PARADOSSO ASSOLUTO ⚡️
Stasera sono attraversato da un sentimento viscerale, un mix perfetto tra indignazione e rabbia. Non la resa, quella mai.
Ma ci sono decisioni che si commentano da sole, che gridano allo scandalo prima ancora che qualcuno apra bocca. E quando a essere calpestata è la Cultura, la rabbia assume una forma ancora più precisa, più amara, più politica.
Perché sì, in questo Paese siamo tristemente abituati a vedere professionisti catapultati in ruoli totalmente avulsi dalle loro competenze.
Ma quando il “gioco delle sedie” arriva a colpire la Cultura – già bistrattata, ridotta a fanalino di coda nelle agende istituzionali, sottovalutata e sacrificata sempre per ultima – allora è davvero troppo.
E diventa chiaro il disegno: la Cultura come parcheggio, come area di sosta per figure in attesa di riabilitazione, un cuscinetto morbido dove far ricadere in piedi qualcuno che certo non spicca per trasparenza o linearità gestionale.
Milano, dove il paradosso diventa metodo.
E così, dopo la saga tragicomica Sangiuliano–Giuli, ecco servita la nuova stagione:
l’ex assessore alla “Rigenerazione Urbana” (che già il titolo, scusate, fa sorridere ) Giancarlo Tancredi, ora promosso a… dirigente della Direzione Cultura.
Sì, avete letto bene. Cultura.
Ripercorriamo in 30 secondi il capolavoro di trama:
- Tancredi lascia il Comune nel 2021 quando diventa assessore.
- Finisce sotto indagine («cantieropoli»), arriva l’arresto ai domiciliari.
- Poi revoca dei domiciliari. Poi interdittiva. Poi la Cassazione la annulla.
- Sala dichiara: “Torna pure, ma non all’Urbanistica… imbarazzerebbe”.
SOLUZIONE? Spostiamolo alla Cultura, che tanto lì chi vuoi che si accorga di qualcosa…
E allora la domanda, quella vera, è una sola:
Perché? Perché proprio lì? Perché sempre lì?
Anche evitando di puntare il dito sulla persona: cosa c’entra?
Per quale logica, per quale visione politica, per quale strategia amministrativa la Cultura diventa la terra di nessuno in cui “svernare” in attesa di tempi migliori?
La Cultura non è un ripiego.
Non è un corridoio di transito.
Non è un tappeto sotto cui spingere l’imbarazzo amministrativo.
La Cultura è identità, visione, coraggio, innovazione, partecipazione, comunità.
E quando la tratti come una discarica di ruoli, stai dicendo esattamente come consideri la città che dovresti governare.
E allora sì, qualcosa di buono lo avete fatto.
Ci avete ricordato da dove dobbiamo ripartire.
Da una Milano Libera, non complice di questi equilibri tossici,
non ostaggio dei giochi di potere,
non prona alla logica del “sistemiamo qualcuno, intanto la Cultura se ne farà una ragione”.
Nel 2027 arriveranno le amministrative.
E grazie a voi abbiamo un esempio perfetto di come una città non vada amministrata.
Di come la meritocrazia venga tradita.
Di come il valore delle competenze venga calpestato.
Di come la Cultura venga considerata sacrificabile.
Ma noi no.
Noi non siamo sacrificabili.
E neanche la Cultura.
#MilanoLibera #CulturaÈPolitica #NoAiGiochiDiPotere #Meritocrazia #Milano2027 #ParadossoAssoluto #DifendiamoLaCultura #CulturaNonÈUnParcheggio
Stasera sono attraversato da un sentimento viscerale, un mix perfetto tra indignazione e rabbia. Non la resa, quella mai.
Ma ci sono decisioni che si commentano da sole, che gridano allo scandalo prima ancora che qualcuno apra bocca. E quando a essere calpestata è la Cultura, la rabbia assume una forma ancora più precisa, più amara, più politica.
Perché sì, in questo Paese siamo tristemente abituati a vedere professionisti catapultati in ruoli totalmente avulsi dalle loro competenze.
Ma quando il “gioco delle sedie” arriva a colpire la Cultura – già bistrattata, ridotta a fanalino di coda nelle agende istituzionali, sottovalutata e sacrificata sempre per ultima – allora è davvero troppo.
E diventa chiaro il disegno: la Cultura come parcheggio, come area di sosta per figure in attesa di riabilitazione, un cuscinetto morbido dove far ricadere in piedi qualcuno che certo non spicca per trasparenza o linearità gestionale.
Milano, dove il paradosso diventa metodo.
E così, dopo la saga tragicomica Sangiuliano–Giuli, ecco servita la nuova stagione:
l’ex assessore alla “Rigenerazione Urbana” (che già il titolo, scusate, fa sorridere ) Giancarlo Tancredi, ora promosso a… dirigente della Direzione Cultura.
Sì, avete letto bene. Cultura.
Ripercorriamo in 30 secondi il capolavoro di trama:
- Tancredi lascia il Comune nel 2021 quando diventa assessore.
- Finisce sotto indagine («cantieropoli»), arriva l’arresto ai domiciliari.
- Poi revoca dei domiciliari. Poi interdittiva. Poi la Cassazione la annulla.
- Sala dichiara: “Torna pure, ma non all’Urbanistica… imbarazzerebbe”.
SOLUZIONE? Spostiamolo alla Cultura, che tanto lì chi vuoi che si accorga di qualcosa…
E allora la domanda, quella vera, è una sola:
Perché? Perché proprio lì? Perché sempre lì?
Anche evitando di puntare il dito sulla persona: cosa c’entra?
Per quale logica, per quale visione politica, per quale strategia amministrativa la Cultura diventa la terra di nessuno in cui “svernare” in attesa di tempi migliori?
La Cultura non è un ripiego.
Non è un corridoio di transito.
Non è un tappeto sotto cui spingere l’imbarazzo amministrativo.
La Cultura è identità, visione, coraggio, innovazione, partecipazione, comunità.
E quando la tratti come una discarica di ruoli, stai dicendo esattamente come consideri la città che dovresti governare.
E allora sì, qualcosa di buono lo avete fatto.
Ci avete ricordato da dove dobbiamo ripartire.
Da una Milano Libera, non complice di questi equilibri tossici,
non ostaggio dei giochi di potere,
non prona alla logica del “sistemiamo qualcuno, intanto la Cultura se ne farà una ragione”.
Nel 2027 arriveranno le amministrative.
E grazie a voi abbiamo un esempio perfetto di come una città non vada amministrata.
Di come la meritocrazia venga tradita.
Di come il valore delle competenze venga calpestato.
Di come la Cultura venga considerata sacrificabile.
Ma noi no.
Noi non siamo sacrificabili.
E neanche la Cultura.
#MilanoLibera #CulturaÈPolitica #NoAiGiochiDiPotere #Meritocrazia #Milano2027 #ParadossoAssoluto #DifendiamoLaCultura #CulturaNonÈUnParcheggio
PARADOSSO ASSOLUTO ⚡️🤦♂️
Stasera sono attraversato da un sentimento viscerale, un mix perfetto tra indignazione e rabbia. Non la resa, quella mai.
Ma ci sono decisioni che si commentano da sole, che gridano allo scandalo prima ancora che qualcuno apra bocca. E quando a essere calpestata è la Cultura, la rabbia assume una forma ancora più precisa, più amara, più politica.
Perché sì, in questo Paese siamo tristemente abituati a vedere professionisti catapultati in ruoli totalmente avulsi dalle loro competenze.
Ma quando il “gioco delle sedie” arriva a colpire la Cultura – già bistrattata, ridotta a fanalino di coda nelle agende istituzionali, sottovalutata e sacrificata sempre per ultima – allora è davvero troppo.
E diventa chiaro il disegno: la Cultura come parcheggio, come area di sosta per figure in attesa di riabilitazione, un cuscinetto morbido dove far ricadere in piedi qualcuno che certo non spicca per trasparenza o linearità gestionale.
🎭 Milano, dove il paradosso diventa metodo.
E così, dopo la saga tragicomica Sangiuliano–Giuli, ecco servita la nuova stagione:
l’ex assessore alla “Rigenerazione Urbana” (che già il titolo, scusate, fa sorridere 😏) Giancarlo Tancredi, ora promosso a… dirigente della Direzione Cultura.
Sì, avete letto bene. Cultura. 📚✨
Ripercorriamo in 30 secondi il capolavoro di trama:
- Tancredi lascia il Comune nel 2021 quando diventa assessore.
- Finisce sotto indagine («cantieropoli»), arriva l’arresto ai domiciliari.
- Poi revoca dei domiciliari. Poi interdittiva. Poi la Cassazione la annulla.
- Sala dichiara: “Torna pure, ma non all’Urbanistica… imbarazzerebbe”.
👉SOLUZIONE? Spostiamolo alla Cultura, che tanto lì chi vuoi che si accorga di qualcosa… 🎨🧩
E allora la domanda, quella vera, è una sola:
Perché? Perché proprio lì? Perché sempre lì? 🙄
Anche evitando di puntare il dito sulla persona: cosa c’entra?
Per quale logica, per quale visione politica, per quale strategia amministrativa la Cultura diventa la terra di nessuno in cui “svernare” in attesa di tempi migliori?
La Cultura non è un ripiego.
Non è un corridoio di transito.
Non è un tappeto sotto cui spingere l’imbarazzo amministrativo.
La Cultura è identità, visione, coraggio, innovazione, partecipazione, comunità.
E quando la tratti come una discarica di ruoli, stai dicendo esattamente come consideri la città che dovresti governare.
E allora sì, qualcosa di buono lo avete fatto.
Ci avete ricordato da dove dobbiamo ripartire.
Da una Milano Libera, non complice di questi equilibri tossici,
non ostaggio dei giochi di potere,
non prona alla logica del “sistemiamo qualcuno, intanto la Cultura se ne farà una ragione”.
Nel 2027 arriveranno le amministrative.
E grazie a voi abbiamo un esempio perfetto di come una città non vada amministrata.
Di come la meritocrazia venga tradita.
Di come il valore delle competenze venga calpestato.
Di come la Cultura venga considerata sacrificabile.
Ma noi no.
Noi non siamo sacrificabili.
E neanche la Cultura. ✊📚
#MilanoLibera #CulturaÈPolitica #NoAiGiochiDiPotere #Meritocrazia #Milano2027 #ParadossoAssoluto #DifendiamoLaCultura #CulturaNonÈUnParcheggio
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