• Corridoi africani: la nuova spartizione coloniale in salsa green

    In Zambia, nella polverosa Kapiri Mposhi, si decide il futuro dell’energia “verde” globale: non nelle conferenze sul clima né nei salotti europei, ma nei binari arrugginiti di ferrovie costruite mezzo secolo fa dai cinesi. Stati Uniti, Cina, Giappone ed Europa si contendono la città come se fosse una nuova Berlino del 1884, spartendo non territori ma corridoi logistici, camuffati da “sviluppo sostenibile”.

    Da un lato Pechino, che con 1,4 miliardi di dollari rimette a lucido la sua Tazara sotto formula “costruisci, sfrutta e poi magari ti lascio le briciole”. Dall’altro Washington, che attraverso il G7 e il PGII rispolvera la vecchia ferrovia di Lobito, fingendo di regalare “indipendenza” africana mentre sigilla nuove catene di approvvigionamento per cobalto, litio e terre rare. E in mezzo il Giappone, convinto che il Nacala Corridor possa spezzare la dipendenza da Pechino: peccato che, come ricordano perfino i consulenti cinesi, le miniere restano sempre nelle mani del Dragone.

    Il risultato? Una corsa sfrenata a chi mette prima il marchio sul ferroviaio africano, mentre gli africani, ancora una volta, si ritrovano spettatori nel proprio teatro. Certo, avranno qualche infrastruttura in più - porti secchi, rotaie e stazioni - ma il copione è sempre lo stesso: materie prime estratte e spedite all’estero, con la promessa mai mantenuta di una lavorazione locale.

    Gli osservatori più indulgenti parlano di “complementarietà” fra corridoi, come se il saccheggio potesse diventare un’armonia. La verità è che l’illusione dell’auto elettrica ha resuscitato le vecchie ferrovie coloniali: questa volta non per l’avorio o il cotone, ma per alimentare batterie e turbine da vendere in Occidente. L’Africa resta la miniera del mondo, trasformata in pedina nel Risiko della transizione ecologica. Cambiano i discorsi, non le catene.

    Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
    Corridoi africani: la nuova spartizione coloniale in salsa green In Zambia, nella polverosa Kapiri Mposhi, si decide il futuro dell’energia “verde” globale: non nelle conferenze sul clima né nei salotti europei, ma nei binari arrugginiti di ferrovie costruite mezzo secolo fa dai cinesi. Stati Uniti, Cina, Giappone ed Europa si contendono la città come se fosse una nuova Berlino del 1884, spartendo non territori ma corridoi logistici, camuffati da “sviluppo sostenibile”. Da un lato Pechino, che con 1,4 miliardi di dollari rimette a lucido la sua Tazara sotto formula “costruisci, sfrutta e poi magari ti lascio le briciole”. Dall’altro Washington, che attraverso il G7 e il PGII rispolvera la vecchia ferrovia di Lobito, fingendo di regalare “indipendenza” africana mentre sigilla nuove catene di approvvigionamento per cobalto, litio e terre rare. E in mezzo il Giappone, convinto che il Nacala Corridor possa spezzare la dipendenza da Pechino: peccato che, come ricordano perfino i consulenti cinesi, le miniere restano sempre nelle mani del Dragone. Il risultato? Una corsa sfrenata a chi mette prima il marchio sul ferroviaio africano, mentre gli africani, ancora una volta, si ritrovano spettatori nel proprio teatro. Certo, avranno qualche infrastruttura in più - porti secchi, rotaie e stazioni - ma il copione è sempre lo stesso: materie prime estratte e spedite all’estero, con la promessa mai mantenuta di una lavorazione locale. Gli osservatori più indulgenti parlano di “complementarietà” fra corridoi, come se il saccheggio potesse diventare un’armonia. La verità è che l’illusione dell’auto elettrica ha resuscitato le vecchie ferrovie coloniali: questa volta non per l’avorio o il cotone, ma per alimentare batterie e turbine da vendere in Occidente. L’Africa resta la miniera del mondo, trasformata in pedina nel Risiko della transizione ecologica. Cambiano i discorsi, non le catene. Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
    T.ME
    Carmen Tortora
    You can view and join @carmen_tortora1 right away.
    Like
    1
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 523 Views
  • Bamboo Silk Rope

    Explore luxurious Bamboo Silk Rope for Shibari and Japanese Silk Rope practice. Perfect for Silk Bondage in Boston, Philadelphia, and Bamboo Shibari in Seattle.

    About Company:-

    At Kinbaku Studio, we create rope with intention for those who value the beauty and precision of shibari. We offer natural fibers like jute, hemp, coconut, and bamboo silk, as well as synthetic POSH and nylon ropes in a range of finishes and bold colors. Our gear — including custom-designed suspension rings and hardware — is built for function, durability, and trusted by riggers at every level.

    Click Here For More Info:- https://www.kinbaku-studio.com/bamboo-silk

    Social Media Profile Links:-
    https://www.facebook.com/KinbakuStudio
    https://www.instagram.com/kinbakustudio
    https://www.instagram.com/kinbakustudio2
    Bamboo Silk Rope Explore luxurious Bamboo Silk Rope for Shibari and Japanese Silk Rope practice. Perfect for Silk Bondage in Boston, Philadelphia, and Bamboo Shibari in Seattle. About Company:- At Kinbaku Studio, we create rope with intention for those who value the beauty and precision of shibari. We offer natural fibers like jute, hemp, coconut, and bamboo silk, as well as synthetic POSH and nylon ropes in a range of finishes and bold colors. Our gear — including custom-designed suspension rings and hardware — is built for function, durability, and trusted by riggers at every level. Click Here For More Info:- https://www.kinbaku-studio.com/bamboo-silk Social Media Profile Links:- https://www.facebook.com/KinbakuStudio https://www.instagram.com/kinbakustudio https://www.instagram.com/kinbakustudio2
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 894 Views
  • Shibari Rope

    Explore luxurious Bamboo Silk Rope for Shibari and Japanese Silk Rope practice. Perfect for Silk Bondage in Boston, Philadelphia, and Bamboo Shibari in Seattle.

    About Company:-

    At Kinbaku Studio, we create rope with intention for those who value the beauty and precision of shibari. We offer natural fibers like jute, hemp, coconut, and bamboo silk, as well as synthetic POSH and nylon ropes in a range of finishes and bold colors. Our gear — including custom-designed suspension rings and hardware — is built for function, durability, and trusted by riggers at every level.

    Click Here For More Info:- https://www.kinbaku-studio.com/bamboo-silk

    Social Media Profile Links:-
    https://www.facebook.com/KinbakuStudio
    https://www.instagram.com/kinbakustudio
    https://www.instagram.com/kinbakustudio2
    Shibari Rope Explore luxurious Bamboo Silk Rope for Shibari and Japanese Silk Rope practice. Perfect for Silk Bondage in Boston, Philadelphia, and Bamboo Shibari in Seattle. About Company:- At Kinbaku Studio, we create rope with intention for those who value the beauty and precision of shibari. We offer natural fibers like jute, hemp, coconut, and bamboo silk, as well as synthetic POSH and nylon ropes in a range of finishes and bold colors. Our gear — including custom-designed suspension rings and hardware — is built for function, durability, and trusted by riggers at every level. Click Here For More Info:- https://www.kinbaku-studio.com/bamboo-silk Social Media Profile Links:- https://www.facebook.com/KinbakuStudio https://www.instagram.com/kinbakustudio https://www.instagram.com/kinbakustudio2
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 897 Views