• Nella Riunione della Camera in Lussemburgo datata 23 Aprile 2025, Amar Goudjil (politico francese che fa parte del partito della Le Pen) sdogana il grafene e nanoparticelle presenti nei vaccini, parlando chiaramente di crimini contro l'Umanità

    L'ordine del giorno di questa seduta era: "Istituzione di una commissione d'inchiesta multidisciplinare indipendente volta a trarre conclusioni sulla realtà sanitaria, statistica, scientifica e politica del periodo Covid-19 in Lussemburgo".

    Goudjil parla anche di metalli pesanti e 55 componenti non dichiarati, trovati in quelli che loro chiamano vaccini.

    E' tutto esposto alla luce del sole.

    Manca solo una componente al quadro: il dolce tintinnio delle manette. Ne pregustiamo il momento con bramosia.


    In the Chamber Meeting in Luxembourg dated April 23, 2025, Amar Goudjil (French politician who is part of Le Pen's party) clears graphene and nanoparticles present in vaccines, clearly speaking of crimes against humanity

    The agenda of this session was: "Establishment of an independent multidisciplinary commission of inquiry aimed at drawing conclusions on the health, statistical, scientific and political reality of the Covid-19 period in Luxembourg".

    Goudjil also speaks of heavy metals and 55 undeclared components, found in what they call vaccines.

    It is all exposed to the light of day.

    Only one component is missing from the picture: the sweet clinking of handcuffs. We eagerly anticipate this moment.

    Source: https://www.chd.lu/fr/meeting/13458
    Sottotitoli: https://t.me/mpowertranslations/119

    In_Telegram_Veritas
    Nella Riunione della Camera in Lussemburgo datata 23 Aprile 2025, Amar Goudjil (politico francese che fa parte del partito della Le Pen) sdogana il grafene e nanoparticelle presenti nei vaccini, parlando chiaramente di crimini contro l'Umanità L'ordine del giorno di questa seduta era: "Istituzione di una commissione d'inchiesta multidisciplinare indipendente volta a trarre conclusioni sulla realtà sanitaria, statistica, scientifica e politica del periodo Covid-19 in Lussemburgo". Goudjil parla anche di metalli pesanti e 55 componenti non dichiarati, trovati in quelli che loro chiamano vaccini. E' tutto esposto alla luce del sole. Manca solo una componente al quadro: il dolce tintinnio delle manette. Ne pregustiamo il momento con bramosia. In the Chamber Meeting in Luxembourg dated April 23, 2025, Amar Goudjil (French politician who is part of Le Pen's party) clears graphene and nanoparticles present in vaccines, clearly speaking of crimes against humanity The agenda of this session was: "Establishment of an independent multidisciplinary commission of inquiry aimed at drawing conclusions on the health, statistical, scientific and political reality of the Covid-19 period in Luxembourg". Goudjil also speaks of heavy metals and 55 undeclared components, found in what they call vaccines. It is all exposed to the light of day. Only one component is missing from the picture: the sweet clinking of handcuffs. We eagerly anticipate this moment. Source: https://www.chd.lu/fr/meeting/13458 Sottotitoli: https://t.me/mpowertranslations/119 🔗 In_Telegram_Veritas
    Like
    1
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 32 Views 6
  • GIURO NON É COMPLICATO:

    1. La #Russia ha ovviamente vinto la guerra contro #Ucraina e #Nato.
    2. É giunto il momento delle trattative di pace.
    3. #Putin il 9 maggio ha proposto di riprendere le trattative il 15 maggio ad #Istanbul dove erano state interrotte a marzo 2022 dopo l’intervento Uk/Usa.
    4. #Zelensky, invece di usare la diplomazia e organizzare l’incontro, é corso in Turchia passando gli ultimi tre giorni a dichiarare che Putin non si sarebbe presentato ad Istanbul…
    5. Anche i bambini sanno che, in questi casi, si incontrano le #delegazioni, trattano i vari punti e all’ultimo incontro i capi di Stato si presentano per firmare il #trattato.
    6. Inoltre ricorderei ai più distratti, che Zelensky ha promulgato una legge secondo cui lui non potrebbe trattare la pace con Putin ed inoltre che il suo status giuridico é quantomeno discutibile poiché il suo incarico presidenziale è #decaduto da tempo.
    Forse è meglio che torni a #Kiev e attenda la fine delle trattative diplomatiche tra le due delegazioni, senza polemizzare troppo e senza fare il bullo.
    7. La delegazione russa guidata dal Ministro #Lavrov é pronta.
    Quella ucraina che dovrebbe essere già seduta per trattare, dov’è?!?
    Kiev vuole davvero la #PACE?

    @KremlinRussia
    @mfa_russia
    @realDonaldTrump
    GIURO NON É COMPLICATO: 1. La #Russia ha ovviamente vinto la guerra contro #Ucraina e #Nato. 2. É giunto il momento delle trattative di pace. 3. #Putin il 9 maggio ha proposto di riprendere le trattative il 15 maggio ad #Istanbul dove erano state interrotte a marzo 2022 dopo l’intervento Uk/Usa. 4. #Zelensky, invece di usare la diplomazia e organizzare l’incontro, é corso in Turchia passando gli ultimi tre giorni a dichiarare che Putin non si sarebbe presentato ad Istanbul… 5. Anche i bambini sanno che, in questi casi, si incontrano le #delegazioni, trattano i vari punti e all’ultimo incontro i capi di Stato si presentano per firmare il #trattato. 6. Inoltre ricorderei ai più distratti, che Zelensky ha promulgato una legge secondo cui lui non potrebbe trattare la pace con Putin ed inoltre che il suo status giuridico é quantomeno discutibile poiché il suo incarico presidenziale è #decaduto da tempo. Forse è meglio che torni a #Kiev e attenda la fine delle trattative diplomatiche tra le due delegazioni, senza polemizzare troppo e senza fare il bullo. 7. La delegazione russa guidata dal Ministro #Lavrov é pronta. Quella ucraina che dovrebbe essere già seduta per trattare, dov’è?!? Kiev vuole davvero la #PACE? @KremlinRussia @mfa_russia @realDonaldTrump
    Like
    2
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 24 Views
  • IL CERCHIO si CHIUDE. L'avevo sempre detto che Stasi era innocente!
    Delitto di Garlasco, perquisizione a casa di Andrea Sempio. Si cerca l'arma del delitto in un canale, ne ha parlato un testimone - Il Fatto Quotidiano
    Una nuova accelerazione dell'indagine sul delitto di Garlasco...

    Arriva un’accelerazione nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. All’alba i carabinieri sono entrati in casa dell’indagato Andrea Sempio, a Voghera, dei suoi genitori, a Garlasco, e anche di due suoi amici. Le perquisizioni fanno parte della nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, trucidata il 13 agosto del 2007 nella villetta dei genitori, per Sempio risulta iscritto nel registro degli indagati dopo essere stato già archiviato in passato.

    I rilievi degli investigatori dell’Arma si sono estesi anche a Tromello, piccolo comune della Lomellina, sempre in provincia di Pavia. Secondo indiscrezioni, alla ricerca di una possibile arma del delitto che secondo un testimone sarebbe stata gettata in un canale. Si tratterebbe di un attizzatoio di casa Poggi che, secondo una testimonianza, sarebbe stato gettato in un canale. L’arma con cui è stata uccisa la 26enne non è mai stata trovata; si era ipotizzato un martello, ma qualcosa portato da fuori perché da casa Poggi non mancava nulla. “Tutti gli attrezzi del camino ci sono ancora”. L’attizzatoio “che avevamo allora c’è ancora adesso” ha ribadito anche oggi Rita Poggi.

    Perquisizioni a tappeto – Le perquisizioni nelle case sono state ordinate, tra le altre cose, per acquisire tutti supporti informatici. Da indiscrezioni infatti, sarebbero stati sequestrati telefonini e pc. Oltre alle abitazioni di Sempio e dei suoi genitori, le perquisizioni hanno riguardato anche le case di Roberto Freddi e Mattia Capra, amici di Sempio. Entrambi non sono indagati, ma la Procura li ha indicati nella memoria depositata al maxi incidente probatorio sul Dna come due degli altri soggetti a cui è stato prelevato “materiale biologico” da incrociare con le tracce presenti sulle unghie della vittima.

    Gli amici – In quella relazione oltre al nome dell’indagato, “i carabinieri rendevano nota l’identità anche degli altri individui frequentanti la casa della vittima nei cui confronti era stato possibile compiere acquisizioni di materiale biologico, ossia Mattia Capra, Marco Poggi e Roberto Freddi”. I nomi dei due amici emergono anche per alcuni contatti telefonici che ci sarebbero stati con Sempio la mattina del 13 agosto 2007. Lo scorso 14 marzo la giudice per le indagini preliminari, Daniela Garlaschelli, aveva ordinato la comparazione del Dna con le “ulteriori tracce biologiche” sulla scena del crimine.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/14/delitto-garlasco-chiara-poggi-perquisizione-andrea-sempio-news-oggi/7987033/
    IL CERCHIO si CHIUDE. L'avevo sempre detto che Stasi era innocente! Delitto di Garlasco, perquisizione a casa di Andrea Sempio. Si cerca l'arma del delitto in un canale, ne ha parlato un testimone - Il Fatto Quotidiano Una nuova accelerazione dell'indagine sul delitto di Garlasco... Arriva un’accelerazione nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. All’alba i carabinieri sono entrati in casa dell’indagato Andrea Sempio, a Voghera, dei suoi genitori, a Garlasco, e anche di due suoi amici. Le perquisizioni fanno parte della nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, trucidata il 13 agosto del 2007 nella villetta dei genitori, per Sempio risulta iscritto nel registro degli indagati dopo essere stato già archiviato in passato. I rilievi degli investigatori dell’Arma si sono estesi anche a Tromello, piccolo comune della Lomellina, sempre in provincia di Pavia. Secondo indiscrezioni, alla ricerca di una possibile arma del delitto che secondo un testimone sarebbe stata gettata in un canale. Si tratterebbe di un attizzatoio di casa Poggi che, secondo una testimonianza, sarebbe stato gettato in un canale. L’arma con cui è stata uccisa la 26enne non è mai stata trovata; si era ipotizzato un martello, ma qualcosa portato da fuori perché da casa Poggi non mancava nulla. “Tutti gli attrezzi del camino ci sono ancora”. L’attizzatoio “che avevamo allora c’è ancora adesso” ha ribadito anche oggi Rita Poggi. Perquisizioni a tappeto – Le perquisizioni nelle case sono state ordinate, tra le altre cose, per acquisire tutti supporti informatici. Da indiscrezioni infatti, sarebbero stati sequestrati telefonini e pc. Oltre alle abitazioni di Sempio e dei suoi genitori, le perquisizioni hanno riguardato anche le case di Roberto Freddi e Mattia Capra, amici di Sempio. Entrambi non sono indagati, ma la Procura li ha indicati nella memoria depositata al maxi incidente probatorio sul Dna come due degli altri soggetti a cui è stato prelevato “materiale biologico” da incrociare con le tracce presenti sulle unghie della vittima. Gli amici – In quella relazione oltre al nome dell’indagato, “i carabinieri rendevano nota l’identità anche degli altri individui frequentanti la casa della vittima nei cui confronti era stato possibile compiere acquisizioni di materiale biologico, ossia Mattia Capra, Marco Poggi e Roberto Freddi”. I nomi dei due amici emergono anche per alcuni contatti telefonici che ci sarebbero stati con Sempio la mattina del 13 agosto 2007. Lo scorso 14 marzo la giudice per le indagini preliminari, Daniela Garlaschelli, aveva ordinato la comparazione del Dna con le “ulteriori tracce biologiche” sulla scena del crimine. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/14/delitto-garlasco-chiara-poggi-perquisizione-andrea-sempio-news-oggi/7987033/
    Like
    2
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 172 Views
  • Caos urbanistica, il Comune anticipa la Procura e restituisce oneri di urbanizzazione per il progetto in via Salomone che considera a rischio

    https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_aprile_06/caos-urbanistica-il-comune-anticipa-la-procura-e-restituisce-oneri-di-urbanizzazione-per-il-progetto-in-via-salomone-che-ed8a2c0d-6fb2-4adb-8487-cba9f348bxlk.shtml?refresh_ce



    Palazzo Marino previene le mosse della Procura, giocando d’anticipo. Per la prima volta il Comune restituisce a un costruttore le somme versate come oneri di urbanizzazione per un progetto su cui la Procura non ha aperto un fascicolo ma che avrebbe potuto presentare criticità, sulla base dei profili contestati dalla magistratura nelle inchieste sull’urbanistica. La prima società a ricevere la restituzione è Bluestone, per il progetto in via Salomone 77. Un provvedimento adottato in via cautelare in attesa di sviluppi futuri sul fronte delle inchieste. In prospettiva potrebbero essercene anche altri, in seguito al lavoro di istruttoria che Palazzo Marino sta portando avanti da un anno.

    Il Comune a febbraio del 2024, sulla base di una delibera approvata dalla giunta, ha istituito un gruppo di lavoro per visionare quei dossier su cui la Procura non ha aperto un’indagine ma che potrebbero presentare criticità, sulla base dei rilievi emersi dalle inchieste sull’urbanistica. Nell’istruttoria che Palazzo Marino da un anno sta portando avanti, il Comune ha chiesto ad alcuni costruttori di rivedere aspetti progettuali, ad altri di modificare il piano attuativo. Per la prima volta, nel corso dell’istruttoria, Palazzo Marino è arrivato anche a restituire a una società la somma versata per gli oneri di urbanizzazione. È accaduto a Bluestone per il progetto in via Salomone, dove l’edificio, da sede della casa editrice Ricordi, dovrebbe diventare un complesso residenziale di 200 appartamenti.
    PUBBLICITÀ

    Per avviare il cantiere è stata rilasciata la Scia, segnalazione certificata di inizio attività, in alternativa al permesso di costruire. L’intervento è stato qualificato come «ristrutturazione edilizia», «con demolizione e ricostruzione» di un fabbricato «a vocazione residenziale». Il progetto prevede un «cambio d’uso» dell’edificio in via Salomone: da stabile utilizzato per ospitare uffici a edificio «a totale superficie residenziale». Come contributo di costruzione è stato determinato l’importo complessivo di quasi 2 milioni, da versare a rate.

    La prima, già saldata, pari a quasi 500 mila euro. Dal lavoro di istruttoria svolto dal Comune è emerso che il progetto, su cui la Procura non ha aperto un fascicolo, avrebbe potuto presentare delle criticità, in quanto uno dei profili contestati dalla magistratura riguarda proprio il titolo edilizio. Per la Procura per alcuni interventi sarebbero necessari i permessi di costruire, piuttosto che la Scia.

    Così ad agosto del 2024 l’amministrazione agisce «in regime di autotutela», annullando d’ufficio il titolo edilizio che si è formato. In altre parole, il Comune interviene prevenendo possibili accuse dalla Procura ed evitando lo stallo di un altro progetto edilizio in città. Poiché però Bluestone aveva già versato al Comune parte della somma dovuta per gli oneri di urbanizzazione, Palazzo Marino si è preso l’impegno di restituirla alla società. Da quanto emerge dalla determina, l’amministrazione ha approvato la restituzione della prima rata e degli interessi legali pari a seimila euro circa. La somma verrà liquidata nelle prossime settimane.

    Il Comune, intanto, continua la sua istruttoria su quei progetti che non sono sotto indagine della Procura ma che potrebbero presentare profili di criticità. Per quei dossier, invece, per cui la magistratura ha aperto un fascicolo Palazzo Marino ricerca un accordo. Giovedì l’avvocatura del Comune ha incontrato la Procura per cercare di trovare una soluzione allo stallo urbanistico in città. Al vaglio c’è la strada della giustizia riparativa. L’ipotesi è quella che i costruttori possano versare gli oneri di urbanizzazione mancanti o adibire aree dei propri progetti a spazi per servizi da destinare alla cittadinanza. Non è scontato che le parti in gioco accettino l’accordo. La strada è in salita ma dall’incontro è emersa la volontà di non arrecare danni inutili alla città
    Caos urbanistica, il Comune anticipa la Procura e restituisce oneri di urbanizzazione per il progetto in via Salomone che considera a rischio https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_aprile_06/caos-urbanistica-il-comune-anticipa-la-procura-e-restituisce-oneri-di-urbanizzazione-per-il-progetto-in-via-salomone-che-ed8a2c0d-6fb2-4adb-8487-cba9f348bxlk.shtml?refresh_ce Palazzo Marino previene le mosse della Procura, giocando d’anticipo. Per la prima volta il Comune restituisce a un costruttore le somme versate come oneri di urbanizzazione per un progetto su cui la Procura non ha aperto un fascicolo ma che avrebbe potuto presentare criticità, sulla base dei profili contestati dalla magistratura nelle inchieste sull’urbanistica. La prima società a ricevere la restituzione è Bluestone, per il progetto in via Salomone 77. Un provvedimento adottato in via cautelare in attesa di sviluppi futuri sul fronte delle inchieste. In prospettiva potrebbero essercene anche altri, in seguito al lavoro di istruttoria che Palazzo Marino sta portando avanti da un anno. Il Comune a febbraio del 2024, sulla base di una delibera approvata dalla giunta, ha istituito un gruppo di lavoro per visionare quei dossier su cui la Procura non ha aperto un’indagine ma che potrebbero presentare criticità, sulla base dei rilievi emersi dalle inchieste sull’urbanistica. Nell’istruttoria che Palazzo Marino da un anno sta portando avanti, il Comune ha chiesto ad alcuni costruttori di rivedere aspetti progettuali, ad altri di modificare il piano attuativo. Per la prima volta, nel corso dell’istruttoria, Palazzo Marino è arrivato anche a restituire a una società la somma versata per gli oneri di urbanizzazione. È accaduto a Bluestone per il progetto in via Salomone, dove l’edificio, da sede della casa editrice Ricordi, dovrebbe diventare un complesso residenziale di 200 appartamenti. PUBBLICITÀ Per avviare il cantiere è stata rilasciata la Scia, segnalazione certificata di inizio attività, in alternativa al permesso di costruire. L’intervento è stato qualificato come «ristrutturazione edilizia», «con demolizione e ricostruzione» di un fabbricato «a vocazione residenziale». Il progetto prevede un «cambio d’uso» dell’edificio in via Salomone: da stabile utilizzato per ospitare uffici a edificio «a totale superficie residenziale». Come contributo di costruzione è stato determinato l’importo complessivo di quasi 2 milioni, da versare a rate. La prima, già saldata, pari a quasi 500 mila euro. Dal lavoro di istruttoria svolto dal Comune è emerso che il progetto, su cui la Procura non ha aperto un fascicolo, avrebbe potuto presentare delle criticità, in quanto uno dei profili contestati dalla magistratura riguarda proprio il titolo edilizio. Per la Procura per alcuni interventi sarebbero necessari i permessi di costruire, piuttosto che la Scia. Così ad agosto del 2024 l’amministrazione agisce «in regime di autotutela», annullando d’ufficio il titolo edilizio che si è formato. In altre parole, il Comune interviene prevenendo possibili accuse dalla Procura ed evitando lo stallo di un altro progetto edilizio in città. Poiché però Bluestone aveva già versato al Comune parte della somma dovuta per gli oneri di urbanizzazione, Palazzo Marino si è preso l’impegno di restituirla alla società. Da quanto emerge dalla determina, l’amministrazione ha approvato la restituzione della prima rata e degli interessi legali pari a seimila euro circa. La somma verrà liquidata nelle prossime settimane. Il Comune, intanto, continua la sua istruttoria su quei progetti che non sono sotto indagine della Procura ma che potrebbero presentare profili di criticità. Per quei dossier, invece, per cui la magistratura ha aperto un fascicolo Palazzo Marino ricerca un accordo. Giovedì l’avvocatura del Comune ha incontrato la Procura per cercare di trovare una soluzione allo stallo urbanistico in città. Al vaglio c’è la strada della giustizia riparativa. L’ipotesi è quella che i costruttori possano versare gli oneri di urbanizzazione mancanti o adibire aree dei propri progetti a spazi per servizi da destinare alla cittadinanza. Non è scontato che le parti in gioco accettino l’accordo. La strada è in salita ma dall’incontro è emersa la volontà di non arrecare danni inutili alla città
    MILANO.CORRIERE.IT
    Caos urbanistica, il Comune anticipa la Procura e restituisce oneri di urbanizzazione per il progetto in via Salomone che considera a rischio
    Progetti in stallo preventivo: in via Salomone primo caso di rimborso per «correggere» l’iter. Sull'operazione di Bluestone non è aperto un fascicolo, Palazzo Marino: procediamo in autotutela
    Angry
    2
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 283 Views
  • Cosa c'è in quella bustina bianca sul tavolo che Macron si affretta a nascondere?
    (Non é AI, ci sono decine di altri video e foto da altre angolazioni)

    What's in that white envelope on the table that Macron is quick to hide?
    (It's not AI, there are dozens of other videos and photos from other angles)
    Cosa c'è in quella bustina bianca sul tavolo che Macron si affretta a nascondere?🤔👃 (Non é AI, ci sono decine di altri video e foto da altre angolazioni) What's in that white envelope on the table that Macron is quick to hide?🤔👃 (It's not AI, there are dozens of other videos and photos from other angles)
    Angry
    1
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 90 Views 8
  • IL NAUFRAGIO della SANITA' ITALIANA.
    In Italia mancano 65mila infermieri, gli stranieri aumentati del 47% in 5 anni. Crescono dimissioni volontarie ed expat - Il Fatto Quotidiano
    Stipendi bassi, aggressioni e costi nelle città proibitivi. E in migliaia se ne vanno. I dati in occasione nella Giornata internazionale...

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/12/italia-mancano-65mila-infermieri-stranieri-aumentati-dimissioni-volontarie-expat/7984585/
    IL NAUFRAGIO della SANITA' ITALIANA. In Italia mancano 65mila infermieri, gli stranieri aumentati del 47% in 5 anni. Crescono dimissioni volontarie ed expat - Il Fatto Quotidiano Stipendi bassi, aggressioni e costi nelle città proibitivi. E in migliaia se ne vanno. I dati in occasione nella Giornata internazionale... https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/12/italia-mancano-65mila-infermieri-stranieri-aumentati-dimissioni-volontarie-expat/7984585/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    In Italia mancano 65mila infermieri, gli stranieri aumentati del 47% in 5 anni. Crescono dimissioni volontarie ed expat - Il Fatto Quotidiano
    Stipendi bassi, aggressioni e costi nelle città proibitivi. E in migliaia se ne vanno. I dati in occasione nella Giornata internazionale
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 149 Views
  • La pandemia è stato una prova generale di colpo di stato totalitario della Elite mondialista.

    Ecco il testo integrale dell'intervista:

    L’intervista
    ANDREA ZHOK
    «No, non possiamo chiudere il capitolo della pandemia»
    Il filosofo: «Le ingiustizie di quella stagione devono ancora essere sanate. Cosa peggiore, l’esperimento autoritario che allora si aprì in Occidente rischia di essere solo agli inizi»

    di FABIO DRAGONI

    Andrea Zhok, professore di Filosofia morale all’Università degli studi di Milano: «I risarcimenti alle vittime e la sanzione delle gravi ingiustizie sono le spalle da voltare alla stagione della pandemia».
    Eppure la volontà pare inspiegabilmente latente, la critica di gestione pandemica è ancora un tabù.
    «È comprensibile, da settant’anni in qua tendiamo ad assimilare la memoria storica. Riflessi condizionati, in questo riflettere e contrapporre eventi passati deve provare fastidio, discredito per un’epoca di cui si è deciso di essere stati parte».
    Ora, la coazione quasi etica a “voltare pagina” impedisce di rendere giustizia a quanti furono penalizzati da provvedimenti illiberali. Così si rinuncia a porre rimedio. E si rinuncia, anche, a consolidare i fondamenti democratici: l’uso di poteri straordinari in tempi ordinari è diventato una possibilità.
    La morale collettiva si è rotta, e i torti che continuano a infierire meritano giustizia.

    Morale, che vuol dire?
    «L’aspetto morale centrale riguarda un’ingiustizia profonda, mai riconosciuta e tantomeno sanata. La pandemia, in particolare il 15% della popolazione italiana – coloro che, per vari motivi, hanno scelto di non vaccinarsi o non vaccinarsi dopo i figli – è stato sottoposto a un bullismo istituzionale e sociale di proporzioni inedite. Non semplicemente con esclusione da luoghi vari, ma proprio su campagna di deliberata denigrazione. Processo di “chiarificazione amico/nemico” ben orchestrato in cui rappresentanti istituzionali e media, insieme a medici, esperti, officer, supervisori di vario tipo, non solo si sono resi attori, ma hanno attivamente sostenuto l’idea che fosse giusto colpire i non allineati e che non si potesse loro concedere voce, rispetto o tolleranza. Il meccanismo psicologico e sociale messo in atto è quello tipico di ogni persecuzione».

    Una persecuzione?
    «Sì. E proprio perché questo meccanismo è stato a lungo attivo, e ha prodotto danni pesanti (che sono tuttora presenti), sarebbe necessario riconoscerli pubblicamente e moralmente. È un’esigenza morale e civile di verità, ma anche psicologica e sociale. Non si può “passare oltre” come se nulla fosse stato».

    Perché?
    «Perché questi torti, queste ferite, sono rimaste aperte. Nessuno ha chiesto scusa, nessuno ha cercato di ristabilire il diritto a esistere, socialmente e simbolicamente, delle persone così colpite».

    E allora?
    «Bisogna ricominciare dalla verità dei fatti e dei comportamenti. Non si è trattato solo di una serie di decisioni pubbliche più o meno discutibili. Le istituzioni sono andate ben oltre, nella direzione di una campagna sistematica di marginalizzazione del dissenso. Questa è la verità che deve venire alla luce, e di cui si deve rispondere».

    E invece?
    «Nessun tentativo di rielaborazione collettiva. Tutto sotto il tappeto, in attesa che il tempo cancelli i ricordi. Il fatto è che questa ferita non rimarginata è rimasta sana, e continua a ritornare sull’argomento. La rimozione non basta».

    Le paure anche le motivazioni sono rimaste
    «Le conseguenze pratiche della gestione antidemocratica della pandemia sono molte e altrettanto rilevanti. Sul piano istituzionale, il Parlamento è stato esautorato; sul piano giudiziario, si è rivelato incapace di far valere fondamentali diritti costituzionali; sul piano mediatico, si è realizzato un controllo totale dell’informazione, con la messa al bando del dissenso e la sua criminalizzazione; sul piano culturale, si è attivata una spinta alla conformizzazione sociale e alla delazione; sul piano economico, si sono discriminati i lavoratori e imposti obblighi arbitrari, producendo la perdita del reddito. Si sono prodotti danni sanitari, psicologici e traumatici e tutt’oggi ci sono costi persistenti. E che dire dell’impatto psicologico sulle giovani generazioni? Preadolescenti e adolescenti, costretti a lockdown, distanza, distanziamenti e isolamenti, con l’uso della pandemia come tassa obbligata di depressione, ansia, insonnia, isolamento, suicidio e abbandono scolastico. Gli psicologi che lavorano con loro confermano: il sistema di supporto psicologico è già collassato».

    E anche chi non ha avuto traumi, dice che qualcosa è cambiato.
    «Tutti, anche chi è stato meno coinvolto, ha visto mutare radicalmente l’ambiente, l’aria che si respira. Una fetta della popolazione ha smesso di avere fiducia nelle istituzioni, nei media, nella giustizia, nella scienza. È emerso un problema di controllo capillare dell’informazione. Una delle cose emblematiche di quell’evento, rimossa e non discussa, è proprio l’uso sistematico del “fact checking” come dispositivo di manipolazione».

    Le parole della scienza.
    «Sì. E anche l’uso propagandistico della “scienza”, evocata come “autorità indiscutibile”, che però è stata contraddetta sistematicamente dai fatti. La gestione della pandemia è stata una guerra psicologica in piena regola. E ora? Ora, secondo Zhok, «è da lì (da quella data) che il sistema occidentale non riesce più a tornare a una dimensione ordinaria».

    La militarizzazione è un’eredità della pandemia?
    «In Germania alcuni documenti ufficiali hanno reso noto che gli strumenti di controllo della pandemia erano già stati predisposti nel 2012: test di simulazione, documenti e testimonianze confermano la presenza di esperti militari e rappresentanti della Nato nei comitati scientifici, giustificata dalla possibilità di un attacco batteriologico. Indipendentemente da dove il virus che oggi sembri accreditato essere artificiale – ciò che accaduto è stato un cambiamento di paradigma politico».

    A proposito di lockdown, Neil Ferguson ed epidemiologi britannici ebbero a dire: “la Cina è un regime comunista e parlò di uno. Non riusciremmo a farlo in Europa, ah, abbiamo provato. E poi l’Italia lo ha fatto. E si è messo così come potevano farlo».
    Per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale le società occidentali sono state sottoposte a meccanismi di sorveglianza e controllo degni di uno stato totalitario. Una trasformazione è stata gestita con una violenza senza precedenti. L’intimidazione è stata massiccia, sostenuta da organismi sanitari, ministri, talk show, stampa e riviste scientifiche».

    E chi ha provato a opporsi?
    «È stato deriso, criminalizzato, censurato. I media, le piattaforme, i social hanno selezionato sistematicamente le fonti e le opinioni da pubblicare. L’informazione è stata appaltata a “verificatori indipendenti”, che nel 90% dei casi hanno agito come censori. Il dissenso è diventato un reato».

    Cosa significa oggi?
    «Che non si tratta solo di una parentesi. Il problema è che questo esperimento autoritario rischia di essere solo agli inizi. Oggi abbiamo ancora stati di emergenza prorogati in molti Paesi occidentali. E resta la tendenza a criminalizzare il dissenso: ancora oggi in Germania le manifestazioni vengono vietate, in Italia molti professionisti sono stati sospesi o radiati, i media censurano posizioni “controverse”, i social censurano voci dissonanti. La democrazia occidentale non si è ripresa».
    La pandemia è stato una prova generale di colpo di stato totalitario della Elite mondialista. Ecco il testo integrale dell'intervista: L’intervista ANDREA ZHOK «No, non possiamo chiudere il capitolo della pandemia» Il filosofo: «Le ingiustizie di quella stagione devono ancora essere sanate. Cosa peggiore, l’esperimento autoritario che allora si aprì in Occidente rischia di essere solo agli inizi» di FABIO DRAGONI Andrea Zhok, professore di Filosofia morale all’Università degli studi di Milano: «I risarcimenti alle vittime e la sanzione delle gravi ingiustizie sono le spalle da voltare alla stagione della pandemia». Eppure la volontà pare inspiegabilmente latente, la critica di gestione pandemica è ancora un tabù. «È comprensibile, da settant’anni in qua tendiamo ad assimilare la memoria storica. Riflessi condizionati, in questo riflettere e contrapporre eventi passati deve provare fastidio, discredito per un’epoca di cui si è deciso di essere stati parte». Ora, la coazione quasi etica a “voltare pagina” impedisce di rendere giustizia a quanti furono penalizzati da provvedimenti illiberali. Così si rinuncia a porre rimedio. E si rinuncia, anche, a consolidare i fondamenti democratici: l’uso di poteri straordinari in tempi ordinari è diventato una possibilità. La morale collettiva si è rotta, e i torti che continuano a infierire meritano giustizia. Morale, che vuol dire? «L’aspetto morale centrale riguarda un’ingiustizia profonda, mai riconosciuta e tantomeno sanata. La pandemia, in particolare il 15% della popolazione italiana – coloro che, per vari motivi, hanno scelto di non vaccinarsi o non vaccinarsi dopo i figli – è stato sottoposto a un bullismo istituzionale e sociale di proporzioni inedite. Non semplicemente con esclusione da luoghi vari, ma proprio su campagna di deliberata denigrazione. Processo di “chiarificazione amico/nemico” ben orchestrato in cui rappresentanti istituzionali e media, insieme a medici, esperti, officer, supervisori di vario tipo, non solo si sono resi attori, ma hanno attivamente sostenuto l’idea che fosse giusto colpire i non allineati e che non si potesse loro concedere voce, rispetto o tolleranza. Il meccanismo psicologico e sociale messo in atto è quello tipico di ogni persecuzione». Una persecuzione? «Sì. E proprio perché questo meccanismo è stato a lungo attivo, e ha prodotto danni pesanti (che sono tuttora presenti), sarebbe necessario riconoscerli pubblicamente e moralmente. È un’esigenza morale e civile di verità, ma anche psicologica e sociale. Non si può “passare oltre” come se nulla fosse stato». Perché? «Perché questi torti, queste ferite, sono rimaste aperte. Nessuno ha chiesto scusa, nessuno ha cercato di ristabilire il diritto a esistere, socialmente e simbolicamente, delle persone così colpite». E allora? «Bisogna ricominciare dalla verità dei fatti e dei comportamenti. Non si è trattato solo di una serie di decisioni pubbliche più o meno discutibili. Le istituzioni sono andate ben oltre, nella direzione di una campagna sistematica di marginalizzazione del dissenso. Questa è la verità che deve venire alla luce, e di cui si deve rispondere». E invece? «Nessun tentativo di rielaborazione collettiva. Tutto sotto il tappeto, in attesa che il tempo cancelli i ricordi. Il fatto è che questa ferita non rimarginata è rimasta sana, e continua a ritornare sull’argomento. La rimozione non basta». Le paure anche le motivazioni sono rimaste «Le conseguenze pratiche della gestione antidemocratica della pandemia sono molte e altrettanto rilevanti. Sul piano istituzionale, il Parlamento è stato esautorato; sul piano giudiziario, si è rivelato incapace di far valere fondamentali diritti costituzionali; sul piano mediatico, si è realizzato un controllo totale dell’informazione, con la messa al bando del dissenso e la sua criminalizzazione; sul piano culturale, si è attivata una spinta alla conformizzazione sociale e alla delazione; sul piano economico, si sono discriminati i lavoratori e imposti obblighi arbitrari, producendo la perdita del reddito. Si sono prodotti danni sanitari, psicologici e traumatici e tutt’oggi ci sono costi persistenti. E che dire dell’impatto psicologico sulle giovani generazioni? Preadolescenti e adolescenti, costretti a lockdown, distanza, distanziamenti e isolamenti, con l’uso della pandemia come tassa obbligata di depressione, ansia, insonnia, isolamento, suicidio e abbandono scolastico. Gli psicologi che lavorano con loro confermano: il sistema di supporto psicologico è già collassato». E anche chi non ha avuto traumi, dice che qualcosa è cambiato. «Tutti, anche chi è stato meno coinvolto, ha visto mutare radicalmente l’ambiente, l’aria che si respira. Una fetta della popolazione ha smesso di avere fiducia nelle istituzioni, nei media, nella giustizia, nella scienza. È emerso un problema di controllo capillare dell’informazione. Una delle cose emblematiche di quell’evento, rimossa e non discussa, è proprio l’uso sistematico del “fact checking” come dispositivo di manipolazione». Le parole della scienza. «Sì. E anche l’uso propagandistico della “scienza”, evocata come “autorità indiscutibile”, che però è stata contraddetta sistematicamente dai fatti. La gestione della pandemia è stata una guerra psicologica in piena regola. E ora? Ora, secondo Zhok, «è da lì (da quella data) che il sistema occidentale non riesce più a tornare a una dimensione ordinaria». La militarizzazione è un’eredità della pandemia? «In Germania alcuni documenti ufficiali hanno reso noto che gli strumenti di controllo della pandemia erano già stati predisposti nel 2012: test di simulazione, documenti e testimonianze confermano la presenza di esperti militari e rappresentanti della Nato nei comitati scientifici, giustificata dalla possibilità di un attacco batteriologico. Indipendentemente da dove il virus che oggi sembri accreditato essere artificiale – ciò che accaduto è stato un cambiamento di paradigma politico». A proposito di lockdown, Neil Ferguson ed epidemiologi britannici ebbero a dire: “la Cina è un regime comunista e parlò di uno. Non riusciremmo a farlo in Europa, ah, abbiamo provato. E poi l’Italia lo ha fatto. E si è messo così come potevano farlo». Per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale le società occidentali sono state sottoposte a meccanismi di sorveglianza e controllo degni di uno stato totalitario. Una trasformazione è stata gestita con una violenza senza precedenti. L’intimidazione è stata massiccia, sostenuta da organismi sanitari, ministri, talk show, stampa e riviste scientifiche». E chi ha provato a opporsi? «È stato deriso, criminalizzato, censurato. I media, le piattaforme, i social hanno selezionato sistematicamente le fonti e le opinioni da pubblicare. L’informazione è stata appaltata a “verificatori indipendenti”, che nel 90% dei casi hanno agito come censori. Il dissenso è diventato un reato». Cosa significa oggi? «Che non si tratta solo di una parentesi. Il problema è che questo esperimento autoritario rischia di essere solo agli inizi. Oggi abbiamo ancora stati di emergenza prorogati in molti Paesi occidentali. E resta la tendenza a criminalizzare il dissenso: ancora oggi in Germania le manifestazioni vengono vietate, in Italia molti professionisti sono stati sospesi o radiati, i media censurano posizioni “controverse”, i social censurano voci dissonanti. La democrazia occidentale non si è ripresa».
    Like
    3
    1 Yorumlar 0 hisse senetleri 169 Views
  • MILANO – Fattore 3C
    Contaminata. Costosa. Cattiva.


    Se sono rimasto ancora a Milano, credo che ci sia un interesse, una passione di fondo, un legame ancora forte con le mie origini. Non si può semplificare tutto riducendolo a scadenze, obblighi, lavoro. La mobilità c’è e in futuro non la escludo, ma intanto sono qui. E voglio battermi per salvaguardare il rapporto con questa città.

    Come si fa con un legame affettivo, anche quando si logora.
    E nel nostro caso, fra noi e Milano, il rapporto si è logorato. Non è tutto perduto, ma è tempo di fare il punto, senza drammi e senza illusioni.
    Capire da dove ripartire.

    Le 3 C che oggi raccontano il declino di Milano:

    CONTAMINATA

    Milano è una città che respira male. Non solo per l’aria, ma per ciò che ha scelto di diventare: un terreno di conquista per la speculazione, dove ogni albero abbattuto è una riga in più sul conto della collettività. Si costruisce in verticale, si consuma in orizzontale. Si celebra la grandeur nei mesi dell’evento, ma si dimenticano i quartieri quando finisce la passerella. È una città che si è contaminata culturalmente, arrendendosi all’estetica del profitto.

    COSTOSA

    Milano è diventata inaccessibile. Troppo cara per viverci, troppo competitiva per restarci, troppo indifferente per sentirsi accolti. La forbice sociale si allarga, e la città premia chi ha già. Le opportunità esistono, ma sempre più ristrette. I giovani partono, chi resta spesso si adatta, e chi prova a resistere lo fa a caro prezzo.
    Milano non è più inclusiva: è un supermercato a più corsie, dove la dignità si misura con l’IBAN.

    CATTIVA

    C’è una cattiveria diffusa, strisciante, che nasce non solo dal disagio ma dalla rassegnazione. È l’indifferenza sui mezzi pubblici, la tensione per strada, la freddezza nei condomìni. Milano ha smarrito il senso della prossimità. Ci si difende più che riconoscersi.
    Non è solo insicurezza, è mancanza di legami. Una città dove tutto scorre veloce, ma niente si lega più.

    ❗️Se pensate che il mio sia il solito pianto greco o una lamentela populista, liberissimi di farlo.
    Ma se anche solo in parte vi riconoscete in queste parole, se riuscite a guardare oltre la retorica e il vaneggiamento, allora forse potete concordare con me:
    quella che una volta era una realtà luccicante e piena di opportunità è oggi una terra arida, fatta di contraddizioni e disuguaglianze sempre più evidenti.
    Abbiamo identificato i problemi. Ora tocca a noi lavorare per cambiare le cose.

    ❗️Per questo rivolgo un appello a tutti i comitati, i gruppi, le realtà esistenti: superiamo le differenze, le sensibilità, le gelosie. Facciamo il salto. Ricominciamo a cooperare e torniamo nei luoghi decisionali, nelle istituzioni, dove si può ancora incidere.
    Ma dobbiamo volerlo davvero. Non per una leadership, ma per una maturità collettiva.
    Se vogliamo farlo, troviamoci. Parliamo di lavoro politico.
    Se non vogliamo, allora tanti auguri a ognuno di noi.
    Nell’accettazione della duplice fatica: la miseria… e l’assuefazione a una realtà che non si vuole cambiare.

    "If Winter comes, can Spring be far behind?"
    (Cit. Percy Bysshe Shelley – Ode al vento d’Occidente)

    #Milano #Fattore3C #Cambiamento #Attivismo #CittàDaRifare #GiustiziaSociale #TreC #Speculazione #Carovita #SolitudineUrbana #RomanticismoPolitico #Partecipa #RivoltaCivile
    MILANO – Fattore 3C Contaminata. Costosa. Cattiva. ⚠️🏙️💔 Se sono rimasto ancora a Milano, credo che ci sia un interesse, una passione di fondo, un legame ancora forte con le mie origini. Non si può semplificare tutto riducendolo a scadenze, obblighi, lavoro. La mobilità c’è e in futuro non la escludo, ma intanto sono qui. E voglio battermi per salvaguardare il rapporto con questa città. Come si fa con un legame affettivo, anche quando si logora. E nel nostro caso, fra noi e Milano, il rapporto si è logorato. Non è tutto perduto, ma è tempo di fare il punto, senza drammi e senza illusioni. Capire da dove ripartire. Le 3 C che oggi raccontano il declino di Milano: CONTAMINATA Milano è una città che respira male. Non solo per l’aria, ma per ciò che ha scelto di diventare: un terreno di conquista per la speculazione, dove ogni albero abbattuto è una riga in più sul conto della collettività. Si costruisce in verticale, si consuma in orizzontale. Si celebra la grandeur nei mesi dell’evento, ma si dimenticano i quartieri quando finisce la passerella. È una città che si è contaminata culturalmente, arrendendosi all’estetica del profitto. COSTOSA Milano è diventata inaccessibile. Troppo cara per viverci, troppo competitiva per restarci, troppo indifferente per sentirsi accolti. La forbice sociale si allarga, e la città premia chi ha già. Le opportunità esistono, ma sempre più ristrette. I giovani partono, chi resta spesso si adatta, e chi prova a resistere lo fa a caro prezzo. Milano non è più inclusiva: è un supermercato a più corsie, dove la dignità si misura con l’IBAN. CATTIVA C’è una cattiveria diffusa, strisciante, che nasce non solo dal disagio ma dalla rassegnazione. È l’indifferenza sui mezzi pubblici, la tensione per strada, la freddezza nei condomìni. Milano ha smarrito il senso della prossimità. Ci si difende più che riconoscersi. Non è solo insicurezza, è mancanza di legami. Una città dove tutto scorre veloce, ma niente si lega più. ❗️Se pensate che il mio sia il solito pianto greco o una lamentela populista, liberissimi di farlo. Ma se anche solo in parte vi riconoscete in queste parole, se riuscite a guardare oltre la retorica e il vaneggiamento, allora forse potete concordare con me: quella che una volta era una realtà luccicante e piena di opportunità è oggi una terra arida, fatta di contraddizioni e disuguaglianze sempre più evidenti. Abbiamo identificato i problemi. Ora tocca a noi lavorare per cambiare le cose. ❗️👉🙏Per questo rivolgo un appello a tutti i comitati, i gruppi, le realtà esistenti: superiamo le differenze, le sensibilità, le gelosie. Facciamo il salto. Ricominciamo a cooperare e torniamo nei luoghi decisionali, nelle istituzioni, dove si può ancora incidere. Ma dobbiamo volerlo davvero. Non per una leadership, ma per una maturità collettiva. Se vogliamo farlo, troviamoci. Parliamo di lavoro politico. Se non vogliamo, allora tanti auguri a ognuno di noi. Nell’accettazione della duplice fatica: la miseria… e l’assuefazione a una realtà che non si vuole cambiare. "If Winter comes, can Spring be far behind?" (Cit. Percy Bysshe Shelley – Ode al vento d’Occidente) #Milano #Fattore3C #Cambiamento #Attivismo #CittàDaRifare #GiustiziaSociale #TreC #Speculazione #Carovita #SolitudineUrbana #RomanticismoPolitico #Partecipa #RivoltaCivile
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 716 Views
  • Hanno distrutto la sanità italiana!
    Ecco i risultati...
    Reparti di Medicina pieni, mancano posti letto e personale - Sanità - Ansa.it
    Gli internisti: il 58% in overbooking, ma è evitabile 1 ricovero su 3 (ANSA)...

    https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2025/05/10/reparti-di-medicina-pieni-mancano-posti-letto-e-personale_2dd95a06-2167-420d-a942-9b9fb6162e51.html
    Hanno distrutto la sanità italiana! Ecco i risultati... Reparti di Medicina pieni, mancano posti letto e personale - Sanità - Ansa.it Gli internisti: il 58% in overbooking, ma è evitabile 1 ricovero su 3 (ANSA)... https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2025/05/10/reparti-di-medicina-pieni-mancano-posti-letto-e-personale_2dd95a06-2167-420d-a942-9b9fb6162e51.html
    WWW.ANSA.IT
    Reparti di Medicina pieni, mancano posti letto e personale - Sanità - Ansa.it
    Gli internisti: il 58% in overbooking, ma è evitabile 1 ricovero su 3 (ANSA)
    Angry
    1
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 212 Views
  • DIRIGENTE SCOLASTICO, SOTTRAE 400MILA € ALLE CASSE DI UNA SCUOLA NEL BRESCIANO


    “ L’uomo oltre ai bonifici che indirizzava ai propri conti bancari, avrebbe comprato anche beni di valore come opere d’arte e libri d’antiquariato, inoltre faceva versare le rette degli alunni direttamente sui suoi conti privati…”
    https://www.ascuolaoggi.com/post/dirigente-scolastico-sottra-400mila-alle-casse-di-una-scuola-nel-bresciano.

    Il presidente della cooperativa che gestisce il centro culturale e formativo Don Arcangelo Tadini di Montichiari, in provincia di Brescia, è stato arrestato con l’accusa di aver sottratto 400 mila € dalle casse dell’istituto. L’uomo effettuava alcuni bonifici diretti ai propri conti correnti, usando il denaro per fini personali. Il presidente della cooperativa che gestisce l’istituto si trova ora agli arresti domiciliari per peculato e riciclaggio di denaro. Come riporta “Fanpage”, l’uomo oltre ai bonifici che indirizzava ai propri conti bancari, avrebbe comprato anche beni di valore come opere d’arte e libri d’antiquariato, inoltre faceva versare le rette degli alunni direttamente sui suoi conti privati anziché nelle casse della scuola.
    DIRIGENTE SCOLASTICO, SOTTRAE 400MILA € ALLE CASSE DI UNA SCUOLA NEL BRESCIANO “ L’uomo oltre ai bonifici che indirizzava ai propri conti bancari, avrebbe comprato anche beni di valore come opere d’arte e libri d’antiquariato, inoltre faceva versare le rette degli alunni direttamente sui suoi conti privati…” https://www.ascuolaoggi.com/post/dirigente-scolastico-sottra-400mila-alle-casse-di-una-scuola-nel-bresciano. Il presidente della cooperativa che gestisce il centro culturale e formativo Don Arcangelo Tadini di Montichiari, in provincia di Brescia, è stato arrestato con l’accusa di aver sottratto 400 mila € dalle casse dell’istituto. L’uomo effettuava alcuni bonifici diretti ai propri conti correnti, usando il denaro per fini personali. Il presidente della cooperativa che gestisce l’istituto si trova ora agli arresti domiciliari per peculato e riciclaggio di denaro. Come riporta “Fanpage”, l’uomo oltre ai bonifici che indirizzava ai propri conti bancari, avrebbe comprato anche beni di valore come opere d’arte e libri d’antiquariato, inoltre faceva versare le rette degli alunni direttamente sui suoi conti privati anziché nelle casse della scuola.
    Angry
    1
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 194 Views
Arama Sonuçları