• CARI AMICI, GLI OCCHI DEL MONDO PUNTATI SULL'INCONTRO DEI DUE LEADERS MONDIALI AD ANCHORAGE IN ALASHA, IN TERRITORIO APPARTENENTE AGLI USA, POCO LONTANO DALLA BASE MILITARE !!!!! ENORMI MISURE DI SICUREZZA , COME LA CHIUSURA DELLO SPAZIO AEREO PER CHIL0METRI E CHILOMETRI. TUTTO IL MONDO SA CHE NON SI PARLERA' SOLO DEL CONFLITTO DEL PAGLIACCIO UCRAINO CON LA RUSSIA, MA DI TANTI E TANTI ELEMENTI !!!!VEDEREMO COSA ACCADRA' !!!! PECCATO CHE SIA AMMESSA LA PRESENZA DELLA MELONA CHE POTEVA ABBRACCIARSI CON TUTTI E DUE GLI UOMINI PIU' POTENTI DEL PIANETA !!!!! MA SE CON TRUMP SI E' GIA' ABBRACCIATA, CON PUTIN, NON SI SAREBBE POTUTA ABBRACCIARE, IN QUANTO PUTIN HA TANTE RAGIONI PER DETESTARLA E PER DETESTARE GLI ITALIANI IDIOTI !!!!! UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
    CARI AMICI, GLI OCCHI DEL MONDO PUNTATI SULL'INCONTRO DEI DUE LEADERS MONDIALI AD ANCHORAGE IN ALASHA, IN TERRITORIO APPARTENENTE AGLI USA, POCO LONTANO DALLA BASE MILITARE !!!!! ENORMI MISURE DI SICUREZZA , COME LA CHIUSURA DELLO SPAZIO AEREO PER CHIL0METRI E CHILOMETRI. TUTTO IL MONDO SA CHE NON SI PARLERA' SOLO DEL CONFLITTO DEL PAGLIACCIO UCRAINO CON LA RUSSIA, MA DI TANTI E TANTI ELEMENTI !!!!VEDEREMO COSA ACCADRA' !!!! PECCATO CHE SIA AMMESSA LA PRESENZA DELLA MELONA CHE POTEVA ABBRACCIARSI CON TUTTI E DUE GLI UOMINI PIU' POTENTI DEL PIANETA !!!!! MA SE CON TRUMP SI E' GIA' ABBRACCIATA, CON PUTIN, NON SI SAREBBE POTUTA ABBRACCIARE, IN QUANTO PUTIN HA TANTE RAGIONI PER DETESTARLA E PER DETESTARE GLI ITALIANI IDIOTI !!!!! UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
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  • CARI AMICI, IL MONDO ATTENDE, CON IL FIATO SOSPESO, CHE FINISCA IL DISASTRO DI GAZA E CHE FINISCA IL CONFLITTO TRA LA FEDERAZIONE RUSSA E LA UCRAINA, O MEGLIO TRA LA FEDERAZIONE RUSSA E IL PAGLIACCIO, CHE SI FA CHIAMARE PRESIDENTE, A NOME ZELENSKY.!!! UN ABBRACCIO A TUTTI NELLA POLITICA ITALIANA, SARA' TUTTO FERMO, PER CUI , GLI ITALIANI CONTINUERANNO AD OCCUPARSI DI GEO POLITICA. !!!!! UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA .
    CARI AMICI, IL MONDO ATTENDE, CON IL FIATO SOSPESO, CHE FINISCA IL DISASTRO DI GAZA E CHE FINISCA IL CONFLITTO TRA LA FEDERAZIONE RUSSA E LA UCRAINA, O MEGLIO TRA LA FEDERAZIONE RUSSA E IL PAGLIACCIO, CHE SI FA CHIAMARE PRESIDENTE, A NOME ZELENSKY.!!! UN ABBRACCIO A TUTTI NELLA POLITICA ITALIANA, SARA' TUTTO FERMO, PER CUI , GLI ITALIANI CONTINUERANNO AD OCCUPARSI DI GEO POLITICA. !!!!! UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA .
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  • CARI AMICI, QUESTI SONO GIORNI IN CUI NON PUO' ESSERE DETTO NIENTE DI IMPORTANTE, IN QUANTO LA SPORCA POLITICA ITALIANA,, NON LANCIA ALCUN SEGNO DI VOLONTA' PER RISOLVERE QUALCE PROBLEMA DELLA ITALIA CHE PIANGE !!!!! ANCHE DOPO LA SETTIMANA DI FERRAGOSTO NON CI SARA' NULLA DI NUOVO. LA UMANITA' DEVE SOLO SPERARE CHE PORTI ALLA FINE DEL CONFLITTO TRA LA RUSSIA E IL PAGLIACCIO COCAINOMANE, L'INCONTRO A BREVE TRA TRUMP E PUTIN. UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
    CARI AMICI, QUESTI SONO GIORNI IN CUI NON PUO' ESSERE DETTO NIENTE DI IMPORTANTE, IN QUANTO LA SPORCA POLITICA ITALIANA,, NON LANCIA ALCUN SEGNO DI VOLONTA' PER RISOLVERE QUALCE PROBLEMA DELLA ITALIA CHE PIANGE !!!!! ANCHE DOPO LA SETTIMANA DI FERRAGOSTO NON CI SARA' NULLA DI NUOVO. LA UMANITA' DEVE SOLO SPERARE CHE PORTI ALLA FINE DEL CONFLITTO TRA LA RUSSIA E IL PAGLIACCIO COCAINOMANE, L'INCONTRO A BREVE TRA TRUMP E PUTIN. UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
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  • CARI MIEI, LO SCENARIO DEL DISASTRO E' SEMPRE PRESENTE NEL CONFLITTO TRA RUSSIA ED UCRAINA, CON MORTI, FERITI E DISTRUZIONI, IN QUANTO IL COCAINOMANE DEPRAVATO, ANOME ZELENSKY, IINTENDE CONTINUARE CON L'ORRORE DI UNA GUERRA CHE LUI SA ESSERE PERSA !!!!! ASPETTA DALLA AMICA MELONA ALTRI MILIARDI TRA ARMI E MUNIZIONI. QUESTO ASPETTA ANCHE DALL'OCCIDENTE, DALLA NATO E DALLA UE !!!!! SPERANZA VANA !!!!!UN ABBRACCIO A TUTTI E BUONA GIORNATA.
    CARI MIEI, LO SCENARIO DEL DISASTRO E' SEMPRE PRESENTE NEL CONFLITTO TRA RUSSIA ED UCRAINA, CON MORTI, FERITI E DISTRUZIONI, IN QUANTO IL COCAINOMANE DEPRAVATO, ANOME ZELENSKY, IINTENDE CONTINUARE CON L'ORRORE DI UNA GUERRA CHE LUI SA ESSERE PERSA !!!!! ASPETTA DALLA AMICA MELONA ALTRI MILIARDI TRA ARMI E MUNIZIONI. QUESTO ASPETTA ANCHE DALL'OCCIDENTE, DALLA NATO E DALLA UE !!!!! SPERANZA VANA !!!!!UN ABBRACCIO A TUTTI E BUONA GIORNATA.
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  • Cosa c'è dietro le virostar del Covid?

    Crisanti, Bassetti, Burioni & co. - hanno ricevuto milioni da Big Pharma, Pfizer e fondazioni private come quella di Bill Gates.

    ⚡️ Dal 2016 al 2022: oltre 1 miliardo di euro.

    Coincidenze o conflitto d’interessi?

    ALF_404

    Fonte Telegram La Voce Libera
    🚨 Cosa c'è dietro le virostar del Covid? 🤡 Crisanti, Bassetti, Burioni & co. - hanno ricevuto milioni da Big Pharma, Pfizer e fondazioni private come quella di Bill Gates. ⚡️ Dal 2016 al 2022: oltre 1 miliardo di euro. 🔺 Coincidenze o conflitto d’interessi? ✍️ ALF_404 Fonte Telegram👉 La Voce Libera
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  • Trent’anni dopo Srebrenica, il difficile lavoro di chi cerca di dare un nome alle vittime: “Ci sono ancora 1000 corpi da trovare.



    Sono passati trent’anni da quando le forze serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladić uccisero circa 8mila musulmani che avevano cercato riparo a Srebrenica, l’area dichiarata protetta dalle Nazioni Unite e che nel luglio del 1995 si trasformò invece in una trappola mortale. In poche ore i maschi dai 12 anni in su furono prelevati e uccisi, il tutto avvenne di fronte al contingente dei Caschi blu, 400 peacekeeper olandesi la cui impotenza permise alle forze serbo-bosniache di agire indisturbati. Con la fine della guerra, in Bosnia-Erzegovina prese pian piano forma la necessità di trovare i morti e dare loro un nome. Da qui, la nascita nel 1996 dell’ICMP, la Commissione Internazionale per le persone scomparse, che ha avuto un ruolo decisivo nell’identificazione delle vittime del conflitto, per una percentuale che al momento si attesta attorno al 75%. Nel team che si occupa del riconoscimento delle vittime di Srebrenica lavora da oltre vent’anni l’antropologa forense Dragana Vučetić.

    Nel suo laboratorio di Tuzla ricostruisce con pazienza i profili biologici dei resti ossei ritrovati nelle fosse comuni, estrapola campioni del Dna e li confronta con quelli forniti dalle famiglie che cercano ancora i propri cari. “Se la corrispondenza genetica è del 99,95% allora procediamo all’identificazione ufficiale” spiega Vučetić. La ricostruzione delle identità delle vittime di Srebrenica, tuttavia, presenta un elemento di difficoltà specifico. In quell’estate ci furono infatti almeno cinque luoghi di esecuzione. I responsabili dei crimini, dopo aver compiuto gli omicidi, cercarono di nascondere le evidenze e successivamente riaprirono le cosiddette fosse primarie per trasferire i corpi già in decomposizione nelle fosse secondarie. Questi spostamenti, effettuati con mezzi pesanti hanno contribuito allo smembramento dei cadaveri, col risultato che i resti appartenenti a una singola persona spesso sono stati ritrovati a chilometri di distanza. Proprio per questo motivo, per quanto riguarda le vittime di Srebrenica, è molto difficile che un singolo corpo sia ritrovato integralmente.

    Il sistema dell’identificazione del Dna è stato adottato dalla Bosnia-Erzegovina nei primi anni del 2000 e ha comportato una vera svolta. Prima di allora, i match venivano effettuati con metodi tradizionali e imprecisi, basati sul riconoscimento dei vestiti o degli oggetti personali. “Molte famiglie riconoscevano lo stesso corpo come proprio parente, quindi possiamo dire che il sistema del Dna ci ha davvero aiutati”. Attualmente mancano all’appello ancora circa mille persone e la speranza è che lo sviluppo di nuove tecnologie possa dare un nuovo impulso al lavoro di localizzazione dei dispersi, che diventa sempre più complicata.


    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/11/genocidio-srebrenica-identificazione-vittime-oggi/8055647/
    Trent’anni dopo Srebrenica, il difficile lavoro di chi cerca di dare un nome alle vittime: “Ci sono ancora 1000 corpi da trovare. Sono passati trent’anni da quando le forze serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladić uccisero circa 8mila musulmani che avevano cercato riparo a Srebrenica, l’area dichiarata protetta dalle Nazioni Unite e che nel luglio del 1995 si trasformò invece in una trappola mortale. In poche ore i maschi dai 12 anni in su furono prelevati e uccisi, il tutto avvenne di fronte al contingente dei Caschi blu, 400 peacekeeper olandesi la cui impotenza permise alle forze serbo-bosniache di agire indisturbati. Con la fine della guerra, in Bosnia-Erzegovina prese pian piano forma la necessità di trovare i morti e dare loro un nome. Da qui, la nascita nel 1996 dell’ICMP, la Commissione Internazionale per le persone scomparse, che ha avuto un ruolo decisivo nell’identificazione delle vittime del conflitto, per una percentuale che al momento si attesta attorno al 75%. Nel team che si occupa del riconoscimento delle vittime di Srebrenica lavora da oltre vent’anni l’antropologa forense Dragana Vučetić. Nel suo laboratorio di Tuzla ricostruisce con pazienza i profili biologici dei resti ossei ritrovati nelle fosse comuni, estrapola campioni del Dna e li confronta con quelli forniti dalle famiglie che cercano ancora i propri cari. “Se la corrispondenza genetica è del 99,95% allora procediamo all’identificazione ufficiale” spiega Vučetić. La ricostruzione delle identità delle vittime di Srebrenica, tuttavia, presenta un elemento di difficoltà specifico. In quell’estate ci furono infatti almeno cinque luoghi di esecuzione. I responsabili dei crimini, dopo aver compiuto gli omicidi, cercarono di nascondere le evidenze e successivamente riaprirono le cosiddette fosse primarie per trasferire i corpi già in decomposizione nelle fosse secondarie. Questi spostamenti, effettuati con mezzi pesanti hanno contribuito allo smembramento dei cadaveri, col risultato che i resti appartenenti a una singola persona spesso sono stati ritrovati a chilometri di distanza. Proprio per questo motivo, per quanto riguarda le vittime di Srebrenica, è molto difficile che un singolo corpo sia ritrovato integralmente. Il sistema dell’identificazione del Dna è stato adottato dalla Bosnia-Erzegovina nei primi anni del 2000 e ha comportato una vera svolta. Prima di allora, i match venivano effettuati con metodi tradizionali e imprecisi, basati sul riconoscimento dei vestiti o degli oggetti personali. “Molte famiglie riconoscevano lo stesso corpo come proprio parente, quindi possiamo dire che il sistema del Dna ci ha davvero aiutati”. Attualmente mancano all’appello ancora circa mille persone e la speranza è che lo sviluppo di nuove tecnologie possa dare un nuovo impulso al lavoro di localizzazione dei dispersi, che diventa sempre più complicata. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/11/genocidio-srebrenica-identificazione-vittime-oggi/8055647/
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    Srebrenica, 30 anni dal massacro: il difficile lavoro di chi prova a dare un nome alle vittime
    L'antropologa forense Dragana Vučetić racconta come si identificano i resti di chi è stato ucciso dalle forze serbo-bosniache. Ancora 1000 dispersi
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  • CARI AMICI, GRAZIE SEMPRE DEI VOSTRI LIKE. OGGI L'ANSA RIPORTA LA DICHIARAZIONE DELL'ONU CHE PARLA DI IMPOSSIBILITA' DELLA RICOSTRUZIONE DELLA UCRAINA CON UN CONFLITTO ANCORA IN PIEDI !!!!! POVERA MELONA !!!! LA MELONA AVEVA PARLATO DEI 10 MILIARDI CHE L'ITALIA DOVEVA DARE, PER RICOSTRUIRE LA UCRAINA !!!!! E' EVIDENTE CHE LA DONNETTA NON CI STA CON LA TESTA E LEI SA QUALI SIANO LE RAGIONI PER LE QUALI NON CI STA CON LA TESTA !!!!! FORSE TUTTO IL MONDO LE CONOSCE QUESTE RAGIONI, DOPO LA CIRCOLAZIONE DI UN VIDEO, DIVENUTO VIRALE !!!!!UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA. BUON SABATO E BUONA DOMENICA.
    CARI AMICI, GRAZIE SEMPRE DEI VOSTRI LIKE. OGGI L'ANSA RIPORTA LA DICHIARAZIONE DELL'ONU CHE PARLA DI IMPOSSIBILITA' DELLA RICOSTRUZIONE DELLA UCRAINA CON UN CONFLITTO ANCORA IN PIEDI !!!!! POVERA MELONA !!!! LA MELONA AVEVA PARLATO DEI 10 MILIARDI CHE L'ITALIA DOVEVA DARE, PER RICOSTRUIRE LA UCRAINA !!!!! E' EVIDENTE CHE LA DONNETTA NON CI STA CON LA TESTA E LEI SA QUALI SIANO LE RAGIONI PER LE QUALI NON CI STA CON LA TESTA !!!!! FORSE TUTTO IL MONDO LE CONOSCE QUESTE RAGIONI, DOPO LA CIRCOLAZIONE DI UN VIDEO, DIVENUTO VIRALE !!!!!UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA. BUON SABATO E BUONA DOMENICA.
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  • DA ASCOLTARE con molta ATTENZIONE. MASSIMA DIFFUSIONE!
    "Merz è un personaggio molto pericoloso. Quello che non riuscì a Hitler con l'atomica potrebbe riuscire a lui". L'analisi di Luciano Canfora - Video
    Canfora: “La Russia non ha mai attaccato l’Occidente. È sempre stata invasa” - Video

    A Battitori liberi, su Radio Cusano Campus, lo storico Luciano Canfora traccia una lettura di lungo periodo del conflitto tra Mosca e Kiev, muovendo dalla genesi della Russia sovietica fino agli equilibri attuali. “Il panorama più ampio si può ricavare anche dall’esperienza del secolo precedente – afferma Canfora – Quando nacque la Russia sovietica nel ’18, praticamente si cercò di strangolarla in culla. Ci fu l’intervento militare inglese, francese, cecoslovacco, anche un pugno di italiani».

    Lo storico spiega che la Russia sopravvisse a quell’assedio iniziale grazie anche al presidente americano Woodrow Wilson, che cercò un compromesso per evitare una nuova guerra mondiale. Ma l’accerchiamento occidentale proseguì per decenni: “La Russia fu riconosciuta tardi, molto tardi. L’Italia e l’Inghilterra nel 1924, gli Stati Uniti molto dopo”.
    La seconda guerra mondiale segna una svolta. “Nel 1941 arriva l’attacco proditorio tedesco. La Russia reagisce in maniera corale, nazionale. Al termine del conflitto ottiene un punto fermo, una cintura di sicurezza intorno ai propri confini“.

    Canfora sottolinea che la Russia ha una lunga memoria storica delle invasioni: “Da Bonaparte nel 1800, da Pietro il Grande nel 1700. È sempre stata invasa da Occidente”. Fu il patto di sicurezza ottenuto dopo il 1945 a rappresentare una risposta a quella storia.

    Dopo il crollo dell’Urss, “non come statualità, ma come impalcatura politica”, la Nato, “per iniziativa essenzialmente americana”, si espande verso Est. “Ha pensato di mangiare tutto lo spazio intermedio arrivando fino ai confini“. Per Canfora, “la causa del conflitto Russia–Ucraina è quella lì”. E aggiunge: “La soluzione verrà quando si capirà che un nuovo ordine comporta una cintura di sicurezza che separi dei corpi tendenti al conflitto. Questo è il punto. Avverrà domani? Avverrà tra un mese? Questo non lo sappiamo”.

    Il focus si sposta sulla Germania. “L’elemento nuovo, preoccupante, è la Germania di Merz – puntualizza lo storico – L’attuale Germania, dopo la vittoria del cancelliere Merz, rappresenta la parte più conservatrice della Cdu”. Canfora cita le parole del leader tedesco: “Avremo in Germania il più potente esercito di tutta l’Europa”. E commenta: “Non escludo che, come ha fatto Israele, che si è impadronita della bomba atomica senza averne il permesso, anche la Germania voglia arrivare a questo. Quello che non riuscì a fare Hitler, perché non arrivò a tempo a fare l’atomica, potrebbe riuscire a Merz “.

    Canfora considera Merz “un pericolo“, perché “è un convinto sostenitore dell’egemonia tedesca sull’Europa“. Il mezzo è una propaganda allarmistica: “Consiste nel dire che esiste il pericolo russo. Se conoscesse la storia, saprebbe che la Russia non ha mai attaccato a Occidente in tutti i suoi secoli di storia. Quella di Merz è una menzogna spudorata che mira ad accentuare la tensione fino ai limiti che potrebbero diventare insostenibili».

    Canfora definisce “stravagante” e “paradossale” la posizione del governo Meloni: “Guarda contemporaneamente all’America e alla Germania. Sarebbe auspicabile seguire le vampate pacifiste di Trump, ammesso che riesca a fare qualcosa, cosa che l’Europa non vuole”. Per questo, osserva, “non si può essere contemporaneamente amici di Trump, che vuole arrivare ad accordi di pace, e amici di Merz, che vuole riarmarci fino ai denti. È una politica contraddittoria”.

    Quando il conduttore Savino Balzano gli chiede conto del doppiopesismo nei confronti di Russia e Israele, in particolare del capo dello Stato Sergio Mattarella, Canfora risponde: “Se la memoria non mi inganna, il nostro presidente della Repubblica era ministro della Difesa nel governo D’Alema, nel 1999, che partecipò all’attacco assolutamente ingiustificato contro la Jugoslavia“. Ricorda i bombardamenti su Belgrado e sottolinea: “Anche allora fu violato il cosiddetto principio del diritto internazionale“.
    Il suggerimento di Canfora a Mattarella è lapidario: “Consiglio memoria, coerenza e autocritica“.

    Infine, sull’identità geopolitica del continente, lo storico ricorda: “L’Europa non è mai stata un posto proteso alla pace, l’Europa ha provocato ben due guerre mondiali, una sull’altra, la seconda peggio della prima, sostanzialmente per spinta imperialistica, violenta. Nella prima guerra mondiale addirittura si volevano spartire il mondo togliendo spazio alla Germania e dandolo all’Inghilterra e alla Francia”.
    La conclusione di Canfora è tranchant: “L’Europa ha colpe spaventose, ipocrisia a non finire. Quando ha perso quota politica militare, è diventata buona di animo. Adesso alcuni personaggi pericolosi, soprattutto Merz, a suo modo il povero Macron, poi i volenterosi di Starmer che è uscito dall’Europa ma di fatto comanda sulla Ue, hanno ripreso la voglia di fare politica guerresca in proprio. Quindi, se c’è una caratteristica dell’Europa, è proprio quella di provocare guerre”.


    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/09/canfora-russia-germania-merz-ucraina-europa-meloni/8056197/
    DA ASCOLTARE con molta ATTENZIONE. MASSIMA DIFFUSIONE! "Merz è un personaggio molto pericoloso. Quello che non riuscì a Hitler con l'atomica potrebbe riuscire a lui". L'analisi di Luciano Canfora - Video Canfora: “La Russia non ha mai attaccato l’Occidente. È sempre stata invasa” - Video A Battitori liberi, su Radio Cusano Campus, lo storico Luciano Canfora traccia una lettura di lungo periodo del conflitto tra Mosca e Kiev, muovendo dalla genesi della Russia sovietica fino agli equilibri attuali. “Il panorama più ampio si può ricavare anche dall’esperienza del secolo precedente – afferma Canfora – Quando nacque la Russia sovietica nel ’18, praticamente si cercò di strangolarla in culla. Ci fu l’intervento militare inglese, francese, cecoslovacco, anche un pugno di italiani». Lo storico spiega che la Russia sopravvisse a quell’assedio iniziale grazie anche al presidente americano Woodrow Wilson, che cercò un compromesso per evitare una nuova guerra mondiale. Ma l’accerchiamento occidentale proseguì per decenni: “La Russia fu riconosciuta tardi, molto tardi. L’Italia e l’Inghilterra nel 1924, gli Stati Uniti molto dopo”. La seconda guerra mondiale segna una svolta. “Nel 1941 arriva l’attacco proditorio tedesco. La Russia reagisce in maniera corale, nazionale. Al termine del conflitto ottiene un punto fermo, una cintura di sicurezza intorno ai propri confini“. Canfora sottolinea che la Russia ha una lunga memoria storica delle invasioni: “Da Bonaparte nel 1800, da Pietro il Grande nel 1700. È sempre stata invasa da Occidente”. Fu il patto di sicurezza ottenuto dopo il 1945 a rappresentare una risposta a quella storia. Dopo il crollo dell’Urss, “non come statualità, ma come impalcatura politica”, la Nato, “per iniziativa essenzialmente americana”, si espande verso Est. “Ha pensato di mangiare tutto lo spazio intermedio arrivando fino ai confini“. Per Canfora, “la causa del conflitto Russia–Ucraina è quella lì”. E aggiunge: “La soluzione verrà quando si capirà che un nuovo ordine comporta una cintura di sicurezza che separi dei corpi tendenti al conflitto. Questo è il punto. Avverrà domani? Avverrà tra un mese? Questo non lo sappiamo”. Il focus si sposta sulla Germania. “L’elemento nuovo, preoccupante, è la Germania di Merz – puntualizza lo storico – L’attuale Germania, dopo la vittoria del cancelliere Merz, rappresenta la parte più conservatrice della Cdu”. Canfora cita le parole del leader tedesco: “Avremo in Germania il più potente esercito di tutta l’Europa”. E commenta: “Non escludo che, come ha fatto Israele, che si è impadronita della bomba atomica senza averne il permesso, anche la Germania voglia arrivare a questo. Quello che non riuscì a fare Hitler, perché non arrivò a tempo a fare l’atomica, potrebbe riuscire a Merz “. Canfora considera Merz “un pericolo“, perché “è un convinto sostenitore dell’egemonia tedesca sull’Europa“. Il mezzo è una propaganda allarmistica: “Consiste nel dire che esiste il pericolo russo. Se conoscesse la storia, saprebbe che la Russia non ha mai attaccato a Occidente in tutti i suoi secoli di storia. Quella di Merz è una menzogna spudorata che mira ad accentuare la tensione fino ai limiti che potrebbero diventare insostenibili». Canfora definisce “stravagante” e “paradossale” la posizione del governo Meloni: “Guarda contemporaneamente all’America e alla Germania. Sarebbe auspicabile seguire le vampate pacifiste di Trump, ammesso che riesca a fare qualcosa, cosa che l’Europa non vuole”. Per questo, osserva, “non si può essere contemporaneamente amici di Trump, che vuole arrivare ad accordi di pace, e amici di Merz, che vuole riarmarci fino ai denti. È una politica contraddittoria”. Quando il conduttore Savino Balzano gli chiede conto del doppiopesismo nei confronti di Russia e Israele, in particolare del capo dello Stato Sergio Mattarella, Canfora risponde: “Se la memoria non mi inganna, il nostro presidente della Repubblica era ministro della Difesa nel governo D’Alema, nel 1999, che partecipò all’attacco assolutamente ingiustificato contro la Jugoslavia“. Ricorda i bombardamenti su Belgrado e sottolinea: “Anche allora fu violato il cosiddetto principio del diritto internazionale“. Il suggerimento di Canfora a Mattarella è lapidario: “Consiglio memoria, coerenza e autocritica“. Infine, sull’identità geopolitica del continente, lo storico ricorda: “L’Europa non è mai stata un posto proteso alla pace, l’Europa ha provocato ben due guerre mondiali, una sull’altra, la seconda peggio della prima, sostanzialmente per spinta imperialistica, violenta. Nella prima guerra mondiale addirittura si volevano spartire il mondo togliendo spazio alla Germania e dandolo all’Inghilterra e alla Francia”. La conclusione di Canfora è tranchant: “L’Europa ha colpe spaventose, ipocrisia a non finire. Quando ha perso quota politica militare, è diventata buona di animo. Adesso alcuni personaggi pericolosi, soprattutto Merz, a suo modo il povero Macron, poi i volenterosi di Starmer che è uscito dall’Europa ma di fatto comanda sulla Ue, hanno ripreso la voglia di fare politica guerresca in proprio. Quindi, se c’è una caratteristica dell’Europa, è proprio quella di provocare guerre”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/09/canfora-russia-germania-merz-ucraina-europa-meloni/8056197/
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  • NATO e Paura: disinformazione programmata o sudditanza consapevole?

    Prima di cedere a semplificazioni o giudizi affrettati sui conflitti in corso, è utile confrontarsi con i Coordinamenti per la Pace e contro il Riarmo, che da tre anni, in parallelo alle crisi internazionali, mantengono viva una lettura alternativa e critica dei fatti.

    Non si tratta solo di principio o buon senso, ma di lucidità politica. Determinate voci — come quella del giudice Domenico Gallo, ascoltata durante le nostre sedute di coordinamento — aiutano a fare chiarezza sul ruolo effettivo delle istituzioni sovranazionali.

    La NATO non è un governo mondiale. Le decisioni del Consiglio Atlantico non sono vincolanti, non impongono obblighi legali agli Stati membri e devono essere adottate all’unanimità. Una condizione già di per sé irrealistica in un'alleanza composta da decine di Paesi con interessi divergenti.
    Ma allora, perché tanto allarmismo? Perché questa paura della NATO?
    Per una narrazione distorta, alimentata da chi, nei governi, usa l’ombrello NATO come alibi per decisioni che in realtà sono sovrane. L’obiettivo? Mantenere una posizione subalterna, spesso psicologicamente colonizzata dal paradigma atlantista , in nome di una "deterrenza" verso un nemico sovietico che non esiste più — o non nei termini in cui viene rappresentato.

    In questo contesto, è fondamentale recuperare l’analisi dell’ex Generale Fabio Mini, dal titolo eloquente: Le beffe della NATO e la scusa russa. Un articolo tanto illuminante quanto destinato a “sparire” dai radar della rete. Ecco alcuni estratti centrali:

    Il 5% alla difesa? Non è un obbligo

    Dal recente vertice NATO all’Aja si è estrapolato un solo dato: l’aumento della spesa militare al 5% del PIL. Ma, come chiarisce Mini, la parte più rivoluzionaria della dichiarazione finale è proprio quella non scritta.

    “Le dichiarazioni dei summit non sono trattati. Non obbligano legalmente nessuno. Sono linee guida politiche.”

    In pratica, ogni Stato è libero di recepire o meno queste indicazioni. Non ci sono sanzioni per chi non le applica, se non quelle informali: ricatti politici e “gangsterismo” diplomatico.

    Nel 2014 la NATO fissò come obiettivo il 2% del PIL. A dieci anni di distanza, molti Stati membri — nonostante l'aggravarsi del quadro di sicurezza — non hanno ancora raggiunto quella soglia. Oggi, il nuovo “traguardo” del 5% è presentato come necessario per:

    - resistere a un eventuale primo attacco russo,

    - riprendere territori persi,

    - sostenere un conflitto di lunga durata.

    Tutto entro il 2035. Una previsione che, nella sua ambiguità, lascia intravedere il peggiore degli scenari: un conflitto di logoramento, in cui — parole di Mini — "saremmo comunque soccombenti, se non intervenisse il nucleare."
    Per l’Italia significa un incremento graduale ma pesantissimo:

    +0,9% in armamenti e +0,7% in spese “correlate” entro il 2029.

    Spese “correlate” che includono infrastrutture, logistica, persino decoro urbano.

    Persino le spese per armare l’Ucraina — o investimenti industriali su quel fronte — potranno essere “conteggiate” come parte del 5%. Un escamotage per “adempiere” agli impegni senza rafforzare realmente le nostre forze armate.

    La verità è chiara: non è la NATO a imporci questi sacrifici, ma il nostro stesso governo, che sceglie di allinearsi a una strategia militare che porterà nel tempo a svuotare le casse pubbliche senza garantire vera sicurezza.

    Dieci anni in cui non si costruirà una reale deterrenza, ma un sistema instabile e insostenibile, che servirà solo ad alimentare l’industria bellica e a spostare risorse dalla società civile alle spese militari.

    È per questo che invitiamo alla partecipazione attiva nei Coordinamenti, nei gruppi locali, nei momenti di confronto pubblico.

    La mobilitazione richiede una convergenza di idee, ma parte da un requisito fondamentale: un'informazione corretta, libera da panico indotto e retorica militarista.

    #NATO #VerticeAja #NoRiarmo #DifesaComune #PoliticaEstera #PaceNonGuerra #SovranitàNazionale #StopDisinformazione #SpeseMilitari #MobilitazionePopolare #FabioMini #CoordinamentoPace #informazionecritica
    🌍 NATO e Paura: disinformazione programmata o sudditanza consapevole? Prima di cedere a semplificazioni o giudizi affrettati sui conflitti in corso, è utile confrontarsi con i Coordinamenti per la Pace e contro il Riarmo, che da tre anni, in parallelo alle crisi internazionali, mantengono viva una lettura alternativa e critica dei fatti. Non si tratta solo di principio o buon senso, ma di lucidità politica. Determinate voci — come quella del giudice Domenico Gallo, ascoltata durante le nostre sedute di coordinamento — aiutano a fare chiarezza sul ruolo effettivo delle istituzioni sovranazionali. 🛑 La NATO non è un governo mondiale. Le decisioni del Consiglio Atlantico non sono vincolanti, non impongono obblighi legali agli Stati membri e devono essere adottate all’unanimità. Una condizione già di per sé irrealistica in un'alleanza composta da decine di Paesi con interessi divergenti. Ma allora, perché tanto allarmismo? Perché questa paura della NATO? Per una narrazione distorta, alimentata da chi, nei governi, usa l’ombrello NATO come alibi per decisioni che in realtà sono sovrane. L’obiettivo? Mantenere una posizione subalterna, spesso psicologicamente colonizzata dal paradigma atlantista 🇺🇸, in nome di una "deterrenza" verso un nemico sovietico che non esiste più — o non nei termini in cui viene rappresentato. 📌 In questo contesto, è fondamentale recuperare l’analisi dell’ex Generale Fabio Mini, dal titolo eloquente: Le beffe della NATO e la scusa russa. Un articolo tanto illuminante quanto destinato a “sparire” dai radar della rete. Ecco alcuni estratti centrali: 💣 Il 5% alla difesa? Non è un obbligo Dal recente vertice NATO all’Aja si è estrapolato un solo dato: l’aumento della spesa militare al 5% del PIL. Ma, come chiarisce Mini, la parte più rivoluzionaria della dichiarazione finale è proprio quella non scritta. “Le dichiarazioni dei summit non sono trattati. Non obbligano legalmente nessuno. Sono linee guida politiche.” In pratica, ogni Stato è libero di recepire o meno queste indicazioni. Non ci sono sanzioni per chi non le applica, se non quelle informali: ricatti politici e “gangsterismo” diplomatico. 🔍 Nel 2014 la NATO fissò come obiettivo il 2% del PIL. A dieci anni di distanza, molti Stati membri — nonostante l'aggravarsi del quadro di sicurezza — non hanno ancora raggiunto quella soglia. Oggi, il nuovo “traguardo” del 5% è presentato come necessario per: - resistere a un eventuale primo attacco russo, - riprendere territori persi, - sostenere un conflitto di lunga durata. Tutto entro il 2035. Una previsione che, nella sua ambiguità, lascia intravedere il peggiore degli scenari: un conflitto di logoramento, in cui — parole di Mini — "saremmo comunque soccombenti, se non intervenisse il nucleare." 📊 Per l’Italia significa un incremento graduale ma pesantissimo: +0,9% in armamenti e +0,7% in spese “correlate” entro il 2029. Spese “correlate” che includono infrastrutture, logistica, persino decoro urbano. ❗Persino le spese per armare l’Ucraina — o investimenti industriali su quel fronte — potranno essere “conteggiate” come parte del 5%. Un escamotage per “adempiere” agli impegni senza rafforzare realmente le nostre forze armate. La verità è chiara: non è la NATO a imporci questi sacrifici, ma il nostro stesso governo, che sceglie di allinearsi a una strategia militare che porterà nel tempo a svuotare le casse pubbliche senza garantire vera sicurezza. ⚠️ Dieci anni in cui non si costruirà una reale deterrenza, ma un sistema instabile e insostenibile, che servirà solo ad alimentare l’industria bellica e a spostare risorse dalla società civile alle spese militari. 📢 È per questo che invitiamo alla partecipazione attiva nei Coordinamenti, nei gruppi locali, nei momenti di confronto pubblico. La mobilitazione richiede una convergenza di idee, ma parte da un requisito fondamentale: un'informazione corretta, libera da panico indotto e retorica militarista. #NATO #VerticeAja #NoRiarmo #DifesaComune #PoliticaEstera #PaceNonGuerra #SovranitàNazionale #StopDisinformazione #SpeseMilitari #MobilitazionePopolare #FabioMini #CoordinamentoPace #informazionecritica
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  • Ho infiniti motivi per indignarmi: ci pisciano in testa e ci raccontano che piove!
    Ogni tanto si sente qualche voce fuori dal coro come quella di Sanchez, ma viene trattato come uno sciocco utopista, come accadde con Tsipras...
    Generalmente, quando scrivo qualcosa per il blog, la spinta nasce dall’indignazione. Probabilmente con tanta ingenuità, ho pensato che la mia indignazione, se ben spiegata, possa estendersi anche ad altri e generare, magari anche nel lungo periodo, una qualche forma di resistenza. Ma per me i motivi di sconforto sono infiniti e continuano a crescere. Ne enumero solo alcuni:

    – Il perdurare delle guerre tra Russi e Ucraini, del massacro della popolazione di Gaza, dell’impunità di Netanyahu che si permette di allargare il conflitto ovunque ritenga opportuno pur di salvare la propria posizione politica senza farsi alcuno scrupolo rispetto al fatto che l’attacco all’Iran, per esempio potesse portare nel conflitto Russia e Cina...

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/01/infiniti-motivi-indignazione/8044511/
    Ho infiniti motivi per indignarmi: ci pisciano in testa e ci raccontano che piove! Ogni tanto si sente qualche voce fuori dal coro come quella di Sanchez, ma viene trattato come uno sciocco utopista, come accadde con Tsipras... Generalmente, quando scrivo qualcosa per il blog, la spinta nasce dall’indignazione. Probabilmente con tanta ingenuità, ho pensato che la mia indignazione, se ben spiegata, possa estendersi anche ad altri e generare, magari anche nel lungo periodo, una qualche forma di resistenza. Ma per me i motivi di sconforto sono infiniti e continuano a crescere. Ne enumero solo alcuni: – Il perdurare delle guerre tra Russi e Ucraini, del massacro della popolazione di Gaza, dell’impunità di Netanyahu che si permette di allargare il conflitto ovunque ritenga opportuno pur di salvare la propria posizione politica senza farsi alcuno scrupolo rispetto al fatto che l’attacco all’Iran, per esempio potesse portare nel conflitto Russia e Cina... https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/01/infiniti-motivi-indignazione/8044511/
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    Ogni tanto si sente qualche voce fuori dal coro come quella di Sanchez, ma viene trattato come uno sciocco utopista, come accadde con Tsipras
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