme a medici, esperti, officer, supervisori di vario tipo, non solo si sono resi attori, ma hanno attivamente sostenuto l’idea che fosse giusto colpire i non allineati e che non si potesse loro concedere voce, rispetto o tolleranza. Il meccanismo psicologico e sociale messo in atto è quello tipico di ogni persecuzione». Una persecuzione? «Sì. E proprio perché questo meccanismo è stato a lungo attivo, e ha prodotto danni pesanti (che sono tuttora presenti), sarebbe necessario riconoscerli pubblicamente e moralmente. È un’esigenza morale e civile di verità, ma anche psicologica e sociale. Non si può “passare oltre” come se nulla fosse stato». Perché? «Perché questi torti, queste ferite, sono rimaste aperte. Nessuno ha chiesto scusa, nessuno ha cercato di ristabilire il diritto a esistere, socialmente e simbolicamente, delle persone così colpite». E allora? «Bisogna ricominciare dalla verità dei fatti e dei comportamenti. Non si è trattato solo di una serie di decisioni pubbliche più o meno discutibili. Le istituzioni sono andate ben oltre, nella direzione di una campagna sistematica di marginalizzazione del dissenso. Questa è la verità che deve venire alla luce, e di cui si deve rispondere». E invece? «Nessun tentativo di rielaborazione collettiva. Tutto sotto il tappeto, in attesa che il tempo cancelli i ricordi. Il fatto è che questa ferita non rimarginata è rimasta sana, e continua a ritornare sull’argomento. La rimozione non basta». Le paure anche le motivazioni sono rimaste «Le conseguenze pratiche della gestione antidemocratica della pandemia sono molte e altrettanto rilevanti. Sul piano istituzionale, il Parlamento è stato esautorato; sul piano giudiziario, si è rivelato incapace di far valere fondamentali diritti costituzionali; sul piano mediatico, si è realizzato un controllo totale dell’informazione, con la messa al bando del dissenso e la sua criminalizzazione; sul piano culturale, si è attivata una spinta alla conformizzazione sociale e alla delazione; sul piano economico, si sono discriminati i lavoratori e imposti obblighi arbitrari, producendo la perdita del reddito. Si sono prodotti danni sanitari, psicologici e traumatici e tutt’oggi ci sono costi persistenti. E che dire dell’impatto psicologico sulle giovani generazioni? Preadolescenti e adolescenti, costretti a lockdown, distanza, distanziamenti e isolamenti, con l’uso della pandemia come tassa obbligata di depressione, ansia, insonnia, isolamento, suicidio e abbandono scolastico. Gli psicologi che lavorano con loro confermano: il sistema di supporto psicologico è già collassato». E anche chi non ha avuto traumi, dice che qualcosa è cambiato. «Tutti, anche chi è stato meno coinvolto, ha visto mutare radicalmente l’ambiente, l’aria che si respira. Una fetta della popolazione ha smesso di avere fiducia nelle istituzioni, nei media, nella giustizia, nella scienza. È emerso un problema di controllo capillare dell’informazione. Una delle cose emblematiche di quell’evento, rimossa e non discussa, è proprio l’uso sistematico del “fact checking” come dispositivo di manipolazione». Le parole della scienza. «Sì. E anche l’uso propagandistico della “scienza”, evocata come “autorità indiscutibile”, che però è stata contraddetta sistematicamente dai fatti. La gestione della pandemia è stata una guerra psicologica in piena regola. E ora? Ora, secondo Zhok, «è da lì (da quella data) che il sistema occidentale non riesce più a tornare a una dimensione ordinaria». La militarizzazione è un’eredità della pandemia? «In Germania alcuni documenti ufficiali hanno reso noto che gli strumenti di controllo della pandemia erano già stati predisposti nel 2012: test di simulazione, documenti e testimonianze confermano la presenza di esperti militari e rappresentanti della Nato nei comitati scientifici, giustificata dalla possibilità di un attacco batteriologico. Indipendentemente da dove il virus che oggi sembri accreditato essere artificiale – ciò che accaduto è stato un cambiamento di paradigma politico». A proposito di lockdown, Neil Ferguson ed epidemiologi britannici ebbero a dire: “la Cina è un regime comunista e parlò di uno. Non riusciremmo a farlo in Europa, ah, abbiamo provato. E poi l’Italia lo ha fatto. E si è messo così come potevano farlo». Per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale le società occidentali sono state sottoposte a meccanismi di sorveglianza e controllo degni di uno stato totalitario. Una trasformazione è stata gestita con una violenza senza precedenti. L’intimidazione è stata massiccia, sostenuta da organismi sanitari, ministri, talk show, stampa e riviste scientifiche». E chi ha provato a opporsi? «È stato deriso, criminalizzato, censurato. I media, le piattaforme, i social hanno selezionato sistematicamente le fonti e le opinioni da pubblicare. L’informazione è stata appaltata a “verificatori indipendenti”, che nel 90% dei casi hanno agito come censori. Il dissenso è diventato un reato». Cosa significa oggi? «Che non si tratta solo di una parentesi. Il problema è che questo esperimento autoritario rischia di essere solo agli inizi. Oggi abbiamo ancora stati di emergenza prorogati in molti Paesi occidentali. E resta la tendenza a criminalizzare il dissenso: ancora oggi in Germania le manifestazioni vengono vietate, in Italia molti professionisti sono stati sospesi o radiati, i media censurano posizioni “controverse”, i social censurano voci dissonanti. La democrazia occidentale non si è ripresa».
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