È da poco uscito un libro del giornalista investigativo, Antony Loewestein, intitolato 'Laboratorio Palestina". Ed in effetti, stando all' intervista rilasciata al Fatto Quotidiano e pubblicata sul numero di martedì, si apprende che i territori occupati costituiscono un " banco di prova " per le sofisticate tecnologie, comprese quelle che si rifanno alla intelligenza artificiale, prodotte dalle aziende del comparto militare industriale israeliano. Aziende come la Rayzone o la Insanet, le quali hanno elaborato dei software ( Sherlock, Pegasus...) i quali attraverso le pubblicità on line permettono ai loro gestori di monitorare chi in quel dato istante è connesso ad internet.
Acquisiscono, all' insaputa degli utenti, informazioni, foto, email... Permettono di accendere il microfono del cellulare e dei computer.
Trattasi di software che Israele vende anche ai governi interessati a " proteggere " l' incolumità dei propri cittadini dai malintenzionati.
Sono aziende che nominalmente rientrano nella categoria di imprese private, ma in realtà altri non sono che il braccio armato, certo più sofisticato e silenzioso, dell' esercito israeliano.
Strumenti altamente tecnologico che vengono testati primariamente sulla popolazione palestinese.
L' autore menziona anche la lobby che negli USA si prodiga, potendo disporre di copiose somme di denaro, di orientare il Congresso e la Casa Bianca verso posizioni favorevoli ad Israele. Attualmente va investendo 100 milioni di dollari per supportare quei candidati, repubblicani ( tra questi Trump) o democratici non fa differenza, che si renderanno disponibili a non osteggiare, bensì favorire, la politica finora attuata da Israele.
Il libro, la cui prefazione è firmata da Modi Ovadia, riporta anche una frase di Chomsky:
" Un tragico e inquietante resoconto di come Israele sia divenuto un fornitore di strumenti di violenza e repressione brutale, dal Guatemala al Myanmar ( l' ex Birmania) e ovunque se ne sia presentata l' occasione."
È da poco uscito un libro del giornalista investigativo, Antony Loewestein, intitolato 'Laboratorio Palestina". Ed in effetti, stando all' intervista rilasciata al Fatto Quotidiano e pubblicata sul numero di martedì, si apprende che i territori occupati costituiscono un " banco di prova " per le sofisticate tecnologie, comprese quelle che si rifanno alla intelligenza artificiale, prodotte dalle aziende del comparto militare industriale israeliano. Aziende come la Rayzone o la Insanet, le quali hanno elaborato dei software ( Sherlock, Pegasus...) i quali attraverso le pubblicità on line permettono ai loro gestori di monitorare chi in quel dato istante è connesso ad internet. Acquisiscono, all' insaputa degli utenti, informazioni, foto, email... Permettono di accendere il microfono del cellulare e dei computer. Trattasi di software che Israele vende anche ai governi interessati a " proteggere " l' incolumità dei propri cittadini dai malintenzionati. Sono aziende che nominalmente rientrano nella categoria di imprese private, ma in realtà altri non sono che il braccio armato, certo più sofisticato e silenzioso, dell' esercito israeliano. Strumenti altamente tecnologico che vengono testati primariamente sulla popolazione palestinese. L' autore menziona anche la lobby che negli USA si prodiga, potendo disporre di copiose somme di denaro, di orientare il Congresso e la Casa Bianca verso posizioni favorevoli ad Israele. Attualmente va investendo 100 milioni di dollari per supportare quei candidati, repubblicani ( tra questi Trump) o democratici non fa differenza, che si renderanno disponibili a non osteggiare, bensì favorire, la politica finora attuata da Israele. Il libro, la cui prefazione è firmata da Modi Ovadia, riporta anche una frase di Chomsky: " Un tragico e inquietante resoconto di come Israele sia divenuto un fornitore di strumenti di violenza e repressione brutale, dal Guatemala al Myanmar ( l' ex Birmania) e ovunque se ne sia presentata l' occasione."
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