I SOGNI MUOIONO ALL’ALBA (Ma l’impegno NO)
Cosa ci aspettavamo?
Una retata da film, tipo House of cards: Sala che viene portato via in manette dai carabinieri con lo sguardo basso e la cravatta storta? Dai, non siamo nati ieri.
Idealisti sì… ma non proprio scemi.
Anche se, va detto, ce l’hanno messa nel didietro per anni e noi lì, buoni buoni.
Per un attimo — giusto il tempo di un weekend — abbiamo sperato.
Ma niente. Sala resta. Più saldo in sella che mai
. Con tanto di rinnovato pathos democratico per “una maggioranza responsabile” alla guida di Milano.
Contenti? Non proprio. Ma il punto non è questo.
Perché l’esito era già scritto:
Due anni alla fine del mandato. Troppo tardi per mandare tutto a monte, troppo presto per compromettere gli equilibri. Meglio chiudere i giochi con calma: trattative, non processi.
Tancredi? Un parafulmine con pedigree. Era lì per farsi bruciare, mica per riformare. Vittima sacrificale di lusso. Ma tranquilli, lo rivedremo: magari a una cena di gala o nella lista di qualche Cda pubblico.
Garantismo bipartisan. Tajani, Meloni, Fontana… e pure qualche mezzobusto della sinistra chic. Tutti insieme appassionatamente a difendere l’uomo delle Olimpiadi. Perché mai smettere di mangiare allo stesso tavolo?
Milano-Cortina 2026 incombe. Figurati se possono permettersi uno scandalo istituzionale mondiale. Meglio salvare la faccia e sacrificare qualche pedina minore. La reputazione viene prima della verità.
Sì, i nostri sogni svaniscono all’alba.
Ma lo sdegno – seppur a fasi alterne – torna come un’influenza stagionale
.
L’impegno no. Quello deve restare.
E scusate se non riesco a prendere sul serio gli appelli degli intellettuali “ritrovati”, dei teatranti illuminati come la veterana André Ruth Shammah e dei giornalisti-pensatori improvvisamente indignati.
Ma fino a ieri dov’eravate? In un bar di Brera a sorseggiare Spritz da 12€ mentre la città diventava Disneyland per affaristi?
A quelli del centrodestra che oggi gridano alla “svolta per Milano”.
Ai piddini che invocano una “nuova visione” mentre restano incollati alla poltrona.
Ma che fate, vi parlate allo specchio?
Destra e sinistra: stessi vestiti, stessa cena, stessi amici.
Pappa & ciccia. Sempre loro.
Ma davvero pensate che siamo così scemi? O siamo solo stanchi, anestetizzati, rassegnati a questa politica maleodorante e indigesta?
No, non chiamatela resilienza.
È nausea. È lucidità. È voglia di rigetto.
È il momento di ripartire. Di reagire. Di non aspettare più.
Questa sera (e tutte le prossime), mi dichiaro impunito.
Mi dichiaro cittadino.
Mi dichiaro libero.
E non ho più voglia di stare a guardare.
Serve una TERZA VIA. Serve un nuovo fronte civico. Serve un’alternativa.
E ci serve ORA.
#MilanoResiste #CivismoAttivo #SalaGate #PoliticaSpazzatura #MilanoNonDorme #GiùLeManiDallaCittà #CambiamoTutto #FuoriLeMasse #StanchiMaVivi #resamai
🕯️ I SOGNI MUOIONO ALL’ALBA (Ma l’impegno NO) 💥
Cosa ci aspettavamo?
Una retata da film, tipo House of cards: Sala che viene portato via in manette dai carabinieri con lo sguardo basso e la cravatta storta? Dai, non siamo nati ieri.
Idealisti sì… ma non proprio scemi.
Anche se, va detto, ce l’hanno messa nel didietro per anni e noi lì, buoni buoni.
Per un attimo — giusto il tempo di un weekend — abbiamo sperato.
Ma niente. Sala resta. Più saldo in sella che mai 🐴. Con tanto di rinnovato pathos democratico per “una maggioranza responsabile” alla guida di Milano.
Contenti? Non proprio. Ma il punto non è questo.
❌ Perché l’esito era già scritto:
⏳ Due anni alla fine del mandato. Troppo tardi per mandare tutto a monte, troppo presto per compromettere gli equilibri. Meglio chiudere i giochi con calma: trattative, non processi.
🎭 Tancredi? Un parafulmine con pedigree. Era lì per farsi bruciare, mica per riformare. Vittima sacrificale di lusso. Ma tranquilli, lo rivedremo: magari a una cena di gala o nella lista di qualche Cda pubblico.
🤝 Garantismo bipartisan. Tajani, Meloni, Fontana… e pure qualche mezzobusto della sinistra chic. Tutti insieme appassionatamente a difendere l’uomo delle Olimpiadi. Perché mai smettere di mangiare allo stesso tavolo? 🍽️
🏔️ Milano-Cortina 2026 incombe. Figurati se possono permettersi uno scandalo istituzionale mondiale. Meglio salvare la faccia e sacrificare qualche pedina minore. La reputazione viene prima della verità.
Sì, i nostri sogni svaniscono all’alba.
Ma lo sdegno – seppur a fasi alterne – torna come un’influenza stagionale 😷.
L’impegno no. Quello deve restare.
E scusate se non riesco a prendere sul serio gli appelli degli intellettuali “ritrovati”, dei teatranti illuminati come la veterana André Ruth Shammah e dei giornalisti-pensatori improvvisamente indignati.
Ma fino a ieri dov’eravate? In un bar di Brera a sorseggiare Spritz da 12€ mentre la città diventava Disneyland per affaristi? 🍹
A quelli del centrodestra che oggi gridano alla “svolta per Milano”.
Ai piddini che invocano una “nuova visione” mentre restano incollati alla poltrona.
Ma che fate, vi parlate allo specchio?
Destra e sinistra: stessi vestiti, stessa cena, stessi amici.
Pappa & ciccia. Sempre loro.
Ma davvero pensate che siamo così scemi? O siamo solo stanchi, anestetizzati, rassegnati a questa politica maleodorante e indigesta?
No, non chiamatela resilienza.
È nausea. È lucidità. È voglia di rigetto.
🚨 È il momento di ripartire. Di reagire. Di non aspettare più.
Questa sera (e tutte le prossime), mi dichiaro impunito.
Mi dichiaro cittadino.
Mi dichiaro libero.
E non ho più voglia di stare a guardare.
Serve una TERZA VIA. Serve un nuovo fronte civico. Serve un’alternativa.
E ci serve ORA.
#MilanoResiste #CivismoAttivo #SalaGate #PoliticaSpazzatura #MilanoNonDorme #GiùLeManiDallaCittà #CambiamoTutto #FuoriLeMasse #StanchiMaVivi #resamai