La difesa incondizionata di Israele da parte di alcuni leader occidentali – come Giorgia Meloni – non è solo una scelta politica: è un meccanismo psicologico.

Si chiama dissonanza cognitiva: sappiamo che stiamo sostenendo un regime che viola sistematicamente i diritti umani, ma per non incrinare l’immagine che abbiamo di noi stessi come “difensori della democrazia”, raccontiamo a noi stessi che “è stato l’altro a iniziare”.

La psicologia del potere funziona così: giustifica, rimuove, riscrive.

E intanto la verità è lì, sotto gli occhi di tutti. Ma serve il coraggio – individuale e collettivo – per guardarla davvero.
La difesa incondizionata di Israele da parte di alcuni leader occidentali – come Giorgia Meloni – non è solo una scelta politica: è un meccanismo psicologico. Si chiama dissonanza cognitiva: sappiamo che stiamo sostenendo un regime che viola sistematicamente i diritti umani, ma per non incrinare l’immagine che abbiamo di noi stessi come “difensori della democrazia”, raccontiamo a noi stessi che “è stato l’altro a iniziare”. La psicologia del potere funziona così: giustifica, rimuove, riscrive. E intanto la verità è lì, sotto gli occhi di tutti. Ma serve il coraggio – individuale e collettivo – per guardarla davvero.
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