• Il documentario che non vedrete mai in tv

    Cosa succede quando la salute pubblica viene sacrificata sull'altare del profitto?
    “Sistema Malato" è un viaggio senza filtri nel lato oscuro della sanità italiana e internazionale. Un racconto documentato che svela scandali, conflitti d’interesse e connivenze tra politica, industria farmaceutica e istituzioni sanitarie.
    Attraverso immagini di repertorio, testimonianze e dati ufficiali, il documentario ricostruisce decenni di abusi e silenzi: dal caso Poggiolini-De Lorenzo negli anni ’90 alla gestione del Covid-19, passando per il decreto Lorenzin, il ruolo di GAVI e il peso crescente delle lobby farmaceutiche.
    Un’inchiesta che non si limita a denunciare, ma invita lo spettatore a riflettere: chi decide davvero sulle nostre cure? Possiamo ancora fidarci del sistema sanitario? E soprattutto: esiste una via d’uscita? ⛔️

    È da circa 6 mesi che lavoro a questo documentario. Ora è vostro!

    L'avevo promesso: non ci fermeremo finché non verrà fatta Verità e Giustizia.

    https://www.youtube.com/watch?v=pDRMmNZ1qL8
    Il documentario che non vedrete mai in tv 📺 ❌ Cosa succede quando la salute pubblica viene sacrificata sull'altare del profitto? “Sistema Malato" è un viaggio senza filtri nel lato oscuro della sanità italiana e internazionale. Un racconto documentato che svela scandali, conflitti d’interesse e connivenze tra politica, industria farmaceutica e istituzioni sanitarie. Attraverso immagini di repertorio, testimonianze e dati ufficiali, il documentario ricostruisce decenni di abusi e silenzi: dal caso Poggiolini-De Lorenzo negli anni ’90 alla gestione del Covid-19, passando per il decreto Lorenzin, il ruolo di GAVI e il peso crescente delle lobby farmaceutiche. Un’inchiesta che non si limita a denunciare, ma invita lo spettatore a riflettere: chi decide davvero sulle nostre cure? Possiamo ancora fidarci del sistema sanitario? E soprattutto: esiste una via d’uscita? ⛔️ È da circa 6 mesi che lavoro a questo documentario. Ora è vostro! L'avevo promesso: non ci fermeremo finché non verrà fatta Verità e Giustizia. 📌 https://www.youtube.com/watch?v=pDRMmNZ1qL8
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  • NON E' MAI TROPPO TARDI!
    Emanuela Orlandi: dopo 42 anni, nuova conferma sulle molestie nei Giardini Vaticani
    Un'amica conferma: Emanuela fu importunata da un prelato alto, magro e con gli occhi chiari. La pista del ricatto sessuale prende forza.
    Emanuela Orlandi fu importunata nei Giardini Vaticani da uno dei più alti rappresentanti della Chiesa: a 42 anni esatti dal rapimento della cittadina vaticana, questa sembra ormai una certezza.

    Nei Giardini Vaticani
    Lo aveva già confessato, tra le lacrime e a volto coperto per la paura, una sua cara amica di infanzia che compare anche nell’ultima puntata di “Vatican Girl”, la serie Netflix dedicata alla ragazza scomparsa nel 1983. E adesso lo conferma un’altra amica di Emanuela, intervistata ieri dai giornalisti del programma televisivo “Far West”. Anche lei, secondo fonti dirette, frequentava i giardini vaticani pur non vivendo lì perché suo padre lavorava per lo Stato Pontificio, proprio come il papà di Emanuela. “Era un periodo in cui eravamo molto unite. Io mi ricordo che stavamo pattinando in questi giardini e c’era questa persona che ha fatto degli apprezzamenti su Emanuela. Eravamo ragazzine pure e ingenue, forse troppo”, racconta oggi la sua amica. In questo scenario, sempre più verosimile, Emanuela non sarebbe stata sequestrata solo perché cittadina vaticana ma per creare l’oggetto di un ricatto, presumibilmente al Vaticano, con movente sessuale. Parliamo della cosiddetta pista della pedofilia che si intreccia, senza escluderle, ad altre piste. Ma chi mise in atto il piano di rapire la ragazza all’uscita della scuola di musica che aveva sede nella Basilica di Sant’Apollinare?

    Le molestie
    Torniamo nei Giardini Vaticani, nell’estate del 1983. L’amica di Emanuela con cui la ragazza andava sui pattini doce oggi: “Qualcuno può essersi invaghito di lei, era una bella ragazza. Chi fosse, lo sa solo Dio. Potrebbero esserle successe cose spiacevoli che non sarebbero dovute succedere. Qualcuno aveva attenzioni particolari per lei, mente pattinavano. Fece apprezzamenti, l’abbracciò, era un prelato e le disse: “Come sei bella”. Emanuela aveva un fascino particolare. Io ho flash di questa persona che fece degli apprezzamenti: era alto, magro e con gli occhi chiari”. I giornalisti di Far West mostrano allora delle foto di prelati alla donna tra cui quella dell’arcivescovo americano Paul Marcinkus, braccio destro di Giovanni Paolo II. “Potrebbe essere lui”, dice la ragazza che però non mostra molta certezza. Anche Sabrina Minardi raccontò che durante la sua prigonia nei giorni dopo il sequestro, ma questo non è stato mai accertato, Emanuela subì degli abusi da Marcinkus. Un ex dipendente dei Musei Vaticani Antonio Vignera dice oggi davanti alle telecamere: “Marcinkus beveva ed era libertino, soddisfaceva le sue esigenze sessuali nel suo appartamento”. Che l’ex capo dello Ior non avesse comportamenti irreprensibili è già cosa nota ma questo non può assolutamente significare che fu senza dubbio lui a molestare la Orlandi in quei giardini. “E poi Marcinkus non era affatto magro, non credo potesse essere lui”, ricorda oggi Pietro Orlandi che conosceva bene l’ex presidente della Banca Vaticana per cui lui stesso ha lavorato in passato. “Questa testimonianza non può assolutamente rappresentare una certezza”, aggiunge come a suggerire che identificare in lui l’uomo che molestò Emanuela Orlandi potrebbe essere stata una forzatura. Alto, magro e con gli occhi chiari e dopo 42 anni è tutto ciò che sappiamo sull’episodio chiave di uno dei più grandi misteri.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/21/emanuela-orlandi-fu-molestata-nei-giardini-vaticani-era-un-prelato-fece-apprezzamenti-e-labbraccio-dopo-42-anni-la-conferma-unaltra-amica-della-vatican-girl/8034704/
    NON E' MAI TROPPO TARDI! Emanuela Orlandi: dopo 42 anni, nuova conferma sulle molestie nei Giardini Vaticani Un'amica conferma: Emanuela fu importunata da un prelato alto, magro e con gli occhi chiari. La pista del ricatto sessuale prende forza. Emanuela Orlandi fu importunata nei Giardini Vaticani da uno dei più alti rappresentanti della Chiesa: a 42 anni esatti dal rapimento della cittadina vaticana, questa sembra ormai una certezza. Nei Giardini Vaticani Lo aveva già confessato, tra le lacrime e a volto coperto per la paura, una sua cara amica di infanzia che compare anche nell’ultima puntata di “Vatican Girl”, la serie Netflix dedicata alla ragazza scomparsa nel 1983. E adesso lo conferma un’altra amica di Emanuela, intervistata ieri dai giornalisti del programma televisivo “Far West”. Anche lei, secondo fonti dirette, frequentava i giardini vaticani pur non vivendo lì perché suo padre lavorava per lo Stato Pontificio, proprio come il papà di Emanuela. “Era un periodo in cui eravamo molto unite. Io mi ricordo che stavamo pattinando in questi giardini e c’era questa persona che ha fatto degli apprezzamenti su Emanuela. Eravamo ragazzine pure e ingenue, forse troppo”, racconta oggi la sua amica. In questo scenario, sempre più verosimile, Emanuela non sarebbe stata sequestrata solo perché cittadina vaticana ma per creare l’oggetto di un ricatto, presumibilmente al Vaticano, con movente sessuale. Parliamo della cosiddetta pista della pedofilia che si intreccia, senza escluderle, ad altre piste. Ma chi mise in atto il piano di rapire la ragazza all’uscita della scuola di musica che aveva sede nella Basilica di Sant’Apollinare? Le molestie Torniamo nei Giardini Vaticani, nell’estate del 1983. L’amica di Emanuela con cui la ragazza andava sui pattini doce oggi: “Qualcuno può essersi invaghito di lei, era una bella ragazza. Chi fosse, lo sa solo Dio. Potrebbero esserle successe cose spiacevoli che non sarebbero dovute succedere. Qualcuno aveva attenzioni particolari per lei, mente pattinavano. Fece apprezzamenti, l’abbracciò, era un prelato e le disse: “Come sei bella”. Emanuela aveva un fascino particolare. Io ho flash di questa persona che fece degli apprezzamenti: era alto, magro e con gli occhi chiari”. I giornalisti di Far West mostrano allora delle foto di prelati alla donna tra cui quella dell’arcivescovo americano Paul Marcinkus, braccio destro di Giovanni Paolo II. “Potrebbe essere lui”, dice la ragazza che però non mostra molta certezza. Anche Sabrina Minardi raccontò che durante la sua prigonia nei giorni dopo il sequestro, ma questo non è stato mai accertato, Emanuela subì degli abusi da Marcinkus. Un ex dipendente dei Musei Vaticani Antonio Vignera dice oggi davanti alle telecamere: “Marcinkus beveva ed era libertino, soddisfaceva le sue esigenze sessuali nel suo appartamento”. Che l’ex capo dello Ior non avesse comportamenti irreprensibili è già cosa nota ma questo non può assolutamente significare che fu senza dubbio lui a molestare la Orlandi in quei giardini. “E poi Marcinkus non era affatto magro, non credo potesse essere lui”, ricorda oggi Pietro Orlandi che conosceva bene l’ex presidente della Banca Vaticana per cui lui stesso ha lavorato in passato. “Questa testimonianza non può assolutamente rappresentare una certezza”, aggiunge come a suggerire che identificare in lui l’uomo che molestò Emanuela Orlandi potrebbe essere stata una forzatura. Alto, magro e con gli occhi chiari e dopo 42 anni è tutto ciò che sappiamo sull’episodio chiave di uno dei più grandi misteri. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/21/emanuela-orlandi-fu-molestata-nei-giardini-vaticani-era-un-prelato-fece-apprezzamenti-e-labbraccio-dopo-42-anni-la-conferma-unaltra-amica-della-vatican-girl/8034704/
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    Emanuela Orlandi: dopo 42 anni, nuova conferma sulle molestie nei Giardini Vaticani
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  • Garlasco, si allunga la lista di persone a cui sarà prelevato il Dna. Chiara Poggi e le ricerche sul Santuario della Bozzola
    di F. Q.
    La decisione della gip di dare la possibilità di ampliare l'elenco di nomi di chi sarà sottoposto al test. Intanto vengono acquisiti gli atti del processo per l'estorsione "a luci rosse" ai danni di un religioso del luogo di culto


    Le cugine di Chiara Poggi, Stefania e Paola Cappa. Gli amici di Marco Poggi. Gli investigatori che entrarono per primi nella casa di Garlasco, il medico legale. Ma non solo. Si allungherà la lista di persone a cui sarà prelevato il dna nella nuova inchiesta della procura di Pavia sull’omicidio della ragazza di 26 anni, trovata morta a casa sua il 13 agosto 2007. La decisione è della giudice Daniela Garlaschelli che ha dato la possibilità di ampliare la rosa a tutte le parti. Avvocati e consulenti stanno quindi valutando se richiedere il prelievo – che avverrà in una clinica di Milano – anche per altri. Al momento nella lista ci sono le gemelle Cappa, gli amici di Marco Poggi e Andrea Sempio – al momento, per quanto se ne sa, l’unico indagato – Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti e infine Marco Panzarasa, amico di Chiara Poggi e Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della vittima e – come noto – condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio.

    La Procura di Pavia ha acquisito anche gli atti dell’inchiesta sul ricatto a luci rosse all’ex rettore del santuario della Bozzola, don Gregorio Vitali. Il religioso molto conosciuto nel territorio pavese fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale orchestrato da due romeni, poi condannati. L’avvocato Massimo Lovati, uno dei legali di Sempio, in alcune interviste ha parlato di un possibile “segreto” scoperto da Chiara Poggi su fatti a sfondo sessuale avvenuti anni prima al santuario. Secondo l’avvocato un sicario potrebbe avere ucciso la ragazza, nella villa di via Pascoli, per impedirle di parlare. Per quel ricatto a don Vitali sono stati condannati Flavius Savu e Florin Tanasie, che al momento della condanna erano però irreperibili. E’ invece in carcere a Pavia per omicidio Cleu Stefanescu, nipote di Savu, che, scrive la Provincia pavese, ha consegnato ai suoi legali un memoriale in cui sostiene di avere saputo dallo zio di un legame fra l’omicidio di Chiara e l’inchiesta sul santuario, naturalmente tutto da verificare.

    Oggi è il Corriere della Sera che torna su quella storia torbida. Il santuario è legato a continue chiacchiere che c’è da capire quanto abbiano elemento di concretezza: sospetti abusi, voci di festini hot, perfino messe nere o pedofilia. Qui gli investigatori avranno un compito che può avere un doppio significato: non solo capire se davvero ci possano essere collegamenti tra queste ricostruzioni e l’omicidio di Chiara Poggi, ma anche eventualmente sgomberare il campo una volta per tutte da eventuali dubbi e dicerie, per non lasciare sospetti o ancora margini a ulteriori obiezioni. Il punto di partenza, secondo i carabinieri di Milano, sono le due ricerche che la vittima effettuò sul Santuario della Bozzola, conservate senza una apparente ragione in una pen-drive insieme ad articoli sugli abusi sessuali nella Chiesa americana. La prima ricerca risale alle 11.06 del 26 luglio, la seconda alle 15.41 del primo agosto, pochi giorni prima del delitto. In entrambi i casi aveva visualizzato e scaricato una foto del Santuario dal pc del lavoro. L’interesse di Chiara Poggi per il Santuario non è mai emerso finora né ne ha parlato Stasi o altri familiari. Per questo la Procura acquisirà gli atti del processo del 2014 sull’estorsione ai religiosi sia i messaggi audio che Paola Cappa ha inviato al suo ex agente Francesco Chiesa Soprani. In più potrebbero essere sentiti anche gli ex colleghi di lavoro di Chiara Poggi (all’epoca lavorava in un’azienda di via Savona, in centro a Milano).

    Un primo passaggio significativo della nuova inchiesta sul caso di Garlasco sarà il 17 giugno, quando è in programma l’incidente probatorio sui reperti rianalizzati con nuove tecniche o mai repertati. Su tutti domina un quesito posto dal gip: “L’analisi tecnica dei profili genetici estrapolati dai margini ungueali” di Chiara “ottenuti dal perito Prof. Francesco De Stefano“, che effettuò la perizia nel processo di secondo grado bis a carico di Stasi. Li dichiarò inutilizzabili per comparazioni e ora i periti dovranno verificare di nuovo “la possibilità di ritenere utilizzabili per un confronto, allo stato attuale della tecnica e della scienza” quei risultati. Il confronto con il Dna di Sempio, ma anche con “le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine”. E’ per questo saranno sottoposti al prelievo del Dna diverse persone tra quelle vicine alla vittima e quelle che indagarono.

    La questione del Dna trovato sulle unghie della ragazza uccisa è tra le lacune della prima inchiesta su cui la difesa di Stasi ha battuto spesso in questi anni. Una consulenza della Procura di Pavia attribuisce quel materiale genetico a Sempio. Se n’era già parlato nel processo d’appello bis: i margini delle unghie prelevati dal cadavere non furono analizzati con il metodo “a lavaggio”, più sensibile, e, quando lo fece il perito sette anni dopo, riuscì ad isolare un cromosoma Y, maschile, ma non un profilo completo perché i reperti erano troppo degradati. Fu anche questa la ragione di due procedimenti archiviati a carico di Sempio.

    Source: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/01/garlasco-si-allunga-la-lista-di-persone-a-cui-sara-prelevato-il-dna-chiara-poggi-e-le-ricerche-sul-santuario-della-bozzola/8010685/
    Garlasco, si allunga la lista di persone a cui sarà prelevato il Dna. Chiara Poggi e le ricerche sul Santuario della Bozzola di F. Q. La decisione della gip di dare la possibilità di ampliare l'elenco di nomi di chi sarà sottoposto al test. Intanto vengono acquisiti gli atti del processo per l'estorsione "a luci rosse" ai danni di un religioso del luogo di culto Le cugine di Chiara Poggi, Stefania e Paola Cappa. Gli amici di Marco Poggi. Gli investigatori che entrarono per primi nella casa di Garlasco, il medico legale. Ma non solo. Si allungherà la lista di persone a cui sarà prelevato il dna nella nuova inchiesta della procura di Pavia sull’omicidio della ragazza di 26 anni, trovata morta a casa sua il 13 agosto 2007. La decisione è della giudice Daniela Garlaschelli che ha dato la possibilità di ampliare la rosa a tutte le parti. Avvocati e consulenti stanno quindi valutando se richiedere il prelievo – che avverrà in una clinica di Milano – anche per altri. Al momento nella lista ci sono le gemelle Cappa, gli amici di Marco Poggi e Andrea Sempio – al momento, per quanto se ne sa, l’unico indagato – Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti e infine Marco Panzarasa, amico di Chiara Poggi e Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della vittima e – come noto – condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio. La Procura di Pavia ha acquisito anche gli atti dell’inchiesta sul ricatto a luci rosse all’ex rettore del santuario della Bozzola, don Gregorio Vitali. Il religioso molto conosciuto nel territorio pavese fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale orchestrato da due romeni, poi condannati. L’avvocato Massimo Lovati, uno dei legali di Sempio, in alcune interviste ha parlato di un possibile “segreto” scoperto da Chiara Poggi su fatti a sfondo sessuale avvenuti anni prima al santuario. Secondo l’avvocato un sicario potrebbe avere ucciso la ragazza, nella villa di via Pascoli, per impedirle di parlare. Per quel ricatto a don Vitali sono stati condannati Flavius Savu e Florin Tanasie, che al momento della condanna erano però irreperibili. E’ invece in carcere a Pavia per omicidio Cleu Stefanescu, nipote di Savu, che, scrive la Provincia pavese, ha consegnato ai suoi legali un memoriale in cui sostiene di avere saputo dallo zio di un legame fra l’omicidio di Chiara e l’inchiesta sul santuario, naturalmente tutto da verificare. Oggi è il Corriere della Sera che torna su quella storia torbida. Il santuario è legato a continue chiacchiere che c’è da capire quanto abbiano elemento di concretezza: sospetti abusi, voci di festini hot, perfino messe nere o pedofilia. Qui gli investigatori avranno un compito che può avere un doppio significato: non solo capire se davvero ci possano essere collegamenti tra queste ricostruzioni e l’omicidio di Chiara Poggi, ma anche eventualmente sgomberare il campo una volta per tutte da eventuali dubbi e dicerie, per non lasciare sospetti o ancora margini a ulteriori obiezioni. Il punto di partenza, secondo i carabinieri di Milano, sono le due ricerche che la vittima effettuò sul Santuario della Bozzola, conservate senza una apparente ragione in una pen-drive insieme ad articoli sugli abusi sessuali nella Chiesa americana. La prima ricerca risale alle 11.06 del 26 luglio, la seconda alle 15.41 del primo agosto, pochi giorni prima del delitto. In entrambi i casi aveva visualizzato e scaricato una foto del Santuario dal pc del lavoro. L’interesse di Chiara Poggi per il Santuario non è mai emerso finora né ne ha parlato Stasi o altri familiari. Per questo la Procura acquisirà gli atti del processo del 2014 sull’estorsione ai religiosi sia i messaggi audio che Paola Cappa ha inviato al suo ex agente Francesco Chiesa Soprani. In più potrebbero essere sentiti anche gli ex colleghi di lavoro di Chiara Poggi (all’epoca lavorava in un’azienda di via Savona, in centro a Milano). Un primo passaggio significativo della nuova inchiesta sul caso di Garlasco sarà il 17 giugno, quando è in programma l’incidente probatorio sui reperti rianalizzati con nuove tecniche o mai repertati. Su tutti domina un quesito posto dal gip: “L’analisi tecnica dei profili genetici estrapolati dai margini ungueali” di Chiara “ottenuti dal perito Prof. Francesco De Stefano“, che effettuò la perizia nel processo di secondo grado bis a carico di Stasi. Li dichiarò inutilizzabili per comparazioni e ora i periti dovranno verificare di nuovo “la possibilità di ritenere utilizzabili per un confronto, allo stato attuale della tecnica e della scienza” quei risultati. Il confronto con il Dna di Sempio, ma anche con “le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine”. E’ per questo saranno sottoposti al prelievo del Dna diverse persone tra quelle vicine alla vittima e quelle che indagarono. La questione del Dna trovato sulle unghie della ragazza uccisa è tra le lacune della prima inchiesta su cui la difesa di Stasi ha battuto spesso in questi anni. Una consulenza della Procura di Pavia attribuisce quel materiale genetico a Sempio. Se n’era già parlato nel processo d’appello bis: i margini delle unghie prelevati dal cadavere non furono analizzati con il metodo “a lavaggio”, più sensibile, e, quando lo fece il perito sette anni dopo, riuscì ad isolare un cromosoma Y, maschile, ma non un profilo completo perché i reperti erano troppo degradati. Fu anche questa la ragione di due procedimenti archiviati a carico di Sempio. Source: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/01/garlasco-si-allunga-la-lista-di-persone-a-cui-sara-prelevato-il-dna-chiara-poggi-e-le-ricerche-sul-santuario-della-bozzola/8010685/
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  • LA QUESTIONE SI FA SEMPRE PIÙ INTRICATA.
    Garlasco, la teoria degli abusi al Santuario della Bozzola. Latitante confessa: «Chiara aveva scoperto il giro». Chi è don Vitali, il silenzio per 250mila euro
    Chiara Poggi aveva scoperto un giro di scandali sessuali legati al Santuario della Madonna della Bozzola, per questo sarebbe stata uccisa. Lo sostiene un latitante in un documento...
    https://www.ilmessaggero.it/AMP/persone/garlasco_santuario_della_bozzola_abusi_chiara_poggi_don_gregorio_vitali_oggi_chi_e_dove_si_trova_cosa_e_successo-8859661.html
    LA QUESTIONE SI FA SEMPRE PIÙ INTRICATA. Garlasco, la teoria degli abusi al Santuario della Bozzola. Latitante confessa: «Chiara aveva scoperto il giro». Chi è don Vitali, il silenzio per 250mila euro Chiara Poggi aveva scoperto un giro di scandali sessuali legati al Santuario della Madonna della Bozzola, per questo sarebbe stata uccisa. Lo sostiene un latitante in un documento... https://www.ilmessaggero.it/AMP/persone/garlasco_santuario_della_bozzola_abusi_chiara_poggi_don_gregorio_vitali_oggi_chi_e_dove_si_trova_cosa_e_successo-8859661.html
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    Garlasco, la teoria degli abusi al Santuario della Bozzola. Latitante confessa: «Chiara aveva scoperto il giro». Chi è don Vitali, il silenzio per 250mila euro
    Chiara Poggi aveva scoperto un giro di scandali sessuali legati al Santuario della Madonna della Bozzola, per questo sarebbe stata uccisa. Lo sostiene un latitante in un documento...
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  • Inizia oggi a New York il processo contro Puff Diddy


    Per due decenni ha dominato l’hip hop americano, produttore potentissimo, musicista da tre Grammy, rapper, cantante, imprenditore. Il suo impero si è sgretolato sotto le accuse pesantissime di abusi sessuali, violenze e sfruttamento della prostituzione. Puff Diddy, è detenuto in carcere a Brooklyn da settembre.

    A novembre scorso i giudici avevano deciso di tenerlo in carcere perché “influenzava i testimoni”. La selezione della giuria è prevista per questa mattina e potrebbe durare diversi giorni.

    Combs si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse. Si prevede che il processo duri almeno otto settimane.

    Sean John Combs, conosciuto sotto mille pseudonimi Diddy e Puffy, Puff Daddy, P. Diddy e Love, dovrà affrontare le accuse di aver usato l'influenza e le risorse del suo impero commerciale per abusare sessualmente di donne che venivano manipolate per partecipare a spettacoli sessuali a base di droga con prostituti maschili che Combs chiamava "Freak Off". Per tenere le donne sotto controllo, i pubblici ministeri affermano che Combs faceva uso di un mix di influenza e violenza: si offriva di dare una spinta alle loro carriere nel mondo dello spettacolo se avessero fatto ciò che chiedeva, o le interrompeva in caso contrario.

    L'atto d'accusa di 17 pagine contro Combs è secondo i media americani un atto contro un capo mafioso o il capo di una banda di narcotrafficanti, coinvolto nel traffico di esseri umani a fini sessuali. Le feste a casa sua tragicamente leggendarie sarebbero state luoghi di violenze e orrori sotto l’effetto di droghe, per anni nessuno avrebbe avuto il coraggio di andare contro quello che è già stato definito l’Harvey Weinstein della musica.

    Il processo è l'ultimo e il più grave di una lunga serie di problemi legali per Combs; il rapper sta affrontando anche un procedimento civile intentato da oltre 120 presunte vittime, tra cui 25 minorenni all'epoca dei fatti, che lo accusano di violenza sessuale.

    GOODBYE PEDOWOOD potrebbe diventare la migliore produzione hollywoodiana di tutti i tempi


    Source:  t.me/ArsenaleKappa
    Inizia oggi a New York il processo contro Puff Diddy Per due decenni ha dominato l’hip hop americano, produttore potentissimo, musicista da tre Grammy, rapper, cantante, imprenditore. Il suo impero si è sgretolato sotto le accuse pesantissime di abusi sessuali, violenze e sfruttamento della prostituzione. Puff Diddy, è detenuto in carcere a Brooklyn da settembre. A novembre scorso i giudici avevano deciso di tenerlo in carcere perché “influenzava i testimoni”. La selezione della giuria è prevista per questa mattina e potrebbe durare diversi giorni. Combs si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse. Si prevede che il processo duri almeno otto settimane. Sean John Combs, conosciuto sotto mille pseudonimi Diddy e Puffy, Puff Daddy, P. Diddy e Love, dovrà affrontare le accuse di aver usato l'influenza e le risorse del suo impero commerciale per abusare sessualmente di donne che venivano manipolate per partecipare a spettacoli sessuali a base di droga con prostituti maschili che Combs chiamava "Freak Off". Per tenere le donne sotto controllo, i pubblici ministeri affermano che Combs faceva uso di un mix di influenza e violenza: si offriva di dare una spinta alle loro carriere nel mondo dello spettacolo se avessero fatto ciò che chiedeva, o le interrompeva in caso contrario. L'atto d'accusa di 17 pagine contro Combs è secondo i media americani un atto contro un capo mafioso o il capo di una banda di narcotrafficanti, coinvolto nel traffico di esseri umani a fini sessuali. Le feste a casa sua tragicamente leggendarie sarebbero state luoghi di violenze e orrori sotto l’effetto di droghe, per anni nessuno avrebbe avuto il coraggio di andare contro quello che è già stato definito l’Harvey Weinstein della musica. Il processo è l'ultimo e il più grave di una lunga serie di problemi legali per Combs; il rapper sta affrontando anche un procedimento civile intentato da oltre 120 presunte vittime, tra cui 25 minorenni all'epoca dei fatti, che lo accusano di violenza sessuale. GOODBYE PEDOWOOD potrebbe diventare la migliore produzione hollywoodiana di tutti i tempi 😎🍿 Source:  t.me/ArsenaleKappa 🅰️ 💥💥 ㅤ
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  • Dopo aver lasciato correre e in un certo senso giustificato e sostenuto i decreti per invio di armi in Ucraina, dopo aver ricevuto per due volte al Quirinale il presidente di israele Isaac Herzog mentre era in corso il gen*cidio.

    Dopo non aver mai condannato esplicitamente il crimin@le di guerra Netanyahu, dopo aver paragonato la Russia al Terzo Reich, dopo aver ricordato a Hiroshima davanti ai morti della bomba atomica statunitense che il problema atomico è la Russia senza mai menzionare gli unici carnefici nucleari della storia, ne arriva un'altra.

    Sergio Mattarella ha appena firmato il decreto sicurezza. Da oggi chi dissente è un criminale. Chi protesta un nemico dello Stato da perseguire penalmente. Questo decreto fa a pezzi chiunque voglia dire al potere politico che non è d'accordo con le sue scelte.

    Questo decreto attacca frontalmente i diritti costituzionali come la libertà di manifestazione del pensiero e di dissenso e legittima gli abusi di potere. Fa a pezzi l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la libertà di riunione e associazione.

    Questo decreto, inoltre, è quel decreto che consentirà agli agenti dei servizi segreti di comandare le organizzazioni criminali. Vedendo la storia dell'Italia, dove tra strategia della tensione, stragi, poteri occulti, sabotaggi, depistaggi eccetera eccetera, questa "legalizzazione" è pericolosissima.

    Questo decreto è una vergogna. L'ennesima vergogna. Questo decreto non andava firmato. Ma Mattarella l'ha firmato nonostante oltre al contenuto da regime dittatoriale avesse una procedura di approvazione decisamente da autocrazia. Concludo: adesso voglio vedere cosa diranno di Mattarella tutti quelli che ne hanno dette di cotte e di crude contro il governo per questo decreto. Voglio anche vedere tutti quei blogger della sinistra rosé che non vanno a letto se prima non danno la slinguazzata quotidiana al "grande presidente e meno male che c'è lui"...

    https://giuseppesalamone.substack.com/p/sergio-mattarella-il-firma-tutto

    T.me/GiuseppeSalamone
    Dopo aver lasciato correre e in un certo senso giustificato e sostenuto i decreti per invio di armi in Ucraina, dopo aver ricevuto per due volte al Quirinale il presidente di israele Isaac Herzog mentre era in corso il gen*cidio. Dopo non aver mai condannato esplicitamente il crimin@le di guerra Netanyahu, dopo aver paragonato la Russia al Terzo Reich, dopo aver ricordato a Hiroshima davanti ai morti della bomba atomica statunitense che il problema atomico è la Russia senza mai menzionare gli unici carnefici nucleari della storia, ne arriva un'altra. Sergio Mattarella ha appena firmato il decreto sicurezza. Da oggi chi dissente è un criminale. Chi protesta un nemico dello Stato da perseguire penalmente. Questo decreto fa a pezzi chiunque voglia dire al potere politico che non è d'accordo con le sue scelte. Questo decreto attacca frontalmente i diritti costituzionali come la libertà di manifestazione del pensiero e di dissenso e legittima gli abusi di potere. Fa a pezzi l'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge e la libertà di riunione e associazione. Questo decreto, inoltre, è quel decreto che consentirà agli agenti dei servizi segreti di comandare le organizzazioni criminali. Vedendo la storia dell'Italia, dove tra strategia della tensione, stragi, poteri occulti, sabotaggi, depistaggi eccetera eccetera, questa "legalizzazione" è pericolosissima. Questo decreto è una vergogna. L'ennesima vergogna. Questo decreto non andava firmato. Ma Mattarella l'ha firmato nonostante oltre al contenuto da regime dittatoriale avesse una procedura di approvazione decisamente da autocrazia. Concludo: adesso voglio vedere cosa diranno di Mattarella tutti quelli che ne hanno dette di cotte e di crude contro il governo per questo decreto. Voglio anche vedere tutti quei blogger della sinistra rosé che non vanno a letto se prima non danno la slinguazzata quotidiana al "grande presidente e meno male che c'è lui"... https://giuseppesalamone.substack.com/p/sergio-mattarella-il-firma-tutto T.me/GiuseppeSalamone
    GIUSEPPESALAMONE.SUBSTACK.COM
    Sergio Mattarella: il firma tutto!
    Da oggi in Italia la criminalizzazione del dissenso è legale. Una vergogna!
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  • LA VERA PANDEMIA
    È LA PEDOFILIA.

    #ULTIMAORA Le autorità della Florida affermano di aver smantellato una delle più grandi reti internazionali di pornografia infantile della storia.

    Gli investigatori hanno scoperto più di un milione di video scioccanti, molti dei quali mostrano orribili abusi su minori, compresi neonati, ha affermato il procuratore generale dello Stato.

    Questi video sono stati venduti in tutto il mondo.



    Source: https://x.com/itsmeback_/status/1909466764963885124?t=lQQA5j53CtgAd2dpNsoZ2g&s=19
    LA VERA PANDEMIA È LA PEDOFILIA. #ULTIMAORA Le autorità della Florida affermano di aver smantellato una delle più grandi reti internazionali di pornografia infantile della storia. Gli investigatori hanno scoperto più di un milione di video scioccanti, molti dei quali mostrano orribili abusi su minori, compresi neonati, ha affermato il procuratore generale dello Stato. Questi video sono stati venduti in tutto il mondo. 👇👇👇 Source: https://x.com/itsmeback_/status/1909466764963885124?t=lQQA5j53CtgAd2dpNsoZ2g&s=19
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  • ULTIMA ORA: un'indagine dell'OHCHR della Commissione delle Nazioni Unite scopre un modello sistematico di violenza sessuale, riproduttiva e di genere contro i palestinesi, perpetrato dalle autorità israeliane dall'ottobre 2023.

    Il rapporto documenta molteplici abusi deliberatamente impiegati come tattiche di guerra e di controllo sulla popolazione palestinese.

    Le principali scoperte includono:

    La violenza sessuale e di genere come strategia di guerra:
    — Si presume che le forze di sicurezza israeliane utilizzino come procedure di routine lo spogliarello forzato in pubblico, le molestie sessuali, le minacce di stupro e le aggressioni sessuali contro i palestinesi.
    — Le testimonianze indicano che lo stupro e la violenza genitale sono stati commessi dietro ordine diretto o implicito incoraggiamento da parte di autorità superiori.
    — Si dice che i coloni israeliani in Cisgiordania abbiano fatto ricorso alla violenza sessuale per terrorizzare e sfollare le comunità palestinesi, agendo in apparente impunità.
    — Il rapporto sottolinea che la violenza sessuale è utilizzata come strumento di guerra deliberato, non come atto di aggressione casuale, con numerose testimonianze di sopravvissuti che descrivono dettagliatamente sia i traumi fisici che quelli psicologici.

    Distruzione dell'assistenza sanitaria riproduttiva e intenti genocidi durante la guerra:
    — Le forze israeliane hanno sistematicamente preso di mira e distrutto strutture sanitarie per la salute sessuale e riproduttiva a Gaza, tra cui reparti di maternità e cliniche per la fertilità.
    — Il blocco e la negazione di forniture mediche essenziali hanno portato a un'elevata mortalità materna e infantile, un risultato che potrebbe essere considerato sterminio secondo il diritto internazionale.
    — Tali misure sono in linea con i criteri di genocidio previsti dallo Statuto di Roma e dalla Convenzione sul genocidio, in quanto creano deliberatamente le condizioni per la distruzione fisica di una popolazione e impongono misure per impedire le nascite.

    Omicidi di massa e violenza diretta contro donne e ragazze:
    — Il rapporto documenta l'uso massiccio di esplosivi pesanti e bombardamenti nelle aree residenziali, che hanno portato a un aumento significativo delle vittime civili, soprattutto tra donne e ragazze.
    — Secondo quanto riferito, donne, ragazze e pazienti in maternità sono state deliberatamente prese di mira, fatti che il rapporto classifica sia come crimini contro l'umanità che come crimini di guerra.
    — Tali azioni sono state classificate come crimini contro l'umanità e crimini di guerra, a dimostrazione della natura deliberata e sistematica della violenza.

    L'indagine dell'OHCHR corrobora ulteriormente queste conclusioni attraverso testimonianze dettagliate e casi di studio, sottolineando che non si tratta di incidenti isolati, ma di parte di una strategia più ampia volta a minare l'autonomia e la dignità delle comunità palestinesi.

    Il rapporto dell'OHCHR critica la comunità internazionale per la sua risposta insufficiente a questi abusi sistemici. Il rapporto chiede un'urgente responsabilità internazionale, misure legali complete per proteggere le vittime e riforme significative per porre fine a queste violazioni dei diritti umani.
    🇺🇳 🕵️‍♂️ 🇮🇱 ❌ 🇵🇸 ⚠️ ULTIMA ORA: un'indagine dell'OHCHR della Commissione delle Nazioni Unite scopre un modello sistematico di violenza sessuale, riproduttiva e di genere contro i palestinesi, perpetrato dalle autorità israeliane dall'ottobre 2023. Il rapporto documenta molteplici abusi deliberatamente impiegati come tattiche di guerra e di controllo sulla popolazione palestinese. Le principali scoperte includono: ➡️ La violenza sessuale e di genere come strategia di guerra: — Si presume che le forze di sicurezza israeliane utilizzino come procedure di routine lo spogliarello forzato in pubblico, le molestie sessuali, le minacce di stupro e le aggressioni sessuali contro i palestinesi. — Le testimonianze indicano che lo stupro e la violenza genitale sono stati commessi dietro ordine diretto o implicito incoraggiamento da parte di autorità superiori. — Si dice che i coloni israeliani in Cisgiordania abbiano fatto ricorso alla violenza sessuale per terrorizzare e sfollare le comunità palestinesi, agendo in apparente impunità. — Il rapporto sottolinea che la violenza sessuale è utilizzata come strumento di guerra deliberato, non come atto di aggressione casuale, con numerose testimonianze di sopravvissuti che descrivono dettagliatamente sia i traumi fisici che quelli psicologici. ➡️ Distruzione dell'assistenza sanitaria riproduttiva e intenti genocidi durante la guerra: — Le forze israeliane hanno sistematicamente preso di mira e distrutto strutture sanitarie per la salute sessuale e riproduttiva a Gaza, tra cui reparti di maternità e cliniche per la fertilità. — Il blocco e la negazione di forniture mediche essenziali hanno portato a un'elevata mortalità materna e infantile, un risultato che potrebbe essere considerato sterminio secondo il diritto internazionale. — Tali misure sono in linea con i criteri di genocidio previsti dallo Statuto di Roma e dalla Convenzione sul genocidio, in quanto creano deliberatamente le condizioni per la distruzione fisica di una popolazione e impongono misure per impedire le nascite. ➡️ Omicidi di massa e violenza diretta contro donne e ragazze: — Il rapporto documenta l'uso massiccio di esplosivi pesanti e bombardamenti nelle aree residenziali, che hanno portato a un aumento significativo delle vittime civili, soprattutto tra donne e ragazze. — Secondo quanto riferito, donne, ragazze e pazienti in maternità sono state deliberatamente prese di mira, fatti che il rapporto classifica sia come crimini contro l'umanità che come crimini di guerra. — Tali azioni sono state classificate come crimini contro l'umanità e crimini di guerra, a dimostrazione della natura deliberata e sistematica della violenza. 📝 L'indagine dell'OHCHR corrobora ulteriormente queste conclusioni attraverso testimonianze dettagliate e casi di studio, sottolineando che non si tratta di incidenti isolati, ma di parte di una strategia più ampia volta a minare l'autonomia e la dignità delle comunità palestinesi. Il rapporto dell'OHCHR critica la comunità internazionale per la sua risposta insufficiente a questi abusi sistemici. Il rapporto chiede un'urgente responsabilità internazionale, misure legali complete per proteggere le vittime e riforme significative per porre fine a queste violazioni dei diritti umani.
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  • VENTOTENE - UN TORTO CIASCUNO (E UNA FIGURACCIA PER TUTTI)
    Parlamento Show

    Ci siamo cascati di nuovo…
    Chiedere maturità a questo Paese è come aspettarsi puntualità da un treno regionale: romantico, ma inutile. Ogni volta ripetiamo gli stessi errori, con la stessa tenacia con cui si difendono i parcheggi abusivi o le pizze surgelate.

    Con sanità al collasso, carovita, disoccupazione e un Paese in apnea… davvero, davvero, c’era bisogno di dissotterrare un documento fondativo della democrazia europea solo per fare a gara a chi lo cita peggio?
    E ovviamente, come ogni settimana che si rispetti, lo scontro politico si riduce a un teatrino da bar sport. Stavolta con ospite d’onore: il Manifesto di Ventotene.

    ❗️ Ma davvero non c’era un altro modo per affrontare il tema guerra-Ucraina-riarmo? Davvero non c’erano 100mila sfumature ideologiche possibili per parlarne con serietà?

    Come cittadini (e come comitati), ci stiamo sbattendo per portare avanti proposte concrete contro questo nuovo “Re-Arm”.
    E cosa fa il Parlamento? Ci regala l’ennesimo show tragicomico, in cui il torto – per equità e buon senso – va equamente distribuito a destra e a manca. Una standing ovation bipartisan dell’imbarazzo.

    ❗️❗️Un testo può anche essere anacronistico, superato, distante dal contesto storico che viviamo.
    Mai mi sognerei di applicare oggi, alla lettera, le teorie di un Bakunin o le leggi di Hammurabi.
    Ma una cosa è certa: non possono diventare pretesti beceri per prenderci a schiaffi ideologici.
    Citare fuori contesto, deformare, banalizzare: questo non è dibattito, è solo rumore.

    La polemica parte quando Giorgia Meloni decide di citare (con amorevole selettività) alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene durante un intervento alla Camera.
    Cita cose tipo:
    «La rivoluzione europea dovrà essere socialista»
    e
    «La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta»
    e chiude il siparietto con: «Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia».
    Standing ovation? Macché. Bagno di fischi.
    L'opposizione insorge, accusa la Premier di aver tagliato e incollato frasi fuori contesto per affondare uno dei pilastri dell'antifascismo e dell’integrazione europea.
    Risultato? Rissa verbale, cori da stadio, e indignazione a comando. Applausi registrati.
    Anche al Senato non si fanno mancare nulla: la bagarre continua, come da copione.

    Ora io mi domando (e domando anche a voi):
    Come si può pretendere che la politica torni a essere credibile, attraente, interessante, se continua a dimostrarsi così profondamente scollegata dalla realtà?
    Tiriamo fuori Ventotene come se fosse il Capitale di Marx al discount per discutere di inflazione e proprietà privata. Ok, l'esercizio storico va anche bene... ma intanto si perde fottutamente tempo.
    Da una parte, chi taglia frasi a caso per farci polemica a favore.
    Dall’altra, chi reagisce come se fossimo al derby Lazio-Roma.
    Nel mezzo, il dibattito vero – tipo quello sul riarmo – che finisce nel cassetto, insieme al buonsenso.

    E noi cittadini? Sempre più stanchi. Sempre più lontani. Sempre più presi per il culo.
    Forse chiedere contesto, serietà e rispetto delle priorità è troppo.
    Nel dubbio, attendiamo che questo delirio si estingua da solo.
    Povera Italia.

    #Ventotene #Meloni #ManifestoDiVentotene #PoliticaItaliana #ReArm #Parlamento #Europa #Antifascismo #Bagarre #TeatroDellaPolitica #SatiraPolitica #poveraitalia
    VENTOTENE - UN TORTO CIASCUNO (E UNA FIGURACCIA PER TUTTI) 🇮🇹🤡 Parlamento Show Ci siamo cascati di nuovo… 🤦‍♂️ Chiedere maturità a questo Paese è come aspettarsi puntualità da un treno regionale: romantico, ma inutile. Ogni volta ripetiamo gli stessi errori, con la stessa tenacia con cui si difendono i parcheggi abusivi o le pizze surgelate. Con sanità al collasso, carovita, disoccupazione e un Paese in apnea… davvero, davvero, c’era bisogno di dissotterrare un documento fondativo della democrazia europea solo per fare a gara a chi lo cita peggio? E ovviamente, come ogni settimana che si rispetti, lo scontro politico si riduce a un teatrino da bar sport. Stavolta con ospite d’onore: il Manifesto di Ventotene. 👉❗️ Ma davvero non c’era un altro modo per affrontare il tema guerra-Ucraina-riarmo? Davvero non c’erano 100mila sfumature ideologiche possibili per parlarne con serietà? Come cittadini (e come comitati), ci stiamo sbattendo per portare avanti proposte concrete contro questo nuovo “Re-Arm”. E cosa fa il Parlamento? Ci regala l’ennesimo show tragicomico, in cui il torto – per equità e buon senso – va equamente distribuito a destra e a manca. Una standing ovation bipartisan dell’imbarazzo. 👏 👉❗️❗️Un testo può anche essere anacronistico, superato, distante dal contesto storico che viviamo. Mai mi sognerei di applicare oggi, alla lettera, le teorie di un Bakunin o le leggi di Hammurabi. Ma una cosa è certa: non possono diventare pretesti beceri per prenderci a schiaffi ideologici. Citare fuori contesto, deformare, banalizzare: questo non è dibattito, è solo rumore. 😱La polemica parte quando Giorgia Meloni decide di citare (con amorevole selettività) alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene durante un intervento alla Camera. Cita cose tipo: «La rivoluzione europea dovrà essere socialista» e «La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta» e chiude il siparietto con: «Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia». Standing ovation? Macché. Bagno di fischi. 🎭 L'opposizione insorge, accusa la Premier di aver tagliato e incollato frasi fuori contesto per affondare uno dei pilastri dell'antifascismo e dell’integrazione europea. Risultato? Rissa verbale, cori da stadio, e indignazione a comando. Applausi registrati. Anche al Senato non si fanno mancare nulla: la bagarre continua, come da copione. Ora io mi domando (e domando anche a voi): Come si può pretendere che la politica torni a essere credibile, attraente, interessante, se continua a dimostrarsi così profondamente scollegata dalla realtà? Tiriamo fuori Ventotene come se fosse il Capitale di Marx al discount per discutere di inflazione e proprietà privata. Ok, l'esercizio storico va anche bene... ma intanto si perde fottutamente tempo. Da una parte, chi taglia frasi a caso per farci polemica a favore. Dall’altra, chi reagisce come se fossimo al derby Lazio-Roma. Nel mezzo, il dibattito vero – tipo quello sul riarmo – che finisce nel cassetto, insieme al buonsenso. E noi cittadini? Sempre più stanchi. Sempre più lontani. Sempre più presi per il culo. Forse chiedere contesto, serietà e rispetto delle priorità è troppo. Nel dubbio, attendiamo che questo delirio si estingua da solo. Povera Italia. 🇮🇹 #Ventotene #Meloni #ManifestoDiVentotene #PoliticaItaliana #ReArm #Parlamento #Europa #Antifascismo #Bagarre #TeatroDellaPolitica #SatiraPolitica #poveraitalia
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  • Curava, senza super green pass, i pazienti abbandonati dai propri medici di famiglia. Denunciato e processato per esercizio abusivo della professione medica. Dopo cinque anni, la vittoria in tribunale.

    https://lanuovabq.it/it/curo-il-covid-assolto-dopo-la-delazione-del-collega
    Curava, senza super green pass, i pazienti abbandonati dai propri medici di famiglia. Denunciato e processato per esercizio abusivo della professione medica. Dopo cinque anni, la vittoria in tribunale. https://lanuovabq.it/it/curo-il-covid-assolto-dopo-la-delazione-del-collega
    LANUOVABQ.IT
    Curò il Covid, assolto dopo la delazione del collega
    L'assurda storia di Fabio Milani, medico bolognese che curò una famiglia con polmonite da Covid abbandonata dal curante a Tachipirina e vigile attesa: segnalato dal collega all'Ordine per non essersi vaccinato ha subito un processo per esercizio abusivo della professione. Oggi è stato assolto e alla Bussola dice: «Cinque anni durissimi».
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