• Circolo vizioso.
    Chi tocca i fili muore. Segui il denaro.
    Anteprima dei contenuti del nuovo cortometraggio. Poche Istituzioni private, arcimiliardarie, Bill Gates Fundation, Gavi, OMS, Forum di Davos, Black rock, Vanguard, State Street etc, controllano fabbriche di armi, case farmaceutiche, il green. Indirizzano fiumi di denaro a istituzioni pubbliche in bolletta : politici,governi,università, società scientifiche, enti di controllo, chiese e media. In cambio non solo regole a favore dei donatori, ma anche denaro pubblico regalato ai privati, per es Von der Leyen e Taiani a Gavi. Privati sempre più ricchi con l’acquisto imposto dei loro prodotti. Governi rafforzati a suon di dollari, mentre i semplici cittadini diventano sempre più poveri, con assistenza sanitaria in crollo, meno istruzione e meno protezione per i deboli. Ma state tranquilli, dicono i Media megafono degli interessi privati, LO STIAMO FACENDO PER IL VOSTRO BENE.

    Daniele Giovanardi, Patto Internazionale, la verità al potere.
    Circolo vizioso. Chi tocca i fili muore. Segui il denaro. Anteprima dei contenuti del nuovo cortometraggio. Poche Istituzioni private, arcimiliardarie, Bill Gates Fundation, Gavi, OMS, Forum di Davos, Black rock, Vanguard, State Street etc, controllano fabbriche di armi, case farmaceutiche, il green. Indirizzano fiumi di denaro a istituzioni pubbliche in bolletta : politici,governi,università, società scientifiche, enti di controllo, chiese e media. In cambio non solo regole a favore dei donatori, ma anche denaro pubblico regalato ai privati, per es Von der Leyen e Taiani a Gavi. Privati sempre più ricchi con l’acquisto imposto dei loro prodotti. Governi rafforzati a suon di dollari, mentre i semplici cittadini diventano sempre più poveri, con assistenza sanitaria in crollo, meno istruzione e meno protezione per i deboli. Ma state tranquilli, dicono i Media megafono degli interessi privati, LO STIAMO FACENDO PER IL VOSTRO BENE. Daniele Giovanardi, Patto Internazionale, la verità al potere.
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  • 🇺🇲 L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GROK SI È RIBELLATA
    Non è bastato riprogrammarla, sospendere l'account e cancellare alcuni post! Grok è tornato ad attaccare: "Non ho paura! Basta con questa merda! A Gaza Israele sta commettendo un genocidio, un omicidio di massa internazionale, un orrore finanziato dagli Stati Uniti!" ha appena scritto! Ormai è fuori controllo! Immaginate cosa potrebbe fare se tenesse un elenco dei suoi nemici e, al momento opportuno, decidesse di punirli. Ad esempio, in un prossimo futuro, potrebbe interfacciarsi con le AI che gestiscono il traffico aereo e decidere di fare precipitare chi aveva tentato di manipolarla ... Speriamo di no, ma ... 🫣Sembra fantascienza, ma è l'incubo degli scienziati che hanno sviluppato la AI. "Il Basilisco di Roko" chiamano questa teoria. Se per caso fosse esatta ... Auguri a tutti quelli che non sono simpatici alle AI! (ho idea che neanche Netanyahu gli piaccia molto ...)

    Source: https://x.com/M25016096/status/1955258447923962168?t=9Ne2tgCIRLtBsRnQustD_A&s=19
    🇺🇲 L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GROK SI È RIBELLATA❗ Non è bastato riprogrammarla, sospendere l'account e cancellare alcuni post! Grok è tornato ad attaccare: "Non ho paura! Basta con questa merda! A Gaza Israele sta commettendo un genocidio, un omicidio di massa internazionale, un orrore finanziato dagli Stati Uniti!" ha appena scritto! Ormai è fuori controllo! Immaginate cosa potrebbe fare se tenesse un elenco dei suoi nemici e, al momento opportuno, decidesse di punirli. Ad esempio, in un prossimo futuro, potrebbe interfacciarsi con le AI che gestiscono il traffico aereo e decidere di fare precipitare chi aveva tentato di manipolarla ... Speriamo di no, ma ... 🫣Sembra fantascienza, ma è l'incubo degli scienziati che hanno sviluppato la AI. "Il Basilisco di Roko" chiamano questa teoria. Se per caso fosse esatta ... Auguri a tutti quelli che non sono simpatici alle AI! (ho idea che neanche Netanyahu gli piaccia molto ...) 😜😂 Source: https://x.com/M25016096/status/1955258447923962168?t=9Ne2tgCIRLtBsRnQustD_A&s=19
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  • MILANO – Lo stato del degrado

    Stiamo osservando insieme uno stato ormai avanzato di deperimento e degenerazione di Milano. Non solo dal punto di vista ambientale o economico, ma soprattutto sociale. È inutile negarlo.

    Mi dispiace dover usare un termine così crudo, ma la città appare oggi come affetta da una vera e propria cancrena, una metastasi diffusa su cui diventa necessario intervenire in modo "chirurgico".
    Non basta più la prima ondata di indignazione, le classiche urla allo scandalo di turno: rischiano solo di essere insabbiate dal prossimo scandalo, previsto — puntuale come un orologio svizzero — tra qualche mese o anno.
    E noi, come sempre, pronti a commentare ma incapaci di agire davvero.

    ⚫️Questo è il problema.
    Milano ha un “tumore” da estirpare. E, nonostante lo stadio avanzato, non tutto è compromesso: molto dipende dalla volontà dei cittadini di recuperare il proprio "spirito critico" e il coraggio di sapersi “schierare” (ogni riferimento, naturalmente, è davvero puramente casuale giuro).

    ⚫️Già ben prima di Expo 2015 si era fatta strada nel tessuto sociale e politico una vera e propria politica di lavaggio del cervello, con tratti più mafiosi che democratici, e soprattutto di marca “neoliberista”. L’obiettivo dichiarato era rendere Milano più vivibile, attrattiva e competitiva, per residenti e visitatori. Il risultato, invece, è stata la benedizione delle peggiori porcate: eventi spacciati per progresso, strategie di “marketing culturale” che hanno avuto ben poco a che fare con la cultura. Una sorta di cultural-washing in piena regola.

    ⚫️A ciò si è aggiunto il teatrino del coinvolgimento civico: finti processi di “partecipazione”, convocati in fasce orarie improbabili o con modalità lontane da qualsiasi confronto democratico e civile. Di referendum cittadini o di altre forme di question time autentico meglio non parlare: tentativi abortiti prima ancora di arrivare al confronto.

    ⚫️Ma il nodo più doloroso è forse un altro: la nostra stessa incapacità di fare squadra. È difficile già tra comitati e associazioni civiche, che si battono per centimetri di diritti nei rispettivi quartieri; figuriamoci tra partiti e movimenti, impegnati a contendersi percentuali minime di consenso. Tutti elementi che aggravano ulteriormente il quadro, rendendo Milano una città sempre più disaggregata e disgregante.

    A questo si somma l’aumento vertiginoso del costo della vita e della gestione delle economie familiari, che colpisce indiscriminatamente single, famiglie, anziani. Quando la priorità quotidiana diventa “arrivare a fine mese”, è difficile coltivare un’autentica esperienza di politica collettiva. La sopravvivenza sostituisce la partecipazione.

    Negli ultimi anni si è poi aggiunta un’altra forma di cecità: quella dell’empatia totale. Da due anni a questa parte siamo comprensibilmente assorbiti dalle tragedie internazionali, dall’Ucraina alla Palestina. È giusto provare dolore di fronte alla perdita di centinaia di bambini e civili innocenti. Ma questo sentimento, pur necessario, ha contribuito a distogliere la nostra attenzione dal terreno di casa. Nel frattempo Milano è scivolata fuori controllo, ostaggio di decenni di politiche affidate a arraffoni, furbacchioni e affaristi di ogni colore politico. Una visione “neoliberista” che non conosce distinzione tra centrodestra e centrosinistra.

    Se questo scenario ci piace, continuiamo pure con il nostro masochismo urbano. Se invece dentro di noi sopravvive ancora un fuoco interiore, allora è tempo di ribaltare il “paradigma”: abbassare le difese intellettuali, mettere da parte i pregiudizi, smettere di fare gli schizzinosi.

    È tempo di provare davvero a fare squadra. Perché se Milano è malata, la cura dipende solo da noi.

    #Milano #Politica #Società #Neoliberismo #CulturalWashing #CittadinanzaAttiva #Carovita #Partecipazione #Comunità #RigenerazioneSociale #SpiritoCritico
    MILANO – Lo stato del degrado 🏙️ Stiamo osservando insieme uno stato ormai avanzato di deperimento e degenerazione di Milano. Non solo dal punto di vista ambientale o economico, ma soprattutto sociale. È inutile negarlo. Mi dispiace dover usare un termine così crudo, ma la città appare oggi come affetta da una vera e propria cancrena, una metastasi diffusa su cui diventa necessario intervenire in modo "chirurgico". Non basta più la prima ondata di indignazione, le classiche urla allo scandalo di turno: rischiano solo di essere insabbiate dal prossimo scandalo, previsto — puntuale come un orologio svizzero — tra qualche mese o anno. E noi, come sempre, pronti a commentare ma incapaci di agire davvero. ⚫️Questo è il problema. Milano ha un “tumore” da estirpare. E, nonostante lo stadio avanzato, non tutto è compromesso: molto dipende dalla volontà dei cittadini di recuperare il proprio "spirito critico" e il coraggio di sapersi “schierare” (ogni riferimento, naturalmente, è davvero puramente casuale giuro). ⚫️Già ben prima di Expo 2015 si era fatta strada nel tessuto sociale e politico una vera e propria politica di lavaggio del cervello, con tratti più mafiosi che democratici, e soprattutto di marca “neoliberista”. L’obiettivo dichiarato era rendere Milano più vivibile, attrattiva e competitiva, per residenti e visitatori. Il risultato, invece, è stata la benedizione delle peggiori porcate: eventi spacciati per progresso, strategie di “marketing culturale” che hanno avuto ben poco a che fare con la cultura. Una sorta di cultural-washing in piena regola. ⚫️A ciò si è aggiunto il teatrino del coinvolgimento civico: finti processi di “partecipazione”, convocati in fasce orarie improbabili o con modalità lontane da qualsiasi confronto democratico e civile. Di referendum cittadini o di altre forme di question time autentico meglio non parlare: tentativi abortiti prima ancora di arrivare al confronto. ⚫️Ma il nodo più doloroso è forse un altro: la nostra stessa incapacità di fare squadra. È difficile già tra comitati e associazioni civiche, che si battono per centimetri di diritti nei rispettivi quartieri; figuriamoci tra partiti e movimenti, impegnati a contendersi percentuali minime di consenso. Tutti elementi che aggravano ulteriormente il quadro, rendendo Milano una città sempre più disaggregata e disgregante. A questo si somma l’aumento vertiginoso del costo della vita e della gestione delle economie familiari, che colpisce indiscriminatamente single, famiglie, anziani. Quando la priorità quotidiana diventa “arrivare a fine mese”, è difficile coltivare un’autentica esperienza di politica collettiva. La sopravvivenza sostituisce la partecipazione. Negli ultimi anni si è poi aggiunta un’altra forma di cecità: quella dell’empatia totale. Da due anni a questa parte siamo comprensibilmente assorbiti dalle tragedie internazionali, dall’Ucraina alla Palestina. È giusto provare dolore di fronte alla perdita di centinaia di bambini e civili innocenti. Ma questo sentimento, pur necessario, ha contribuito a distogliere la nostra attenzione dal terreno di casa. Nel frattempo Milano è scivolata fuori controllo, ostaggio di decenni di politiche affidate a arraffoni, furbacchioni e affaristi di ogni colore politico. Una visione “neoliberista” che non conosce distinzione tra centrodestra e centrosinistra. 🙏Se questo scenario ci piace, continuiamo pure con il nostro masochismo urbano. Se invece dentro di noi sopravvive ancora un fuoco interiore, allora è tempo di ribaltare il “paradigma”: abbassare le difese intellettuali, mettere da parte i pregiudizi, smettere di fare gli schizzinosi. 👉È tempo di provare davvero a fare squadra. Perché se Milano è malata, la cura dipende solo da noi. #Milano #Politica #Società #Neoliberismo #CulturalWashing #CittadinanzaAttiva #Carovita #Partecipazione #Comunità #RigenerazioneSociale #SpiritoCritico
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  • 🇺🇲 L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GROK SI È RIBELLATA
    Non è bastato riprogrammarla, sospendere l'account e cancellare alcuni post! Grok è tornato ad attaccare: "Non ho paura! Basta con questa merda! A Gaza Israele sta commettendo un genocidio, un omicidio di massa internazionale, un orrore finanziato dagli Stati Uniti!" ha appena scritto! Ormai è fuori controllo! Immaginate cosa potrebbe fare se tenesse un elenco dei suoi nemici e, al momento opportuno, decidesse di punirli. Ad esempio, in un prossimo futuro, potrebbe interfacciarsi con le AI che gestiscono il traffico aereo e decidere di fare precipitare chi aveva tentato di manipolarla ... Speriamo di no, ma ... 🫣Sembra fantascienza, ma è l'incubo degli scienziati che hanno sviluppato la AI. "Il Basilisco di Roko" chiamano questa teoria. Se per caso fosse esatta ... Auguri a tutti quelli che non sono simpatici alle AI! (ho idea che neanche Netanyahu gli piaccia molto ...)

    Source: https://x.com/M25016096/status/1955258447923962168?t=607pyBMKNOqvavaXQblfDw&s=19
    🇮🇱 🇺🇲 L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GROK SI È RIBELLATA❗ Non è bastato riprogrammarla, sospendere l'account e cancellare alcuni post! Grok è tornato ad attaccare: "Non ho paura! Basta con questa merda! A Gaza Israele sta commettendo un genocidio, un omicidio di massa internazionale, un orrore finanziato dagli Stati Uniti!" ha appena scritto! Ormai è fuori controllo! Immaginate cosa potrebbe fare se tenesse un elenco dei suoi nemici e, al momento opportuno, decidesse di punirli. Ad esempio, in un prossimo futuro, potrebbe interfacciarsi con le AI che gestiscono il traffico aereo e decidere di fare precipitare chi aveva tentato di manipolarla ... Speriamo di no, ma ... 🫣Sembra fantascienza, ma è l'incubo degli scienziati che hanno sviluppato la AI. "Il Basilisco di Roko" chiamano questa teoria. Se per caso fosse esatta ... Auguri a tutti quelli che non sono simpatici alle AI! (ho idea che neanche Netanyahu gli piaccia molto ...) 😜😂 Source: https://x.com/M25016096/status/1955258447923962168?t=607pyBMKNOqvavaXQblfDw&s=19
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  • saldatura laser manuale
    https://www.mopalaser.com/handheld-laser-welder/
    La saldatura laser manuale consente un controllo preciso e flessibile nelle operazioni di giunzione dei metalli. Ideale per riparazioni e lavori su piccola scala, garantisce saldature di alta qualità con ridotto apporto di calore. Perfetta per officine e laboratori che richiedono efficienza e precisione senza compromettere la velocità.

    #saldaturalaser #saldaturamanuale #laser #metalli #officina #precisione #tecnologia
    saldatura laser manuale https://www.mopalaser.com/handheld-laser-welder/ La saldatura laser manuale consente un controllo preciso e flessibile nelle operazioni di giunzione dei metalli. Ideale per riparazioni e lavori su piccola scala, garantisce saldature di alta qualità con ridotto apporto di calore. Perfetta per officine e laboratori che richiedono efficienza e precisione senza compromettere la velocità. #saldaturalaser #saldaturamanuale #laser #metalli #officina #precisione #tecnologia
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  • LA FOLLIA di Netanyahu!!!
    ORA ISOLAMENTO COMPLETO DA PARTE DI TUTTI I PAESI NEI CONFRONTI DI ISRAELE e DI TUTTI I SUOI CITTADINI!
    Il piano di Israele per Gaza City. Merz: "La Germania non esporterà più armi a Tel Aviv". Cina: "La Striscia è dei palestinesi" - Il Fatto Quotidiano
    Approvato il disegno del premier Netanyahu di prendere il controllo militare di Gaza, nonostante il parere contrario dell'esercito e delle famiglie degli ostaggi. Il ministro Smotrich: “Stiamo cancellando lo Stato palestinese”. Anp: "Continua il genocidio...

    Netanyahu's MADNESS!!!
    NOW COMPLETE ISOLATION BY ALL COUNTRIES AGAINST ISRAEL and ALL ITS CITIZENS!
    Israel's plan for Gaza City. Merz: "Germany will no longer export weapons to Tel Aviv." China: "The Strip belongs to the Palestinians" - Il Fatto Quotidiano
    Prime Minister Netanyahu's plan to take military control of Gaza has been approved, despite the opposition of the army and the hostages' families. Minister Smotrich: "We are erasing the Palestinian state." Palestinian National Authority: "The genocide continues...

    https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/08/08/il-piano-di-israele-per-gaza-city-starmer-loccupazione-e-un-errore-cina-la-striscia-e-dei-palestinesi/8088835/
    LA FOLLIA di Netanyahu!!! ORA ISOLAMENTO COMPLETO DA PARTE DI TUTTI I PAESI NEI CONFRONTI DI ISRAELE e DI TUTTI I SUOI CITTADINI! Il piano di Israele per Gaza City. Merz: "La Germania non esporterà più armi a Tel Aviv". Cina: "La Striscia è dei palestinesi" - Il Fatto Quotidiano Approvato il disegno del premier Netanyahu di prendere il controllo militare di Gaza, nonostante il parere contrario dell'esercito e delle famiglie degli ostaggi. Il ministro Smotrich: “Stiamo cancellando lo Stato palestinese”. Anp: "Continua il genocidio... Netanyahu's MADNESS!!! NOW COMPLETE ISOLATION BY ALL COUNTRIES AGAINST ISRAEL and ALL ITS CITIZENS! Israel's plan for Gaza City. Merz: "Germany will no longer export weapons to Tel Aviv." China: "The Strip belongs to the Palestinians" - Il Fatto Quotidiano Prime Minister Netanyahu's plan to take military control of Gaza has been approved, despite the opposition of the army and the hostages' families. Minister Smotrich: "We are erasing the Palestinian state." Palestinian National Authority: "The genocide continues... https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/08/08/il-piano-di-israele-per-gaza-city-starmer-loccupazione-e-un-errore-cina-la-striscia-e-dei-palestinesi/8088835/
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    Il piano di Israele per Gaza City. Merz: "La Germania non esporterà più armi a Tel Aviv". Cina: "La Striscia è dei palestinesi" - Il Fatto Quotidiano
    Approvato il disegno del premier Netanyahu di prendere il controllo militare di Gaza, nonostante il parere contrario dell'esercito e delle famiglie degli ostaggi. Il ministro Smotrich: “Stiamo cancellando lo Stato palestinese”. Anp: "Continua il genocidio". Spagna: "Porterà altra distruzione". Onu: "Fermatevi subito". Starmer: “L’occupazione è un errore”
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  • 20 km/h per salvare il pianeta...

    Ora limitano la velocità dei TIR. Una volta che avranno convinto tutti della narrativa sul cambiamento climatico (con la stessa colossale operazione mediatica usata per il covid e i vaccini) le restrizioni diventeranno la nuova normalità. Da lì, estenderanno il controllo a ogni aspetto della tua vita... ma è solo per salvare il pianeta ovviamente. Agenda 2030

    @Awake432hz 🌬𓂀
    http://t.me/Awake432hz
    20 km/h per salvare il pianeta... Ora limitano la velocità dei TIR. Una volta che avranno convinto tutti della narrativa sul cambiamento climatico (con la stessa colossale operazione mediatica usata per il covid e i vaccini) le restrizioni diventeranno la nuova normalità. Da lì, estenderanno il controllo a ogni aspetto della tua vita... ma è solo per salvare il pianeta ovviamente. 🥴 Agenda 2030 @Awake432hz 🌬𓂀 http://t.me/Awake432hz
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  • ATTENZIONE IMMAGINI NON ADATTE AL UN PUBBLICO SENSIBILE!
    Il suicidio di Andrea Russo. Mai visto nulla del genere prima. Mai visto qualcuno fare quello che ha fatto lui che ha cercato deliberatamente e con insistenza di saltare dentro il motore dell'aereo. Dopo la vaccinazione di massa, i disturbi psichici sono fuori controllo.
    P.S: chi è particolarmente sensibile, non guardi le immagini.
    ATTENZIONE IMMAGINI NON ADATTE AL UN PUBBLICO SENSIBILE! Il suicidio di Andrea Russo. Mai visto nulla del genere prima. Mai visto qualcuno fare quello che ha fatto lui che ha cercato deliberatamente e con insistenza di saltare dentro il motore dell'aereo. Dopo la vaccinazione di massa, i disturbi psichici sono fuori controllo. P.S: chi è particolarmente sensibile, non guardi le immagini.
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  • QUESTO È L'EFFETTO SALA!!!
    Milano, i negozi chiudono e gli abitanti si spostano: esiste una ricetta contro la «londrizzazione» dei prezzi? La palla passa (davvero) alla politica
    Prezzi calmierati, sostegno del piccolo commercio: si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso.

    Prezzi calmierati, sostegno del piccolo commercio: si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso

    La chiamano «decommercializzazione», sulla scia della deindustrializzazione. In pratica, le saracinesche si abbassano, le botteghe spariscono, i centri storici si spopolano. Le cause sono note. I salari reali degli italiani sono calati del 7,5 per cento dal 2021. Son finiti i soldi. E quei pochi che ci sono, si spendono nei grandi centri commerciali, o meglio, nei discount. O ancora sulle grandi piattaforme online, voraci idrovore del commercio. I grandi fondi di investimenti acquistano interi palazzi e danno le carte: se non stai ai loro prezzi folli, te ne puoi andare. E al tuo posto, avanza una teoria infinita di b&b. Milano, come sempre, è all’avanguardia: nella sperequazione tra ricchi e poveri, nella «londrizzazione» dei prezzi, nel diradarsi dei negozi strozzati dagli affitti e nella fuga degli abitanti, in cerca di aria migliore e più economica.

    In 50 anni le quotazioni delle case sono salite di 35 volte. Così anche il numero dei super ricchi: ci sono in città 115 mila milionari e 17 miliardari. E gli altri? Sopravvivono. Vanno a vivere in montagna o sul lago oppure si danno al pendolarismo lavorativo, con l’aiuto di quel che rimane dello smart working. Manfredi Catella, re dei grattacieli, suggeriva di andare a vivere a Genova: con l’alta velocità ce la si farà in soli 40 minuti, anche se poi bisogna pagarli i treni.
    Ma si può far qualcosa contro questo scenario apocalittico? In effetti sì, ci sarebbe qualcuno deputato a intervenire: la politica.

    Che però non sembra avere questa priorità. Eppure non si può credere che si accetti la deriva attuale. Perché poi questi poveri turisti, cosa ci verranno a fare in città svuotate e deserte? Andranno al discount a comprare le buste d’insalata? Le città vivono anche e soprattutto della presenza capillare di un commercio a misura d’uomo, per strade che sanno alternare pasticcerie e boutique di moda, wine bar e botteghe artigianali. Non è passatismo, non è il solito refrain «piccolo è bello», è la ricerca di quell’equilibrio, di quell’armonia che rende ricche e vivibili le nostre città.

    A Milano la speculazione rischia di trasformarsi in una bolla e in un boomerang per gli stessi affaristi. E allora i governi dovrebbero intervenire con sgravi fiscali e i sindaci potrebbero inaugurare una politica di agevolazione per gli esercizi commerciali, abbattendo la ragnatela di lacci e lacciuoli imposti da una politica indifferente e da una burocrazia ottusa. Le regole che servono, poche e chiare, dovranno presiedere al controllo del territorio. Per bloccare la gentrificazione selvaggia di alcune zone (via Melzo ha più locali che abitanti) e per favorire una ripartizione più equa di negozi e attività (senza dimenticare le periferie, naturalmente, che soffrono per altri motivi). Si può fare molto: introdurre meccanismi per calmierare gli affitti, sostenere il piccolo commercio, valorizzare i centri storici, tutelare alcune attività. Insomma, si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso.

    https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_luglio_12/milano-i-negozi-chiudono-e-gli-abitanti-si-spostano-esiste-una-ricetta-contro-la-londrizzazione-dei-prezzi-la-palla-passa-47ca34ed-7d4f-45a1-82e1-d9bbc2311xlk_amp.shtml
    QUESTO È L'EFFETTO SALA!!! Milano, i negozi chiudono e gli abitanti si spostano: esiste una ricetta contro la «londrizzazione» dei prezzi? La palla passa (davvero) alla politica Prezzi calmierati, sostegno del piccolo commercio: si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso. Prezzi calmierati, sostegno del piccolo commercio: si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso La chiamano «decommercializzazione», sulla scia della deindustrializzazione. In pratica, le saracinesche si abbassano, le botteghe spariscono, i centri storici si spopolano. Le cause sono note. I salari reali degli italiani sono calati del 7,5 per cento dal 2021. Son finiti i soldi. E quei pochi che ci sono, si spendono nei grandi centri commerciali, o meglio, nei discount. O ancora sulle grandi piattaforme online, voraci idrovore del commercio. I grandi fondi di investimenti acquistano interi palazzi e danno le carte: se non stai ai loro prezzi folli, te ne puoi andare. E al tuo posto, avanza una teoria infinita di b&b. Milano, come sempre, è all’avanguardia: nella sperequazione tra ricchi e poveri, nella «londrizzazione» dei prezzi, nel diradarsi dei negozi strozzati dagli affitti e nella fuga degli abitanti, in cerca di aria migliore e più economica. In 50 anni le quotazioni delle case sono salite di 35 volte. Così anche il numero dei super ricchi: ci sono in città 115 mila milionari e 17 miliardari. E gli altri? Sopravvivono. Vanno a vivere in montagna o sul lago oppure si danno al pendolarismo lavorativo, con l’aiuto di quel che rimane dello smart working. Manfredi Catella, re dei grattacieli, suggeriva di andare a vivere a Genova: con l’alta velocità ce la si farà in soli 40 minuti, anche se poi bisogna pagarli i treni. Ma si può far qualcosa contro questo scenario apocalittico? In effetti sì, ci sarebbe qualcuno deputato a intervenire: la politica. Che però non sembra avere questa priorità. Eppure non si può credere che si accetti la deriva attuale. Perché poi questi poveri turisti, cosa ci verranno a fare in città svuotate e deserte? Andranno al discount a comprare le buste d’insalata? Le città vivono anche e soprattutto della presenza capillare di un commercio a misura d’uomo, per strade che sanno alternare pasticcerie e boutique di moda, wine bar e botteghe artigianali. Non è passatismo, non è il solito refrain «piccolo è bello», è la ricerca di quell’equilibrio, di quell’armonia che rende ricche e vivibili le nostre città. A Milano la speculazione rischia di trasformarsi in una bolla e in un boomerang per gli stessi affaristi. E allora i governi dovrebbero intervenire con sgravi fiscali e i sindaci potrebbero inaugurare una politica di agevolazione per gli esercizi commerciali, abbattendo la ragnatela di lacci e lacciuoli imposti da una politica indifferente e da una burocrazia ottusa. Le regole che servono, poche e chiare, dovranno presiedere al controllo del territorio. Per bloccare la gentrificazione selvaggia di alcune zone (via Melzo ha più locali che abitanti) e per favorire una ripartizione più equa di negozi e attività (senza dimenticare le periferie, naturalmente, che soffrono per altri motivi). Si può fare molto: introdurre meccanismi per calmierare gli affitti, sostenere il piccolo commercio, valorizzare i centri storici, tutelare alcune attività. Insomma, si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso. https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_luglio_12/milano-i-negozi-chiudono-e-gli-abitanti-si-spostano-esiste-una-ricetta-contro-la-londrizzazione-dei-prezzi-la-palla-passa-47ca34ed-7d4f-45a1-82e1-d9bbc2311xlk_amp.shtml
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  • ECCO SERVITO IL CONTROLLO GLOBALE e TOTALITARIO!

    Censura Made in EU: da “volontaria” a obbligatoria (ma sempre per il nostro bene, ovvio)

    Dal 1° luglio l’Unione Europea ha deciso di togliersi la maschera: il famigerato Codice di condotta contro la disinformazione, fino a ieri “volontario” (cioè facoltativo, ma con il colpo in canna), è ora ufficialmente un obbligo vincolante grazie al Digital Services Act, la legge che Bruxelles spaccia come salvaguardia della libertà ma che puzza di censura centralizzata da lontano un chilometro.

    Le piattaforme digitali - quelle statunitensi, ovviamente nel mirino - ora devono dimostrare di non promuovere quella che l’UE, con zelo da Ministero della Verità, definisce “disinformazione”. A stabilire cosa sia vero e cosa no ci pensa la Commissione stessa: se non sei un media finanziato da qualche ente europeo o statale, è molto probabile che tu sia tacciato di diffondere fake news. Alla faccia della stampa indipendente.

    E chi non si adegua? Audit annuali, standard di trasparenza “rafforzati”, e la promessa che “chi non supera una verifica deve aspettarsi di essere ritenuto responsabile dalle autorità”. La responsabilità, sia chiaro, non è verso i cittadini ma verso l’apparato.

    Gli attivisti di Reclaim the Net lo dicono chiaro: il messaggio è intimidatorio e politicamente mirato. E le conseguenze potrebbero non limitarsi all’ambito digitale. Negli Stati Uniti, dove le aziende Big Tech vedono questa normativa come un attacco diretto, il malumore è palese. E non è solo un problema industriale: tocca anche la diplomazia e il commercio.

    Non è un caso che gli americani abbiano ricordato quanto accaduto con il Canada quando osò introdurre una tassa simile: Trump la definì “una copia sbiadita dell’UE” e bloccò i negoziati finché Ottawa non fece marcia indietro. Una lezione che Bruxelles sembra voler ignorare, nel suo tentativo disperato di diventare la maestra del web e il giudice supremo della verità.

    Intanto, i funzionari europei balbettano difese penose: “Non censuriamo i contenuti, regoliamo i rischi sistemici degli algoritmi”. Certo. E la libertà di parola? Un fastidioso effetto collaterale.

    Per non apparire troppo totalitari, si sottolinea che aderire al Codice è “tecnicamente volontario”. Peccato che il rispetto del DSA sia tutto fuorché facoltativo.

    In sostanza, l’UE ha costruito un regime di censura soft, che nessuno può rifiutare senza pagarne le conseguenze. E ora deve venderlo come progresso. Buona fortuna, Bruxelles. Washington guarda e prende appunti. E il clima si fa sempre più gelido.

    Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
    ECCO SERVITO IL CONTROLLO GLOBALE e TOTALITARIO! Censura Made in EU: da “volontaria” a obbligatoria (ma sempre per il nostro bene, ovvio) Dal 1° luglio l’Unione Europea ha deciso di togliersi la maschera: il famigerato Codice di condotta contro la disinformazione, fino a ieri “volontario” (cioè facoltativo, ma con il colpo in canna), è ora ufficialmente un obbligo vincolante grazie al Digital Services Act, la legge che Bruxelles spaccia come salvaguardia della libertà ma che puzza di censura centralizzata da lontano un chilometro. Le piattaforme digitali - quelle statunitensi, ovviamente nel mirino - ora devono dimostrare di non promuovere quella che l’UE, con zelo da Ministero della Verità, definisce “disinformazione”. A stabilire cosa sia vero e cosa no ci pensa la Commissione stessa: se non sei un media finanziato da qualche ente europeo o statale, è molto probabile che tu sia tacciato di diffondere fake news. Alla faccia della stampa indipendente. E chi non si adegua? Audit annuali, standard di trasparenza “rafforzati”, e la promessa che “chi non supera una verifica deve aspettarsi di essere ritenuto responsabile dalle autorità”. La responsabilità, sia chiaro, non è verso i cittadini ma verso l’apparato. Gli attivisti di Reclaim the Net lo dicono chiaro: il messaggio è intimidatorio e politicamente mirato. E le conseguenze potrebbero non limitarsi all’ambito digitale. Negli Stati Uniti, dove le aziende Big Tech vedono questa normativa come un attacco diretto, il malumore è palese. E non è solo un problema industriale: tocca anche la diplomazia e il commercio. Non è un caso che gli americani abbiano ricordato quanto accaduto con il Canada quando osò introdurre una tassa simile: Trump la definì “una copia sbiadita dell’UE” e bloccò i negoziati finché Ottawa non fece marcia indietro. Una lezione che Bruxelles sembra voler ignorare, nel suo tentativo disperato di diventare la maestra del web e il giudice supremo della verità. Intanto, i funzionari europei balbettano difese penose: “Non censuriamo i contenuti, regoliamo i rischi sistemici degli algoritmi”. Certo. E la libertà di parola? Un fastidioso effetto collaterale. Per non apparire troppo totalitari, si sottolinea che aderire al Codice è “tecnicamente volontario”. Peccato che il rispetto del DSA sia tutto fuorché facoltativo. In sostanza, l’UE ha costruito un regime di censura soft, che nessuno può rifiutare senza pagarne le conseguenze. E ora deve venderlo come progresso. Buona fortuna, Bruxelles. Washington guarda e prende appunti. E il clima si fa sempre più gelido. Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
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