Fulvio Scaglionesulla lite Sachs-Calenda: «Abbondantemente commentato, circola molto sui social lo spezzone di trasmissione in cui Carlo Calenda si confronta con l’economista e professore della Columbia University Jeffrey Sachs al quale, a un certo punto della discussione, dà del “bugiardo” e del “propagandista putiniano”. Circola, il video, anche perché Calenda lo promuove, essendone a quanto pare orgoglioso. Non ci sarebbe alcuna ragione per occuparsi di una cianfrusaglia politica come Calenda, e ancor meno dei suoi show televisivi, se non fosse che tutto in quello pseudodibattito (dove peraltro si è permesso a uno degli interlocutori di insultare l’altro, non bello) è perfettamente esemplare della distorsione ideologica che subiamo da anni e che ha portato l’Europa nel vicolo cieco in cui ora si trova. (…)
E questo ci riporta al dibattito di cui sopra. Sachs esprime le sue opinioni, che possono essere condivise o meno. I lettori di InsideOver ne hanno appena avuto un saggio e, da persone adulte, possono serenamente giudicare. A chi scrive, per esempio, del suo intervento televisivo è parsa molto convincente la parte in cui ha criticato l’assenza di una diplomazia europea, che si è schiacciata su quella americana e ha rinunciato a ogni forma di comunicazione con quelli che considera rivali sistemici, la Russia e la Cina. Ma se non parli con gli avversari, con quelli che ti preoccupano, con chi parli? A che serve una diplomazia? E i risultati si vedono. In luglio la delegazione europea formata da Ursula von der Leyen, la responsabile della politica Estera Kaja Kallas e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, arrivata a Pechino per trattare sulle politiche commerciali, è stata a dir poco umiliata. E in questi giorni, come ha raccontato Roberto Vivaldelli in queste pagine, il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, ha dovuto annullare una visita in Cina, programmata da tempo, perché nessuno dei dirigenti cinesi era disponibile a riceverlo. Quanto alla Russia non serve parlarne».
Source: https://x.com/Giorgioaki/status/1982457871984885983?t=aOtYMd6e5ZJpanusgxJuOQ&s=19
E questo ci riporta al dibattito di cui sopra. Sachs esprime le sue opinioni, che possono essere condivise o meno. I lettori di InsideOver ne hanno appena avuto un saggio e, da persone adulte, possono serenamente giudicare. A chi scrive, per esempio, del suo intervento televisivo è parsa molto convincente la parte in cui ha criticato l’assenza di una diplomazia europea, che si è schiacciata su quella americana e ha rinunciato a ogni forma di comunicazione con quelli che considera rivali sistemici, la Russia e la Cina. Ma se non parli con gli avversari, con quelli che ti preoccupano, con chi parli? A che serve una diplomazia? E i risultati si vedono. In luglio la delegazione europea formata da Ursula von der Leyen, la responsabile della politica Estera Kaja Kallas e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, arrivata a Pechino per trattare sulle politiche commerciali, è stata a dir poco umiliata. E in questi giorni, come ha raccontato Roberto Vivaldelli in queste pagine, il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, ha dovuto annullare una visita in Cina, programmata da tempo, perché nessuno dei dirigenti cinesi era disponibile a riceverlo. Quanto alla Russia non serve parlarne».
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Fulvio Scaglionesulla lite Sachs-Calenda: «Abbondantemente commentato, circola molto sui social lo spezzone di trasmissione in cui Carlo Calenda si confronta con l’economista e professore della Columbia University Jeffrey Sachs al quale, a un certo punto della discussione, dà del “bugiardo” e del “propagandista putiniano”. Circola, il video, anche perché Calenda lo promuove, essendone a quanto pare orgoglioso. Non ci sarebbe alcuna ragione per occuparsi di una cianfrusaglia politica come Calenda, e ancor meno dei suoi show televisivi, se non fosse che tutto in quello pseudodibattito (dove peraltro si è permesso a uno degli interlocutori di insultare l’altro, non bello) è perfettamente esemplare della distorsione ideologica che subiamo da anni e che ha portato l’Europa nel vicolo cieco in cui ora si trova. (…)
E questo ci riporta al dibattito di cui sopra. Sachs esprime le sue opinioni, che possono essere condivise o meno. I lettori di InsideOver ne hanno appena avuto un saggio e, da persone adulte, possono serenamente giudicare. A chi scrive, per esempio, del suo intervento televisivo è parsa molto convincente la parte in cui ha criticato l’assenza di una diplomazia europea, che si è schiacciata su quella americana e ha rinunciato a ogni forma di comunicazione con quelli che considera rivali sistemici, la Russia e la Cina. Ma se non parli con gli avversari, con quelli che ti preoccupano, con chi parli? A che serve una diplomazia? E i risultati si vedono. In luglio la delegazione europea formata da Ursula von der Leyen, la responsabile della politica Estera Kaja Kallas e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, arrivata a Pechino per trattare sulle politiche commerciali, è stata a dir poco umiliata. E in questi giorni, come ha raccontato Roberto Vivaldelli in queste pagine, il ministro degli Esteri tedesco, Johann Wadephul, ha dovuto annullare una visita in Cina, programmata da tempo, perché nessuno dei dirigenti cinesi era disponibile a riceverlo. Quanto alla Russia non serve parlarne».
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