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Delitto di Garlasco: nuova svolta con perquisizioni e indagini per corruzione
Perquisizioni nelle case dei famigliari di Sempio e indagato l'ex procuratore di Pavia per presunta corruzione sull'archiviazione del 2017...

Le indagini sul delitto di Garlasco hanno preso una nuova direzione. Carabinieri e Guardia di Finanza hanno perquisito le abitazioni di 9 persone, tra cui quella dei genitori e degli zii di Andrea Sempio, unico indagato nel nuovo filone d’inchiesta sul caso aperto dalla Procura di Pavia. Sotto i fari anche ex investigatori e inquirenti che indagarono sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel paese della provincia di Pavia il 13 agosto 2007.

L’operazione – coordinata dalla Procura di Brescia, competente ad indagare su eventuali reati commessi da magistrati in servizio nel distretto della Corte d’appello di Milano – è scattata dopo che, secondo indiscrezioni, gli investigatori sarebbero finiti sulle tracce dei flussi di denaro versati dai familiari di Sempio per ottenere l’archiviazione dell’indagine aperta a suo carico nel 2017. E c’è un indagato eccellente: Mario Venditti, ex procuratore di Pavia che archiviò l’indagine, è sotto inchiesta con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari. Gli investigatori hanno perquisito anche le sue dimore a Pavia, Genova e a Campione d’Italia, oltre alle case di due appartenenti alle forze dell’ordine, ora in congedo, che lavoravano nella sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Pavia.

L’ipotesi di chi indaga è che Venditti abbia archiviato in modo troppo rapido la precedente inchiesta sull’amico del fratello della ventiseienne uccisa nella villetta di via Pascoli. Un sospetto che nascerebbe da alcune vecchie intercettazioni e da un appunto a penna su un bloc notes in cui si legge “Venditti/gip archivia X 20-30 euro” con la data “febbraio 2016”. Un promemoria sequestrato il 14 maggio scorso nell’abitazione dei genitori dell’indagato che avrebbe la grafia di Giuseppe Sempio, padre del nuovo sospettato dell’omicidio di Chiara, ma con la data erroneamente anticipata di un anno dato che l’archiviazione arriva solo nel 2017.

All’ex procuratore di Pavia nel 2017 sarebbe “stata proposta o comunque ipotizzata” “una somma indebita di denaro, nell’ordine di 20/30mila euro, per favorire Andrea Sempio”, si legge nel decreto di perquisizione firmato dal pm di Brescia Claudia Moregola e dal procuratore Francesco Prete nei confronti dello stesso Venditti, dei carabinieri Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, di Andrea Sempio, i suoi genitori e una serie di parenti. L’archiviazione, si ricorda negli atti, è stata richiesta il 15 marzo 2017 e accolta dal giudice per le indagini preliminari il 23 marzo 2017.

Sempre secondo la procura di Brescia “le indagini” condotte nel 2017 a carico di Sempio “sono state caratterizzate da una serie di anomalie, tra cui l’omissione, da parte della polizia giudiziaria incaricata delle indagini della trasmissione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali”. Sarebbero emersi “alcuni contatti opachi” con personale della sezione di polizia giudiziaria, “e la breve durata dell’interrogatorio” di Sempio lascia trasparire “la verosimile conoscenza anticipata da parte dei membri della famiglia Sempio dei temi su cui sarebbero stati sentiti dai pubblici ministeri”. In particolare, il sospettato e anche i suoi familiari, secondo il decreto, avrebbero “intrattenuto” con i due investigatori dell’epoca “poco prima” delle audizioni in Procura “dei contatti non relazionati”, in particolare con Sapone, o di “durata incongrua”, in particolare con Spoto.

I pm segnalano, ad esempio, anche che, quando a Sempio fu notificato l’invito a comparire per l’interrogatorio otto anni fa, l’allora maresciallo Spoto “si tratteneva presso Sempio Andrea per un tempo assai esteso, incompatibile con la mera esecuzione dell’attività notificatoria”. Avrebbe raggiunto Sempio “alle ore 16.35” ed effettuava la notifica più di un’ora dopo, alle “17.45”. Stando alle indagini, poi, Sapone avrebbe avuto “rapporti di particolare confidenza e correlazione con l’indagato Venditti”, l’allora procuratore aggiunto. E avrebbe avuto “un contatto con Sempio Andrea in data antecedente”, rispetto alla notifica, “pur non risultando una ragione investigativa correlata a tale necessità”. Il sospetto dei pm bresciani è che Sempio e i suoi familiari sapessero dell’indagine prima che l’amico del fratello di Chiara Poggi fosse stato formalmente informato.

A maggio Venditti aveva spiegato di aver chiesto e ottenuto due volte l’archiviazione di Sempio “considerata la attestata inservibilità e infruttuosità della prova scientifica” di allora e “vista la assoluta carenza di riscontri oggettivi alle enunciate e mai provate ‘anomalie’ delle precedenti indagini” che si erano concluse, dopo un tortuoso iter processuale, con la condanna a 16 anni del fidanzato di Chiara, Alberto Stasi. Il secondo procedimento era lo sviluppo di una denuncia a Milano per molestie a una componente del collegio difensivo di Stasi. Il 24 maggio l’avvocato Domenico Aiello, legale di Venditti, aveva diramato una nota in cui affermava che nelle indagini il suo assistito “non ha mai svolto la funzione di magistrato” presso la Procura di Vigevano, allora competente, “né tantomeno nelle successive fasi dibattimentali e di impugnazione”. “Venditti dunque – concludeva Aiello – non ha mai rappresentato la pubblica accusa nel processo che ha condotto alla condanna di Alberto Stasi”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/26/delitto-garlasco-sempio-corruzione-procuratore-news/8139685/
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L’operazione – coordinata dalla Procura di Brescia, competente ad indagare su eventuali reati commessi da magistrati in servizio nel distretto della Corte d’appello di Milano – è scattata dopo che, secondo indiscrezioni, gli investigatori sarebbero finiti sulle tracce dei flussi di denaro versati dai familiari di Sempio per ottenere l’archiviazione dell’indagine aperta a suo carico nel 2017. E c’è un indagato eccellente: Mario Venditti, ex procuratore di Pavia che archiviò l’indagine, è sotto inchiesta con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari. Gli investigatori hanno perquisito anche le sue dimore a Pavia, Genova e a Campione d’Italia, oltre alle case di due appartenenti alle forze dell’ordine, ora in congedo, che lavoravano nella sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Pavia. L’ipotesi di chi indaga è che Venditti abbia archiviato in modo troppo rapido la precedente inchiesta sull’amico del fratello della ventiseienne uccisa nella villetta di via Pascoli. Un sospetto che nascerebbe da alcune vecchie intercettazioni e da un appunto a penna su un bloc notes in cui si legge “Venditti/gip archivia X 20-30 euro” con la data “febbraio 2016”. Un promemoria sequestrato il 14 maggio scorso nell’abitazione dei genitori dell’indagato che avrebbe la grafia di Giuseppe Sempio, padre del nuovo sospettato dell’omicidio di Chiara, ma con la data erroneamente anticipata di un anno dato che l’archiviazione arriva solo nel 2017. All’ex procuratore di Pavia nel 2017 sarebbe “stata proposta o comunque ipotizzata” “una somma indebita di denaro, nell’ordine di 20/30mila euro, per favorire Andrea Sempio”, si legge nel decreto di perquisizione firmato dal pm di Brescia Claudia Moregola e dal procuratore Francesco Prete nei confronti dello stesso Venditti, dei carabinieri Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, di Andrea Sempio, i suoi genitori e una serie di parenti. L’archiviazione, si ricorda negli atti, è stata richiesta il 15 marzo 2017 e accolta dal giudice per le indagini preliminari il 23 marzo 2017. Sempre secondo la procura di Brescia “le indagini” condotte nel 2017 a carico di Sempio “sono state caratterizzate da una serie di anomalie, tra cui l’omissione, da parte della polizia giudiziaria incaricata delle indagini della trasmissione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali”. Sarebbero emersi “alcuni contatti opachi” con personale della sezione di polizia giudiziaria, “e la breve durata dell’interrogatorio” di Sempio lascia trasparire “la verosimile conoscenza anticipata da parte dei membri della famiglia Sempio dei temi su cui sarebbero stati sentiti dai pubblici ministeri”. In particolare, il sospettato e anche i suoi familiari, secondo il decreto, avrebbero “intrattenuto” con i due investigatori dell’epoca “poco prima” delle audizioni in Procura “dei contatti non relazionati”, in particolare con Sapone, o di “durata incongrua”, in particolare con Spoto. I pm segnalano, ad esempio, anche che, quando a Sempio fu notificato l’invito a comparire per l’interrogatorio otto anni fa, l’allora maresciallo Spoto “si tratteneva presso Sempio Andrea per un tempo assai esteso, incompatibile con la mera esecuzione dell’attività notificatoria”. Avrebbe raggiunto Sempio “alle ore 16.35” ed effettuava la notifica più di un’ora dopo, alle “17.45”. Stando alle indagini, poi, Sapone avrebbe avuto “rapporti di particolare confidenza e correlazione con l’indagato Venditti”, l’allora procuratore aggiunto. E avrebbe avuto “un contatto con Sempio Andrea in data antecedente”, rispetto alla notifica, “pur non risultando una ragione investigativa correlata a tale necessità”. Il sospetto dei pm bresciani è che Sempio e i suoi familiari sapessero dell’indagine prima che l’amico del fratello di Chiara Poggi fosse stato formalmente informato. A maggio Venditti aveva spiegato di aver chiesto e ottenuto due volte l’archiviazione di Sempio “considerata la attestata inservibilità e infruttuosità della prova scientifica” di allora e “vista la assoluta carenza di riscontri oggettivi alle enunciate e mai provate ‘anomalie’ delle precedenti indagini” che si erano concluse, dopo un tortuoso iter processuale, con la condanna a 16 anni del fidanzato di Chiara, Alberto Stasi. Il secondo procedimento era lo sviluppo di una denuncia a Milano per molestie a una componente del collegio difensivo di Stasi. Il 24 maggio l’avvocato Domenico Aiello, legale di Venditti, aveva diramato una nota in cui affermava che nelle indagini il suo assistito “non ha mai svolto la funzione di magistrato” presso la Procura di Vigevano, allora competente, “né tantomeno nelle successive fasi dibattimentali e di impugnazione”. “Venditti dunque – concludeva Aiello – non ha mai rappresentato la pubblica accusa nel processo che ha condotto alla condanna di Alberto Stasi”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/26/delitto-garlasco-sempio-corruzione-procuratore-news/8139685/
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