Albenga, la storia di Paolo Sarullo, 24 anni, raccontata (poco) dai media con la solita, fondamentale omissione:

Paolo stava rientrando a casa insieme a un amico, portando a mano il suo monopattino elettrico. Improvvisamente, i due vengono accerchiati da quattro aggressori nordafricani (un dettaglio omesso da quasi tutte le testate giornalistiche, fatta eccezione per "Le Iene", che hanno dedicato un servizio a questa storia).
Vogliono rubargli il monopattino.

Paolo si oppone. A quel punto, uno dei quattro lo colpisce con un pugno violentissimo al volto, facendolo cadere a terra e battere la testa. Paolo inizia a perdere molto sangue e va in preda alle convulsioni. I quattro aggressori fuggono, lasciandolo a terra. L'amico chiama subito i soccorsi.
L'intera scena viene ripresa dalle telecamere di sorveglianza.

Dopo tre mesi in pericolo di vita e due delicatissimi interventi chirurgici di 15 ore ciascuno, Paolo riapre gli occhi. Ma rimane paralizzato, per sempre, può muovere solo gli occhi.

I quattro aggressori vengono identificati e processati. Ma siamo in Italia, e indovinate? Nessuno dei quattro, nemmeno quello che ha sferrato il colpo fatale, è in carcere. Sono ancora liberi, qui, in casa nostra, nonostante quello che hanno fatto.
Albenga, la storia di Paolo Sarullo, 24 anni, raccontata (poco) dai media con la solita, fondamentale omissione: Paolo stava rientrando a casa insieme a un amico, portando a mano il suo monopattino elettrico. Improvvisamente, i due vengono accerchiati da quattro aggressori nordafricani (un dettaglio omesso da quasi tutte le testate giornalistiche, fatta eccezione per "Le Iene", che hanno dedicato un servizio a questa storia). Vogliono rubargli il monopattino. Paolo si oppone. A quel punto, uno dei quattro lo colpisce con un pugno violentissimo al volto, facendolo cadere a terra e battere la testa. Paolo inizia a perdere molto sangue e va in preda alle convulsioni. I quattro aggressori fuggono, lasciandolo a terra. L'amico chiama subito i soccorsi. L'intera scena viene ripresa dalle telecamere di sorveglianza. Dopo tre mesi in pericolo di vita e due delicatissimi interventi chirurgici di 15 ore ciascuno, Paolo riapre gli occhi. Ma rimane paralizzato, per sempre, può muovere solo gli occhi. I quattro aggressori vengono identificati e processati. Ma siamo in Italia, e indovinate? Nessuno dei quattro, nemmeno quello che ha sferrato il colpo fatale, è in carcere. Sono ancora liberi, qui, in casa nostra, nonostante quello che hanno fatto.
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